domenica 11 settembre 2022

Quando Luca Leone è stato al Polski kot

 Abbiamo ripreso un vecchio articolo 




All'interno del festival Slavika, presso il Polski Kot di Torino, si è tenuta la presentazione del libro "I bastardi di Sarajevo" di Luca Leone. Introduzione di Marco Travaglini.

E' stato fatto un quadro della sanguinosa guerra in Bosnia degli anni '90. La guerra è scoppiata poichè un gruppo di politici assetati di potere ha voluto impossessarsi di tutti i beni della regione e lo sta facendo ancora oggi. Non c'entrano le religioni e le etnie, solo il danaro e il potere ha scatenato la guerra.
Sarajevo sembra ancora oggi sotto assedio e il 70% del pil nazionale viene speso per la politica.
Anche nel sottosuolo bosniaco c'è il petrolio e questo muove non poche lobby degli affari, ma nemmeno un soldo di quel petrolio andrà al popolo bosniaco.
L'acqua potabile è stata acquistata da aziende nord americane e i costi delle bollette sono arrivati alle stelle.
Le banche e l'informazione sono gravemente compromesse e nelle mani di pochi.
Gli aiuti umanitari che arrivavano in tempo di guerra erano generi alimentari scaduti nel 1968
C'è ancora un'altissima percentuale di mine inesplose in tutta la Bosnia.
La Bosnia esiste perchè un gruppo di persone si sentivano bosniache e non volevano appartenere ne alla grande Croazia, ne alla Serbia.
I mujahidin entrati in Bosnia dalla Croazia per fare i mercenari si sono fermati sul luogo, hanno preso mogli e hanno creato le comunità Wahabiti che non hanno nulla a che fare con l'islam moderato che era presente sul territorio prima della guerra.
Insomma la Bosnia di fatto non è ancora uscita dalla guerra e gli accordi di Dayton la strozzano in una morsa senza uscita
Grazie Luca Leone.. da quello che si legge nelle recensioni on line, si ha una immagine diversa di lei; invece di persona si capisce l'amore per i Balcani indipendentemente dal chi ha davanti anche perchè ogni gruppo familiare nella ex Jugo è composto da un croato, un serbo e un musulmano.



11 settembre è il giorno che cambiò la storia: gli attacchi da parte dei terroristi islamici alle Twin Towers di New York e al Pentagono furono i primi compiuti direttamente sul suolo americano, provocarono la morte di 2977 persone e vengono considerati come i più gravi attacchi terroristici compiuti in età contemporanea. Gli attentatori suicidi responsabili di questi attacchi erano terroristi facenti parte dell'organizzazione islamica di Al-Qāʿida. Al-Qāʿida "la Base", è un movimento islamista sunnita paramilitare nato nel 1988 durante la Guerra in Afghanistan, fondata dal miliardario saudita di origine yemenita Osāma bin Lāden che si avvaleva della guida ideologica di Ayman al-Zawāhirī (ex medico de Il Cairo, appartenente a una famiglia di dotti religiosi e di magistrati). Questo movimento venne "esportato" per la prima volta nel 1992 in Bosnia Erzegovina dove venne costituita Al-Qāʿida Bosna. Durante la guerra bosniaca, il gruppo contribuì con volontari (chiamati El Mudžahid, un battaglione di circa 5000 uomini), un distaccamento dell'esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina. Il gruppo operava attraverso l'Alta Commissione saudita per il soccorso della Bosnia Erzegovina (SHC). Le operazioni di Al-Qāʿida in Bosnia sono iniziate nel 1993 e sono state guidate direttamente da Ayman al-Zawāhirī. All'inizio della guerra bosniaca, l'allora presidente Alija Izetbegović si rivolse al mondo islamico per il sostegno agli sforzi bellici della Bosnia. Izertbegović era un forte sostenitore del dominio islamico e dichiarò nel 1970 che "il movimento islamico deve e può assumere il potere politico non appena è moralmente e numericamente così forte da poter non solo distruggere il potere non islamico esistente, ma anche costruirne uno nuovo islamico". La richiesta di aiuto al mondo islamico ha portato con sé armi, denaro e un afflusso di centinaia di combattenti stranieri, molti dei quali mujaheddin dall'Afghanistan che avevano combattuto contro i sovietici. Circa 5.000 combattenti stranieri sono arrivati in Bosnia, molti dei quali provenienti dal Pakistan. Tra il 1993 e il 1996 il leader di Al-Qāʿida Osāma bin Lāden ha visitato i campi di addestramento nel paese ottenendo così il passaporto bosniaco. Già nel suo primo viaggio in Bosnia nel 1993 Osāma bin Lāden ebbe l'opportunità di incontrare Izetbegović. La stessa Al-Qāʿida, attraverso un ente di beneficenza con sede a Vienna (Agenzia di Soccorso del Terzo Mondo), ha spedito milioni di dollari in contributi ai bosniaci, ha addestrato i mujaheddin per andare a combattere in Bosnia e mantenuto un importante ufficio per la regione nella capitale croata Zagabria. Questa esperienza in Bosnia ha contribuito a globalizzare una mentalità "mujaheddin" e molti leader di talento di Al-Qāʿida sono emersi da questo conflitto dopo aver sviluppato sentimenti anti-occidentali e anti-globalizzazione, tra i quali anche due futuri attentatori dell'11 settembre. Infatti sicuramente almeno due dei dirottatori dell'11/9, Khalid al-Mihdhar e Nawaf al-Hazmi, sono stati membri del battaglione El Mudžahid, ottenendo così anche il passaporto bosniaco "regalato" dal presidente Izetbegović come ringraziamento per i loro servigi.
Tratto da Riponderare i Balcani (pagina Face book)

