giovedì 30 dicembre 2021

La Serbia si affaccia sul turismo mondiale




Bellissimo articolo di Nicola Dotto 

La Serbia si affaccia sul turismo mondiale

COSA STA SUCCEDENDO IN FRIULI ?




Da alcuni mesi nei circoli e nelle librerie del Friuli sta succedendo una cosa strana e molto preoccupante. Si tratta spesso il tema della dissoluzione della Jugoslavia e questo è normale vista la terra di confine che è questa regione. 

Vengono invitati solo autori di libri che stanno dalla parte dei vincitori, ma fino a qua ancora tutto normale. Il problema sorge quando per presentare la storia si usa un criminale 

Ricordiamo sempre che a questi incontri per lo più vanno persone che non conoscono i Balcani e che sentendo una storia distorta si fanno una idea sbagliata

Vogliamo parlare di tutti i criminali dei Balcani? Perfetto, c'è di meglio da fare, ma lo si puo' fare, ma presentare un popolo tramite un criminale è mala fede e mala informazione e chi semina vento raccoglie tempesta.

Infatti a Udine sono stati aggrediti con un coltello i bambini serbi 

Al grido di "Il Kosovo è Albania" minaccia col coltello i giocatori della Serbia

Provate a pensare se foste serbi e nella scuola di vostro figlio viene uno scrittore che dice che siete un popolo di criminali. Come pensate che verrà trattato vostro figlio?

Non scrivete "Verità su Giulio Regeni" se siete i primi ad essere falsi e non dite di voler aiutare gli immigrati se siete i primi a diffondere odio 

Quindi circoli ARCI, ANPI, librerie e chiunque approccia alla storia: fatelo con coscienza. I vostri errori li pagano i deboli, non voi 

Massacrato di botte a 13 anni perchè serbo

Il razzismo anti serbo di tutti i media italiani

La disinformazione italiana sui Balcani

Prima di AIDA

Giorno della memoria 2022


I libri di odio li abbiamo fatti cancellare da diverse pagine. Lo raccontiamo anche QUI


Dedicato a Maria Luisa, Roberta e Michele:

Ceca - Djurdjevdan - (Live) - Guca - (Tv Pink 2012)

Siniša Mihajlović | Best Serie A Goals | Throwback | Serie A

Intervista a Siniša Mihajlović

45000 Delije fans singing "Pukni zoro"


Già in passato avevamo notato come le celebrazioni della strage di Marzabotto fossero talvolta segnate da riferimenti fuorvianti ai fatti di Srebrenica (1). Stavolta, per il 25 Aprile, a Marzabotto (Monte Sole) tra gli invitati d'onore figura Jovan Divjak, descritto come "il generale che difese la città di Sarajevo durante l'assedio". Addirittura, si annuncia un suo "tour partigiano" in diverse località italiane nei giorni tra il 23 e il 30 aprile 2019.

Ma chi è veramente Jovan Divjak? 
Già a capo della Difesa Territoriale in Bosnia-Erzegovina, nei mesi a cavallo delle "dichiarazioni di indipendenza" con cui ha inizio la tragedia del suo paese (1991-1992) viene scoperto e giudicato dalla Corte Marziale dell'esercito jugoslavo per illegittimi rifornimenti di armi. Gli vengono inflitti 9 mesi di carcere cui si sottrae passando al nemico, cioè alle milizie nazionaliste bosgnacche di Alija Izetbegović. Da capo militare della zona di operazioni di Sarajevo è da considerare perlomeno corresponsabile della efferata strage della via Dobrovoljacka (3 maggio 1992), quando i suoi attaccano alle spalle le giovanissime reclute dell'Armata Jugoslava, che si ritirano pacificamente verso la Serbia in base agli accordi, causando 42 morti, 73 feriti, 215 prigionieri: è la prima grande strage di Sarajevo, mai ricordata da nessuno in Italia.







QUANDO AVETE DAVANTI UNA PERSONA CHE VI VUOL FAR CREDERE CHE LA GUERRA IN JUGOSLAVIA E' SREBRENICA, SAPETE CHE AVETE DAVANTI UN DISONESTO .. fatevi raccontare tutto .. 

