Giovanni Francesco Gondola (in croato: Djivo, Gjivo, Đivo o Ivan Gundulić; in serbo: Џиво?, traslitterato: Dživo o Иван Гундулић/Ivan Gundulić; Ragusa di Dalmazia, 8 gennaio 1588 – Ragusa di Dalmazia, 1638) è stato uno scrittore e poeta dalmata, cittadino della Repubblica di Ragusa. Ha scritto le sue opere utilizzando principalmente il dialetto štokavo. Le opere erano in gran parte traduzioni dei classici italiani e latini[1].
Nato da un'antica e potente famiglia patrizia ragusea da Francesco di Francesco Gondola (1567-1624) (figlio di Giovanni Gondola 1542-1575) e Gina de Gradi[2] Giovanni Gondola (anche Giovanni Francesco Gondola o ancora de Gondola) venne educato in lettere dal gesuita Silvestro Muzio, studiando anche filosofia con Ridolfo Ricasoli e Camillo Camilli[3], dandosi poi agli studi giuridici con risultati così brillanti da essere ben presto chiamato ad assolvere importanti incarichi nelle magistrature della Repubblica di Ragusa. Essendo stato nobile raguseo, a diciannove anni, diventò consigliere del Maggior Consiglio della Repubblica. Per due volte nel corso della sua varia carriera pubblica - nel 1615 e nel 1619 - fu conte di Canali[4]: un ufficio pubblico di durata annuale o biennale, in riferimento al quale il Gondola scrisse ai Rettori della Repubblica due relazioni il 26 e il 27 giugno 1619: si tratta degli unici due documenti manoscritti del Gondola a noi pervenuti.
A trent'anni si sposò con Nicoletta Sorgo - dell'antica casata nobile. Ebbero cinque figli: Francesco, Matteo, Sigismondo, Maria e Giovanna.
Negli ultimi tre anni della sua vita, Gondola fu senatore (1636), giudice (1637) e membro del Minor Consiglio (1638). In prossimità della sua elezione alla massima carica - quella di Rettore - Gondola morì di febbre, probabilmente a seguito di un'infezione alla cassa toracica.
Lungo tutto il corso della sua vita, Giovanni Gondola coltivò con sempre maggior passione la scrittura e la poesia, acquisendo ancora in vita una buona fama, ingigantitasi viepiù negli anni fino a farlo ritenere "il Tasso del Seicento raguseo"[5] e il più decantato autore dell'intera storia della letteratura della Repubblica.
Gondola è sepolto nella chiesa dei Francescani "Male Brace" a Ragusa.
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