lunedì 31 luglio 2023

Priče, bajke i legende

 




Nell’Aula consiliare ha avuto luogo ieri la presentazione del libro “Priče, bajke i legende” (Racconti, fiabe e leggende) di Giacomo Scotti, pubblicato dalla Casa editrice Val di Fiume. Il volume, scritto in croato, è stato presentato da Damir Grubiša, politologo ed ex Ambasciatore della Croazia in Italia, dall’illustratrice Nena Pavelić e da Dragan Ogurlić a nome dell’editore. Questo è il 240.esimo libro di Scotti e il suo 41.esimo libro dedicato ai bambini. È, inoltre, il terzo libro che lo scrittore pubblica per i tipi della Val. Autore della copertina è Ivica Oreb, della preparazione grafica Željko Maletić, delle fotografie Petar Fabijan, mentre la realizzazione è di Zlatko Ožanić.

Ogurlić si è detto compiaciuto di poter presentare una nuova creazione di Giacomo Scotti, di cui ogni nuovo libro è un’opera eccezionale. “Questo volume è in un certo senso una sintesi di ciò che scriveva per i bambini in numerose riviste e giornali”, ha sottolineato Ogurlić.
Come rilevato da Damir Grubiša nella prefazione del libro, “numerosi critici che hanno scritto dei suoi libri considerano che il massimo della creatività letteraria di Giacomo Scotti si esprima proprio nei suoi racconti per i bambini. Egli è autore di una quarantina di raccolte di racconti, fiabe, favole e raccolte di poesie, che iniziò a scrivere già negli anni Cinquanta del secolo scorso per la rivista per bambini in lingua italiana ‘Il pioniere’ (pubblicata dalla nostra Casa editrice Edit, ndr) in seguito intitolata ‘Arcobaleno’. Nel suo laboratorio letterario sono nati i racconti sul mare, sulle leggende, sul destino dei marittimi, sulla storia dei pirati e degli uscocchi dell’Adriatico, sui bambini e sui mostri marini”.
Grubiša ha quindi presentato la proposta di assegnare a Scotti l’Ordine della Danica hrvatska con l’effigie di Marko Marulić per il suo particolare contributo alla cultura.
Lo scrittore ha ringraziato per l’iniziativa e ha dichiarato che, dal momento che ha già 95 anni, questo è forse l’ultimo libro della sua bibliografia. “Spero che assieme ai vostri figli e nipoti leggerete le mie storie, fiabe e leggende”, ha concluso Scotti.

domenica 30 luglio 2023

IL 2 AGOSTO 1941 A SMILJAN 530 SERBI VENNERO UCCISI DAGLI USTASCIA

 