E non parlate di tribunali che non c'è nessun colpevole per le 3200 vittime serbe in grande maggioranza donne e bambini nei villaggi attorno a Srebrenica, ne dei 600 civili trucidati in Krajina, ne degli espianti di organi fatti dagli albanesi alla Casa gialla, ne di tanta altra mala giustizia, pero' abbiamo fior fiore di avvoltoi italiani che lucrano sulle disgrazie altrui 







C'è una casa editrice italiana che è una vergogna . Parla solo del nazionalismo croato e serbo 
Invece i serbi sono stati gli unici a non partecipare al referendum nazionalista per distruggere la Jugo 

30 agosto 1995: alle 2:12 del mattino, iniziarono i bombardamenti NATO sulla Republika Srpska, che durò fino al 14 settembre, e in cui furono uccisi 153 civili Serbi innocenti.
L'aviazione della NATO ha sganciato un totale di 1.026 bombe sulle posizioni dell'Esercito della Republika Srpska, di cui 708 guidate, e il peso totale degli esplosivi sganciati fu di circa 10.000 tonnellate.
Durante questi bombardamenti, la NATO hanno utilizzato munizioni radioattive all'uranio impoverito in un'operazione chiamata "Deliberate Force", spiegando che "questo dovrebbe portare finalmente i Serbi in Bosnia Erzegovina al tavolo dei negoziati".
Il motivo dell'attacco della NATO fu l'esplosione al mercato Markale di Sarajevo il 28 agosto 1995, per la quale furono accusati i Serbi, sebbene il rapporto della commissione indipendente di quel periodo affermasse che "non ci sono prove chiare che le granate provenissero da posizioni serbe ", cosa che venne confermata personalmente a Yasushi Akashi, l'allora inviato del Segretario generale dell'Onu per i Balcani.
L'allora comandante dell'UNPROFOR, il generale Michael Rose, dichiarò dopo l'incidente a Markale che non era possibile determinare da dove fosse stata sparata la granata. Un colonnello russo, comandante del battaglione russo di mantenimento della pace a Sarajevo, Andrej Demurenko, che ha partecipato alle indagini, ha affermato che i Serbi "sono stati accusati ingiustamente solo perché la NATO avesse motivo di attaccare".
Il primo giorno del bombardamento di Pale, in uno scontro tra artiglieria serba e aerei della NATO, un aereo francese "Mirage 2000" è stato abbattuto da un "missile terra-aria" intorno alle 17:00. È caduto e i due piloti sono fuggiti catapultandosi.
Contemporaneamente alla "Deliberate Force", è stata lanciata anche l'azione della NATO "Dead Eye", il cui obiettivo era disabilitare il sistema di difesa antiaereo dell'Esercito della Republika Srpska. La campagna di bombardamenti della NATO è stata anche aiutata dall'Operazione Mistral 2, un'offensiva militare dell'esercito croato (HV), dell'Esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina (ARBiH) e del Consiglio di difesa croato (HVO) lanciato nella Bosnia occidentale.
Hanno preso parte al bombardamento della NATO:
Francia (284 voli)
Germania (59 voli)
Italia (35 voli)
Paesi Bassi (198 voli)
Spagna (12 voli)
Turchia (78 voli)
Regno Unito (326 voli)
Stati Uniti (2318 voli)

Sono passati 6 anni da questa scena. È lunedì 8 luglio 2015 e nel corso di una riunione tenutasi per commemorare il ventesimo anniversario dei massacri di Srebrenica, il Consiglio di sicurezza dell'ONU voleva adottare una risoluzione che avrebbe sottolineato l'accettazione di questi eventi come genocidio come prerequisito per la riconciliazione nazionale in Bosnia-Erzegovina. Il progetto di risoluzione, presentato nel corso di una riunione che ha ascoltato anche i briefing del vice segretario generale delle Nazioni Unite Jan Eliasson e dell'Alto Commissario per i diritti umani Zeid Raad al Hussein, ha ricevuto il voto negativo dalla Federazione russa, membro permanente, e 10 voti favorevoli, con quattro astensioni (Cina, Venezuela, Angola e Nigeria). Il voto negativo è stato di quest'uomo: Vitaly Churkin ambasciatore della Federazione Russa all'ONU che prima della votazione aveva dichiarato:
"Sottolineando che il Consiglio si è riunito in memoria di tutte le vittime del conflitto in Bosnia-Erzegovina, propongo un momento di silenzio in Aula. Riprendendo il mio intervento, posso affermare che la Federazione russa ha costantemente chiesto l'indagine sui crimini commessi contro tutte le comunità etniche durante il conflitto nei Balcani. Pertanto, il mondo aveva l'importante compito di costruire una maggiore pace, riconciliazione e stabilità nella regione per commemorare il processo di pace di Dayton. Il mio paese ha accettato una risoluzione commemorativa basata sull'imperativo di andare avanti. Tuttavia, il progetto britannico era stato presentato in un modo che cercava di attribuire la colpa a una sola comunità. Il ruolo del Consiglio era quello di rafforzare la pace e la sicurezza internazionali; che gli storici giudichino eventi e tribunali diano verdetti. Quindi dico alla Commissione e al Consiglio di non adottare un documento distruttivo in un momento del genere e esorto gli sponsor a non metterlo ai voti. In caso contrario, la Federazione russa sarà obbligata a votare contro. Tale posizione, tuttavia, non ha in alcun modo il senso di diminuire la sensibilità del mio paese verso le sofferenze e il dolore delle vittime del conflitto nei Balcani."
E così fece essendo un uomo di parola.


