mercoledì 29 giugno 2022

L'EUROPA SI STA SUICIDANDO. D

 "La scissione provocata da Di Maio è un’operazione simile a quella realizzata da Cossiga. In un contesto in cui si prospetta una guerra di lunga durata che, a prescindere dal pericolo di un’ulteriore escalation, sta portando conseguenze negative per tutti, è importante per la Nato assicurarsi la massima “fedeltà” dei Paesi membri. Quando il consenso di una importante forza politica, come il Movimento 5 Stelle, sull’invio delle armi in Ucraina ha cominciato a tentennare, quale occasione migliore per un mediocre uomo politico come Luigi Di Maio, per guadagnarsi i galloni della fedeltà atlantica e rafforzare la linea atlantista a oltranza del presidente del Consiglio?

Questa vicenda dimostra quanto sia profonda la stretta della Nato sul sistema politico italiano ma, se si rovescia la prospettiva, dimostra che l’Italia potrebbe giocare un ruolo importante nelle relazioni internazionali se solo trovasse il coraggio di liberarsi della tutela Usa e Nato."




Raccontare la verita' e' il modo migliore per finire sulla famigerata lista dei "nemici dell'Ucraina" stilata dal sito "Mirotvorets". La new entry e' Sonya Lukashova, la giornalista ucraina che ha commesso il crimine imperdonabile di svelare come la commissaria per i diritti umani Lyudmila Denisova (poi licenziata dal Parlamento) esagerasse notizie sugli stupri attribuiti ai militari russi, si inventasse numeri, nomi, particolari.
Laura Ruggeri.





Dal diario di Marinella Mondaini
E come Biden altri, preoccupati per la fame nel mondo.
Ricordiamo la Francia in Africa, lo sfruttamento delle risorse dei popoli africani per arricchire questo paese, il suo violento colonialismo.
E lo stesso discorso vale per tutti i paesi europei, dalla GB alla Germania, all'Italia ( guardate quello che combina l'ENI in Nigeria )
Sono dei serpenti velenosi, strumentalizzano la disperazione di milioni di esseri umani, organizzano colpi di stato per rubare le materie prime ( vedi Libia).
E' la storia di questi paesi che ci racconta la loro violenza, le loro menzogne. La storia della GB in India, dell'Olanda, Belgio ( 12 milioni di morti nel Congo cosiddetto belga).
ORA BASTA.

Draghi ha dichiarato che "Putin non verrà al G20, forse forse interverrà da remoto. Il presidente indonesiano lo esclude, è stato categorico, non verrà. Potrà succedere un intervento da remoto, vedremo...". Così il premier Mario Draghi al termine del G7 a Elmau.
A Draghi è arrivata la reazione del Cremlino: "Non tocca a Mario Draghi dire se il presidente russo Vladimir Putin andrà al summit del G20 in Indonesia. Lo ha dichiarato il Consigliere di Putin, Jurij Ushakov. "Non spetta a Draghi deciderlo. Draghi probabilmente ha dimenticato che non è più il presidente (del G20)".
Il Presidente indonesiano Joko Widodo ha invitato Vladimir Putin a partecipare al vertice del G 20 che si terrà a novembre sull’isola di Bali, in Indonesia, lo ha dichiarato il consigliere di Putin, Jurij Ushakov: «Abbiamo ricevuto un invito ufficiale, che è molto importante dato che gli indonesiani sono sotto pressione da parte dei Paesi occidentali interessati» ha affermato in riferimento alla possibilità di escludere la Russia dal G20. «Tutto ciò verrà discusso il 30 giugno al Cremlino, quando Putin incontrerà Joko Widodo. Ma il nostro presidente ha ricevuto un invito, e noi abbiamo risposto positivamente, dicendo che siamo interessati a partecipare».
Una magra figura per Draghi, un'altra che mettiamo nella sua sgradevole collezione.




Mentre la Russia vince, il G7...... G7?....scusate, ricomincio
Mentre la Russia vince alla grande, i Derelitti 7 (D7) si riuniscono in un castello, disertati, ormai, persino dalle manifestazioni che normalmente accompagnano questi meeting internazionali.
Non se li fila più nessuno!!!
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Пока Россия побеждает, G7... G7?... простите, начну заново
Пока Россия побеждает по-крупному, Семеро Отрекшихся (D7) встречаются в замке на острове которой нет. Не даже манифестацией вперед ними не кто - то думает о ними