Autore: Olga Handjal

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Srb, 27 luglio 2023*
Salgo la scalinata in pietra verso l'imponente monumento in cima al pendio, circondato da una guardia di alberi ad alto fusto, le cui chiome mi sembrano ondeggiare al ritmo della musica e dei canti partigiani che tuonano dai potenti altoparlanti.
Mi fermo da parte e osservo la colonna di persone che risale lentamente la collina come un fiume colorato nel mormorio delle parole delle lingue che conosco. Guardo i loro volti, a volte incontro i loro occhi e mi chiedo, chi è il Serbo, il Croato, il Bosniaco qui? Siamo tutti uguali. E me lo confermerà poco dopo il chiacchiericcio di un gruppo in lingua slovena.
Sono arrivata ai piedi del monumento stesso, dove si sente una canzone che non conosco, su una certa madre Kata.
Presumo che Kata sia esattamente quella bellissima scultura di una donna modesta e così comune, vestita di nero e con una sciarpa in testa, che si trova sul fianco destro del marmo bianco, con le mani sul cuore. In quella espressione di dolore, come fanno le madri disperate. Tutte, senza distinzione alcuna, che siano madri serbe, croate, bosniache o musulmane, in guerra sono uguali come alberi, quando perdono i figli perdono i rami.
Sulla facciata del monumento vedo un robusto contadino con un forcone nelle mani in disperata difesa del suo focolare, della sua famiglia, il lascito dei suoi avi. Forcone contro i fucili e le kame degli ustascia.
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Questo è il mio primo Srb
Nella mia infanzia e giovinezza, questi sono stati giorni di grande solennità, come ogni giorno commemorativo della Lotta di Liberazione Nazionale di tutti i nostri popoli, e poi sono successe cose terribili e tutto quel mondo, l'unico che conoscevo e che mi aveva protetto fino ad allora, era crollato come una torre di carte.
Di Srb sapevo ciò che la mia generazione conosce principalmente, sia dalle lezioni di storia a scuola, sia dalla trasmissione orale, oppure quello che ho imparato da sola nel corso degli anni.
Mentre l'autobus ondeggiava lungo la strada attraverso la bellissima Lika, capitava di scorgere qua e là gli occhi ciechi delle finestre sulle case distrutte e i muri crivellati di proiettili, e il più delle volte solo qualche triste comignolo fuligginoso, che sporgeva solo e ritto dal mucchio di rovine, come un monumento all'orrore e alla morte.
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Ora dico a questo contadino sulla colonna di marmo che il gran male è accaduto di nuovo, che ancora una volta schiere di fratelli incitati, e senza sapere perché, uccisero, perseguitarono e diedero fuoco ai focolari da queste parti.
Anche nel mio villaggio natale della Slavonia, dopo la fine della guerra, arrivò un "treno senza orario", pieno di gente nuova con i loro nuovi destini, provenienti dalle regioni povere del suolo arido. Lì, nella fertile pianura della Slavonia, piantarono le loro radici, seminarono nuovi semi, e con il loro bagaglio di orrori vissuti ancora freschi, divennero insieme a noi una comunità armoniosa. Serbi, Musulmani, Bosniaci, Dalmati. Il mio villaggio chiamarono "piccola Europa".
I nostri primi vicini erano serbi di fede ortodossa, perciò le nostre famiglie hanno avuto due Natali e due Pasque, che abbiamo sempre celebrato, anche se i miei genitori erano comunisti e atei; era un seguire con rispetto le tradizioni dei loro genitori, e soprattutto una gioia per noi bambini. (Oggi i nuovi "antifascisti" mentono quando dicono che ci era proibito).
In entrambe le vigilie di Natale mio padre spargeva paglia e foglie di quercia sul pavimento della cucina, mentre noi bambini decoravamo con nostra madre il povero alberello di ginepro e correvamo attraverso il cortile, per lo più nella neve alta, verso la cucina del vicino.
Hanno avuto un figlio di nome Sele, che quel nome prese in un vagone per il bestiame, che carico di serbi era in viaggio verso Jasenovac, e che poi di nuovo, dopo un tempo incommensurabile di sofferenza nel viaggio verso l'ignoto, è tornato di nuovo al punto di partenza . E lì, sulla paglia puzzolente nacque un bambino, e siccome erano in un viaggio di cui non conoscevano la fine, lo chiamarono Selimir, e noi tutti lo chiamavamo Sele.
(Voglio precisare per i miei amici italiani, che questo nome è un derivato dal verbo seliti se = traslocare, quindi non traducibile)
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Smiljani e la casa museo di Nikola Tesla
Di fronte agli splendidi edifici ristrutturati della casa natale e della chiesa ortodossa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, si erge un monumento a Nikola Tesla che accoglie i visitatori.
Vicino alla chiesa si erge un monumento a forma croce in marmo bianco, sul quale è scritto:
"IN SMILJAN, 2 AGOSTO 1941. IL GIORNO DEL SANTO PROFETA ELIA
530 SERBI ORTODOSSI VENNERO UCCISI DAGLI USTASCIA E DURANTE LA RITIRATA
5 MARZO 1941. FURONO UCCISE ALTRE 30 PERSONE INNOCENTI"
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"Prima della guerra, la parrocchia di Smiljan contava più di 1.000 anime serbe, nel 1948 erano solo 112, di cui solo 30 persone vivevano a Smiljan, il resto viveva a Gospić, perché nella loro città non c'erano edifici dove poter vivere Prota Pejinović era a Smiljan nel 1948 e la descrive così: la parrocchia di Smiljan oggi è vuota. In quel luogo bello e romantico oggi, un uomo è felice di trovare qualcuno vivo quando passa per il villaggio. Non c'è, silenzio ovunque, si può dire che neanche gli uccelli nei boschi non cantano. Questa desolazione, rovine e incendi dolosi, questo silenzio, quel cimitero, la chiesa distrutta e l'appartamento parrocchiale sembrano indescrivibilmente difficili e dolorosi per una persona, così che una persona vorrebbe anch'essa riposare in quella tomba, nella quale furono sepolti insieme 462 serbi-ortodossi”. (Wikipedia, crimini Ustasha nella seconda guerra mondiale)
E poiché la storia non ha studenti, tutto si è ripetuto quasi allo stesso modo
1992 la casa natale di Nikola Tesla e la chiesa di Smiljan furono distrutte e il monumento al grande scienziato fu minato da coloro che oggi rivendicano la nazionalità di Nikola.
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Sto davanti al monumento e ascolto gli appropriati discorsi dei politici presenti.
Sento parlare dell'uccisione di centinaia di vittime del regime ustascia, a Donja Suvaja, Osredci, Bubnje, Piškovec... Sento l'omaggio alle vittime di Nebljus, Meljinovac, Donji Lapac.
Ascolto e immagino quell'inferno in terra. Ascolto e vedo. Vedo il contadino con un forcone che cerca forza nelle vene del tallone per combattere contro un nemico troppo forte, vedo bambini sgozzati e massacrati con le asce, vedo Kata sconvolta che si strappa il cuore dal petto e si arrampica sul marmo...
E poi mi viene in mente che anche questo monumento è stato vittima nel 1995, colpito da una tempesta.
CHE NON SI RIPETA MAI PIU'!