30 agosto 1995: alle 2:12 del mattino, iniziarono i bombardamenti NATO sulla Republika Srpska, che durò fino al 14 settembre, e in cui furono uccisi 153 civili Serbi innocenti.
L'aviazione della NATO ha sganciato un totale di 1.026 bombe sulle posizioni dell'Esercito della Republika Srpska, di cui 708 guidate, e il peso totale degli esplosivi sganciati fu di circa 10.000 tonnellate.
Durante questi bombardamenti, la NATO hanno utilizzato munizioni radioattive all'uranio impoverito in un'operazione chiamata "Deliberate Force", spiegando che "questo dovrebbe portare finalmente i Serbi in Bosnia Erzegovina al tavolo dei negoziati".
Il motivo dell'attacco della NATO fu l'esplosione al mercato Markale di Sarajevo il 28 agosto 1995, per la quale furono accusati i Serbi, sebbene il rapporto della commissione indipendente di quel periodo affermasse che "non ci sono prove chiare che le granate provenissero da posizioni serbe ", cosa che venne confermata personalmente a Yasushi Akashi, l'allora inviato del Segretario generale dell'Onu per i Balcani.
L'allora comandante dell'UNPROFOR, il generale Michael Rose, dichiarò dopo l'incidente a Markale che non era possibile determinare da dove fosse stata sparata la granata. Un colonnello russo, comandante del battaglione russo di mantenimento della pace a Sarajevo, Andrej Demurenko, che ha partecipato alle indagini, ha affermato che i Serbi "sono stati accusati ingiustamente solo perché la NATO avesse motivo di attaccare".
Il primo giorno del bombardamento di Pale, in uno scontro tra artiglieria serba e aerei della NATO, un aereo francese "Mirage 2000" è stato abbattuto da un "missile terra-aria" intorno alle 17:00. È caduto e i due piloti sono fuggiti catapultandosi.
Contemporaneamente alla "Deliberate Force", è stata lanciata anche l'azione della NATO "Dead Eye", il cui obiettivo era disabilitare il sistema di difesa antiaereo dell'Esercito della Republika Srpska. La campagna di bombardamenti della NATO è stata anche aiutata dall'Operazione Mistral 2, un'offensiva militare dell'esercito croato (HV), dell'Esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina (ARBiH) e del Consiglio di difesa croato (HVO) lanciato nella Bosnia occidentale.
Hanno preso parte al bombardamento della NATO:
Francia (284 voli)
Germania (59 voli)
Italia (35 voli)
Paesi Bassi (198 voli)
Spagna (12 voli)
Turchia (78 voli)
Regno Unito (326 voli)
Stati Uniti (2318 voli)
Tratto da Riponderare i Balcani (pagina Face book)

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