Non si puo' dirsi antifascisti, andare nei circoli ANPI e difendere il governo di ultradestra australiano 



Su un profilo di puro odio etnico abbiamo messo un post che è stato subito cancellato, ma però aiutano gli immigrati. Ah! ah! ah!
 





domenica 26 dicembre 2021

IL MIGLIORI SPORTISTI AL MONDO HANNO SANGUE SERBO






La Serbia nonostante un anno difficile, nuovamente riscrive la storia a modo suo anche nel 2021..., si porta a casa 3 riconoscimenti mondiali importanti. D avere miglior tennista, miglior giocatore di basket e miglior pallanuotista al mondo.

NOVAK ĐOKOVIĆ da molti anni il migliore tennista al mondo, ha battuto quasi tutti record possibili aggiudicato anche da Laureus World Sportsman of the Year Award per 4 volte come migliore sportista al mondo tenendo in considerazione tutti i sport.
NIKOLA JOKIC vince nel 2021 il premio di MVP NBA guadagnando si titolo del miglior giocatore di basket al mondo dell anno.
FILIP FILIPOVIĆ anche nel 2021 per quarta volta dichiarato i migliori pallanuotisti al mondo. È stato premiato con il FINA Award nella pallanuoto durante il World Aquatics Gala tenuto ieri sera ad Abu Dhabi, nell’ambito dell’Aquatics Festival organizzato dalla FINA.
La nazionale maschile della Serbia ha portato questo anno a casa anche i premi dedicati agli allenatori, vinti dall’allenatore dei DELFINI, mitico DEJAN SAVIC come miglior allenatore al mondo.

sabato 25 dicembre 2021

mercoledì 22 dicembre 2021

LA GRANDE ILLIRIA

 Bisogna ricordare che Tito ha favorito l'albanesizazzione del Kosovo; primo non facendo tornare i serbi cacciati dai ballisti durante l'occupazione italiana, secondo favorendo l'immigrazione di albanesi in Kosovo, con lo scopo di imbonirsi Hoxha (aveva l'obiettivo di includere l'Albania nella Jugoslavia, annettendole il Kosovo come 'incentivo'). Poi per finire concesse lo status di semi repubblica, favorendo un'ulteriore esodo della popolazione serba dal Kosovo verso la Serbia centrale.




Impero romano 



E comunque una volta c'erano anche i dinosauri a ben vedere! 





martedì 21 dicembre 2021

Samo da rata ne bude


Contro tutti i nazionalismi partiti da nord 




Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић

Samo da rata ne bude

JA MOGU SVE RTS - Pahuljice - Samo da rata ne bude

Djordje Balasevic - Samo da rata ne bude (Live)

Da rata ne bude Katarina Radulovic

Koncert Sarajevo 1998 Balasevic Da rata ne bude

Katarina Radulović-Samo da rata ne bude,Kumrovec 2019.

Samo da rata ne bude - ĐORĐE BALAŠEVIĆ


Bombardamenti NATO sulla Republika Srpska

 



30 agosto 1995: alle 2:12 del mattino, iniziarono i bombardamenti NATO sulla Republika Srpska, che durò fino al 14 settembre, e in cui furono uccisi 153 civili Serbi innocenti.