DUE PESI E DUE MISURE




 Io so solo una cosa: le regole o sono uguali per tutti o è fascismo.

Quando nel 2008 Milorad Čavić vinse l'oro agli europei di nuoto e sul podio mise la maglietta Kosovo è Serbia, fu squalificato.
Đoković a Rolland Garros quest'anno scrisse sulla telecamera dopo la partita "Kosovo è il cuore della Serbia- stop alle violenze", si alzò un putiferio ma, con oramai il nulla osta per gli atleti ucraini con i messaggi politici in ogni dove, dovettero stare zitti.
Credo che i doppi standard sono semplicemente intollerabili e sotto gli occhi di tutto il mondo.
Accade poi, che se tu Occidente bombardi un paese con le bombe a grappolo e scippi la terra altrui violando il diritto internazionale, non puoi dare lezioni ad altri quando fanno la stessa cosa.
Putin sta facendo esattamente quanto fatto dalla NATO alla Serbia.
Ed io capisco le atlete e gli atleti ucraini.
Ma vale allora per tutti. Restituissero la medaglia a povero Čavić, al quale hanno rovinato la carriera perché il ragazzo non si è più ripreso.
Ai palestinesi permettessero di mettere le magliette in segno di sacrosanta lotta politica.
Purtroppo in Occidente vige quella orwelliana:" tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali d'altri".
Poi si meravigliano quando vedono che i paesi africani si stringono attorno a Putin come fosse la loro guida ideologica e spirituale.




Effetto euro, in Croazia prezzi folli: «Ci guadagnano le spiagge del Veneto»

 




Giusta punizione per i croati che hanno rubato il serbo Tesla per metterlo sugli euro 

Effetto euro, in Croazia prezzi folli: «Ci guadagnano le spiagge del Veneto»



sabato 29 luglio 2023

L' ITALIA FASCISTA DELLA VERGOGNA




 UN FATTO GRAVISSIMO, LEGGERE CON LA MASSIMA ATTENZIONE!

