venerdì 23 settembre 2022

Risposte alle questioni poste dal sig. Cristiano Pambianchi. B

 

Continua da QUI


Maggiori informazioni in  NOI INNAMORATI DI CRISTIANO PAMBIANCHI


Mostra Marino Darsa non piaciuta






LA CROAZIA PUO' DARE TUTTE LE MEDAGLIE CHE VUOLE, MA NON DARA' MAI LA POSSIBILITA' DI OFFENDERE 








MARIN DRZIC ERA UNA DALMATA FIGLIO DI SERBI
Marin Držić nacque a Dubrovnik probabilmente nel 1508. nella casa paterna vicino al Palazzo del rettore come il figlio minore nella famiglia di commercianti plebei originaria di Cattaro che nel XIV. secolo aveva perso il titolo nobiliare avendo prolungato l`albero di famiglia da parte di un figlio illegittimo. La madre Anukla discende dalla distinta famiglia borghese di Kotruljević.








QUANDO NON TI ENTRANO LE NOZIONI PIU' BANALI NEL CERVELLO

Gentilissimo sig. Cristiano Pambianchi, sono stati i croati e musulmani bosniaci a indire il referendum per secedere dalla Jugo. I serbi a quel referendum non hanno partecipato. Non sarebbe male per lei istruirsi un po'
Ovvio che i serbi non riconoscendosi nei nazionalisti croato bosniaci che portavano solo morte, hanno continuato a difendere la terra in cui hanno sempre vissuto

Contro la disinformazione noiosa quanto grave di alcune pagine balcaniche che vogliono i primi morti a Sarajevo su un ponte durante una manifestazione, ribadiamo per l'ennesima volta che il primo morto a Sarajevo è stato un serbo, a un matrimonio.
Il primo marzo 1992, davanti alla chiesa ortodossa di Bascarsija a Sarajevo, il musulmano Celo uccise il serbo Nikola Gardovic' dando così il via alla guerra
Quel giorno era il giorno del referendum per distruggere la Jugoslavia e i serbi non avevano partecipato
La famiglia Gardovic' stava festeggiando le nozze, quando da una Golf nera scesero 4 musulmani che iniziarono ad aggredire il padre della sposa. Celo sparò al padre della sposa, mentre il suo amico feriva il sacerdote ortodosso. Nikola Gardovic' morì dopo pochi minuti in ambulanza
Nikola Gradovic' è stato davvero il primo morto serbo a Sarajevo e ha dato il via alla guerra, mentre le due ragazze sul ponte sono morte il 5 aprile, quindi attenzione ai fake che vi propinano!

Credo che le moschee siano state ricostruite a Banja Luka come lo sono state anche nella mia città Doboj. Nessuno di noi nega l'esistenza della cultura musulmana in Bosnia, non so dove ha letto questa stupidaggine (probabilmente se l'è inventata come tante altre cose). Loro sono nostri fratelli che si sono convertiti all'Islam a partire dal XV secolo. Non so quale sia il legame tra i serbi e i nazisti visto che il principale alleato della Germania nazista è stata l'Italia fascista e per quanto riguarda il territorio della ex YU i loro collaboratori più fedeli sono stati i croati (gli Ustascia) e la buona parte dei bosgnacchi (la Handzar divizija). Le dico una cosa e poi chiudo - la Bosnia è stata occupata due volte: la prima dall'impero ottomano quando i musulmani slavi collaboravano e i serbi combattevano per la libertà. La seconda volta la Bosnia era occupata dall'impero Austro-Ungarico quando i croati erano i collaboratori e per la libertà di nuovo combattevano i serbi










Vi comunichiamo la percentuale di like alla perla di saggezza del sig. Cristiano Pambianchi a 24 ore dalla suo editto






