venerdì 18 febbraio 2022

GRANDISSIMA CLAUDIA CERNIGOI !




RICHIESTA DI RETTIFICA AI SENSI DELL'ART. 8 LEGGE 47/78.

Al Direttore Responsabile del Giornale di Vicenza, Luca Ancetti.
Gentile Direttore,
faccio riferimento all’articolo firmato da Mauro Sartori del 10 o 11 febbraio scorso (invio la scansione in allegato) nel quale vengono riportate alcune affermazioni fatte da Cioni Alex nei miei confronti.
Egli sostiene che il giudizio da lui rivolto nei miei confronti sulla sua pagina Facebook “non era dettato da un pregiudizio ideologico nei suoi confronti ma dal contenuto del suo discorso tenuto a Schio”. In realtà Cioni aveva già pubblicato il 15 marzo (cioè il giorno prima del convegno cui dovevo partecipare) sulla sua pagina un post nel quale mi definiva
“la ricercatrice sulle foibe di chiaro stampo negazionista” aggiungendo “parteciperò al convegno per ascoltare le scemenze che la signora andrà ad esporre al pubblico sinistrato”.
Quindi il “pregiudizio”, se “ideologico” o di altro tipo c’era, eccome.
Successivamente, dopo la conferenza, ha pubblicato un altro post in cui scriveva:
“alla fine della fiera la Cernigoi affermò le foibe sono un’invenzione fascista sapevatelo”,
stravolgendo il senso di una parte dell’intervento da me fatto relativamente all’origine del termine “infoibare”. Infatti io avevo spiegato che i primi a fare l’apologia della foiba come metodo di eliminazione dei nemici etnici erano stati i nazionalisti italiani già all’inizio del XX secolo, ed avevo portato i seguenti esempi, iniziando dal libro “Trieste la fedele di Roma” di Giulio Italico (Giuseppe Cobol, italianizzatosi in “Cobolli Gigli”, futuro ministro dei Lavori pubblici di Mussolini negli anni ‘30), edito da Lattes nel 1919 nel quale si legge, a commento di una “poesia” che inizia con le parole “A Pola xe l’Arena la Foiba xe a Pisin che i buta zò nel fondo chi ga zerto morbin”, che “la Musa istriana ha chiamato la Foiba degno posto di sepoltura per chi, nella provincia, minaccia con audaci pretese la caratteristica nazionale dell’Istria”.
Nel secondo esempio citavo il libro a cura di Andrea Gorlato,“La Venezia Giulia, Trieste e Istria”, Paravia 1925, approvato per essere usato nelle scuole, che a p. 196 inserisce una “canzone patriottica pisinese” dal titolo “In fondo alla foiba” che concludeva con queste parole “chi che ofende Pisin (sottinteso: parlando in croato) la pagarà, in fondo ala foiba finir el doverà”.
Cioni non ha spiegato questo, ai suoi lettori, lasciando credere invece che io avessi “negato” l’esistenza delle “foibe”, cioè delle esecuzioni sommarie avvenute in Istria nel 1943 (cosa che non ho fatto), in modo da ribadire la già precedente accusa di “negazionista” che mi aveva lanciato prima ancora di venire a sentire la mia conferenza. Premesso che l’accusa di “negazionismo” costituisce diffamazione, in base alla normativa vigente, il motivo della mia querela nei suoi confronti non era limitata a questo solo motivo, ma anche perché aveva permesso che sulla sua pagina, i commentatori si lasciassero andare ad espressioni come “perché non la buttiamo dentro anche lei” o “finché li lasciamo parlare senza prenderli a calci nel culo lo faranno (sottinteso, tenere conferenze sull’argomento”), che lui non ha ritenuto di cancellare, nonostante glielo avessi chiesto in quanto costituivano minaccia nei miei confronti.
Questo il motivo della mia querela al signor Cioni. Chiedo pertanto che venga pubblicata questa mia richiesta di precisazione e smentita.
Ringrazio e porgo distinti saluti
Claudia Cernigoi , giornalista, Trieste.

P.s. di Claudia Cernigoi
detto per inciso, il monumento nella foto è un falso storico, perché i finanzieri arrestati dagli Jugoslavi nel corso dei combattimenti per la liberazione di Trieste dato che sparavano, assieme ai militari tedeschi, contro di loro, sono stati in parte giustiziati nella zona di Hrpelje, in parte internati a Borovnica (dove presumibilmente sono morti durante l'epidemia di tifo che colpì il campo nell'estate del 45).

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