REVOCA DELL'ONORE
L'Italia cambia legge per contrattaccare Tito: 'Ha rubato terre storiche italiane'
"Questo è il loro contributo alla revisione della storia, che include la revisione della valutazione del fascismo", afferma Damir Grubiša
La Commissione alla Cultura del Senato della Repubblica Italiana ha avviato il procedimento per togliere l'onorificenza di "Cavaliere di Gran Croce" all'ex presidente a vita jugoslavo, Maresciallo Josip Broz Tito. Dietro la procedura c'è Roberto Menia, noto neofascista e ora senatore del partito al potere Fratelli d'Italia, che da decenni propone apertamente il "ritorno" dell'Istria, del Quarnero e di gran parte della Dalmazia sotto il dominio italiano.
Ecco perché Tito dovrebbe essere ritratto come un criminale, perché così significa che il suo regime criminale ha rubato le terre storiche italiane ed ha espulso gli italiani.
"La storica richiesta di revoca dell'onorificenza conferita al dittatore jugoslavo Josip Broz Tito, da parte dei familiari delle vittime della strage di Tito - esuli istriani, fiumani e dalmati, ha avuto finalmente un esito positivo con l'adozione dell'ordine del giorno, da parte che il Governo si impegni ad avviare la procedura per la revoca dell'Ordine dei Cavalieri di Gran Croce”, ha riportato le parole di Menia il portale neofascista Il Primato Nazionale.
Ha svolto una serie di compiti
Menia è stato segretario del partito politico neofascista MSI-DN a Trieste, per poi ricoprire alti incarichi a livello nazionale come vicepresidente del Parlamento (15 aprile 1994-12 maggio 2008) nel governo di Silvio Berlusconi, e Stato Segretario del Ministero della Tutela dell'Ambiente, del Territorio e del Mare. Dal 10 novembre 2022 ricopre la carica di Vice Presidente della 3ª Commissione Permanente (Affari Esteri e Difesa) del Senato della Repubblica Italiana, e contemporaneamente dirige il Dipartimento per gli Italiani all'Estero del partito Fratelli d'Italia .
La sua famiglia è originaria di Buje in Istria, e fin da giovane ha fatto parte di un gruppo neofascista che crede che la costa orientale dell'Adriatico appartenga all'Italia. L'occasione si presentò al momento dell'aggressione contro la Croazia quando, nell'estate del 1991, Menia, come parte di una delegazione a Belgrado, discusse lo smembramento della Croazia con i soci di Slobodan Milošević. Lì hanno considerato la possibilità di dividere il territorio costiero croato con i serbi ribelli da qualche parte vicino a Zara, e pochi anni dopo ha affermato di essere in contatto con gli sfollati italiani dall'Istria "che hanno espresso la loro disponibilità a combattere per la Dalmazia italiana".
L'ultima situazione non è inaspettata perché dopo le elezioni dello scorso anno, Menia ha annunciato "l'effettiva punizione di tutti coloro che negano le foibe", nonché che chiederà al nuovo governo una profonda revisione del finanziamento statale della minoranza italiana in Slovenia e Croazia al fine di ridurre lo spreco di denaro pubblico, nonché la confisca dell'onore di Tito.
La questione delle foibe
L'Agenda Fratelli d'Italia obbliga il governo a revocare la massima onorificenza conferita dallo Stato italiano al dittatore jugoslavo morto nel 1980, prevedendo la possibilità di togliere il titolo a chiunque sia colpevole di crimini contro l'umanità, compresi i defunti come il Maresciallo Tito . Attualmente la legge istitutiva dell'Ordine dei Cavalieri della Repubblica non prevede la cancellazione delle onorificenze ai defunti, per cui il parlamento italiano deve prima adottare un disegno di legge che lo consenta, e poi "il titolo del carnefice jugoslavo le cui mani sono macchiate col sangue degli italiani saranno aboliti", annunciano i post-fascisti.
La destra italiana considera il regime di Tito "responsabile dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe", che fu precursore dell'esodo di 350.000 istriani, riiani e dalmati, nonché dello sterminio di migliaia di altri oppositori nell'ex Jugoslavia . Allo stesso tempo, viene presentata una menzogna storica su almeno 100.000 uccisi, mentre i decenni precedenti di politica criminale fascista contro croati e sloveni domiciliati sono completamente insabbiati.
Damir Grubiša, l'ex ambasciatore croato a Roma, non è sorpreso dagli ultimi avvenimenti, avendo annunciato questo sviluppo l'anno scorso.
"C'è da aspettarselo quando si tratta della destra post-fascista, che fa parte del partito del premier Giorgia Meloni. Questo è il loro contributo alla revisione della storia, che include la revisione della valutazione del fascismo, come movimento che ha portato non solo il male, ma anche alcune cose buone. È una narrazione storica che viene spinta attraverso gli organi ufficiali, incluso il parlamento italiano", ha spiegato Grubiša.
La questione della fobia
L'Agenda Fratelli d'Italia obbliga il governo a revocare la massima onorificenza conferita dallo Stato italiano al dittatore jugoslavo morto nel 1980, prevedendo la possibilità di togliere il titolo a chiunque sia colpevole di crimini contro l'umanità, compresi i defunti come il Maresciallo Tito . Attualmente la legge istitutiva dell'Ordine dei Cavalieri della Repubblica non prevede la cancellazione delle onorificenze ai defunti, per cui il parlamento italiano deve prima adottare un disegno di legge che lo consenta, e poi "il titolo del carnefice jugoslavo le cui mani sono macchiate col sangue degli italiani saranno aboliti", annunciano i post-fascisti.
La destra italiana considera il regime di Tito "responsabile dello sterminio di migliaia di italiani nelle foibe", che fu precursore dell'esodo di 350.000 istriani, riiani e dalmati, nonché dello sterminio di migliaia di altri oppositori nell'ex Jugoslavia . Allo stesso tempo, viene presentata una menzogna storica su almeno 100.000 uccisi, mentre i decenni precedenti di politica criminale fascista contro croati e sloveni domiciliati sono completamente insabbiati.
Damir Grubiša, l'ex ambasciatore croato a Roma, non è sorpreso dagli ultimi avvenimenti, avendo annunciato questo sviluppo l'anno scorso.
"C'è da aspettarselo quando si tratta della destra post-fascista, che fa parte del partito del premier Giorgia Meloni. Questo è il loro contributo alla revisione della storia, che include la revisione della valutazione del fascismo, come movimento che avrebbe portato non solo il male, ma anche alcune cose buone. È una narrazione storica che viene spinta attraverso gli organi ufficiali, incluso il parlamento italiano", ha spiegato Grubiša.