Guardateli, gli amici del G7, tutti d’amore e d’accordo, con l’immancabile Zelenskij collegato in video conferenza, si tolgono la giacca “per mostrare i muscoli a Putin” e dimostrare che “quando le democrazie si uniscono - sono imbattibili”. Non è tempo di negoziati, il loro scopo, oramai è dichiarato: distruggere, uccidere la Russia, affamare Putin, non permettergli di vincere in Ucraina” (!!) Continueranno a dare soldi, armi e sostegno incondizionato al regime nazista ucraino, a Zelenkij che dichiara di volere che la guerra finisca "entro la fine dell'anno" e che "adesso non è tempo di trattative con Mosca"!
Sembra ripetersi la stessa situazione che ha anticipato la seconda guerra mondiale, quando Hitler si preparava ad aggredire e annientare l’Unione Sovietica e molti paesi europei lo sostennero e lo aiutarono.
Oggi sta accadendo la stessa cosa e gravissimo è l’atteggiamento di Olaf Scholz che ha dichiarato ““non ci può essere ritorno alle precedenti relazioni con la Russia sullo sfondo della situazione in Ucraina”. Secondo il Cancelliere tedesco, ciò che sta accadendo in Ucraina è "un punto di svolta nelle relazioni internazionali" e ha anche accusato la Federazione Russa di aver “violato le regole e le norme esistenti nella politica mondiale". Gravissimo è anche l’atteggiamento di Draghi che, privo del consenso della maggioranza degli italiani in questa vergognosa crociata contro la Russia, si spinge a fare gravissime dichiarazioni: “se l’Ucraina perde - tutte le democrazie perdono. Se l'Ucraina perde, sarà più difficile sostenere che la democrazia è un modello di governo efficace".
Perché, l’Ucraina sarebbe una “democrazia” e un “modello di governo efficace”? Questo è semplicemente un imbroglio, significa mentire spudoratamente!
Riunitisi in Germania, tutti “impegnati ad aumentare la pressione sul regime del presidente Putin e i sui complici in Bielorussia”, i “Grandi 7” hanno promesso nuove armi – pesanti - a Kiev, come i sistemi anti aerei Nasams, mentre Zelensky diceva che "il Cremlino va sconfitto” e chiedeva sempre più armi e sanzioni contro la Russia. E i “Grandi” gli hanno giurato incrollabile coesione e solidarietà con il popolo ucraino. Sono “tutti mobilitati per Zelensky e l'Ucraina" – dimostrando, a chi vuol capire, che del Donbass a loro non importa nulla, i morti del Donbass sono di serie B, anzi, sono “invisibili”, invisibili da 8 anni!
Davvero “democratici e umani” questi Grandi 7 che intendono “ampliare le sanzioni anti russe per restringere ancora di più l'accesso della Russia a tecnologie, forniture industriali e servizi, prodotti dalle economie occidentali, in particolare quelle fondamentali per supportare la base dell'industria russa e il settore tecnologico, determinati a ridurre le entrate della Russia, comprese quelle provenienti dall'oro. Nella loro dichiarazione, oltre all’approvazione della decisione del Consiglio europeo di concedere lo status di paese candidato all'Ucraina e alla Moldova, si legge anche che useranno “sanzioni coordinate e senza precedenti per tutto il tempo necessario, agendo all'unisono in ogni fase» , che imporranno l'embargo all'oro russo e un tetto al prezzo del petrolio prodotto dalla Russia; inoltre “continueranno a fornire sostegno finanziario, umanitario, militare e diplomatico e staranno con l'Ucraina per tutto il tempo necessario» - in altre parole, l’Ucraina “prima di tutto”, i “Grandi 7”, quindi anche il popolo italiano, continueranno a sfamare quella cricca di nazisti ucraini affamati di soldi e potere!
Non pensano affatto che tutti i giorni, non solo Kiev, ma anche i “Grandi 7” - uccidono con le loro armi i civili del Donbass e del sud est ucraino, cosa che non diranno mai ai tg italiani.




La seconda giornata del vertice NATO di Madrid è iniziata con un evento che ciascuna delle parti ha iniziato sin da subito a descrivere come una propria vittoria incondizionata




Un piccolo 'scandalo' è scoppiato in un ristorante al servizio dei partecipanti al vertice NATO in Spagna. Funzionari e giornalisti sono rimasti sbalorditi nel vedere che nel menu, nella sezione "Antipasti", la portata "Insalata russa" era elencata per prima. Si vede che i solerti censori occidentali non si erano accorti in tempo di questa grave minaccia. Avrebbero immediatamente provveduto a ribattezzare il piatto "Insalata ucraina"




Secondo i servi dei servi che scrivono articoli grotteschi su Il Giornale discutere di guerra e pace in un convegno alla Camera sarebbe una follia. I guerrafondai temono il dibattito e il confronto politico come Dracula teme la luce. Non sono in grado di confrontarsi dialetticamente in nessun dibattito, quindi auspicano la censura, affibbiano l'etichetta di filoputiniani ai loro oppositori e ringhiano come cani rabbiosi.
Laura Ruggeri.


OGGI SI BALLA RUMENO

Bravo Andrei !




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martedì 28 giugno 2022

Kremenchug ennesima false flag NATO

 Ministero della Difesa della Federazione Russa sull'attacco a Kremenchug.

