venerdì 17 ottobre 2025

IN CROAZIA NON C'E' DEMOCRAZIA




Prima degli incidenti di quest’estate, quasi mezzo milione di cittadini aveva assistito a un concerto del cantante nazionalista Thompson a Zagabria, dove non è mancato il saluto ustascia “Za dom spremni”. Come si dovrebbe interpretare questo fenomeno nella società croata di oggi? Quanto è presente il nazionalismo nel Paese?

Il problema è complesso. Esiste una minoranza revisionista nella società croata che tenta costantemente di relativizzare gli orrori del regime ustascia. Purtroppo i giovani non studiano e non sanno abbastanza sull’argomento, e non sono pienamente consapevoli di ciò che viene loro proposto. Invece di essere orgogliosi del fatto che la Croazia, nella Seconda guerra mondiale, ha sconfitto il fascismo e i suoi collaborazionisti, a volte cadono nelle menzogne.
Molti non sanno abbastanza neppure sulla Guerra d’indipendenza e per questo non sono in grado di opporsi alla narrazione secondo cui solo una singola formazione paramilitare di partito avrebbe difeso il Paese [il riferimento è alle Hrvatske odbrambene snage – HOS, ndr.]. La Croazia fu difesa dai suoi cittadini e dai membri dell’esercito croato. Il problema è anche nei trend globali di radicalizzazione e di populismo alimentati dai social network, ma un problema particolare sono i politici che, invece di essere responsabili e coraggiosi, cercano di sfruttare tutto ciò per obiettivi a breve termine e miopi. Questo riguarda soprattutto chi è al potere. 


Croazia, media e cultura contro il nazionalismo



Pozabjieni. I dimenticati del campo 65

 





Avranno luogo in Puglia tra pochi giorni ben quattro appuntamenti in cui sarà approfondito il tema della presenza di migliaia di combattenti jugoslavi nelle basi istituite su quel territorio nel 1943-1945. Tra i relatori anche esponenti di Jugocoord.

Negli stessi giorni sarà in visita in quei luoghi una folta delegazione di antifascisti dalle repubbliche jugoslave. Un resoconto delle iniziative sarà da noi pubblicato successivamente.
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ETS




sabato 11 ottobre 2025

COMPLIMENTI ERIC GOBETTI!

 




A settembre in Montenegro ho ricevuto questa onorificenza per il mio impegno nella divulgazione della storia della resistenza italiana in Jugoslavia. Sono soddisfazioni. E chi non capisce la poesia, non si merita premi così speciali

Eric Gobetti


sabato 4 ottobre 2025

BOMBE NATO SULLA SERBIA

 





Questo è un elenco di fatti significativi databili, come tale non deve essere considerato completo (nota che Italia e Serbia hanno lo stesso fuso orario).

Le cifre dei morti e feriti sono basate su rapporti delle autorità serbe dell'epoca. Va notato che in diversi casi sono state confermate nella sostanza tramite testimonianze della stampa, anche internazionale, e da rapporti della Croce Rossa.

  • 24 marzo 1999 iniziano le operazioni aeree contro la Serbia:
    • dalla mattina si riduce l'attività di volo di routine sui cieli dell'Adriatico;
    • ore 16:00 circa, iniziano i primi decolli di aerei di supporto (tanker, AWACS, postazioni di comando volanti, ecc);
    • ore 17:50 circa, iniziano i decolli serrati degli aerei d'attacco, alle 20:00 l'operazione sarà completamente avviata;
  • 25 marzo, ore 02:00 iniziano le incursioni all'interno della Serbia, gli attacchi della prima notte si concentrano su postazioni SAM e aeroporti in Kosovo e nei dintorni di Belgrado, vengono impiegati anche i missili da crociera;
  • 26 marzo, inizia l'afflusso dei primi profughi kosovari presso le frontiere albanese e macedone, la NATO individua alcune aree all'interno delle quali viene effettuata una "pulizia etnica";
  • 27 marzo, ore 20:45, un F-117 statunitense viene abbattuto a circa 28 miglia da Belgrado, il pilota è recuperato incolume tre ore dopo;
  • 31 marzo, tre soldati statunitensi della Joint Guarantor in Macedonia vengono catturati e portati prigionieri a Belgrado;
  • 5 aprile, una bomba da 250 kg cade in un'area abitata, diciassette morti;
  • 12 aprile, un ponte viene bombardato mentre vi transita un treno, cinquantacinque morti;
  • 13 aprile, intensificazione delle operazioni sul Kosovo:
    • l'esercito serbo colpisce con artiglieria un villaggio di frontiera albanese;
  • 14 aprile, circa settantacinque civili kosovari vengono uccisi per errore da aerei NATO;
  • 21 aprile e seguenti, le operazioni aeree s'intensificano nella capitale serba, viene bombardato con bombe incendiarie il quartier generale del Partito Socialista Jugoslavo;
  • 23 aprile, alcuni missili colpiscono la torre della televisione pubblica serba, causando sedici morti;
    • lo stesso giorno viene respinta una prima offerta di tregua da parte di Milošević;
  • 30 aprile, il bombardamento del ponte della piccola città di Murino, in Montenegro, causa la morte di sei persone, di cui tre bambini, e otto feriti;
  • 1º maggio, quarantasette civili vengono uccisi nel loro bus centrato mentre attraversava un ponte sotto bombardamento, questo è il secondo incidente di questo tipo;
    • il giorno successivo i tre soldati statunitensi vengono rilasciati come segno di buona volontà al reverendo Jesse Jackson;
  • 7 maggio, un errore durante un bombardamento nelle vicinanze di Nis (nel sud) causa la morte di quindici uomini e circa settanta feriti;
  • 8 maggio, l'ambasciata cinese a Belgrado viene colpita per un probabile errore di intelligence causando tre morti e un forte incidente internazionale;
  • 13 maggio, dopo un apparente ritiro serbo dal Kosovo, e il ricorso della Serbia contro la NATO per genocidio presso il Tribunale Internazionale dell'Aia (rigettato il 2 giugno):
    • circa sessanta morti e ottanta feriti causati dalla NATO contro un villaggio kosovaro, Korisa; la NATO accusa i serbi di aver usato i civili come scudi umani;
  • 21 maggio, circa cento carcerati muoiono durante il bombardamento di un carcere a Pristina;
  • 22 maggio, sette guerriglieri dell'UCK rimangono uccisi per un errore della NATO, altri quindici feriti;
  • 27 maggio, Milošević e alti ufficiali vengono indagati per crimini di guerra presso il Tribunale Internazionale dell'Aia;
  • 30 maggio, durante un bombardamento di un ponte autostradale, rimangono uccise undici persone che lo stavano attraversando;
  • 31 maggio, due stragi di civili:
    • venti persone rimangono uccise in un ospedale a Surdulica, nel sud; la NATO nega ogni responsabilità;
    • una bomba Nato colpisce il villaggio di Novi Pazar, causando ventitré morti;
  • 1º giugno, Milošević accetta le decisioni del G8, si inizia a pianificare una missione di pace in Kosovo;
  • 9 giugno, lo Stato Maggiore serbo firma con la NATO l'accordo di Kumanovo sul ritiro dal Kosovo;
  • 10 giugno, dopo 78 giorni di bombardamenti, le missioni di attacco sono sospese.



IN CROAZIA NON C'E' DEMOCRAZIA

Prima degli incidenti di quest’estate, quasi mezzo milione di cittadini aveva assistito a un concerto del cantante nazionalista Thompson a Z...