venerdì 28 luglio 2023

Scrittori perseguitati dal "democratico" stato croato

 Ecco a voi alcuni degli scrittori perseguitati senza motivo dal regime croato. Che il sig.Cristiano Pambianchi ne prenda atto e studi un po' di storia  


RAJKO GRLIC'

Rajko Grlić: ogni nazionalismo contiene un seme del fascismo


PEDRAG MATVEJEVIC'

La condanna a Predrag Matvejević


DUBRAVKA UGRESIC 

Dubravka Ugrešić


GIACOMO SCOTTI 

I fascisti croati minacciano di morte lo scrittore Giacomo Scotti


DRAGO HEDL

Minacce a Drago Hedl: le reazioni del Feral Tribune


Boris Dežulović



5 SCRITTRICI CROATE COSTRETTE ALL'ESILIO 

Negli anni successivi Letica ha continuato ad apparire sui media croati come commentatore, sposando le opinioni dell'opposizione, ed è diventato un editorialista regolare per Globus , una popolare rivista di notizie . [3] Durante la sua permanenza alla Globus ha guadagnato una certa notorietà grazie a un pezzo di opinione non firmato del 1992 (che alla fine ha ammesso di aver scritto), intitolato "Le femministe croate stanno violentando la Croazia", ​​in cui attaccava cinque scrittrici femministe croate ( Slavenka Drakulić , Vesna Kesić , Jelena Lovric , Dubravka Ugrešić e Rada Iveković), accusandoli di tradire la Croazia. L'articolo è stato fonte di controversie significative che alla fine si sono concluse con una causa per diffamazione contro la rivista. [4] [5]



Rajko Grlić: ogni nazionalismo contiene un seme del fascismo




 In questi giorni, preparando un libro delle mie interviste realizzate per il Feral  , ho letto una lunga conversazione che intrattenemmo in quel fosco, terribile 1993, quando nel cosiddetto nuovo stato democratico finimmo per essere inclusi nella bella comitiva di emarginati e nemici del regime. Già allora, noi cosiddetti traditori della Croazia, iniziammo una discussione tra amici chiedendoci se fosse più facile emigrare o rimanere e vivere un esilio interiore. Oggi credo che le due strade fossero ugualmente difficili. 

