venerdì 17 giugno 2022

Ecco perchè i pacifisti per la NATO non hanno capito nulla. V

 Un estratto del mio intervento nel programma 1984 di Francesco Borgonovo.

Con Thomas Fazi, Giacomo Gabellini, Matteo Giusti, Aldo Giannuli, Michele Geraci e Pietrangelo Buttafuoco.






L'ex presidente dell'Ucraina Poroshenko ha affermato che un tempo aveva accettato gli accordi di Minsk per prendersi la pausa necessaria per preparare l'esercito ucraino a una guerra futura. La confessione è utile.
In primo luogo, conferma l'esistenza di una strategia a lungo termine per la militarizzazione dell'Ucraina. Lo sapevano già tutti. Forse alcuni degli idealisti occidentali credevano che il presidente dell'Ucraina stesse andando agli accordi di Minsk per amore della pace. Fin dall'inizio, da parte russa si era capito che Poroshenko avrebbe sfruttato la pausa, i cui garanti erano Germania e Francia. Diplomatici ed esperti tedeschi e francesi sapevano che la parte ucraina li stava prendendo per il naso. Ma hanno preferito ignorarlo. Ora, dopo aver pubblicamente riconosciuto l'ovvio, Poroshenko ha reso evidente a tutti che i team della Merkel e dell'Olanda erano o sciocchi o bugiardi. A voi la scelta.
In secondo luogo, Poroshenko ha fornito un'altra prova delle parole di Putin secondo cui l'Ucraina avrebbe attaccato il Donbas per tutti questi anni. Politici e funzionari ucraini di vario livello hanno ripetutamente confermato questo obiettivo. Ma questa è la prima volta che lo fa francamente l'ex capo di Stato. Ora sarà difficile confutare l'esistenza di una strategia di aggressione e di piani concreti per attaccare il Donbass e la Crimea.
In terzo luogo, Poroshenko fornisce argomenti a favore del fatto che, dopo il completamento dell'operazione militare, i negoziati con l'Ucraina possono essere condotti solo dal punto di vista della necessità della sua smilitarizzazione e della assicurazione di garanzie politiche che questa smilitarizzazione non sarà violata. Non si accettano dichiarazioni a vanvera sullo status neutrale dell'Ucraina.
Laura Ruggeri.





Io credo che la guerra sia già decisa nell’essenziale. Possibile che si trascini ancora, più o meno a lungo. Ma l’essenziale è deciso, finisce come non poteva non finire.
I tre re Magi sono andati a dire che tutto quello che si poteva fare è stato fatto, e che è bene chiuderla. Hanno offerto un compenso, peraltro tutt’altro che certo: l’ingresso nella UE. Questo potrebbe avere un peso nello spingere a negoziati: l’Ucraina accetta ciò che avrebbe dovuto accettare sin dall’inizio, e in cambio entra nella UE. Questo rappresenta una sorta di garanzia. Non entra nella NATO ma nella UE.
Zelenskij ha capito che a parte Draghi, a cui Macron e Scholz non fanno vedere i loro messaggi perché lo considerano il rappresentante degli interessi USA in Europa, non si deve aspettare granché da ora in poi. Macron e Scholz gli hanno fatto capire che se vuole può continuare la guerra e mandare al macello il suo popolo, ma che questa scelta non li riguarda.
E gli hanno fatto capire che più tempo passa maggiori saranno le concessioni che dovrà fare.
Per non dire che se l’esercito ucraino dovesse collassare, e con 1000 soldati morti al giorno si è prossimi al collasso, una ritirata sarebbe disordinata e sanguinosa e a quel punto ci sarebbe ben poco da trattare.
La situazione sul campo è difficile da valutare, ma i rischi sono reali.
Il punto certo è che le sorti del conflitto sono già decise. Solo qualche poveretto può ancora credere alla favoletta secondo cui gli ucraini possono vincere questa guerra, o che l’economia russa collasserà, o che Putin sarà destituito.
Tutti coloro che in questi mesi hanno sostenuto scemenze simili dovrebbero osservare un certo silenzio.
La domanda ora è una sola: prima di arrivare alla pace sono necessari altre migliaia di morti, altra distruzione del tessuto economico europeo, oppure si evita questo inutile disastro?
Per noi italiani la domanda è invece: Macron e Scholz non appena sarà possibile cercheranno di ritessere un rapporto economico con la Russia. Per questo usano sempre toni pacati. Noi con Draghi e Di Maio ci siamo bruciati questa possibilità. Potrà farlo un nuovo governo. Questo è ormai un danno per il paese, senza visione strategica, senza politica estera. Il nulla.
Draghi è utile al paese?
Abbiamo bisogno di una classe dirigente, non di una classe dominante (una distinzione gramsciana che mi veniva ricordata oggi da un collega). Una classe che studi su una cartina geografica aggiornata. Quella che vedete sotto è quella su cui studiano i somari, quella classe di dementi che guida il paese.









In meno di un mese i soldati ucraini che perdono la vita sono passati da 100 al giorno a 1000 al giorno.
Povero popolo ucraino, condannato al massacro dagli stessi che fino a ieri, parlando da esaltati guerrafondai da salotto TV di "Vittoria di Kiev sulla Russia" e di "Putin malato in ritirata", li hanno usati riempiendoli di illusioni e di strumenti di guerra, per poi abbandonarli ad una prevedibilissima carneficina.
Ci sarà un Ucraina smembrata, in macerie, piena di cadaveri sepolti dagli armamenti della NATO e con il nostro governo complice di tutto questo.
La parola pace non si può scrivere con le armi.
Luca Furlan.
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