Nell'articolo di Marco Siragusa si vede bene la foto con la scritta: Ubij srbina - uccidi il serbo






lo stesso crimine compiuto dai croati in Krajina

Krajina e Ukraina vogliono dire la stessa cosa: limite, confine, frontiera 







LA COSTITUZIONE JUGOSLAVA

Le costituzioni precedenti avevano concesso alle repubbliche il diritto costituzionale all'autodeterminazione, incluso il diritto alla secessione. Nella Costituzione del 1974, questi diritti appartenevano alle "nazioni della Jugoslavia". Allo stesso tempo, la costituzione includeva una serie di disposizioni che potevano invece revocare il diritto alla secessione.[36][37][38] L'articolo 5 prevedeva il consenso di tutte le repubbliche e province nel caso di modifiche ai confini della Jugoslavia.[39] L'articolo 283 conferiva all'Assemblea jugoslava il potere di determinare le modifiche ai confini statali.[40] Non fu chiaramente definito se era possibile la secessione unilaterale o se ciò poteva accadere solo con l'approvazione del governo federale e di tutte le repubbliche e province della Jugoslavia.[41][42]
In Jugo non c'è stato nessun problema per la Macedonia, ma non poteva andare certo bene in Croazia ove la sera si giocava a carte tutti assieme e la mattina su tutti i muri c'era la scritta: Uccidi il serbo. Per fortuna che Tudman è stato riconosciuto criminale di guerra e molti generali sono stati condannati, anche se non tutti







Comunque è stato chiesto e richiesto, ma l'articolo della Costituzione che prevede lo scioglimento non è mai saltato fuori .. se lo sarà sognato

Tudman è stato riconosciuto criminale di guerra in ogni processo, solo che non c'è stata sentenza perchè nel frattempo era già morto









In pratica cosa ne dobbiamo dedurre? Chi presenta la cultura croata in Italia è un italiano che ha conosciuto i Balcani a 17 anni, si spaccia per reporter di guerra per un articolo fatto sul giornalino Caritas e dice di avere un padre adottivo croato che è amico di Tudman che è un criminale di guerra. Questo padre adottivo ha diffamato 5 scrittrici croate che sono esiliate all'estero, ma vengono ancora perseguitate.

Tutto ben spiegato in: UGRESIC VS PAMBIANCHI











Dal punto di vista dell’interesse nazionale e politico, invece, un altro scopo dell’operazione era lo sradicamento violento ed immediato di parte della popolazione civile di Croazia, che con un ultimatum di 48 ore, dovette abbandonare per sempre le proprie case secolari. Si stima che oltre 200 mila persone furono costrette, dall’oggi al domani, ad abbandonare le loro proprietà sotto la minaccia dei soldati del generale Ante Gotovina, assolto due anni fa all’Aja dall’accusa di crimini di guerra. Decine di migliaia di famiglie dovettero attraversare il confine, per la Bosnia-Erzegovina e poi la Serbia. Circa 600 furono invece i morti ammazzati, molti dei quali anziani, impossibilitati a muoversi e, soprattutto, incapaci di comprendere le ragioni che li obbligavano ad abbandonare quella terra, dopo 3 secoli di storia di convivenza. Ad oggi, l’esodo dalla Krajina viene considerata una delle più grandi operazione di pulizia etnica dalla Seconda Guerra Mondiale.
Se fino alla dichiarazione d’indipendenza di Zagabria nel giugno del ’91 le comunità serbe di Croazia avevano sempre rappresentato parte integrante della cittadinanza (il 15% circa), la fine della guerra impose una svolta che nulla aveva a che fare con i trascorsi storici della regione. Dalla fine della guerra sono pochi gli esuli serbi tornati nelle proprie case, a causa soprattutto di difficoltà burocratiche dovute anche all’usurpazione di molte dello loro vecchie case. Secondo l’ultimo censimento croato la minoranza serba è al 4,5%.
Uno dei motivi che spingerà all’insurrezione serba contro il secessionismo di Zagabria degli anni ’90 sarà anche la fine di questa politica nazionale sul territorio croato. La costituzione croata d’epoca jugoslava, infatti, definiva fin dal primo articolo che “la Repubblica Socialista di Croazia è lo stato nazionale del popolo croato, lo stato dei serbi di Croazia e lo stato delle nazionalità che in essa vivono.” Dal ’91 in poi, questa disposizione verrà eliminata, relegando i serbi di Croazia allo status di minoranza e non più di popolo costituente.








Le azioni criminali perpetrate dall'esercito e dalla polizia croata nel 1995 (operazioni flash, oluja, phoenix, mistral I) hanno avuto come risultato l'eliminazione e l'esodo della quasi totalità della popolazione secolare Serba nelle regioni di Kordun, Lika, Dalmazia, Banija e Slavonia.
Oltre 250.000 Serbi furono cacciati dalle regioni sopra citate (in seguito verranno cacciati anche da Sarajevo e Kosovo) in una evidente operazione di Pulizia Etnica come si può ben notare dalle cartine sottostanti.