Le forze armate della Federazione Russa continuano a colpire le strutture militari sul territorio dell'Ucraina. Il 27 giugno, nella città di KREMENCHUG, nella regione di Poltava, le forze aerospaziali russe hanno lanciato un attacco con armi aeree di alta precisione su hangar con armi e munizioni ricevute dagli Stati Uniti e dai paesi europei, nell'area del Stabilimento di Kremenchug di veicoli stradali. A seguito di un attacco di alta precisione, armi e munizioni di fabbricazione occidentale, concentrate nell'area di stoccaggio per ulteriori spedizioni al gruppo di truppe ucraine nel Donbass, sono state colpite. L'esplosione di munizioni immagazzinate per armi occidentali ha provocato un incendio in un centro commerciale non funzionante situato accanto allo stabilimento.
(Intel Slava)





A proposito del fake sul “nuovo crimine commesso dai russi a Kremencjug”. Le Forze Armate russe hanno distrutto, con le loro armi ad altissima precisione, i capannoni delle Forze armate ucraine, situati nell'area dello stabilimento di macchine stradali di Kremencjug. Nei capannoni c’erano le armi e le munizioni di produzione occidentale, inviate a Kiev dagli USA e paesi europei, dirette a uccidere i civili del Donbass.
La detonazione delle munizioni ha provocato un incendio nel vicino e non funzionante centro commerciale, ha riferito poco fa il ministero della Difesa russo. La stampa occidentale racconta che nel centro commerciale c’erano oltre 1000 clienti … dunque la Russia ha voluto intenzionalmente uccidere civili ucraini .. infatti nel parcheggio del centro commerciale non c’erano macchine di visitatori…ma l’Occidente continua da ieri a gonfiare la notizia dei “missili russi che hanno colpito il centro commerciale, definisce il fatto una “strage”, una “nuova Bucha”. I G7 ieri hanno immediatamente condannato l’“attacco abominevole della Russia”. La Stampa scrive che “il bilancio del raid russo sul centro commerciale è di 18 morti e 59 feriti, 36 dispersi” e Zelenskij ha chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul “crimine russo di Kremencjug”. Ma i crimini, quelli veri di Kiev nel Donbass in 8 anni - non esistono!
Nella giornata di ieri le Forze Armate russe hanno anche distrutto 2 centri direzionali ucraini nella Repubblica di Donetsk e armamenti e nazionalisti ucraini in 28 regioni delle due repubbliche.
Il mio articolo qui:







La “strage” al centro commerciale di Kremenchuk? di Maurizio Blondet 28 giugno 2022





Riceviamo e volentieri segnaliamo:
Pangea Grandangolo
DENTRO LA NOTIZIA
su BYOBLU
canale 262 digitale terrestre
canale 462 Tivùsat, canale 816 Sky
Mercoledì 29 alle 20:30
Jugoslavia – Krajina
Il Donbass di trent’anni fa
Dopo la firma del Trattato INF nel 1987 con Michail Gorbacev, il Presidente Ronald Reagan promise alla Russia che la NATO non sarebbe mai arrivata alle sue frontiere, impegno reiterato dal Presidente George Bush senior alla dissoluzione dell’URSS nel 1991. Ibernata momentaneamente la Guerra Fredda, gli Stati Uniti, ormai l’unica potenza mondiale, avevano già programmato la dissoluzione della Jugoslavia e l’isolamento dei Serbi troppo vicini alla Russia. In aggiunta era urgente trovare una nuova collocazione per la NATO.
Attraverso la Banca Mondiale imposero il rientro dei prestiti, finanziarono i partiti di estrema destra croati e appoggiarono le istanze dei musulmani di Bosnia e, per potere agire con il consenso dell’opinione pubblica, iniziarono una campagna mediatica contro i serbi. Per completare l’opera, agenti CIA con molto denaro convinsero personaggi politici e esponenti dei media a sostenere la narrativa stabilita. Poi imposero pesanti sanzioni. I serbi venivano descritti sui media internazionali come guerrafondai, imputati di volere una "grande Serbia".
Ci sono molte somiglianze con quanto avviene in Donbass: si può dire che in Jugoslavia sono state fatte le prove di scena per un protocollo applicato anche in Ucraina.
Krajina come Ukraina significa frontiera. Le Krajine serbe, inserite nella Croazia, non avrebbero formato la Repubblica Serba di Krajina se avessero potuto rimanere in una Croazia federata alle altre Repubbliche Jugoslave. Ma con l’indipendenza, il governo croato aveva promulgato una Costituzione che escludeva diritti ad ogni etnia diversa da quella croata.
Nel 1993 con la Sacca di Medak iniziò la pulizia etnica delle Krajine, culminata con le operazioni Flash e Storm (1995) supportate da mercenari USA: mezzo milione di serbi, privi di protezione, dovettero abbandonare il proprio territorio.
Il docufilm presentato da Pangea Grandangolo Dentro la Notizia è stato girato nel settembre 1993 da un operatore della TV Knin che non esiste più, come le Krajine.