Rajko Grlić: ogni nazionalismo contiene un seme del fascismo



Prezzi alle stelle: il disastro dell’euro in Croazia




 Dopo avere adottato l’euro come valuta ufficiale lo scorso primo gennaio, i prezzi in Croazia sono aumentati fino anche al 50% su tutti i beni primari, a partire dai generi alimentari, suscitando le proteste dei cittadini e affossando il turismo locale...

Prezzi alle stelle: il disastro dell’euro in Croazia



LA CROAZIA E' PARTITA COSI'

 




10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman. Figura controversa nello scacchiere balcanico di lui possiamo sicuramente dire che è stato:

- un criminale di guerra come sentenziato dall'ICTY;
- un pericoloso filo-nazista alla ricerca della costituzione di uno stato croato puramente etnico;
- un nostalgico del NDH, lo stato indipendente croato fantoccio della Germania nazista ed unico momento storico nel quale ci si accorse della loro esistenza, dal quale riprese simbologie, inni e moneta;
un antisemita, famosa la sua frase "che per fortuna nè lui nè sua moglie erano ebrei" o come nel suo libro Bespuća povijesne zbiljnosti dove scrisse che "gli ebrei avevano ricoperto una posizione privilegiata a Jasenovac e in realtà tenevano nelle loro mani la gestione dei detenuti del campo fino al 1944";
- un minimalista dell'Olocausto, sempre nel suddetto libro scrisse che "il numero di morti ebraici durante la Seconda Guerra Mondiale era più vicino al milione rispetto al numero più citato di 6 milioni.";
- un dittatore, il suo mandato come presidente è stato criticato come autoritario dalla maggior parte degli osservatori che osservarono che "tra sano nazionalismo e sciovinismo, scelse lo sciovinismo; tra economia di libero mercato e clientelismo, scelse quest'ultimo. Invece del culto della libertà, scelse il culto dello stato. Tra modernità e apertura al mondo, ha scelto il tradizionalismo; una scelta fatale per un piccolo Stato come la Croazia che ha bisogno di aprire per il bene dello sviluppo";
- un pregiudicato, essendo stato arrestato 3 volte durante la sua vita;
- un mafioso, sono ampiamente noti e documentati i legami della famiglia Tuđman con la mala del Brenta;
- un plagiatore, nel dicembre 1966, Ljubo Boban accusò Tuđman di plagio, affermando che Tuđman aveva compilato quattro quinti della sua tesi di dottorato, "La creazione della Jugoslavia socialista", dal lavoro di Boban. Boban ha offerto prove conclusive alla sua affermazione da articoli pubblicati in precedenza sulla rivista Forum e il resto dalla tesi di Boban. Tuđman fu poi espulso dall'Istituto e costretto a ritirarsi nel 1967.
- un doppiogiochista, marzo 1991 accordo di Karadjordjevo con Slobodan Milosevic per la spartizione della Bosnia Erzegovina tra Serbia e Croazia - dopo appena un anno le forze croate e musulmane si alleano in chiave anti-Serba - nel giugno dello stesso anno le forze croate rompono l'alleanza e attaccano la Bosnia creando la fallimentare Herceg-Bosnia e poi ancora anche dopo gli accordi Dayton del 1995 Tuđman cercò un accordo con Karadžić per una spartizione di "influenze" in Bosnia Erzegovina.
È stato questo personaggio qua.



mercoledì 26 luglio 2023

Srebrenica, luglio 1995: la storia “occultata”

 Un articolo  di Enrico Vigna




 Nel silenzio e nell’indifferenza del mondo e dei media occidentali, nei cimiteri della Repubblica Serba di Bosnia, i serbi piangono da soli e nel silenzio e nell’indifferenza dei media e politici occidentali, intanto il criminale Naser Oric lancia dichiarazioni e minacce di nuovi massacri e nuove guerre.