Durante quattro giorni di pulizia etnica di portata senza precedenti, circa 250.000 serbi sono stati espulsi dalle loro case secolari, circa 2000 sono stati uccisi, di cui 1196 civili, e un enorme danno materiale è stato fatto alle proprietà serbe. L' ondata di profughi serbi fuggiti in Serbia attraverso la Bosnia è stata la più grande in Europa dalla seconda guerra mondiale. La "Tempesta" è ancora un crimine senza punizione





20 settembre 1992 - Caschi blu canadesi, dopo il rifiuto opposto dai soldati croati a farli entrare nei villaggi occupati come forza d’interposizione, riportano quanto accaduto nella “Sacca di Medak”, dove, solo dopo violenti scontri, con sette canadesi dell’Onu e 27 miliziani croati uccisi, questi accettano le ispezioni e i sospetti trovano subito riscontro. Testimoni diretti sono i soldati del Princess Patricia’s Canadian Light Infantry, comandate dal tenente colonnello Kevin.
Quando gli spari, i bombardamenti e il caos cessano a Medak, una delle cose che il peacekeeper canadese Tony Spiess ricorda di più è la puzza di morte dappertutto. La milizia croata cercava d’impedire che le truppe canadesi potessero divulgare le notizie circa le operazioni di “pulizia etnica” che praticavano nei villaggi serbi.
Mentre Spiess e un suo compagno camminano tra le macerie del villaggio serbo distrutto, i croati tentano di fermarli per non far vedere i corpi bruciati: ”Prima delle 1000 del mattino un ombrello denso di fumo copriva tutte le quattro cittadine della sacca di Medak, i croati hanno cercato di uccidere o distruggere tutto ciò che vi era nella loro scia”. Spiess, angosciato, ricorda: “I corpi di due giovani ragazze serbe legate a due seggiole a dondolo, con le braccia legate dietro alla schiena. Stavano ancora fumando… è stata una totale devastazione”.
Un altro testimone, l’ufficiale Green: “Ogni edificio sul loro percorso era stato demolito e molti erano ancora fumanti. Cadaveri giacevano sul ciglio della strada, alcuni gravemente mutilati e altri bruciati e irriconoscibili…
Sapevamo che sarebbe stato brutto, ma le cose che abbiamo trovato e visto sono state peggio di qualsiasi cosa ci aspettassimo…”.

Scritto da Bruno Maran nel libro "Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti" edito da Infinito Edizioni





December 15, 1989: The Congress of the Serbian Communist Party in Belgrade condemns Slovenia and Croatia for approving multi-party elections, accusing the two republics of endangering Yugoslav unity. This comes after delegates from the Socialist Republic of Slovenia and the Socialist Republic of Croatia make the decision to leave the Communist Party Congress after being defeated on several key reform issues. The crucial points of this reform wanted by the Slovenian and Croatian delegates were about further autonomy and independence of the two Republics but the Congress rejected this request. President Milosevic said that these demands would lead to the dissolution and practical decapitation of the party and Yugoslavia. This happened a few years later as expected.
15 dicembre 1989: il Congresso del Partito Comunista Serbo a Belgrado condanna Slovenia e Croazia per aver approvato le elezioni pluripartitiche, accusando le due repubbliche di mettere in pericolo l'unità jugoslava. Questo arriva dopo che i delegati della Repubblica Socialista di Slovenia e della Repubblica Socialista di Croazia hanno deciso di lasciare il Congresso del Partito Comunista dopo essere stati sconfitti su diverse questioni chiave di riforma. I punti cruciali di questa riforma voluta dai delegati slovena e croata riguardavano l'ulteriore autonomia e l'indipendenza delle due repubbliche, ma il Congresso ha respinto questa richiesta. Il Presidente Milosevic ha detto che queste richieste avrebbero portato allo scioglimento e alla decapitazione pratica del partito e della Jugoslavia. Questo è accaduto qualche anno dopo come previsto.

