martedì 23 marzo 2021

24 marzo 1999, la vergogna della NATO





Noi non dimentichiamo 

Le bombe umanitarie NATO

In Kosovo statua all’americano dell’inganno di Racak

24 marzo '99 - bombe NATO

ПОДРУМ – IL RIFUGIO

Obiettivi civili

In serbo - Milica Marinkovic

In serbo per la Nato tanti processi (anche all’Aja)

Le bombe della NATO sulla Jugoslavia, 22 anni fa


Suicida il pilota della NATO che partecipò alle missioni in Serbia
Si è tolto la vita il presunto responsabile della morte di Milica Rakic, la piccola di tre anni che abitava nei pressi dell'aeroporto di Belgrado e fu colpita da frammenti di bombe "umanitarie" della NATO il 17 aprile 1999 alle ore 21:45.
Il tenente colonnello Harold F. Myers era andato in pre-pensionamento da pochi mesi con una diagnosi di "stress da disordine post-traumatico" in seguito a quei bombardamenti, secondo le dichiarazioni di sua moglie Elisabeth.
La piccola Milica appare oggi trasfigurata, tra le icone dei santi della chiesa ortodossa, negli affreschi realizzati dal diacono Nikola Lubardic



  • 24 marzo 1999 iniziano le operazioni aeree contro la Serbia:
    • dalla mattina si riduce l'attività di volo di routine sui cieli dell'Adriatico;
    • ore 16.00 circa, iniziano i primi decolli di aerei di supporto (tanker, AWACS, postazioni di comando volanti ecc);
    • ore 17.50 circa, iniziano i decolli serrati degli aerei d'attacco, alle 20.00 l'operazione sarà completamente avviata;
  • 25 marzo, ore 02.00 iniziano le incursioni all'interno della Serbia, gli attacchi della prima notte si concentrano su postazioni SAM ed aeroporti in Kosovo e nei dintorni di Belgrado, vengono impiegati anche i missili cruise;
  • 26 marzo, inizia l'afflusso dei primi profughi kosovari presso le frontiere albanese e macedone, la NATO individua alcune aree all'interno delle quali viene effettuata una "pulizia etnica";
  • 27 marzo, ore 20.45, un F-117 statunitense viene abbattuto a circa 28 miglia da Belgrado, il pilota è recuperato incolume 3 ore dopo;
  • 31 marzo, tre soldati statunitensi della Joint Guarantor in Macedonia vengono catturati e portati prigionieri a Belgrado;
  • 5 aprile, una bomba da 250 kg cade in un'area abitata, 17 morti;
  • 12 aprile, un ponte viene bombardato mentre vi transita un treno, 55 morti;
  • 13 aprile, intensificazione delle operazioni sul Kosovo:
    • l'esercito serbo colpisce con artiglieria un villaggio di frontiera albanese;
  • 14 aprile, circa 75 civili kosovari vengono uccisi per errore da aerei NATO;
  • 21 aprile e seguenti, le operazioni aeree si intensificano nella capitale serba, viene bombardato con bombe incendiarie il quartier generale del Partito Socialista Jugoslavo;
  • 23 aprile, alcuni missili colpiscono la torre della televisione pubblica serba, causando 16 morti;
    • lo stesso giorno viene respinta una prima offerta di tregua da parte di Milošević;
  • 30 aprile, il bombardamento del ponte della piccola città di Murino, in Montenegro, causa la morte di 6 persone, di cui 3 bambini, e 8 feriti;
  • 1º maggio, 47 civili vengono uccisi nel loro bus centrato mentre attraversava un ponte sotto bombardamento, questo è il secondo incidente di questo tipo;
    • il giorno successivo i tre soldati statunitensi vengono rilasciati come segno di buona volontà al reverendo Jesse Jackson;
  • 7 maggio, un errore durante un bombardamento nelle vicinanze di Nis (nel sud) causa la morte di 15 uomini e circa 70 feriti;
  • 8 maggio, l'ambasciata cinese a Belgrado viene colpita per un probabile errore di intelligence causando 3 morti ed un forte attrito internazionale;
  • 13 maggio, dopo un apparente ritiro serbo dal Kosovo, ed il ricorso della Serbia contro la NATO per genocidio presso il Tribunale Internazionale dell'Aia (rigettato il 2 giugno):
    • circa 60 morti ed 80 feriti causati dalla NATO contro un villaggio kosovaro, Korisa; la NATO accusa i serbi di aver usato i civili come scudi umani;
  • 21 maggio, circa 100 carcerati muoiono durante il bombardamento di un carcere a Pristina;
  • 22 maggio, 7 guerriglieri dell'UCK rimangono uccisi per un errore della NATO, altri 15 feriti;
  • 27 maggio, Milošević ed altri alti ufficiali vengono indagati per crimini di guerra presso il Tribunale Internazionale dell'Aia;
  • 30 maggio, durante un bombardamento di un ponte autostradale, rimangono uccise 11 persone che lo stavano attraversando;
  • 31 maggio, altri due gravi errori da parte degli aerei NATO:
    • 20 persone rimangono uccise in un ospedale a Surdulica, nel sud; la NATO nega ogni responsabilità;
    • una bomba colpisce il villaggio di Novi Pazar, causando 23 morti;
  • 1º giugno, Milošević accetta le decisioni del G8, si inizia a pianificare una missione di pace in Kosovo;
  • 9 giugno, lo Stato Maggiore serbo firma con la NATO l'accordo di Kumanovo sul ritiro dal Kosovo;
  • 10 giugno, dopo 78 giorni di bombardamenti, le missioni di attacco sono sospese.


