venerdì 19 agosto 2022

GLI SCHELETRI NELL'ARMADIO DI OBC

 Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBC) dall'inizio segue la crisi ucraina in modo parziale e reticente. Facciamo di seguito alcuni esempi.

Su quel portale Danilo Elia ha spesso e volentieri riferito le cronache del battaglione "Azov" e del partito "Pravy Sektor" da una prospettiva quantomeno riduzionista se non addirittura simpatizzante (1). D'altronde, Elia non è nemmeno sicuro se Stepan Bandera vada considerato un collaborazionista dei nazisti o un simpatico gadget (2).
Il consigliere della Commissione Europea Paolo Bergamaschi appare invece su OBC per rilanciare nient'altro che il punto di vista dei suoi datori di lavoro. Bontà sua, nel suo più recente articolo riconosce che l' "Accordo di Associazione con l’Unione europea (...) aveva scatenato la rivoluzione del Majdan" (3), ma non ne trae alcuna conseguenza in senso autocritico bensì sembra caldeggiare una piena annessione dell'Ucraina alla UE subito, nonostante le tragedie che questa posizione fanatica ha già provocato.
In generale, anziché criticare severamente le politiche russofobiche e guerrafondaie della UE, su OBC al massimo si ammicca al lettore con deboli allusioni cerchiobottiste. Eppure la Unione Europea ha responsabilità-chiave nell'infiammarsi di scenari come quello ucraino, in continuità con secoli di politiche russofobiche e antislave, tra le quali 2 (due, finora) Guerre Mondiali. In piazza Majdan ad aizzare la folla dei teppisti nazisti antirussi c'erano Gianni Pittella e Margaret Ashton; lì, in effetti, era in corso EURO-Majdan, e a sventolare erano essenzialmente bandiere della UE, oltre a quelle ucraine e ai vessilli banderisti.
Da ultimo, su OBC Matteo Zola insinua (4) che Putin il 18 marzo 2014 si sarebbe inventato che “dopo il colpo di stato di Kiev, i neonazisti e russofobi al potere” avevano “cominciato a fare dei pogrom contro i russi”. In realtà, il primo grande pogrom antirusso in Ucraina si era verificato il 20-21 febbraio 2014 a Korsun: attivisti dell'EURO-Maidan avevano fermato autobus presso la città di Korsun-Schewtschenkowskiy, alla ricerca di sostenitori del governo legittimo di Janukovič, che rientravano in Crimea dopo avere contro-manifestato a Kiev. Circa 350 persone furono fatte scendere, dapprima maltrattate e torturate, poi uccise a decine (5). Quindi Putin aveva solo preso atto della realtà dei fatti.
OBC è d'altronde quello stesso OBC che non ha *mai* dedicato alcun approfondimento specifico al pogrom più grave e conclamato, trasmesso persino in diretta streaming sui siti internet dei principali organi di informazione mondiali: quello di Odessa del 2 maggio 2014 (6).
OBC è attivo oramai da quasi un ventennio. La sua autodefinizione è quella di "un think tank che si occupa di sud-est Europa, Turchia e Caucaso ed esplora le trasformazioni sociali, politiche e culturali di sei paesi membri dell'Unione Europea (UE), di sette paesi che partecipano al processo di Allargamento europeo e di buona parte dell'Europa post-sovietica coinvolta nella politica europea di Vicinato." Esso mira alla costruzione "della cittadinanza europea e di un'opinione pubblica transnazionale", cioè all'orientamento della opinione pubblica nel senso degli interessi dell'Europa realmente esistente: quella che ha già squartato la Jugoslavia, e che prosegue con le sue politiche di divisione e ricolonizzazione verso i paesi orientali e slavi.
Coordinamento Ucraina antifascista .. se è errata la firma .. scriveteci



Sul "giornalismo" di Danilo Elia si veda anche:
LA MACCHINA DEL FANGO. NOTE SU GUERRA E PROPAGANDA IN UCRAINA (di Maurizio Vezzosi, 26/10/2016)
Alcuni giorni fa mi è stato segnalato un articolo pubblicato da East, a firma di un certo Danilo Elia. Sul calco di un articolo-inchiesta pubblicato in ucraino da Radio Free Europe il 4 Agosto scorso, Danilo Elia propone al lettore un viaggio ne “Gli intrecci con l’Italia della propaganda separatista del Donbass”. Le informazioni che l'articolo riporta e che Danilo Elia mette insieme sono quelle presenti nell'archivio di posta elettronica sottratto l'Agosto scorso ad una responsabile del Ministero dell'Informazione della DNR (acronimo di Repubblica Popolare di Donetsk) da alcuni hacker ucraini... Oltre a tentare maldestramente di screditare il mio lavoro, Danilo Elia non si fa il minimo a problema a celebrare come rivoluzionario quel Maidan che ha trascinato l'Ucraina in una guerra civile costata al suo popolo oltre diecimila morti ed una catastrofe sociale che sta dilaniando il paese: un paese in cui i neonazisti occupano ruoli di rilievo nelle rappresentanze istituzionali, negli apparati di sicurezza e nell'esercito e dove ogni opposizione politica viene schiacciata con pestaggi, torture, arresti illegali e omicidi politici.

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