Tratto da Fondazione Grande Serbia  



Tutto spiegato bene: QUI

La Krajina è il luogo in cui i croati hanno fatto la peggiore pulizia etnica in Europa dopo la seconda guerra mondiale 


7 dicembre 1991: tre membri della famiglia serba Zec sono stati brutalmente e vigliaccamente uccisi a Zagabria, Ustasha. Mihajlo Zec, sua moglie Marija e la loro figlia di 12 anni Aleksandra sono stati uccisi da un gruppo di codardi Ustasha che, dopo aver perso la guerra in Slavonia, hanno deciso di sfogare la loro frustrazione su una famiglia di lavoratori serbi a Zagabria. Alle 23 circa, la casa della famiglia Zec vicino Zagabria, era circondata da cinque persone: Siniša Rimac, Munib Suljić, Igor Mikola, Nebojša Hodak e Snje žana Živanović (il gruppo dei codardi). Hanno invaso i locali presumibilmente per arrestare Mihajlo Zec, macellaio di professione. Quattro degli uomini erano membri dell'unità paramilitare di Tomislav Merčep, unità di riserva del Ministero dell'Interno croato. In una successiva fuga di notizie delle trascrizioni del presidente Tuđman, Merčep è stato citato nel 1995 come detto a Tuđman che l'omicidio è stato ordinato da Zvonimir Trusić, che a sua volta era, secondo Merčep, un subordinato dell'allora ministro degli Esteri Zvonimir Šeparović e t hen-ministro dell'interno Ivan Vekić. Questa testimonianza non è mai stata indagata da un tribunale.
Mihajlo Zec è corso fuori per strada e ha cercato di scappare, ma Siniša Rimac gli ha sparato da una distanza di trenta metri. Dopodiché, hanno legato e abusato di sua moglie, Marija, e una delle loro figlie, Aleksandra, le hanno gettate in un furgone senza targa e hanno guidato fino a un capanno di montagna vicino alla montagna Medvednica. Una volta su Sljeme, Aleksandra e Marija sono state uccise e gettate in un pozzo della spazzatura. La ragazza è stata colpita alla testa con un fucile automatico Heckler & Koch, da Munib Suljić.
Grande onore agli eroi serbi Mihajlo, Marija e Aleksandra Zec, non vi dimenticheremo mai e il vostro sacrificio sarà stato per la libertà e la grandezza della Serbia.







Il 22 dicembre 1990, il parlamento croato proclamò unilateralmente l’indipendenza e promulgò una nuova Costituzione tutta incentrata sul principio fondamentale, prego di richiami alla celeberrima Dottrina Monroe, della “Croazia ai croati”. Nell’ottobre del 1991 il governo guidato dal presidente Franjo Tuđman decretò l’espulsione di circa 30.000 serbi dalla Slavonia e dalla Krajina, mentre la Guardia Nazionale Croata occupava Vukovar. L’esercito federale cinse d’assedio la città prima di procedere all’attacco, infliggendo pesanti perdite agli assediati che vennero costretti alla resa. Nel frattempo, la Macedonia otteneva l’indipendenza (17 settembre 1991) grazie ad un accordo stipulato tra il primo ministro Kiro Gligorov e il presidente della Federazione Jugoslava Slobodan Milošević, mentre la Slovenia decise di ispirarsi all’esperienza croata per proclamare a sua volta (25 giugno 1991), l’indipendenza da Belgrado sulla medesima base etnica. A differenza di quanto accaduto in Croazia, il piccolo esercito sloveno riuscì a tener brillantemente testa alle milizie federali, provocando pesanti perdite. Le secessioni proclamate unilateralmente da Croazia e Slovenia e il successo ottenuto da quest’ultima nel conflitto contro le truppe inviate dal governo di Belgrado non potevano che alimentare le spinte centrifughe interne alla Jugoslavia, favorendo implicitamente l’estensione a macchia d’olio della guerra civile.
Guerra jugoslava, cronache di una catastrofe preparata a tavolino
di Giacomo Gabellini 4.12.2017
























"A casa", dice la scritta.
Mi chiedo, quando la Slovenia e Croazia dichiaravano gli esiti dei loro referendum, l'Europa esultava. La Germania e Vaticano si erano precipitati a riconoscere I nuovi stati.
Quando Kosovo ha dichiarato l'indipendenza dalla Serbia, addirittura senza nessun referendum, quasi l'intero Occidente ha riconosciuto lo scippo del territorio serbo.
Perché in Ucraina invece è diverso?
Esiste o non esiste il diritto dei popoli all'autodeterminazione?
Perché gli albanesi si ed I russi discriminati del Donbas no?






