La marcia su Milano dei tifosi della Dinamo di Zagabria
Alcuni tifosi della Dinamo Zagabria, a Milano per la partita di Champions, hanno 'sfilato' verso San Siro, con le braccia tese, cantando cori da stadio. Qualche ora prima un gruppo di circa 300 ultras ha fatto irruzione all'interno del Carrefour del complesso residenziale dell'ex Fiera, costringendo all'evacuazione dei clienti all'interno. La questura ha emesso più di 20 Daspo e 23 tifosi sono stati denunciati a vario titolo.
Una alta corte croata ha dichiarato legittimo e ammissibile il detto "Per la patria pronti", una sorta di versione croata di Heil Hitler, nelle canzoni del controverso cantante Marko Perkovic Thompson, considerato in Croazia un'icona della destra nazionalista. La decisione, presa con una maggioranza di 15 contro 5 giudici del Tribunale d'appello per le infrazioni, ammette l'uso di questo saluto se riferito alla guerra per l'indipendenza della Croazia, combattuta dal 1991 al 1995 contro le forze serbe comandate da Belgrado. La canzone per la quale contro il cantante è stata sporta denuncia molte volte e che inizia con il grido "Za dom spremni” (Per la patria pronti) è stata composta nel 1991 e canta dei soldati croati che combatterono contro i ribelli serbi nell'entroterra della Dalmazia. Tale detto però fu dal 1941 al 1945 il saluto ufficiale dagli ustascia croati, alleati di Hitler e Mussolini, responsabili della morte di centinaia di migliaia di serbi ed ebrei. Nel 1991 alcune formazioni paramilitari croate si ispirarono a questo movimento fascista croato e andarono in guerra come volontari sotto il saluto "Per la patria pronti". Nel 1992 queste formazioni furono integrate nell'esercito regolare croato e formalmente furono obbligate a rinunciare al saluto ustascia. E' la prima volta che un tribunale croato ha ammesso, anche se in circostanze speciali, l'uso del controverso saluto. La Corte Costituzionale ha in passato dichiarato inammissibile l'uso di "Za dom spremni” in qualsiasi contesto, considerandolo un chiaro riferimento agli ustascia e una forma di incitamento al fascismo e all'odio etnico. (ANSAmed)
In quei territori, come ha scritto Scotti nel suo libro Croazia, operazione Tempesta, (pubblicato a Roma nel 1996 dalla Gamberetti Editrice con prefazione di chi scrive), «fu cacciata quasi interamente la popolazione serba che vi abitava da secoli, fu attuata una radicale e sanguinosa pulizia etnica in Croazia». A sedici anni di distanza i seguaci di estrema destra della lista croata chiedono vendetta ovvero l’«eliminazione» di Giacomo Scotti. Come se non bastassero le minacce, quelli del Hrvatski List sono intervenuti anche sulle pagine croate di Wikipedia inserendo una nuova pagina di calunnie e di vergognose accuse contro lo scrittore italiano per il quale l’espressione meno oltraggiosa usata è quella di «omiciattolo». Ne è stata pertanto modificata e falsificata la biografia e presentato con questi attributi: fascista, comunista, fascista rosso, esponente dell’irredentismo italiano, traditore della Croazia. Con una interpellanza al comune di Fiume-Rjeka, che nel 2008 assegnò a Scotti il premio Città di Fiume per l’opera omnia in letteratura e per avere conseguito all’amicizia tra i popoli delle due sponde dell’Adriatico, l’esponente dei «difensori della patria» Cedo Butkovic ha chiesto l’annullamento di quel riconoscimento dato «al peggiore nemico della Croazia».
I fascisti croati minacciano di morte lo scrittore Giacomo Scotti
Giornalista, scrittore, poeta, l'intellettuale di frontiera con doppia cittadinanza italo-croata, Giacomo Scotti vive sotto minaccia di morte. Il giornale on-line dell'estrema destra neoustascia croata, Hrvatski List, ha pubblicato a fine dicembre un articolo del periodico zagabrese Hrvatsko Slavo in cui si accusa Giacomo Scotti, insieme ad altri – tra cui l'ex capo di Stato Stipe Mesic e l'attuale presidente Ivo Josipovic – di essere filo comunista e nemico dei croati. «Finalmente - scrive l'autore del testo di minacce, Josko Celan - gli ultimi generali croati accusati di crimini nella Krajina sono stati liberati e sono tornati a casa. Ora devono pagare coloro i quali li hanno accusati, è giunta l'ora di punire i nemici della Croazia».
