mercoledì 9 novembre 2022

MARINO DARSA ERA UN DALMATA DI ORIGINE SERBA

















Croati e pseudo croati di Milano, le bugie hanno le gambe corte.




 Marin Držić nacque a Dubrovnik (allora Ragusa) probabilmente nel 1508. nella casa paterna vicino al Palazzo del rettore come il figlio minore nella famiglia di commercianti plebei originaria di Cattaro che nel XIV. secolo aveva perso il titolo nobiliare avendo prolungato l`albero di famiglia da parte di un figlio illegittimo. La madre Anukla discende dalla distinta famiglia borghese di Kotruljević.

Marin Drzic', la biografia







Dubrovnik è sempre stata una città serba 



A Dubrovinik ancora oggi si sentono dalmati e non croati e c'è una scritta contro Zagabria ad ogni angolo di strada. La Dubrovacka republika non è mai esistita se non sulla bocca di qualche persona poco istruita che non sapeva dire Repubblica di Ragusa. I croati giocano sull'ignoranza delle persone, ma fortunatamente internet ci funziona ancora 






Naturalmente per alcuni croati e pseudo croati che pensano che siamo tutti deficienti, la "Repubblica di Ragusa" diventa improvvisamente la "Repubblica di Dubrovnik"!!!!! Poracci.. fan perfin pena 







Insomma, dire che Marino Darsa è lo Shakespeare croato è una grande falsità e la cosa gravissima è che chi lo dice sa di mentire 









Ora.. il gentilissimo sig.Niksa Matic, che ha scritto a chiare lettere nel suo sito che Marin Drzic è originario di Cattaro, quindi Kotor, Montenegro, quindi serbo al 300%, che sa che la Repubblica di Ragusa non centrava una cippa lippa con la Croazia che stava da tutt’altra parte, si permette di scrivere questo.




La casa di Marin Držić considera inaccettabile e infondata la legge sul patrimonio culturale della Repubblica di Serbia e il suo articolo 23 che evidenzia la doppia affiliazione della letteratura di Dubrovnik. La ripetuta acquisizione del patrimonio culturale croato è una continuazione della pratica scandalosa, la cui questione è l’inclusione del dramma di Marin Držić nell’edizione di “Dieci secoli di letteratura serba” pubblicato da Matica Srpska da Novi Sad.

La conquista degli scrittori croati nel tentativo di riempire i buchi della letteratura serba che non ha opere scritte nella loro lingua nazionale fino all’apparizione di Dositej Obradovic nella seconda metà del 18. del secolo, ci fa domandare con quanta attenzione hanno letto e compreso i messaggi di Marin Držić in Serbia. Bugie e furti sono una caratteristica delle persone “beccate” che Drzic ha smascherato tempo fa come coloro che non portano il cuore vicino agli occhi ma fingono di essere ingannati. La legge che stanno cercando di dichiarare la letteratura di Dubrovnik e serbo è proprio questa – un travestimento di verità. E la verità che può guardare chiunque negli occhi è che Marin Drzic è il più grande comico croato e uno dei più importanti scrittori croati in generale. La casa di Marin Držić, come centro nazionale di riferimento per fornire tutte le informazioni sulla sua vita e sul suo lavoro, lavora sistematicamente sul marchio del personaggio e del lavoro di Marin Držić

Comunque caro sig.Matic, le leggi, per regola e norma, si rispettano anche se non le aggradano, nonostante abbiamo capito che in Croazia fate un po’ quel che volete, ma la giustizia alla fine vince sempre



Inoltre è da ridere per non piangere che facciate la foto col busto di Marin Drzic a Dubrovnik. E' l'ennesima riprova che è stato un raguseo e non un croato.. non si sa per quanto andiate ancora avanti su questa strada, ma è darsi la zappa sui piedi da soli 




Noi non ci troviamo nulla da ridere. Ancora prima che come avvocato, come persona onesta dovrebbe sapere che le leggi si rispettano 








Non c'è un ignorante più ignorante di chi dice che la Serbia non ha cultura 



Mai visto che per tutelare la cultura di una nazione si cambia nazionalità agli scrittori, ci si appropria della cultura di altre repubbliche e si mandano al macero i libri che raccontano la verità e il comune di Milano che pure li appoggia! 






Croazia: la distruzione dei libri negli anni '90


Il ricordo della "dismissione": la distruzione dei libri negli anni '90

Igor Lasić
30.06.2015.