Gent.mo sig. Cristiano Pambianchi, la smetta di dire che la Costituzione jugoslava prevedeva lo smembramento perchè è FALSO!

Il sig. Cristiano Pambianchi probabilmente ignora che anche la Federazione elvetica è composta da 26 cantoni autonomi ma non è previsto lo smembramento e qua già 1 a zero per la cultura, perde Pambianchi. Inoltre le repubbliche jugoslave si potevano smembrare solo in accordo come è successo per la Macedonia e il Montenegro, ma non con il crimine come è stato commesso dal primo presidente croato ritenuto colpevole in ogni grado di giudizio per non parlare dei 111 anni dati ai colonnelli croati con il suicidio in tribunale di Praljak. D'altronde Sinisa Mihajlovic racconta sempre che la sera avevano giocato tutti a carte e la mattina lo zio voleva uccidere il padre e sui muri leggevi UCCIDI IL SERBO



Per vedere come si dispensano offese a go go leggere: QUI



Chi voleva, e vuole, offenderlo, lo chiama “zingaro” .

Sinisa Mihajlovic' è un serbo della ex Jugoslavia, aggredita e devastata nel 1999 per non volersi piegare al “Nuovo ordine mondiale” fiorito con la caduta del muro. Nel decennale di questo crimine perpetrato dalle “grandi democrazie occidentali”, l’ Antidiplomatico intervistò Mihajlovic': un’intervista che consiglio di andare a rilegge, o a leggere. Nel delirio di menzogne che promossero e legittimarono i bombardamenti nazisti su Belgrado, Mihajlovic' visse il dramma che derivava da quello che invece fino ad allora era stato un modello di convivenza interetnica, madre croata e padre serbo. In quel periodo Sinisa giocava nella Lazio ed ebbe modo di constatare da vicino le manipolazioni della stampa: sulla prima pagina del maggior quotidiano romano, Il Messaggero, riconobbe il cadavere di un suo amico serbo con un foro di proiettile in fronte, che il quotidiano presentava come vittima dei “cecchini serbi”. Stesso stravolgimento della realtà a proposito del Kossovo, dove oggetto di pulizia etnica furono, e sono, i serbi; la stessa propaganda che commemora la strage di Srebrenica e tace degli antefatti, delle vessazioni, delle discriminazioni, e della cacciata dei serbo bosniaci (250.000) dalle loro case, dal loro territorio. Sinisa venne infamato come fascista per il suo “elogio” di Arkan, intervenuto a difesa dei cittadini serbi espropriati cacciati, ammazzati. Racconta dell’allucinante telefonata di suo zio croato alla sorella (madre di Sinisa), fuggita col marito (padre di Sinisa). “Perché sei fuggita? Quel po...o serbo di tuo marito meritava di essere sca....ato”.
“Io sono comunista più di tanti altri”, precisa. E ricorda la Jugoslavia vissuta da ragazzo; e ovviamente Tito che era riuscito a creare un miracolo di convivenza pacifica tra molte etnie e uno stato sociale che permetteva a tutti una vita dignitosa.
“Cosa ne pensi degli americani”?
“Cosa posso pensare di criminali che hanno bombardato scuole, ospedali, fabbriche del mio Paese?”







La “stupida politica” dell’Unione europea nei confronti della guerra in Ucraina non è nell’interesse della Croazia. Lo ha dichiarato il presidente croato, Zoran Milanovic, come riporta l’emittente “N1”. Il capo dello Stato ha sottolineato che con l’aumento dei prezzi dell’energia, “ogni Paese si arrangerà da solo” per combattere la crisi energetica, “poiché l’Ue non è in grado di farlo insieme”. “Questa stupida politica dell’Ue non è stata nell’interesse della Croazia sin dal primo giorno. Non è nemmeno nell’interesse della Germania, ma loro non osano dirlo”, ha sottolineato Milanovic. Il presidente croato ha quindi affermato che “tutto ruota intorno ai soldi, i quali devono essere presi da qualche parte per poter essere portati in un altro posto”. “Da una parte c’è l’Europa che dipende dal gas, e dall’altra un impero che non fallirà”, ha concluso Milanovic.














