lunedì 12 settembre 2022

Con la legge sui beni del patrimonio culturale serbo son finiti i furti

 A fine 2021, il Parlamento serbo approvava le legge sul patrimonio culturale nazionale e la cosa agitava particolarmente i croati 

Il problema è Ragusa e il furto di tutta la cultura dalmata da parte dei croati 







Ragusa era popolata in stragrande maggioranza da serbi, era lontana dalla Croazia e vicina alla Serbia




Che oggi si chiami Dubrovnik e che sia in Croazia non cancella il fatto che a Dubrovnik si sentono dalmati e non croati ed a ogni angolo di strada c'è una scritta contro Zagabria 




Bene ha fatto la Serbia a tutelare i suoi diritti 







Forte risposta serba alle critiche croate alla legge sul patrimonio culturale serbo.


La Serbia ricorda che due anni fa, anche il drammaturgo di livello mondiale Marin Držić ha ottenuto il suo libro nella biblioteca "Dieci secoli di letteratura serba", aggiungendo che i media serbi hanno accolto con favore l'uscita del libro di Držić con le parole trionfanti "completa Držić finalmente in cirillico ". E pochi anni prima del suo, anche il poeta rinascimentale Ivan Gundulić ha ricevuto un'edizione nella stessa "biblioteca dai colori fortemente nazionali".


In tutte le recensioni della statua di Marin Drzic si parla solo di Shakespeare di Ragusa, mai di Shakespeare croato.. per cui ci sa proprio che erano in mala fede i soliti quasi croati di Milano.






Questa è stata l'idiota risposta croata alla legge sul patrimonio culturale serbo 







Brutalan odgovor iz Srbije: Dragi Hrvati, naučno dokazano

E' vietato ai croati rubare la cultura dalmata

Croati pigliatutto

GIACOMO SCOTTI - LINEAMENTI DI UN GENOCIDIO CULTURALE

Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich

Monumento al dalmata italo serbo Ruggero Boscovich

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Diario Diplomatico  Il politologo ed ex ambasciatore croato in Italia, Damir Grubisa, ha raccontato nel volume "Diario diplomatico" indiscrezioni e retroscena della politica croata 





Quando il papa Giovanni Paolo II arrivò a Fiume (e molti giornalisti italiani scrissero Rijeka, alla radiotelevisione pronunciato “rigieca”), la Curia zagabrese inviò a tutti i giornali (compresa “La Voce del Popolo”) un inserto a pagamento di una decina di pagine sui “santi croati”. Ne trovai alcuni – per lo più “beati” - vittime delle persecuzioni anticristiane degli imperatori romani: santi polesani, istriani. Non mi risulta che all’epoca romana ci fossero croati e slavi in genere in Istria e Dalmazia.
A Fiume, un modesto autore di saggi su argomenti più disparati relativi alla cultura, all’arte, alla museologia, alla storia e agli eventi politici del capoluogo del Quarnero, per dimostrare che tutto qui fu in passato e resta oggi croato, se la prese con alcuni nostri scrittori, facendo i nomi di Ezio Mestrovich e Nirvana Ferletta, scrivendoli alla croata: Meštrović e Frleta- Volle “dimostrare” che i “cosiddetti” italiani fiumani, e non solo loro, erano dei croati voltagabbana, quasi quasi dei traditori.
Che ne direbbe se io gli mettessi sotto gli occhi e il naso cognomi italiani di personaggi croatissimi come il leader del Partito nazionale croato della seconda metà dell’Ottocento, Juraj Bianchini, oppure il grande poeta croato dello scorso secolo, Gvido Tartaglia, il grande attore zagabrese del Novecento, Tito Strozzi, o l’attuale ambasciatore croato in Argentina Castelli, il notissimo studioso d’arte in Dalmazia, Nenad Cambi, il poeta Jakša Fiamengo, il compositore Mario Nardelli, l’architetto Bernardo Bernardi, il capo dell’Istituto di Epidemiologia della Croazia, dott. prof. Dinko Rafanelli, il cantante del gruppo “Trubaduri”, Luciano Capurso, il presidente del Sindacato dei marittimi della Croazia, Predrag Brazzoduro, la giornalista Sanja Corazza, il pittore Josip Botteri Dini, il giornalista e leader degli studenti croati, Vojislav Mazzocco? Potrei continuare fino a domani.
Giacomo Scotti. L'inchiesta 1/05/2011







I croati milanesi avevano già tirato il colpo basso tentando di far passare Giuseppe Boscovich per croato


Naturalmente i croati e gli psuedo croati che chiedono aiuti al comune di Milano non sono stati capaci di dire una parola per condannare i fascisti croati che hanno distrutto Milano




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