L'aviazione della NATO ha sganciato un totale di 1.026 bombe sulle posizioni dell'Esercito della Republika Srpska, di cui 708 guidate, e il peso totale degli esplosivi sganciati fu di circa 10.000 tonnellate.
Durante questi bombardamenti, la NATO hanno utilizzato munizioni radioattive all'uranio impoverito in un'operazione chiamata "Deliberate Force", spiegando che "questo dovrebbe portare finalmente i Serbi in Bosnia Erzegovina al tavolo dei negoziati".
Il motivo dell'attacco della NATO fu l'esplosione al mercato Markale di Sarajevo il 28 agosto 1995, per la quale furono accusati i Serbi, sebbene il rapporto della commissione indipendente di quel periodo affermasse che "non ci sono prove chiare che le granate provenissero da posizioni serbe ", cosa che venne confermata personalmente a Yasushi Akashi, l'allora inviato del Segretario generale dell'Onu per i Balcani.
L'allora comandante dell'UNPROFOR, il generale Michael Rose, dichiarò dopo l'incidente a Markale che non era possibile determinare da dove fosse stata sparata la granata. Un colonnello russo, comandante del battaglione russo di mantenimento della pace a Sarajevo, Andrej Demurenko, che ha partecipato alle indagini, ha affermato che i Serbi "sono stati accusati ingiustamente solo perché la NATO avesse motivo di attaccare".
Il primo giorno del bombardamento di Pale, in uno scontro tra artiglieria serba e aerei della NATO, un aereo francese "Mirage 2000" è stato abbattuto da un "missile terra-aria" intorno alle 17:00. È caduto e i due piloti sono fuggiti catapultandosi.
Contemporaneamente alla "Deliberate Force", è stata lanciata anche l'azione della NATO "Dead Eye", il cui obiettivo era disabilitare il sistema di difesa antiaereo dell'Esercito della Republika Srpska. La campagna di bombardamenti della NATO è stata anche aiutata dall'Operazione Mistral 2, un'offensiva militare dell'esercito croato (HV), dell'Esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina (ARBiH) e del Consiglio di difesa croato (HVO) lanciato nella Bosnia occidentale.
Hanno preso parte al bombardamento della NATO:
Francia (284 voli)
Germania (59 voli)
Italia (35 voli)
Paesi Bassi (198 voli)
Spagna (12 voli)
Turchia (78 voli)
Regno Unito (326 voli)
Stati Uniti (2318 voli)

giovedì 16 dicembre 2021

I croati vogliono togliere dalla costituzione croata il principio dell'antifascismo.




Gravissima situazione davvero 

Ricorda i tempi più neri del nazi fascismo 

Jasenovac: la grave assenza


Progetto di monumento ai caduti nazisti (ustascia e domobrani) in Croazia.
N.B. nessuno si illuda che l'Unione Europea, di cui la Croazia fa parte, abbia qualcosa da eccepire.





Il 7 dicembre scorso il neosindaco di Zagabria, Tomislav Tomašević, ha partecipato alla commemorazione organizzata dalla Lega antifascista di Croazia, dal Consiglio nazionale serbo – l’organizzazione che riunisce i serbi di Croazia – e dall’ONG Documenta, per ricordare l’eccidio della famiglia serba di Mihajlo Zec, a trent’anni esatti dai fatti.
Ma la dimensione dell’importanza del gesto di Tomašević ce la danno, per contrasto, le reazioni scomposte che da più parti hanno accompagnato l’iniziativa del sindaco: reazioni che arrivano dalle massime cariche istituzionali del paese, addirittura dal presidente della Repubblica, Zoran Milanović.
Ha ragione Zoran Pusić, presidente della lega antifascista e organizzatore della manifestazione, a definire “vergognose” le parole di Milanović. Lo sono. Ha invece torto il deputato indipendente, Bojan Glavašević, che nelle stesse ore ha affermato che le dichiarazioni di Milanović sui crimini di guerra lo hanno fatto sentire “sorpreso e rattristato”. Non c’è, infatti, nulla di sorprendente. Purtroppo.