UN SORRISO PER OGNI LACRIMA

 Gira che ti rigira, Alessandro lo ritrovi sempre li! 






SQUALLIDA, PENOSA CROAZIA





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Jugoslavia – Krajina
Il Donbass di trent’anni fa
Dopo la firma del Trattato INF nel 1987 con Michail Gorbacev, il Presidente Ronald Reagan promise alla Russia che la NATO non sarebbe mai arrivata alle sue frontiere, impegno reiterato dal Presidente George Bush senior alla dissoluzione dell’URSS nel 1991. Ibernata momentaneamente la Guerra Fredda, gli Stati Uniti, ormai l’unica potenza mondiale, avevano già programmato la dissoluzione della Jugoslavia e l’isolamento dei Serbi troppo vicini alla Russia. In aggiunta era urgente trovare una nuova collocazione per la NATO.
Attraverso la Banca Mondiale imposero il rientro dei prestiti, finanziarono i partiti di estrema destra croati e appoggiarono le istanze dei musulmani di Bosnia e, per potere agire con il consenso dell’opinione pubblica, iniziarono una campagna mediatica contro i serbi. Per completare l’opera, agenti CIA con molto denaro convinsero personaggi politici e esponenti dei media a sostenere la narrativa stabilita. Poi imposero pesanti sanzioni. I serbi venivano descritti sui media internazionali come guerrafondai, imputati di volere una "grande Serbia".
Ci sono molte somiglianze con quanto avviene in Donbass: si può dire che in Jugoslavia sono state fatte le prove di scena per un protocollo applicato anche in Ucraina.
Krajina come Ukraina significa frontiera. Le Krajine serbe, inserite nella Croazia, non avrebbero formato la Repubblica Serba di Krajina se avessero potuto rimanere in una Croazia federata alle altre Repubbliche Jugoslave. Ma con l’indipendenza, il governo croato aveva promulgato una Costituzione che escludeva diritti ad ogni etnia diversa da quella croata.
Nel 1993 con la Sacca di Medak iniziò la pulizia etnica delle Krajine, culminata con le operazioni Flash e Storm (1995) supportate da mercenari USA: mezzo milione di serbi, privi di protezione,dovettero abbandonare il proprio territorio.
Il docufilm presentato da Pangea Grandangolo Dentro la Notizia è stato girato nel settembre 1993 da un operatore della TV Knin che non esiste più, come le Krajine.


ELIZA A TRIESTE




Siete tutti invitati il 9 luglio 2022, dalle 16.00 alle 18.00 presso Via Rossetti 4/B Trieste per la presentazione di Eliza, una storia macedone 


Eliza, una storia macedone in Balkan crew

sabato 25 giugno 2022

La fine del dollaro





La fine del dollaro

Pare che i BRICS (acronimo di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) siano intenzionati a costruire una moneta transnazionale che quindi possa essere utilizzata nel commercio internazionale.
Si andrebbe a sostituire al dollaro che oggi monopolizza questo mercato.
Qualora dovesse davvero nascere questa moneta ricordiamo che avrebbe il sostegno di economie in grande espansione e che questi cinque Paesi rappresentano il 40% della popolazione mondiale.

venerdì 24 giugno 2022

L'EUROPA SI STA SUICIDANDO.C

 Ormai la UE è un generatore automatico di conflitti.

