giovedì 22 ottobre 2020

ARTUR E I COMPLICATI VIAGGI BALCANICI

 


Artur è un nome completamente inventato, ma è l'unica cosa inventata di tutto ciò che sto per raccontarvi.

Artur è albanese ed ha sposato una bellissima ragazza, albanese anch'essa. Per mantenere la famiglia è stato costretto ad emigrare prima in Macedonia, poi niente poco di meno che a Belgrado e poi in Italia.

Ora vive in Italia con i suoi 4 figli.

Nel 1995, in piene guerre balcaniche, aveva deciso di tornare al paese con la famiglia per rivedere i suoi cari.

Con la moglie e i bambini e la sua macchina vecchia e sgangherata ha fatto un viaggio che noi balcanici conosciamo molto molto bene, ossia è passato da nord, ovvero dall'Ungheria.

Giunti presso città di Baja, non molto lontani dal confine, ma in aperta campagna, la macchina si rompe.

Artur e la moglie sono disperati. E' notte, solo campi a destra e a manca.

In lontananza si vede una casa e Artur decide di andare a chiedere aiuto.

La casa è abitata da due signori che aprono la porta ad Artur e gli promettono due meccanici.

Ma Artur insiste per chiamare la polizia. Nulla da fare. I due signori chiamano i meccanici.

Dopo un po' arrivano due tipi loschi.

Il figlio più grande di Artur inizia a dire :

- Papà non ci fidiamo di questi 2

Ma Artur è una persona onesta e se sei onesto, ti aspetti che lo siano anche gli altri.

I due dicono ad Artur di togliere le valigie perchè devono guardare dappertutto dov'è il guasto.

Dopo un po' di lavoro la macchina parte e Artur s'illumina d'immenso, ma solo per un attimo, perchè, in men che non si dica, i due salgono sulle due macchine e scappano.

Artur inizia a piangere con la moglie e i figli. Quasi non ci crede. Una macchina vecchia e stravecchia, perchè rubarla ?

A questo punto del racconto faccio una pausa perchè io sono scoppiata a ridere.

Chiedo scusa ad Artur e a tutta la sua famiglia, ma mi sono venute in mente tutte quelle dicerie : albanesi tutti criminali, il popolo dei coltelli...

E invece quel povero uomo si era fatto fregare una carcassa di macchina da due criminali di xxxx .

Ma Artur è religioso e credente ed anche disperato. Torna alla casa e gli dice cio' che era successo, ma quei due non ne volevano sapere di nulla.

Allora Artur torna e guarda la moglie, i bambini e le valigie.

Alla vista delle valigie Artur capisce che c'è sempre una via di speranza, perchè avrebbero potuto anche rubargli l'auto con le valigie dentro, invece gliele hanno lasciate.

Iniziano a fare l'autostop, ma è piena notte, tempo di guerra, poche macchine e nessuno che si ferma.

Sull'autostop faremo in seguito una riflessione, ma a questo punto cosa credete che sia successo ?

Ma Nostro Signore non ci lascia mai e poi mai a piedi !

A questo punto è arrivato un angelo.

Non vi crediate che sia stato un angelo da quattro soldi, era un signor angelo !

Di ritorno dal viaggio in Austria per una partita di coppa Uefa, niente meno che un bel giocatore del Partizan !!!

Anche lui dall'Ungheria per non passare dalla Croazia. Tè credo !

Il sig. angelo si ferma, carica Artur e tutta la famiglia con le valigie e li porta fino al confine.

Al confine Artur e la sua famiglia devono scendere e noi sappiamo il perchè.. ma vi spiegheremo in seguito.

Artur è nuovamente in strada con la moglie e i bambini. Tutti con i passaporti albanesi e la frontiera serba.

Ma chi l'ha detto che serbi e albanesi non vanno d'accordo ?

Pensate forse che Nostro Signore abbia paura delle frontiere ?

E' arrivato l'angelo numero due.

Questa volta però era un angelo di serie b perchè c'era la guerra con la Croazia e tanti angeli erano impegnati.

L'angelo di serie B aveva una Golf beige e ha proposto ad Artur di portarlo fino a casa.

Artur tentennava. Erano 800 km, un viaggio lunghissimo. C'era la guerra, tempo in cui si ammazzava una persona per sole 100 mila lire.

Alla fine Artur accettò. L'angelo di serie B era anch'esso albanese, ma godeva di una serie di protezioni infinite anche in terreno serbo.

Saltata la frontiera, l'angelo B si muoveva in territorio serbo come se fosse casa sua e con un'organizzazione degna di un gran signore. Ad ogni provincia cambiava la targa della Golf.

Quella era un'operazione un po' delicata e lunga e quindi Angelo B tirava fuori il kalashnikov e sbullonava e reimbullonava le nuove targhe.

Tutto questo per 800 km, una famiglia di albanesi e un angelo di serie B in territorio serbo, durante la guerra.

Chi mi ha raccontato questa storia è il figlio di Artur, che adesso ha 32 anni.

All'epoca ne aveva 14 e quelle paure se le sogna ogni notte.

Il figlio di Artur lo chiameremo Eduart e vi posso dire che è arrivato su questo blog litigando a più non posso sempre per il fatto del Kosovo.

Io e Francy ci dicevamo sempre: c'è qualcosa che non va in questo ragazzo, sembra sempre che ti voglia dire qualcosa, ma poi non te la dice.

Ora Artur, ma soprattutto Eduart, hanno un sogno: quello di ritrovare l'angelo del Partizan.

Non dovrebbe essere difficile e se ci aiutate ce la possiamo fare.

Ad Artur dico: ti pensi di aver incontrato due angeli, ma forse l'angelo l'abbiamo incontrato noi, oggi, qui ed è di qualità super !

Grazie

 

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