In quei territori, come ha scritto Scotti nel suo libro Croazia, operazione Tempesta, (pubblicato a Roma nel 1996 dalla Gamberetti Editrice con prefazione di chi scrive), «fu cacciata quasi interamente la popolazione serba che vi abitava da secoli, fu attuata una radicale e sanguinosa pulizia etnica in Croazia». A sedici anni di distanza i seguaci di estrema destra della lista croata chiedono vendetta ovvero l’«eliminazione» di Giacomo Scotti. Come se non bastassero le minacce, quelli del Hrvatski List sono intervenuti anche sulle pagine croate di Wikipedia inserendo una nuova pagina di calunnie e di vergognose accuse contro lo scrittore italiano per il quale l’espressione meno oltraggiosa usata è quella di «omiciattolo». Ne è stata pertanto modificata e falsificata la biografia e presentato con questi attributi: fascista, comunista, fascista rosso, esponente dell’irredentismo italiano, traditore della Croazia. Con una interpellanza al comune di Fiume-Rjeka, che nel 2008 assegnò a Scotti il premio Città di Fiume per l’opera omnia in letteratura e per avere conseguito all’amicizia tra i popoli delle due sponde dell’Adriatico, l’esponente dei «difensori della patria» Cedo Butkovic ha chiesto l’annullamento di quel riconoscimento dato «al peggiore nemico della Croazia».

I fascisti croati minacciano di morte lo scrittore Giacomo Scotti


Giornalista, scrittore, poeta, l'intellettuale di frontiera con doppia cittadinanza italo-croata, Giacomo Scotti vive sotto minaccia di morte. Il giornale on-line dell'estrema destra neoustascia croata, Hrvatski List, ha pubblicato a fine dicembre un articolo del periodico zagabrese Hrvatsko Slavo in cui si accusa Giacomo Scotti, insieme ad altri – tra cui l'ex capo di Stato Stipe Mesic e l'attuale presidente Ivo Josipovic – di essere filo comunista e nemico dei croati. «Finalmente - scrive l'autore del testo di minacce, Josko Celan - gli ultimi generali croati accusati di crimini nella Krajina sono stati liberati e sono tornati a casa. Ora devono pagare coloro i quali li hanno accusati, è giunta l'ora di punire i nemici della Croazia».

Il giornalista e scrittore Giacomo Scotti minacciato di morte


Giacomo Scotti è uno scrittore italiano che dal 1947 vive tra Trieste, l’Istria e Fiume. Eppure adesso ha paura ad uscire di casa, perché c’è chi in Croazia lo vuole morto. «Già a Zagabria o a Spalato non posso mettere piede – ci racconta – perché, se mi riconoscono, mi fanno fuori». Infatti, tra i nemici dei neo-ustascia, estrema destra croata, prima di Stipe Mesić, l’ex capo dello Stato, e di Ivo Josipoić, attuale presidente, tutti definiti “filocomunisti”, viene Giacomo Scotti, che adesso ha 85 anni e alle spalle più di cento pubblicazioni, tra narrativa, saggistica e poesia.

GIACOMO SCOTTI, LA MORTE VIEN DALLA CROAZIA


Ci risiamo. Lo scrittore e intellettuale di frontiera Giacomo Scotti è di nuovo minacciato di morte. Drammatica la sua mail al nostro giornale: «La mia vita è in pericolo - scrive - il sito internet dell'estrema destra neoustascia croata-il hkv hr/hrvatski ha diffuso il 24 dicembre un articolo del periodico zagabrese Hrvatsko Slovo (Verbum Croaticum) nel quale vengo seppellito sotto una valanga di odio e mi si minaccia di "eliminazione"». La "colpa" di Scotti risale addirittura al 1996 quando pubblicò a Roma il libro-diario "Croazia-Operazione tempesta" in cui denunciò i crimini compiuti nella Krajina dall'esercito croato di Tudjman quali uccisioni di persone anziane e incendi di case abitate dai serbi, il tutto all'indomani della cosiddetta liberazione di quella regione abitata dai serbi. «Finalmente - scrive l'autore del testo di minacce, Josko Celan - gli ultimi generali croati accusati di crimini nella Krajina sono stati liberati e sono tornati a casa (i generali Ante Gotovina e Mladen Marka› ndr.). Ora devono pagare coloro i quali li hanno accusati, è giunta l'ora di punire i nemici della Croazia». Segue un elenco di nomi tra cui quello di Giacomo Scotti definito come «un traditore dei croati» e «un bastardo italo-serbo». Scotti è comunque in "buona" compagnia visto che nell'elenco dei punibili ci sono anche l'ex capo dello Stato croato Stipe Mesi„ e l'attuale presidente Ivo Josipovi„, entrambi definiti «filocomunisti»

