Belgrado. Serbia. Marzo 1999. La Nato ha deciso. Sgancia le bombe. La questione balcanica va risolta. Slobodan Milošević va addomesticato una volta per tutte. È proprio in quel contesto, sotto i bomboni e il fracasso delle esplosioni, che viene concepito Dušan Vlahović. La nuova stella della Juventus. Un’ira d’iddio. Il 28 gennaio 2000 vede la luce. Poco meno di un anno dopo, il 5 ottobre 2000 Milošević capitola. Dušan, "figlio della guerra", non ha ancora un anno di vita. Intanto c’è da ricostruire il Paese. Integrarsi nel continente.
Passa un quindicennio e nella polveriera d’Europa la vita è ricominciata. Il calcio? Lo sport più seguito e praticato. Balcani, terra di grandi talenti. Fra gli Anni ’90 e ‘00 tanti figli di Serbia fanno fortuna in Europa e in Italia. Dejan Savicevic, Predrag Mijatović, Savo Milosevic, Dejan Stankovic. E quel gran saggio di Vujadin Boškov. Allenatore in vita e icona social post mortem. “Rigore è quando arbitro fischia…”, la sua massima più virale.
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