Artur è un nome completamente inventato,
ma è l'unica cosa inventata di tutto ciò che sto per raccontarvi.
Artur è albanese ed ha sposato una
bellissima ragazza, albanese anch'essa. Per mantenere la famiglia è stato
costretto ad emigrare prima in Macedonia, poi niente poco di meno che a
Belgrado e poi in Italia.
Ora vive in Italia con i suoi 4 figli.
Nel 1995, in piene guerre balcaniche,
aveva deciso di tornare al paese con la famiglia per rivedere i suoi cari.
Con la moglie e i bambini e la sua
macchina vecchia e sgangherata ha fatto un viaggio che noi balcanici conosciamo
molto molto bene, ossia è passato da nord, ovvero dall'Ungheria.
Giunti presso città di Baja, non molto
lontani dal confine, ma in aperta campagna, la macchina si rompe.
Artur e la moglie sono disperati. E'
notte, solo campi a destra e a manca.
In lontananza si vede una casa e Artur
decide di andare a chiedere aiuto.
La casa è abitata da due signori che
aprono la porta ad Artur e gli promettono due meccanici.
Ma Artur insiste per chiamare la
polizia. Nulla da fare. I due signori chiamano i meccanici.
Dopo un po' arrivano due tipi loschi.
Il figlio più grande di Artur inizia a
dire :
- Papà non ci fidiamo di questi 2
Ma Artur è una persona onesta e se sei
onesto, ti aspetti che lo siano anche gli altri.
I due dicono ad Artur di togliere le
valigie perchè devono guardare dappertutto dov'è il guasto.
Dopo un po' di lavoro la macchina parte
e Artur s'illumina d'immenso, ma solo per un attimo, perchè, in men che non si
dica, i due salgono sulle due macchine e scappano.
Artur inizia a piangere con la moglie e
i figli. Quasi non ci crede. Una macchina vecchia e stravecchia, perchè rubarla
?
A questo punto del racconto faccio una
pausa perchè io sono scoppiata a ridere.
Chiedo scusa ad Artur e a tutta la sua
famiglia, ma mi sono venute in mente tutte quelle dicerie : albanesi tutti
criminali, il popolo dei coltelli...
E invece quel povero uomo si era fatto
fregare una carcassa di macchina da due criminali di xxxx .
Ma Artur è religioso e credente ed anche
disperato. Torna alla casa e gli dice cio' che era successo, ma quei due non ne
volevano sapere di nulla.
Allora Artur torna e guarda la moglie, i
bambini e le valigie.
Alla vista delle valigie Artur capisce
che c'è sempre una via di speranza, perchè avrebbero potuto anche rubargli
l'auto con le valigie dentro, invece gliele hanno lasciate.
Iniziano a fare l'autostop, ma è piena
notte, tempo di guerra, poche macchine e nessuno che si ferma.
Sull'autostop faremo in seguito una
riflessione, ma a questo punto cosa credete che sia successo ?
Ma Nostro Signore non ci lascia mai e
poi mai a piedi !
A questo punto è arrivato un angelo.
Non vi crediate che sia stato un angelo
da quattro soldi, era un signor angelo !
Di ritorno dal viaggio in Austria per
una partita di coppa Uefa, niente meno che un bel giocatore del Partizan !!!
Anche lui dall'Ungheria per non passare
dalla Croazia. Tè credo !
Il sig. angelo si ferma, carica Artur e
tutta la famiglia con le valigie e li porta fino al confine.
Al confine Artur e la sua famiglia devono
scendere e noi sappiamo il perchè.. ma vi spiegheremo in seguito.
Artur è nuovamente in strada con la
moglie e i bambini. Tutti con i passaporti albanesi e la frontiera serba.
Ma chi l'ha detto che serbi e albanesi
non vanno d'accordo ?
Pensate forse che Nostro Signore abbia
paura delle frontiere ?
E' arrivato l'angelo numero due.
Questa volta però era un angelo di serie
b perchè c'era la guerra con la Croazia e tanti angeli erano impegnati.
L'angelo di serie B aveva una Golf beige
e ha proposto ad Artur di portarlo fino a casa.
Artur tentennava. Erano 800 km, un
viaggio lunghissimo. C'era la guerra, tempo in cui si ammazzava una persona per
sole 100 mila lire.
Alla fine Artur accettò. L'angelo di
serie B era anch'esso albanese, ma godeva di una serie di protezioni infinite
anche in terreno serbo.
Saltata la frontiera, l'angelo B si
muoveva in territorio serbo come se fosse casa sua e con un'organizzazione
degna di un gran signore. Ad ogni provincia cambiava la targa della Golf.
Quella era un'operazione un po' delicata
e lunga e quindi Angelo B tirava fuori il kalashnikov e sbullonava e
reimbullonava le nuove targhe.
Tutto questo per 800 km, una famiglia di
albanesi e un angelo di serie B in territorio serbo, durante la guerra.
Chi mi ha raccontato questa storia è il
figlio di Artur, che adesso ha 32 anni.
All'epoca ne aveva 14 e quelle paure se
le sogna ogni notte.
Il figlio di Artur lo chiameremo Eduart
e vi posso dire che è arrivato su questo blog litigando a più non posso sempre
per il fatto del Kosovo.
Io e Francy ci dicevamo sempre: c'è
qualcosa che non va in questo ragazzo, sembra sempre che ti voglia dire
qualcosa, ma poi non te la dice.
Ora Artur, ma soprattutto Eduart, hanno
un sogno: quello di ritrovare l'angelo del Partizan.
Non dovrebbe essere difficile e se ci
aiutate ce la possiamo fare.
Ad Artur dico: ti pensi di aver
incontrato due angeli, ma forse l'angelo l'abbiamo incontrato noi, oggi, qui ed
è di qualità super !
Grazie
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