Denunciò i crimini croati, teme per la vita


La campagna neofascista contro di lui, cominciata alla fine dell’anno appena trascorso, fatta «scoppiare» alla vigilia di Natale con il coinvolgimento dei vertici della città di Fiume-Rjeka, continua e si intensifica in queste prime settimane dell’anno nella forma di una vera e propria battuta di caccia intrapresa dagli estremisti del nazionalismo croato. Sul portale on-line del Hrvatski List, settimanale di estrema destra, si va allungando l’elenco di coloro, per lo più celati sotto pseudonimi o cosiddetti nomi di battaglia, che additano in Scotti «il più grande nemico della Croazia al di qua e al di là del fiume Drjina», chiedendo la sua lustracija, sostantivo che vuole dire, letteralmente, epurazione, eliminazione, liquidazione, annullamento. 

I fascisti croati minacciano di morte lo scrittore Giacomo Scotti


Secondo quanto riportato da il Piccolo di Trieste, infatti, il gruppo dell’estrema destra croata Hkv hr/hrvatski ha pubblicato sul suo sito internet un articolo in cui si accusa, tra gli altri, lo scrittore italo-istriano Giacomo Scotti di essere filo-comunista e nemico dei croati. L’articolo, apparso sul periodico zagabrese Hrvatsko Slovo il 27 dicembre scorso, elencava una lista di nemici della Croazia colpevoli di aver parlato di pulizia etnica dei serbi da parte dell’esercito croato durante l’invasione della Krajina, regione che da quasi quattro secoli era abitata da una popolazione di circa 300.000 serbi. Il reato di Scotti consisterebbe nell’aver fornito nel suo libro Croazia. Operazione Tempesta, pubblicato nel 1996, una dettagliata descrizione dei crimini compiuti dall’esercito croato di Tudjman guidato dai generali Ante Gotovina e Mladen Markacrecentemente assolti dopo la condanna per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia. Scotti racconta come durante l’operazione Tempesta i civili serbi vennero costretti alla fuga, le loro auto e il loro bestiame vennero rubati, le case saccheggiate e occupate da ufficiali dell’esercito croato. Una ricostruzione storica non accettata dai neo-ustascia, che vedono in Gotovina e Markac non solo degli eroi nazionali, ma dei veri e propri salvatori della patria.

Tensioni mai sopite tra Croazia e Italia. Giacomo Scotti minacciato dai neo-ustascia


martedì 14 dicembre 2021

DUBRAVKA UGRESIC PER SLAVIKA

 All'interno del programma del festival Slavika giunto alla seconda edizione, Dubravka Ugresic' ha presentato il suo libro "Europa in seppia" presso il Circolo dei lettori di Torino.



E' stato un incontro magnifico e una grande lezione di vita. Il pubblico era numeroso poichè Dubravka non è una scrittrice qualunque. Dall'esilio in Olanda sprizza energia e positività senza fine nonostante le numerose prove che la vita le ha dato.
Non ha detto una parola cattiva, nemmeno per chi le ha fatto del male.
Nata in Jugoslavia ha visto la guerra e ha visto i suoi più cari amici che di colpo facevano capire se erano croati, serbi o bosniaci. Questo l'ha scioccata enormemente e alla fine della guerra ha visto i suoi amici serbi allontanati dal posto di lavoro e ha capito che anche lei si sarebbe dovuta trasferire per avere un futuro.


Il futuro nella sua terra che ormai era diventata Croazia era solo un treno che andava all'indietro.
Incredibile con che forza d'animo e con che spirito combattivo Dubravka affronta la vita.
Quello che è successo nella ex Jugoslavia è una lezione che tutto il mondo dovrebbe studiare.
La platea era estasiata davanti alla figura che Dubravka ha fatto della politica. In pratica la politica è come uno scarico fognario e sopra tutto galleggia una schiuma leggera che non affonda mai.. ecco.. quelli sono i criminali al potere.
C'è qualcosa che non funziona nella natura umana, la storia non insegna, si è sempre con la parola alle armi. Per alcuni governare è una cosa irresistibile, in particolar modo se non hai fatto nessuna fatica per andare ai vertici.