Senza assolutamente comprendere la parola ironia, Washington oggi ha detto che non avrebbe riconosciuto i risultati di questi referendum.
Perché farlo sarebbe un reato contro la sovranità nazionale dell'Ucraina.
Li hai sentiti ridere a Belgrado per questo?
Avete sentito il popolo serbo dire "Aspetta, cosa?!






NIKOLA TESLA ERA SERBO
.....E si era dichiarato serbo in mille situazioni durante la sua vita. È serbo perché di padre serbo, prete ortodosso e madre serba di una famiglia di prete ortodosso anche lei. La madre, figura fondamentale nella sua vita, gli cantava la poesia epica serba fin da bambino, è serbo perché nutrito con i principi di San Sava, del giuramento sul Kosovo, della ortodossia. Perché ha chiesto di essere sepolto con la canzone "Tamo daleko". E figli della Lika, Regione dell'Austro Ungheria che si chiamava Vojna Krajina, abitata solo da serbi con la autonomia ed a statuto speciale, ottenuto in cambio della vita.
La famiglia e tutti i parenti di Tesla sono stati barbaramente sterminati dagli ustascia a Jasenovac e altrove in quanto serbi. Non ci sono più i Tesla né a Smiljan, suo villaggio natio, né a Gospić. Dopo la guerra la statua di Tesla è stata distrutta e buttata giù e le strade con il suo nome cambiate.







Dichiarazione del presidente croato Milanovic': I tedeschi nel'41 si congelavano davanti a Mosca, adesso si congelano a casa propria









I CROATI SONO NOSTALGICI DELLA JUGOSLAVIA





L'aggressione imperialista della NATO a guida USA, senza mandato ONU, alla Serbia Socialista di Milosevic ebbe inizio a Marzo 1999. 4000 morti di cui circa 1000 poliziotti e militari, il resto civili, donne, bambini, lavoratori, gente comune. Numerosi decessi dopo la guerra, a causa degli effetti dell'Uranio impoverito, utilizzato nelle bombe e proiettili NATO. In Italia governava D'Alema e il Ministro della Difesa era Mattarella. Milosevic venne imprigionato e processato. Quando aveva dimostrato la sua innocenza, morì nelle carceri europee in circostanze misteriose. Da giorni chiedeva di essere trasferito in un altro stato perchè volevano avvelenarlo.






I guerrafondai nazionalisti croati hanno cercato di fermare la verità, ma la verità viene sempre a galla 








Mostra Marino Darsa NON piaciuta perchè è falso dire che Darsa era croato . Bisognerebbe chiamare Knut Flovik Thoresen che ha bloccato una mostra croata falsa in Norvegia

Vuk Karadzic ha dimostrato che l'idioma "stocavo" era parlato solo dai serbi 








E' assurdo parlare di nazionalità prima che nascessero gli stati nazione come li intendiamo ora. Una volta c'erano i regni e la nazionalità era intesa come stirpe, discendenza. Dato che Marino Darsa era figlio di padre serbo anche perchè a Ragusa non vi era un solo croato, mentono sapendo di mentire i croati che si sono appropriati della cultura dalmata 







Roberto Delle Fave è stato un mercenario italiano assoldato dai croati per distruggere i serbi. Quante persone abbia ucciso non si sa, di sicuro c'è solo che in Croazia ha ucciso un bambino per sbaglio 

Quando parlava della Bosnia, Delle Fave lo faceva mettendo insieme tutta una serie di leggende nere legate al conflitto—affermando che fossero tutte vere e di conoscere i dettagli di tutte. Parlava di di armi fornite dalle organizzazioni internazionali, di vescovi che pagavano per distruggere i luoghi di culto delle altre religioni, di soldi dello IOR versati a tutte le parti in conflitto per non toccare Medjugorje, di traffico d'organi dai Balcani all'Europa condotto con voli segreti.

"Sono stato Dio in Bosnia" - La folle vita di Roberto Delle Fave, mercenario

Sono stato Dio in Bosnia di Erion Kadilli 




 La differenza tra serbi e croati è che i croati gridano "Siamo tutti Ante Pavelic, siamo tutti Gotovina" - criminali -  mentre i serbi gridano siamo tutti Novak Djokovic.. e c'è differenza ...