L’allargamento attuale non ha alcun senso logico, politico ed economico. Solo il senso di sfidare la Russia, di esacerbare i conflitti, acuirli. Senza averne neanche un proprio tornaconto. Solo per servilismo verso gli Usa.
I nuovi paesi che entrano nella UE lo fanno poi solo per accedere ai fondi strutturali, per avere soldi. Entra nella UE una Ucraina in cui da molto prima della guerra i maggiori partiti di opposizione erano al bando, le minoranze etniche represse pesantemente, e non solo la popolazione russa ma anche la minoranza ungherese, per esempio.
Avremo enclaves russe dentro la UE. Avremo nazioni animate da un nazionalismo esasperato, nazioni per le quali “Europa” non significa una cultura, illuminismo, diritti democratici e sociali, ma business e una mucca da mungere.
Saranno necessari maggiori trasferimenti, l’Italia che è contributore netto dovrà contribuire maggiormente, perché questi paesi si aspettano un flusso di denaro.
Questo denaro noi lo prenderemo a prestito, o alzando ancora la tassazione su imprese e lavoro, o riducendo e tagliando servizi sociali, scuole, ospedali, tagliando sulla sanità (tanto abbiamo la Serrachiani che ormai ha fatto pratica).
Entrano nella UE nazioni che volevano sparare ai migranti ai confini, e che ora sono diventate paladini di diritti e libertà.
Il mercato e il business lava molti peccati. Personaggi che schieravano eserciti ai confini diventano eroi che difendono i valori occidentali. I polacchi, prima richiamati per innumerevoli mancanze, ora sono un esempio. Del resto, forse tra qualche settimana entreranno in terreno ucraino, e quindi ..
Avremo una UE che non solo non ha nulla a che fare con l’Europa, ma neanche con i valori fondanti della stessa UE, del tutto estranea a Ventotene.
Una UE certo non più malvista dagli USA, come è stato in questi anni. Una UE oramai costola della NATO, che se fa un esercito europeo lo fa come esercito inquadrato nella NATO, dunque al servizio degli interessi statunitensi.
Una Europa senza più identità. Perché in questa guerra è l’identità europea ad essere collassata.
Intanto il resto del mondo sta costruendo davvero il futuro. 4 miliardi di persone costruiscono un altro mondo, diffidenti verso l’Occidente, intenzionati a non dipendere da esso da nessun punto di vista vanno per la loro strada.
Una via che si potrebbe forse ancora arrestare, ma che man mano che si svilupperà, man mano che gli intrecci tra Russia, Cina, India, Brasile e gli altri paesi dei brics cresceranno, costruirà due mondi.
Poteva andare diversamente, se Macron e Scholz avessero avuto in Italia un presidente del consiglio diverso forse l’Europa avrebbe potuto giocare un ruolo diverso.
Draghi non è stato un flagello solo per l’Italia, ma una disgrazia per l’Europa.
L’uomo che sta rendendo sempre più poveri gli europei.
Per qualche dollaro in più.
Non è arrivato per caso. No davvero no. Non bisogna essere complottisti, ma meglio complottisti che cretini.
È arrivato li per costruire la UE che vogliono gli USA, non l’Europa degli europei. Questa è già finita. Lui ne è stato il becchino.
Vincenzo Costa.





Giorno dopo giorno sta cambiando l'Occidente. La vicenda di Assange non è solo tragica, ingiusta: manifesta una trasformazione.
Assange non viene perseguito per aver commesso crimini, ma PER AVER DENUNCIATO DEI CRIMINI (di guerra e di altra natura).
Se l'Occidente credesse davvero a quelli che pure retoricamente definisce come i propri valori avrebbe ringraziato Assange e si sarebbe impegnato per perseguire i crimini che, grazie ad Assange, sono stati rivelati.
Perseguire la sua persona è un monito per tutti: nessuno si permetta di portare alla luce la verità, nessuno si permetta di portare sotto gli occhi dell'opinione pubblica i crimini di cui interi stati si sono macchiati, perché i responsabili non saranno perseguiti.
Ogni giorno di più i valori dell'Occidente si trasformano in retorica per coprire altri crimini. Ci si riempie la bocca di essi e li usa per giustificare guerre contro coloro che non li osserverebbero, ma poi si agisce come quei dittatori che si presume combattere.
La stessa persona può condannare la guerra, ma non rispondere sulle guerre che lui stesso ha sostenuto, la stessa persona può condannare i crimini di guerra, e non rispondere dell'uso di armi all'uranio impoverito che hanno devastato certi territori e ucciso anche nostri soldati di stanza in quei territori.
Nasce un nuovo Occidente, che non persegue i crimini, la cui identità è divenuta l'ipocrisia, la menzogna, che usa i valori a fini del potere.
Un Occidente che non persegue chi commette i crimini, ma chi li denuncia.