Europa in seppia nasce perchè è la storia degli ultimi anni e un nipotino di una amica chiede alla nonna: "Cos'è la storia? Ah.. ho capito è quando ci sono le immagini in bianco e nero"
Moderatore dell'incontro è stato il fantastico Andrea Bajani . Traduttrice la mitica Olja Perisic'.Era presente la traduttrice Silvia Minetti con la simpaticissima mamma Mariella e un pubblico meraviglioso.
Grazie a tutti


Circolo dei lettori di Torino

polskikot.wordpress.com

Dubravka Ugresic

dubravkaugresic.com

Europa in seppia

Dubravka Ugrešić: una Croazia sul modello fascista

Cultura karaoke


Ricordiamo le 5 scrittrici croate allontanate ingiustamente e anche Giacomo Scotti, continuamente minacciato . .....Durante la sua permanenza a Globus ha acquisito una certa notorietà grazie a un pezzo d'opinione del 1992 non firmato (che alla fine ha ammesso di aver scritto), intitolato "Croatian Feminists are Raping Croatia", in cui ha attaccato cinque scrittrici femministe croate ( Slavenka Drakulić , Vesna Kesić , Jelena Lovrić , Dubravka Ugrešić e Rada Iveković), accusandoli di tradire la Croazia. L'articolo è stato fonte di significative controversie che alla fine hanno portato a una causa per diffamazione contro la rivista. .....Una preghiera anche perchè ci aiuti Matvejevic anche lui perseguitato dai croati






La condanna a Predrag Matvejević decisamente la Croazia è ben lontana dalla democrazia




domenica 12 dicembre 2021

10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman




10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman. Figura controversa nello scacchiere balcanico di lui possiamo sicuramente dire che è stato:

- un criminale di guerra come sentenziato dall'ICTY;
- un pericoloso filo-nazista alla ricerca della costituzione di uno stato croato puramente etnico;
- un nostalgico del NDH, lo stato indipendente croato fantoccio della Germania nazista ed unico momento storico nel quale ci si accorse della loro esistenza, dal quale riprese simbologie, inni e moneta;
un antisemita, famosa la sua frase "che per fortuna nè lui nè sua moglie erano ebrei" o come nel suo libro Bespuća povijesne zbiljnosti dove scrisse che "gli ebrei avevano ricoperto una posizione privilegiata a Jasenovac e in realtà tenevano nelle loro mani la gestione dei detenuti del campo fino al 1944";
- un minimalista dell'Olocausto, sempre nel suddetto libro scrisse che "il numero di morti ebraici durante la Seconda Guerra Mondiale era più vicino al milione rispetto al numero più citato di 6 milioni.";
- un dittatore, il suo mandato come presidente è stato criticato come autoritario dalla maggior parte degli osservatori che osservarono che "tra sano nazionalismo e sciovinismo, scelse lo sciovinismo; tra economia di libero mercato e clientelismo, scelse quest'ultimo. Invece del culto della libertà, scelse il culto dello stato. Tra modernità e apertura al mondo, ha scelto il tradizionalismo; una scelta fatale per un piccolo Stato come la Croazia che ha bisogno di aprire per il bene dello sviluppo";
- un pregiudicato, essendo stato arrestato 3 volte durante la sua vita;
- un mafioso, sono ampiamente noti e documentati i legami della famiglia Tuđman con la mala del Brenta;
- un plagiatore, nel dicembre 1966, Ljubo Boban accusò Tuđman di plagio, affermando che Tuđman aveva compilato quattro quinti della sua tesi di dottorato, "La creazione della Jugoslavia socialista", dal lavoro di Boban. Boban ha offerto prove conclusive alla sua affermazione da articoli pubblicati in precedenza sulla rivista Forum e il resto dalla tesi di Boban. Tuđman fu poi espulso dall'Istituto e costretto a ritirarsi nel 1967.
- un doppiogiochista, marzo 1991 accordo di Karadjordjevo con Slobodan Milosevic per la spartizione della Bosnia Erzegovina tra Serbia e Croazia - dopo appena un anno le forze croate e musulmane si alleano in chiave anti-Serba - nel giugno dello stesso anno le forze croate rompono l'alleanza e attaccano la Bosnia creando la fallimentare Herceg-Bosnia e poi ancora anche dopo gli accordi Dayton del 1995 Tuđman cercò un accordo con Karadžić per una spartizione di "influenze" in Bosnia Erzegovina.
È stato questo personaggio qua.