Il cambio di regime in Croazia all'inizio degli anni Novanta ha avuto, accanto alla sua accezione politica ed economica, anche una dimensione bibliotecaria, prima di tutto attraverso la "dismissione" straordinaria dei libri, ovvero una sistematica e pedante eliminazione di tutti i libri che il nuovo regime riteneva inadatti, sia a causa della nazionalità ed altri dettagli bibliografici degli autori, che del luogo di edizione del libro, che del suo contenuto.





Speriamo che il comune di Milano tenga conto in futuro che non una parola è stata detta contro i criminali che hanno distrutto Milano 

Chiediamoci: perché Jasenko Mesić, ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, e Stjepan Ribić, console generale della Repubblica di Croazia a Milano, non hanno reagito all’episodio a cui si è assistito a Milano? Cosa ha fatto Gordan Grlić Radman, ministro degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica di Croazia? Non si sono fatti sentire né il capo del governo croato né il presidente del parlamento croato. Ci sembra superfluo sottolineare che l’incidente in questione, pur essendo accaduto a Milano, è un attacco diretto alla Costituzione della Repubblica di Croazia.







Marino Darsa con la Croazia non c'è mai centrato una cippa lippa 

Ugualmente i croati e gli pseudo croati di Milano vogliono far passare Boscovich per croato, ma anche lui non centra una cippa lippa 

Ruggero Giuseppe Boscovich

Marino Darsa in Balkan crew

Marino Darsa in Balkani mon amour

Marin Držić lo Shakespeare di Ragusa













Originariamente serbi e croati erano lo stesso popolo 





Vuk Karadzic ha dimostrato che l'idioma "stocavo" era parlato solo dai serbi 

Non è che se a Cattaro (Kotor, Montenegro) ci sono dei cattolici sono automaticamente croati! Basta aprire un libro con una cartina geografica! Forza ignoranti.. studiate! 





Tanto meno sono stati in Croazia.. ma basterebbe guardare la cartina eh!


La città di Dubrovnik, nell'odierna Croazia, con insediamenti vicini, contava 11.177 abitanti secondo il censimento del 1890. La quota più grand

e era composta da cattolici - 10.327, 546 ortodossi, 221 cristiani evangelici, 79 ebrei, due maomettani, un Uniato e un residente senza affiliazione religiosa.

Alla domanda che lingua parlano in casa, 9.713 persone hanno dichiarato che era serbo, 716 italiano, 384 ungherese, 285 tedesco, 52 ceco, 19 sloveno, 6 polacco e 2 russo.

La rivista "Dubrovnik" è stata stampata in latino, in serbo e trattava di letteratura, storia, cultura e politica ed è stata curata da Antun Fabris (1864-1904), un serbo cattolico di Dubrovnik.

La Repubblica di Ragusa

 










La mostra alla Pinacoteca di Brera "Marino Darsa lo Shakespeare croato" è fortemente falsa per i seguenti motivi
Marino Darsa è nato a Ragusa, nella Repubblica di Ragusa quando la Croazia stava a 400 km più su 
Era di origine serba di Kotor (Montenegro)
Parlava stokavo ovvero l'idioma parlato solo dai serbi, tant'è che Tudman ha cambiato la lingua croata proprio per differenziarsi dai serbi 
Gli organizzatori hanno ignorato la legge sul patrimonio culturale serbo anche se ne erano a conoscenza 






E' da capire se abbiamo tradotto male, ma a dir la verità ci sembra di aver tradotto bene, cio' che dice l'amico croato del sig. Cristiano Pambianchi. Il Sig. Niksa Matic afferma che il busto di Ivan Rendic' nato nell'Isola di Brac' in Dalmazia si trova a Dubrovnik .. ma secondo lui dove si dovrebbe trovare? Chiediamo per un amico. Non si trova a Belgrado perchè Ragusa era una repubblica, ma tanto meno si trova a Zagabria caro sig. Matic'. La Croazia puo' conquistare tutti i territori che vuole ma non puo' cancellare le culture precedenti, tant'è che a Dubrovnik su ogni angolo c'è una scritta contro Zagabria perchè ancora oggi si sentono dalmati.In ogni caso è sul vostro sito che c'è scritto che Marino Darsa ha origini serbe 








Ho scritto altre volte e lo ripeto qui: la Croazia ha grandi croati, uomini e donne, di cui vantarsi, che meritano di essere celebrati in tutti i campi, compresa l’arte e la letteratura; non ha perciò bisogno di rubarli ad altri popoli. Temo però che i ciechi nazionalisti non cesseranno mai di rubacchiare per ornarsi delle penne altrui."
firmato: Giacomo Scotti
(da.linkiesta.it del /2011/05/01)









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