Finlandia nella Nato vuol dire missili Usa di fronte alla Russia.
DI ALESSANDRO ORSINI
Il Fatto Quotidiano 23 GIUGNO 2022
L’ingresso della Finlandia nella Nato, per quanto sia un progetto in costruzione, preoccupa molti pacifisti, i quali si domandano quali siano i pericoli per le generazioni future. La domanda non è peregrina. Occorre infatti sapere che, a differenza di ciò che generalmente accade in politica interna, le decisioni in politica internazionale si fanno spesso sentire dopo decenni. Così, ad esempio, l’ingresso nella Nato dei Paesi dell’Europa dell’Est è avvenuto tra il 1999 e il 2004, ma Putin ha invaso l’Ucraina soltanto nel 2022 per allontanare un esercito nemico dai confini nazionali. Allo stesso modo, l’abbattimento di Gheddafi è avvenuto nel 2011, ma la penetrazione della Turchia in Libia, conseguenza di quell’abbattimento, è avvenuta nel gennaio 2020 per respingere l’assedio del generale Haftar contro Tripoli. Ne consegue che la decisione di far entrare la Finlandia nella Nato potrebbe dare i suoi frutti avvelenati tra diciassette anni, quando i nostri bambini di un anno avranno l’età giusta per andare in guerra. Orbene, cerchiamo di capire perché la Nato apra le porte alla Finlandia proprio ora. La risposta possiamo trovarla soltanto ricorrendo al metodo storico comparato, ovvero ponendo a confronto il modo in cui la Nato ha assorbito i Paesi dell’Est Europa nel 1999 e nel 2004: Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca (1999) e poi Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Bulgaria, Slovacchia e Slovenia (2004).
In entrambi i casi, la Nato ha proceduto all’assorbimento di questi Stati in un momento di tragica debolezza della Russia, vale a dire quando la Russia, pur essendo contraria a quell’integrazione, non aveva le forze per opporsi. Non entro in dettagli, che ho disseminato nel primo capitolo del mio libro Ucraina. Critica della politica internazionale (Paper First) in cui ho ricostruito le relazioni conflittuali tra la Russia e la Nato dal 1999 al 2022. Mi limito a ricordare che, nell’agosto 1998, la Russia era andata in bancarotta ed era da poco uscita sconfitta dalla prima guerra in Cecenia (1994-1996). Nel 1999, sotto Eltsin, la Russia era a pezzi economicamente, politicamente e militarmente, oltre che tragicamente dipendente dai dollari americani. Nel 2004, sotto Putin, aveva iniziato la sua ripresa, ma era ancora esangue. La Nato ha così approfittato di questa debolezza per espandersi ai danni della Russia. Oggi tocca alla Finlandia giacché Putin, impantanato in Ucraina, non ha le forze per aprire un nuovo fronte. Non possiamo prevedere il futuro, ma possiamo certamente azzardare una previsione probabilistica basata sull’esperienza storica: quando e se la Russia si riprenderà economicamente e militarmente dalla guerra in Ucraina, quasi certamente attaccherà la Finlandia se questa ipotizzasse di installare i missili della Nato, che poi sono i missili americani, sul proprio territorio. Questo è uno dei grandi temi quasi mai toccato nel dibattito italiano: l’avanzamento della Nato è sempre l’avanzamento degli Stati Uniti per due ragioni. La prima è che le decisioni strategiche della Nato vengono prese dalla Casa Bianca e la seconda è che le armi della Nato sono armi americane: sono gli Stati Uniti che decidono che cosa fare delle bombe atomiche sul territorio italiano. Tutto questo ci consente di giungere alla seguente conclusione: il problema della Russia non è l’avanzamento della Nato verso i propri confini nazionali, bensì l’avanzamento dell’esercito americano. Una volta chiariti i termini della questione, e ribadendo la nostra fedeltà alla “scuola del sospetto” di Nietzsche, Marx, Freud e Pareto, la domanda con cui vogliamo contribuire al dibattito culturale sulla geopolitica in Italia è la seguente: è strategicamente giusto o sbagliato che Putin voglia impedire all’esercito americano di spingersi ai confini della Russia?





DRAGHI VUOLE METTERE UN TETTO AL PREZZO DEL GAS CHE LA RUSSIA HA GIA' CHIUSO




Il giornalista russo Vladimir Solovjov ieri sera ha letteralmente asfaltato Bruno Vespa! Lo ha disintegrato, le affermazioni di Vespa contro la Russia facevano semplicemente inorridire, hanno mostrato la solita ipocrisia, inconsistenti! Certo, la traduzione simultanea non ha reso ciò che doveva rendere, Solovjov parlava a raffica ed ovviamente era fatica tradurre tutte le sue parole e cogliere le sfumature.. comunque è così, non so quanti italiani abbiano seguito, spero tanti!






TENENTE COLONNELLO USA: "LA SITUAZIONE IN UCRAINA È NETTAMENTE A FAVORE DELLA RUSSIA".
La situazione in Ucraina è "in modo schiacciante" a favore della Russia. Secondo il tenente colonnello USA Daniel Davis, la Russia sta "distruggendo" la capacità dell'Ucraina di difendere il paese.
“Penso che guardando ai fondamenti militari, quella che storicamente è sempre stata la differenza tra vincere e perdere, tenendo conto degli equilibri di potere, specialmente delle forze sul terreno, questi sono in modo schiacciante a favore della Russia. Non esiste una base razionale su cui sperare che la guerra possa cambiare, poiché la Russia si sta muovendo metodicamente e distrugge le forze armate ucraine nel Donbass. Più che catturare territori, i russi stanno annullando la capacità ucraina di difendere il paese altrove.
E anche la somma totale di tutte le armi che abbiamo promesso, è appena un decimo di quello che sarebbe il minimo necessario.
Anche solo in virtù di questi due aspetti, non c'è una possibilità razionale di una vittoria per l'Ucraina. Di conseguenza, anche l’obiettivo di voler danneggiare la Russia è temporaneo, a breve termine, ma ha un costo profondo per il popolo ucraino nel suo paese, nel suo sostentamento e nelle sue forze armate. Non penso che questa sia una buona mossa e non funzionerà bene per gli Stati Uniti”.
(Fonte: FOX News - Tramite Giubbe Rosse).