Il giornalista e scrittore Giacomo Scotti minacciato di morte
Giacomo Scotti è uno scrittore italiano che dal 1947 vive tra Trieste, l’Istria e Fiume. Eppure adesso ha paura ad uscire di casa, perché c’è chi in Croazia lo vuole morto. «Già a Zagabria o a Spalato non posso mettere piede – ci racconta – perché, se mi riconoscono, mi fanno fuori». Infatti, tra i nemici dei neo-ustascia, estrema destra croata, prima di Stipe Mesić, l’ex capo dello Stato, e di Ivo Josipoić, attuale presidente, tutti definiti “filocomunisti”, viene Giacomo Scotti, che adesso ha 85 anni e alle spalle più di cento pubblicazioni, tra narrativa, saggistica e poesia.
GIACOMO SCOTTI, LA MORTE VIEN DALLA CROAZIA
Ci risiamo. Lo scrittore e intellettuale di frontiera Giacomo Scotti è di nuovo minacciato di morte. Drammatica la sua mail al nostro giornale: «La mia vita è in pericolo - scrive - il sito internet dell'estrema destra neoustascia croata-il hkv hr/hrvatski ha diffuso il 24 dicembre un articolo del periodico zagabrese Hrvatsko Slovo (Verbum Croaticum) nel quale vengo seppellito sotto una valanga di odio e mi si minaccia di "eliminazione"». La "colpa" di Scotti risale addirittura al 1996 quando pubblicò a Roma il libro-diario "Croazia-Operazione tempesta" in cui denunciò i crimini compiuti nella Krajina dall'esercito croato di Tudjman quali uccisioni di persone anziane e incendi di case abitate dai serbi, il tutto all'indomani della cosiddetta liberazione di quella regione abitata dai serbi. «Finalmente - scrive l'autore del testo di minacce, Josko Celan - gli ultimi generali croati accusati di crimini nella Krajina sono stati liberati e sono tornati a casa (i generali Ante Gotovina e Mladen Marka› ndr.). Ora devono pagare coloro i quali li hanno accusati, è giunta l'ora di punire i nemici della Croazia». Segue un elenco di nomi tra cui quello di Giacomo Scotti definito come «un traditore dei croati» e «un bastardo italo-serbo». Scotti è comunque in "buona" compagnia visto che nell'elenco dei punibili ci sono anche l'ex capo dello Stato croato Stipe Mesi„ e l'attuale presidente Ivo Josipovi„, entrambi definiti «filocomunisti»
Denunciò i crimini croati, teme per la vita
La campagna neofascista contro di lui, cominciata alla fine dell’anno appena trascorso, fatta «scoppiare» alla vigilia di Natale con il coinvolgimento dei vertici della città di Fiume-Rjeka, continua e si intensifica in queste prime settimane dell’anno nella forma di una vera e propria battuta di caccia intrapresa dagli estremisti del nazionalismo croato. Sul portale on-line del Hrvatski List, settimanale di estrema destra, si va allungando l’elenco di coloro, per lo più celati sotto pseudonimi o cosiddetti nomi di battaglia, che additano in Scotti «il più grande nemico della Croazia al di qua e al di là del fiume Drjina», chiedendo la sua lustracija, sostantivo che vuole dire, letteralmente, epurazione, eliminazione, liquidazione, annullamento.
I fascisti croati minacciano di morte lo scrittore Giacomo Scotti
Secondo quanto riportato da il Piccolo di Trieste, infatti, il gruppo dell’estrema destra croata Hkv hr/hrvatski ha pubblicato sul suo sito internet un articolo in cui si accusa, tra gli altri, lo scrittore italo-istriano Giacomo Scotti di essere filo-comunista e nemico dei croati. L’articolo, apparso sul periodico zagabrese Hrvatsko Slovo il 27 dicembre scorso, elencava una lista di nemici della Croazia colpevoli di aver parlato di pulizia etnica dei serbi da parte dell’esercito croato durante l’invasione della Krajina, regione che da quasi quattro secoli era abitata da una popolazione di circa 300.000 serbi. Il reato di Scotti consisterebbe nell’aver fornito nel suo libro Croazia. Operazione Tempesta, pubblicato nel 1996, una dettagliata descrizione dei crimini compiuti dall’esercito croato di Tudjman guidato dai generali Ante Gotovina e Mladen Markac, recentemente assolti dopo la condanna per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia. Scotti racconta come durante l’operazione Tempesta i civili serbi vennero costretti alla fuga, le loro auto e il loro bestiame vennero rubati, le case saccheggiate e occupate da ufficiali dell’esercito croato. Una ricostruzione storica non accettata dai neo-ustascia, che vedono in Gotovina e Markac non solo degli eroi nazionali, ma dei veri e propri salvatori della patria.
Tensioni mai sopite tra Croazia e Italia. Giacomo Scotti minacciato dai neo-ustascia
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