Tudman riconosciuto colpevole post mortem .
La sentenza arriva a definire il conflitto tra HVO ed Esercito di Bosnia-Erzegovina (Armija BiH) un “conflitto dal carattere internazionale”: le forze armate di Zagabria combattevano a fianco dell’Herceg-Bosna, e la Repubblica di Croazia “aveva pieno controllo sulle autorità civili e militari della Herceg Bosna”. La sentenza indica dunque Tudjman come il vero mandante politico di cui i quadri politici e militari dell’Herceg-Bosna, staterello fantoccio de facto dipendente da Zagabria, sarebbero stati gli esecutori materiali.




E' stato riconosciuto post mortem dal Tribunale penale per la ex Jugoslavia membro chiave di un gruppo criminale che intendeva conquistare con la violenza una parte del paese confinante della Bosnia ed Erzegovina, in particolare eliminandone la popolazione musulmana attraverso la commissione di crimini di guerra e contro l'umanità. Inoltre lo stesso propugnava l'eliminazione di ogni presenza serba nella Krajina così commettendo atti considerati crimini di guerra 

I serbofobici cercano di cambiare continuamente la pagina di Wikipedia 

Krajina 1995: “Sve čisto” (Tutto pulito) - non c'è più un serbo in Croazia disse il criminale Tudjman

Franjo Tuđman


I croati sono pentitissimi di aver distrutto la Jugo


Moriva esattamente l’11 marzo 2006, fa nel carcere dell'Aia, Slobodan Milosevic. Nel gennaio del 2006, pochi mesi prima vi era stato uno scandalo, quando nelle analisi del sangue era stato rilevato l'antibiotico Rifampicin, farmaco che neutralizzava l'effetto dei medicinali che Milosevic utilizzava per la cardiopatia di cui soffriva.

Della presenza di tale farmaco nel suo sangue Milošević si era lamentato in una lettera inviata al ministro degli esteri russo, inoltre aveva chiesto di essere ricoverato presso una clinica specializzata a Mosca.

Tutto ciò ovviamente gli è stato negato.

Inoltre Milosevic, poco prima della sua morte aveva espresso timori che lo stessero avvelenando.

Bastano queste poche righe per comprendere che la sua morte non è stata un incidente.
Era l'unico modo per "vincere" contro un uomo che non potevano piegare alla loro brama espansionistica, ma era anche un modo per tappargli la bocca, visto che aveva osato umiliare l'intero tribunale penale internazionale che ha dovuto far cadere tutte le accuse anni dopo la sua morte per mancanza di prove.

Nonostante tutto, contro tutti e contro ogni avversità, ha vinto!

sabato 11 dicembre 2021

Slobodan Praljak condannato, si suicida



Una libertà intrisa di sangue. Slobodan Praljak è stato ai vertici dell’esercito croato e fu inviato in Bosnia Erzegovina come rappresentante delle autorità di Zagabria al fine di coordinare le attività delle milizie nazionaliste croato-bosniache (HVO) che, nell’area di Mostar, si sono rese responsabili di stragi e deportazioni, oltre che di traffici illeciti di armi e stupefacenti. Il campo di concentramento di Dretelj, non lontano da Mostar e Međugorje, deteneva in condizioni disumane centinaia di musulmani. Fu proprio Praljak ad autorizzare i giornalisti europei a entrare nel campo. Quella guerra era così, non ci si vergognava della barbarie, non si nascondeva il crimine poiché si riteneva di essere nel giusto.

Praljak dunque sapeva, come sapeva delle persecuzioni ai danni dei civili di religione musulmana, della distruzione dei loro villaggi, delle stragi inutili ai fini militari ma necessarie alla pulizia etnica. Sapeva e non ha fatto nulla, anzi ha ordinato la distruzione del ponte di Mostar, simbolo dell’antica convivenza etnica degli slavi del sud. E siccome sapeva, e ha taciuto quando non promosso i crimini dell’HVO, è stato condannato a ventidue anni di reclusione. E’ questo l’eroe che i croati piangono.

CROAZIA: La morte post-moderna del generale Praljak

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