Srebrenica, luglio 1995: la storia “occultata”



domenica 23 luglio 2023

Risposte alle questioni poste dal sig. Cristiano Pambianchi. L

 

Continua da QUI


LA PINACOTECA DI BRERA E' STATA MAL CONSIGLIATA

NOI INNAMORATI DI CRISTIANO PAMBIANCHI

Più di 800 commenti contro la mostra alla Pinacoteca di Brera


Ecco a voi alcuni degli scrittori perseguitati senza motivo dal regime croato. Che il sig. Cristiano Pambianchi ne prenda atto e studi un po' di storia

Scrittori perseguitati dal "democratico" stato croato


LA CROAZIA E' PARTITA COSI'


Per niente gentile sig. Cristiano Pambianchi, è un po' anomalo da parte di un avvocato non riconoscere un criminale di guerra

Franjo Tudman è stato riconosciuto post mortem dal Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia membro chiave di un gruppo criminale che intendeva conquistare con la violenza una parte del paese confinante della Bosnia ed Erzegovina, in particolare eliminandone la popolazione musulmana attraverso la commissione di crimini di guerra e contro l'umanità. Inoltre, lo stesso propugnava l'eliminazione di ogni presenza serba nella regione della Krajina[1][2] così commettendo atti considerati crimini di guerra.[2][3]






10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman. Figura controversa nello scacchiere balcanico di lui possiamo sicuramente dire che è stato:
- un criminale di guerra come sentenziato dall'ICTY;
- un pericoloso filo-nazista alla ricerca della costituzione di uno stato croato puramente etnico;
- un nostalgico del NDH, lo stato indipendente croato fantoccio della Germania nazista ed unico momento storico nel quale ci si accorse della loro esistenza, dal quale riprese simbologie, inni e moneta;
un antisemita, famosa la sua frase "che per fortuna nè lui nè sua moglie erano ebrei" o come nel suo libro Bespuća povijesne zbiljnosti dove scrisse che "gli ebrei avevano ricoperto una posizione privilegiata a Jasenovac e in realtà tenevano nelle loro mani la gestione dei detenuti del campo fino al 1944";
- un minimalista dell'Olocausto, sempre nel suddetto libro scrisse che "il numero di morti ebraici durante la Seconda Guerra Mondiale era più vicino al milione rispetto al numero più citato di 6 milioni.";
- un dittatore, il suo mandato come presidente è stato criticato come autoritario dalla maggior parte degli osservatori che osservarono che "tra sano nazionalismo e sciovinismo, scelse lo sciovinismo; tra economia di libero mercato e clientelismo, scelse quest'ultimo. Invece del culto della libertà, scelse il culto dello stato. Tra modernità e apertura al mondo, ha scelto il tradizionalismo; una scelta fatale per un piccolo Stato come la Croazia che ha bisogno di aprire per il bene dello sviluppo";
- un pregiudicato, essendo stato arrestato 3 volte durante la sua vita;
- un mafioso, sono ampiamente noti e documentati i legami della famiglia Tuđman con la mala del Brenta;
- un plagiatore, nel dicembre 1966, Ljubo Boban accusò Tuđman di plagio, affermando che Tuđman aveva compilato quattro quinti della sua tesi di dottorato, "La creazione della Jugoslavia socialista", dal lavoro di Boban. Boban ha offerto prove conclusive alla sua affermazione da articoli pubblicati in precedenza sulla rivista Forum e il resto dalla tesi di Boban. Tuđman fu poi espulso dall'Istituto e costretto a ritirarsi nel 1967.
- un doppiogiochista, marzo 1991 accordo di Karadjordjevo con Slobodan Milosevic per la spartizione della Bosnia Erzegovina tra Serbia e Croazia - dopo appena un anno le forze croate e musulmane si alleano in chiave anti-Serba - nel giugno dello stesso anno le forze croate rompono l'alleanza e attaccano la Bosnia creando la fallimentare Herceg-Bosnia e poi ancora anche dopo gli accordi Dayton del 1995 Tuđman cercò un accordo con Karadžić per una spartizione di "influenze" in Bosnia Erzegovina.
È stato questo personaggio qua.