I DATI DI REALTA’
“ I nostri piloti italiani hanno partecipato a 1378 missioni effettuate con 54 velivoli messi a disposizione della NATO. Hanno sganciato centinaia di bombe e 115 missili Harm ognuno dei quali ha un costo di 900 milioni. I nostri aerei sono stati impiegati sia in missioni di difesa aerea, sia in missioni di attacco. I Tornado Ids hanno compiuto missioni contro obiettivi fissi. Gli Amx sono stati utilizzati in particolar modo contro le forze militari serbe, principalmente in Kosovo. Su 19 basi militari italiane sono stati schierati 500 velivoli stranieri.”
Fonte:
il generale Mario Arpino, capo di Stato maggiore della Difesa
citato dal Corriere della Sera del 12 giugno 1999, pag.7

LIBRI CONSIGLIATI
La mia guerra alla guerra - In serbo - Il cielo sopra Belgrado - In difesa della Jugoslavia












Un paese piccolo che ha deciso di affrontare la forza militare più grande al mondo.
Siamo stati nella parte sbagliata???
Non credo proprio, per stessi motivi dal 1389, 1914, 1941... Ma questo poi si vedrà nella storia futura
Cosa abbiamo ottenuto?
Che la Russia si è svegliata , che la Cina si è preparata...
Abbiamo messo in qualche modo di nuovo equilibrio. Ora non esiste solo NATO come allora che detta le regole.


Come membro della NATO durante i bombardamenti del 1999, la #Grecia fu costretta ad inviare la sua nave da guerra ′′ Temistoklis ′′ al mare Adriatico. Tuttavia, l'equipaggio è rimasto deluso da questa decisione del governo, motivo per cui il capitano Marinos Ritsoudis si è rifiutato di bombardare la Jugoslavia e ha restituito la nave al suo porto. ′′ Da cristiano ortodosso non posso partecipare ad un attacco contro una nazione fraterna," ha detto Marinos Ritsoudis in quell'occasione. Per questo atto, il tribunale militare greco lo ha condannato a due anni e mezzo di carcere, ma allo stesso tempo ha guadagnato riconoscimento e riconoscenza eterna del popolo serbo.



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