Severodonetsk è come Mariupol: più armi a Kiev, più Mosca avanza
BOMBE E DIPLOMAZIA - L’analisi. Come nel caso della città portuale, la disfatta viene spacciata per normale mossa decisa dagli ufficiali di Zelensky.
DI FABIO MINI
Il Fatto Quotidiano 25 GIUGNO 2022
Secondo Kiev, le truppe ucraine impegnate nel territorio di Lugansk, ieri avrebbero ricevuto l’ordine di ritirarsi dall’area di Severodonetsk. Da settimane essa era designata come una sacca che si sarebbe chiusa intrappolando migliaia di combattenti ucraini. Come a Mariupol, la disfatta viene spacciata per una normale manovra diretta dallo stato maggiore ucraino. Le fonti russe raccontano un’altra storia: nell’area del “calderone” non tutti sono riusciti a ritirarsi o fuggire. Soltanto nell’area a sud di Lisichansk sarebbero stati circondati quasi duemila combattenti ucraini tra soldati, miliziani “nazisti” e mercenari stranieri. Inoltre 41 soldati ucraini si sarebbero arresi. È tutto da verificare, ma se Mariupol può fare scuola per altri casi analoghi, la cifra dei duemila accerchiati e presumibilmente catturati è verosimile. La ritirata delle truppe impegnate nel Donbass verso il Dniepr era stata ordinata già prima della resa di Mariupol. Ed era la cosa tatticamente corretta da fare in quella situazione. Ma lo stato maggiore ucraino non aveva ottenuto molto di fronte alle richieste dei miliziani di rimanere e di essere sostenuti con tutte le forze possibili.
La logica dei combattenti regolari è diversa da quella degli irregolari. Mentre i primi hanno comandanti che valutano opportunità e rischi e si preoccupano di minimizzare le perdite e conservare le risorse, i secondi hanno comandanti che tendono a salvare la pelle massimizzando i danni per l’avversario e i non combattenti. In una situazione come in Donbass dove sono le milizie e non i soldati a controllare i centri urbani, lo sviluppo tattico è falsato e i danni per i non combattenti non sono collaterali, ma intenzionali. Le milizie ucraine considerano la popolazione del Donbass come non ucraina e quindi spendibile sia come scudi sia come vittime designate. Le milizie repubblicane di Donetsk e Lugansk pur combattendo in casa propria danno la priorità alla eliminazione dei combattenti di Kiev, anche a costo di sacrificare la propria gente. Come a Mariupol, lo stato maggiore ucraino si è trovato nell’impossibilità di contrattaccare anche localmente per alleggerire la pressione avversaria, si è trovato a corto di rinforzi e rifornimenti e le armi cedute dall’occidente non possono ancora fare una differenza sostanziale. Come a Mariupol le milizie del Donetsk hanno invece avuto il sostegno in armi, fuoco e uomini dalla Russia. Non è una previsione, ma una certezza che ci saranno altre Mariupol e Severodonetsk nel giro di qualche settimana e decine di migliaia di perdite su entrambi i lati. L’afflusso degli aiuti occidentali confermerà il “teorema Lavrov: più arrivano armi e più avanziamo”. Infatti non si tratta di spavalderia o arroganza, ma di necessità. La Russia non può permettersi di avere armi a lungo raggio puntate sul proprio territorio e maggiore è la gittata delle armi occidentali maggiore è l’esigenza di tenerle il più lontano possibile. E che lo schieramento ucraino sia destinato a retrocedere è palese anche dall’annuncio di un ufficiale del Pentagono riguardante i quattro sistemi lanciarazzi Himars da inviare in Ucraina “avranno una gittata massima di 70 Km”, non di 45 chilometri, come annunciato in precedenza, “È il doppio di ciò che hanno con gli obici che stiamo dando. Da un esame del campo di battaglia gli ucraini non hanno bisogno di gittate maggiori”. Ma volendo, gli Himars si possono dotare di munizioni con gittata fino a 300 km. In questo modo si materializza anche la possibilità di dividere l’Ucraina in due in corrispondenza del Dniepr e isolarla dal mare.
Uno scopo non previsto dall’operazione iniziale, ma che proprio l’invio delle armi e l’allargamento del conflitto rendono ora perfino necessario. Zelensky celebra trionfalmente la candidatura all’Unione europea, che sarebbe potuta avvenire già sei mesi fa con il solo negoziato. Per lui è il traguardo per il ritorno in Europa dell’Ucraina finalmente libera e non più svilita nella condizione di stato cuscinetto. Paradossalmente, con la guerra in corso la strada verso la libertà e l’Ucraina rischiano di farsi sempre più strette.




Povera piccola squallida Europa!



Meno male che questo agglomerato di stati diventerà una cosa insignificante nel pianeta e trionferà la Russia 

Balcani occidentali e allargamento: disastro Ue

mercoledì 22 giugno 2022

L'EUROPA SI STA SUICIDANDO.B

 Alcune domande.

