Il politologo ed ex ambasciatore croato in Italia, Damir Grubisa, ha raccontato nel volume "Diario diplomatico" indiscrezioni e retroscena della politica croata
Gli editori croati dipendono molto dal ministero della Cultura perché libri di questo tipo, saggistica e memorialistica, per poter essere stampati devono ricevere dei sussidi di stato. E prevedo che i politici che oggigiorno detengono il potere in Croazia potrebbero non essere molto entusiasti di quanto io ho scritto. Questa è purtroppo l’atmosfera oggigiorno in Croazia: quello del premier Andrej Plenković è un regime nazionalista che sviluppa il pensiero unico attraverso l’ipertrofia del patriottismo croato, non ha ancora fatto i conti con il fascismo croato, con gli ustascia della Seconda guerra mondiale (e per ciò sono sotto critica della comunità israelitica della Croazia). Il presidente della Repubblica Zoran Milanović, sebbene di provenienza socialdemocratica, conduce una strana politica populista e sta civettando con il nazionalismo, così che, nonostante tutti si dichiarino europeisti, restano prigionieri di schemi di pensiero e di comportamento anacronistici. Per fortuna, c’è un'altra atmosfera a Fiume e in Istria: qui, adesso, esiste un pluralismo “effettuale”, con l'eccezione anche della città di Zagabria dove al potere c’è una variante croata di “Podemos”, che si chiama proprio cosi in croato, gente di una nuova generazione. Speriamo siano il futuro della Croazia.
Il diario diplomatico di Damir Grubiša
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