In questi giorni si sta celebrando la memoria di Matvejevic che avrebbe compiuto 90 anni se non fosse per la condanna croata al suo pensiero. Si perchè in Croazia oltre che non esserci libertà di parola non c'è nemmeno di pensiero. ...Apprendiamo da Garzanti della condanna a Pedrag Matvejevic: cinque mesi di carcere per aver fatto nomi e cognomi degli scrittori che prestarono le loro penne ai regimi di Milosevic e Tudjman, gettando la Jugoslavia nel baratro della guerra. Per quel che conta, la redazione di East Journal esprime la sua solidarietà allo scrittore bosniaco.

Matvejevic condannato dai "talebani cristiani"

Pedrag Matvejevic in Balkan crew




Al referendum per distruggere la Jugoslavia, i serbi non hanno partecipato. I croati e i bosgnacchi hanno voluto far morire di fame il popolo 

L'uccisione di un serbo a Sarajevo da il via alla guerra civile


Quando la coerenza non è il tuo forte:   







E naturalmente la risposta fa capire che il grande reporter di guerra non ha capito una cippa lippa 




Ma questo odio profondo dei croati per la cultura, da dove deriva?
Nel Paese dove pure l'ex leader jugoslavo è nato è quasi impossibile trovare statue, vie, targhe che lo ricordano. Ora una imprenditrice della capitale ha ideato un itinerario turistico sulle tracce (nascoste) del maresciallo. "Un modo per fare i conti con il nostro passato: ho imparato dai tedeschi col nazismo". La destra locale non ci sta. Dai social, messaggi tali da indurre la procura a un'inchiesta






IL PRESIDENTE CROATO AMA I SERBI
Mentre è ufficialmente iniziato il riconteggio dei voti per l'elezione del presidente della Republika Srpska, il presidente della Croazia Milanovic non manifesta il minimo dubbio: per lui il vincitore è Milorad Dodik. Intervenendo pesantemente (come suo solito) nelle vicende interne della Bosnia Erzegovina, Milanovic va giù pesante, dichiarando ai microfoni di N1 che Jelena Trivic (la rivale di Dodik nella corsa alla presidenza) dice "monumentali sciocchezze" e che l'opposizione vuole organizzare una Banja Lika Maidan. I tasselli tornano tutti, anche se fuori dai Balcani occidentali questo tipo di mosaico risulta ai più incomprensibile: Milanovic è un nazionalista accanito, sostiene in Bosnia Erzegovina l'HDZ BIH (per la seconda volta uscito sconfitto dall'elezione per il membro croato della presidenza tripartita) e con HDZ BIH Dodik è sempre andato d'amore e d'accordo nell'ottica di una spartizione di potere che escluda i bosgnacchi e in generale i cittadini bosniaci non legati ai partiti nazionalisti. Anche il riferimento alle manifestazioni di opposizione come ad una "Banja Luka maidan" dice molto: con i nazionalisti serbi, il presidente croato ha sempre manifestato atteggiamenti filorussi ed euroscettici, mettendo in imbarazzo prima di tutto il proprio Paese


Peccato che il sig. Cristiano Pambianchi quando dovrebbe fare il valoroso resta invece MUTO!







Giovanni Francesco Gondola (in croato: Djivo, Gjivo, Đivo o Ivan Gundulić; in serbo: Џиво?, traslitterato: Dživo o Иван Гундулић/Ivan Gundulić; Ragusa di Dalmazia, 8 gennaio 1588 – Ragusa di Dalmazia, 1638) è stato uno scrittore e poeta dalmata, cittadino della Repubblica di Ragusa. Ha scritto le sue opere utilizzando principalmente il dialetto štokavo. Le opere erano in gran parte traduzioni dei classici italiani e latini[1].








In una parte del film "Repubblica di Srpska: Lotta per la libertà" si tratta anche del tema della persecuzione dei serbi provenienti dalla Croazia, e in questa occasione abbiamo girato a Knin, dove si trovano nel 1991. nell'anno il 92% della popolazione era serbo, mentre oggi sono rimasti pochissimi.






Mislav Kolakusic' è un eurodeputato croato che non ha mezzi termini. Bravo!Le pesanti parole dell'Eurodeputato croato sulla Von Der Leyen
Prosegue QUI

Novak Djokovic e' il miglior atleta dell'anno

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