Gli ambientalisti, in tempi in cui si parla di tornare all'utilizzo del carbone, dove sono finiti?
Invece, i pacifisti, mentre le armi italiane contribuiscono all'escalation bellica, che fine hanno fatto?
E i difensori dei diritti umani, mentre si stilano liste di nemici dei Governi, umiliando e mettendo alla gogna reporter, intellettuali e cittadini, dove si sono nascosti?
Mentre Julian Assange viene martirizzato e le democrazie governano attraverso la paura, le battaglie per la pace, per l'ambiente, per i diritti umani, che tanto hanno avuto visibilità in precedenza, sembrano essere, per alcuni, solo una questione di moda, di conformismo e di tendenza.
Nella puntata del 21 giugno su Visione tv, di cui consiglio la visione intera nell'omonimo canale, parlo di tutto questo e ricordo anche di aderire alla campagna di solidarietà per i non allineati della lista del Corriere, condividendo via social l'hashtag #AggiungetemiAllaLista
Perché non per tutti la pace, l'ambiente e la tutela dei diritti umani sono una questione di moda.
Sara Reginella






Stiamo viaggiando a 500km/h verso un muro di cemento armato.
Alla guida del treno abbiamo un bandito, una scimmia e una vecchia mummia.
Buona fortuna.






Moni Ovadia contro la propaganda di guerra
Moni Ovadia, in questo dialogo con Alberto Contri e Manlio Dorigo, ci offre un’acuta analisi dell’ipocrisia e della propaganda che promuovono le ambizioni imperialiste degli U.S.A. adducendo giustificazioni false e pretestuose per le guerre e i crimini perpetrati in tutto il mondo.
Tra i temi trattati: il servilismo dell’Italia e dell’Europa, complici di questo disegno con il supporto dei media mainstream; ma anche le voci contrarie di uomini delle istituzioni e intellettuali illuminati. Per Ovadia, la guerra in Ucraina, in un contesto di violenza e menzogna, è lo scenario più recente su cui viene fatta concentrare l’opinione pubblica, a fronte di tanti altri scenari volutamente ignorati o dimenticati.







LA FATTORIA DEGLI ANIMALI A MONTECITORIO.
AVVERTENZA SPOILER: questo post rivela la fine di un famoso romanzo (“La fattoria degli animali”, di Orwell) ed è buona educazione avvertire in tempo chi non lo avesse letto e volesse goderselo senza interferenze. Chi vuole, può interrompere qui la lettura.
Per gli altri, racconterò l’incredibile e vivida scena a cui ho assistito poco fa, che sembra la messa in opera teatrale di quel finale. Protagonista Luigi Di Maio.
La famosa scena è il drammatico e grottesco punto finale che conclude la triste parabola della rivoluzione. Gli animali della fattoria si erano ribellati agli umani e l’avevano conquistata, guidati dagli spregiudicati maiali. I quali diventano sempre più spregiudicati fino ad assumere a danno degli altri animali tutte le forme di comando degli esseri umani. La scena finale mostra una festa nella casa padronale dove i maiali si mescolano agli uomini, si alzano in piedi per brindare, e visti dalla finestra diventano indistinguibili, parte di un unico potere che fa cincin e si perpetua con pacche sulle spalle.
Quelle pacche le ho viste anche stamane, mentre i ministri arrivavano alla spicciolata per sedersi sui banchi del governo nell’aula di Montecitorio in vista del discorso di Mario Draghi sulla nuova Europa belligerante. Fra quei ministri c’era anche il ministro degli esteri Di Maio, l’uomo che aveva promesso la rivoluzione e ora si presenta fresco di scissione e parricidio politico. Gli si sono avvicinati i maggiorenti di tutti i partiti. Lo sbaciucchiavano, gli stringevano la mano calorosamente, gli facevano tap tap sulla spalla con la complicità cameratesca di vecchi compagni di gavettoni. E lui gongolava, con una postura rinvigorita dai calli del potere, dalla soglia attraversata verso il mondo degli ottimati, dove tutto diventa possibile. Passata l’ondata delle pacche dei membri del club che onorava il suo nuovo e rispettabile membro, arrivava la seconda ondata, quella dei baciapantofole. Decine di deputati del suo nuovo partito lo omaggiavano di riverenze con saltelli all’Alberto Sordi, ricevevano la sua benedizione, puntuale e condiscendente, e se ne tornavano sui banchi galleggiando su una nuvola di idrogeno. Luigi Di Maio si sedeva poi composto tra Draghi e Guerini, felice come una mortadella di Pomigliano fra due fette di establishment. Tutto molto bello.
Oltre a questo, mi è venuta in mente una scena del film "Quei bravi ragazzi", quella in cui i mafiosi più grandi si vestono come per le grandi occasioni e festeggiano il primo arresto di un picciotto: “Ti sei pigliato la laurea, finalmente”, “ti hanno 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐠𝐠𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨”, “bravo!”
Ti hanno 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐠𝐠𝐢𝐧𝐚𝐭𝐨, Luigi!

Novak Djokovic e' il miglior atleta dell'anno

  Novak Djokovic è stato premiato ai Laureus world sport awards come il miglior sportivo della passata stagione  E' la quinta volta che ...