"Sono in arrivo armi tedesche per l'Ucraina".
L'ambasciatore ucraino in Germania Andriy Melnyk è offeso da Berlino e pubblica meme a causa della prolungata lentezza nella fornitura di aiuti militari..
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Altri soldati di Kiev si ribellano. Questa volta è la 2a compagnia del 46° battaglione di fucilieri che difendeva l'insediamento di Kamyshevakha, che ha deciso in modo indipendente di lasciare le posizioni, considerando l'impossibilità di un'ulteriore difesa a causa della scarsa fornitura e mancanza di armi, nonché dagli attacchi delle forze armate della RF.
Siamo persone non addestrate. L'80% delle persone portate a Uzhhorod non ha nemmeno prestato servizio", ha dichiarato Kadyrov postando un video degli ucraini mobilitati con la forza.
Come ha sottolineato il capo della Repubblica cecena, i nazisti ucraini "rapiscono letteralmente i residenti locali e li costringono a prendere le armi per resistere all'esercito russo". Non solo giovani, ma anche anziani residenti vengono portati via dagli uomini di Bandera.
Criminali UCRO-NAZI
Le forze armate ucraine stanno schierando distaccamenti per impedire ai loro militari di lasciare la zona di combattimento.
Questo è stato detto da uno dei combattenti catturati:
“I nostri comandanti ci hanno detto quando [siamo] rimasti in posizione: “Chi si ritira, spareremo sul posto. Chi prova a scappare, dietro di lui troverà un distaccamento pronto a sparargli.
Video del Ministero della Difesa della Federazione Russa.
@rt_russo
Criminali UCRO-NAZI
A marzo, i militari delle forze armate ucraine si sono nascosti in una casa di cura nel villaggio di Staraya Krasnyanka (LPR) accanto agli ospiti costretti a letto.
Hanno posizionato l'equipaggiamento militare nel cortile dell'edificio e durante la ritirata hanno sparato contro di esso, a seguito del quale è scoppiato un incendio. Circa 30 civili sono stati uccisi nel fuoco, secondo l'ufficio del procuratore generale LPR.
Secondo testimoni oculari, c'erano più di 70 ospiti nell'istituto. RIA Novosti ha pubblicato un video in cui i sopravvissuti alla tragedia hanno raccontato i dettagli di quanto accaduto:
“Quando sono iniziati i bombardamenti, questi soldati [si sono nascosti] dietro di noi
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Censurare per essere più sicuri.
Tranquilli stanno improvvisando, non c'è nulla di calcolato.
L’idea inquietante di Davos: “ricalibrare” la libertà di pensiero
L’intervento choc al World Economic Forum di Davos: un inno alla censura.
[...] il Commissario per le e-Safety australiano, Julie Inman Grant, si è fatta portavoce, infatti, di un vero inno alla censura e alla rivisitazione dei diritti umani.
“Penso che dovremo pensare a una ricalibrazione di un’intera gamma di diritti umani che si stanno manifestando online, dalla libertà di parola all’essere liberi della violenza online”. Limitare il diritto di parola: questa l’idea e la direzione che, secondo la politica australiana, dovrebbe essere promossa dalle élite mondiali auspicando a una maggiore sicurezza. La logica sembrerebbe infatti quella, tipica di una mentalità probabilmente più vicina al Medioevo, di privare le persone ad esprimere i loro pareri, o meglio i pareri non in linea con quelli “dettati”, seppur celatamente, dal perbenismo politicamente corretto.
Frasi da non sottovalutare, considerata anche la portata di chi le ha espresse: Grant sta, infatti, attualmente lavorando con il Consiglio per la politica di genere della Casa Bianca e con il Governo danese.
[...] Le affermazioni di Grant sembrerebbero individuare il nuovo nemico nella libertà di parola, trascinando così i buoni del mondo a indirizzare le masse verso una vera e propria censura stabilita, evidentemente, da dei parametri convenienti per i piani alti. Un assolutismo e un controllo pericoloso potrebbero celarsi nelle affermazioni dell’australiana, non contraddette da nessuno durante il dibattito, nonostante il forum più importante per il mondo dell’economia si mostri sempre ben disposto – forse solo a parole – alle tematiche riguardanti il rispetto e la tutela dei diritti fondamentali, oggettivamente calpestati in queste affermazioni.
Che il grande progressismo delle élite mondiali sia alla fine solo una questione di forma e nasconda il desiderio di un ritorno alla mentalità figlia del secolo precedente?
Lentamente la verità sta venendo a galla. Quella dei prossimi giorni sarà sempre di più la cronaca di un disastro annunciato.
Chi pagherà per tutte le menzogne e per l'inutile massacro?
Di questo passo l'Ucraina finirà per collassare dall'interno.
Di questo passo l'Ucraina finirà per collassare dall'interno.
Giorgio Bianchi
Ma davvero, come riporta Il Corriere della Sera «La flotta russa impedisce (…) le esportazioni di grano e altri prodotti agricoli, soffocando l’economia ucraina, ma soprattutto rischiando di provocare una crisi alimentare globale che si ripercuoterà in particolare sui Paesi più poveri.»?
La verità è che, ai primi del marzo di quest’anno, l’Ucraina ha minato il mare prospicente i porti di Kherson, Nikolaev, Chernomorsk, Ochakov, Odessa, Yuzhniy e Mariupol vietando alle navi commerciali di numerosi paesi lì ormeggiate di potere prendere il largo. Dapprima per “motivi di sicurezza”; poi – dopo che, a metà marzo, i russi hanno realizzato un sicuro corridoio di transito, sminando un lungo tratto di mare – vietandolo e basta. Perché? Secondo la stampa della Turchia (sono ben 21 le navi turche cariche di grano bloccate nei porti ucraini) per utilizzare gli equipaggi delle navi bloccate come scudi umani.
Intanto, il 28 aprile, la Commissione Trasporti dell’Unione europea ha chiesto di intensificare l’embargo alle navi commerciali russe (che già non possono attraccare nei porti dell’Unione europea) impedendo a queste di varcare lo stretto dei Dardanelli. Unica ipocrita eccezione “a meno che non trasportino aiuti umanitari”, cioè facendo rientrare nell’embargo il grano russo che, da anni, viene acquistato da paesi, altrimenti alla fame come Egitto Libano, Tunisia, Bangladesh, Siria...
A rendere surreale la situazione, il 21 maggio, l’insensata proposta di Dmytro Kuleba ministro degli Esteri di Kiev: teniamo bloccati i porti nel mare di Azov e trasportiamo (nei suddetti paesi) 20 milioni di tonnellate di grano ucraino via ferrovia o via strada. Peccato che ci vorrebbero decenni.
Francesco Santoianni.
MARIUPOL' - Il trailer di "Sull'orlo dell'abisso", un film sulla battaglia di Mariupol' girato dal cineasta russo Maksim Fadeev, che ha passato quattro settimane con le truppe di prima linea.
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