Il sig. Cristiano Pambianchi, dopo anni che si sente dire a ragion veduta che non puo' farsi comandare dai croati che gli fanno fare brutte figure in Italia, ha acquistato finalmente un libro di un autore croato e non serbo fatto passare per croato.
Finalmente una mossa intelligente Pambianchi, sarà la prima ma mai demordere .. magari riesce ad acculturarsi anche lei 🤣
Baltazar Adam Krčelić.. autore croato davvero! Il primo nella collezione serba del sig.Cristiano Pambianchi









Marija Jurić Zagorka
Il sig. Cristiano Pambianchi continua a spargere pillole di disinformazione e meno male che non ha un like che sia uno
Marija Jurić Zagorka visse sotto l'Impero Austro Ungarico e quindi non puo' essere considerata la prima giornalista donna in Croazia poichè la Croazia a quel tempo non esisteva. Come ben sapete i croati sotto gli austro ungarici hanno fatto solo gli "stallieri". A buon intenditor poche parole.
Marija Jurić Zagorka sposò un ufficiale austriaco che odiava i croati, fu internata in manicomio e la madre croata depose contro di lei quando chiese il divorzio
Foto di Wikipedia







Gentile sig. Cristiano Pambianchi, se lei sente le statue che le parlano è urgente un controllo medico.. da uno bravo





Per tutti i PDF che questo blog non pubblica vedere QUI


Siamo felici sig.Cristiano Pambianchi che il sig.Slaven Letica sia stato il suo mentore, ma il sig.Letica ha fatto cacciare dalla Croazia 5 scrittrici croate che lui aveva diffamato e una di questa, precisamente Dubravka Ugresic, ha citato lei caro Pambianchi per il suo mal comportamento. Ora ci viene difficile pensare che lei possa porsi a difesa del patrimonio culturale croato .. ci consenta!




Negli anni successivi Letica ha continuato ad apparire sui media croati come commentatore, sposando le opinioni dell'opposizione, ed è diventato un editorialista regolare per Globus , una popolare rivista di notizie . [3] Durante la sua permanenza alla Globus ha guadagnato una certa notorietà grazie a un pezzo di opinione non firmato del 1992 (che alla fine ha ammesso di aver scritto), intitolato "Le femministe croate stanno violentando la Croazia", ​​in cui attaccava cinque scrittrici femministe croate ( Slavenka Drakulić , Vesna Kesić , Jelena Lovrić , Dubravka Ugrešić e Rada Iveković), accusandoli di tradire la Croazia. L'articolo è stato fonte di controversie significative che alla fine si sono concluse con una causa per diffamazione contro la rivista. [4] [5]












4 agosto 1995– Dopo raid aerei Usa sulle postazioni missilistiche serbe, condotti da aerei senza pilota decollati dall’isola di Brač, alle 5,00 l’esercito croato lancia l’OPERACIJA OLUJA (Operazione Tempesta) per la riconquista dei territori della Krajina. Le forze Onu sono avvertite che sta per iniziare un’operazione per “ristabilire la Costituzione, la legge e l’ordine”.
Un esercito di 200.000 uomini, di cui 120.000 mobilitati nei giorni precedenti, rioccupa il territorio, ripulendolo dell’intera popolazione, che abbandona i campi, le case, ogni bene, perfino pasti sulla tavola, per raggiungere con auto, trattori e altri mezzi la Bosnia e la Serbia.
Si oppone una forza serba a malapena di 60.000 uomini, di cui 20.000 inadatti alla battaglia. Mentre le artiglierie e i carri armati sputano sui serbi tonnellate di granate e dal cielo li martellano gli aerei della Nato, decollati dalla portaerei Roosevelt nell’Adriatico, Radio Zagabria diffonde un ipocrita messaggio di Tudjman, il “Supremo” croato, che invita le popolazioni serbe a restare nelle loro case e a non aver paura.
Coloro che accolgono l’invito finiscono di lì a poco trucidati. Molti sono uccisi lungo la strada, mitragliati da terra e dal cielo o vittime di sassaiole e linciaggi mentre attraversano i territori croati. L’operazione si rivela la più imponente, in termini di impiego di uomini e mezzi, dall’inizio del conflitto.
Bruno Maran












Novak Djokovic e' il miglior atleta dell'anno

  Novak Djokovic è stato premiato ai Laureus world sport awards come il miglior sportivo della passata stagione  E' la quinta volta che ...