mercoledì 10 marzo 2021

Dubravka Ugrešić contro il nazionalismo




 Sempre la num uno ! 

Sono stati trent’anni di brutale tirannia nazionalista. I croati si sono abituati a vivere immersi in una pesante corruzione. La Croazia era (e forse lo è ancora) uno stato “democratico” strutturato come una mafia. Le persone sono mentalmente schiave: non protestano contro la falsificazione della storia, contro la politica di riabilitazione dello stato nazista fantoccio di Pavelic durante la seconda guerra mondiale, contro le forti tendenze filofasciste o neofasciste, contro la stigmatizzazione del movimento di resistenza jugoslavo durante la seconda guerra mondiale, contro la catastrofica mancanza di competenza politica e di altro tipo delle persone al potere. 

Questo processo di de-professionalizzazione è iniziato sin dai primi giorni dell’indipendenza croata. Centinaia e centinaia di professionisti – giudici, medici, economisti, persino insegnanti di matematica! – sono stati licenziati (molti di loro erano di etnia serba) e sostituiti dalla “nuova classe” di persone le cui uniche qualifiche erano l’identità etnica e la lealtà politica al nuovo governo. Franjo Tudjman ha attuato una politica medievale di ricompensa verso i suoi fedeli “cavalieri”, installando il “suo popolo” in tutti i luoghi cruciali del potere: università, scuole, media, esercito, banche, industria. 



Il nazionalismo è la soluzione per chi non vuole confrontarsi con la propria inadeguatezza


Dubravka Ugresic in Balkan crew



"Cos'altro è questo se non attivismo?
Sì, io sono un'attivista. E non permetterò a nessuno di togliermi la professione!"
(Dubravka Ugrešić)
È il 1992 quando in Croazia ha inizio una delle gogne mediatiche più meschine e brutali della storia nazionale, una caccia alle streghe contro le cosiddette “Streghe di Rio”. Si trattava di cinque influenti scrittrici e intellettuali croate, che avevano manifestato a più riprese la loro condanna alla retorica etno-nazionalista del presidente Franjo Tuđman: oltre alle note Dubravka Ugrešić e Slavenka Drakulić, ci sono anche l’attivista per il Centro per le donne vittime di guerra della capitale croata Vesna Kesić, la giornalista Jelena Lovrić e Rada Iveković, attivista e docente universitaria di filosofia.
Nei primi anni ‘90 i mass-media croati erano controllati dal governo, con la richiesta implicita di sostenere la retorica di Tuđman per i valori della nuova Croazia; le cinque donne condannano risolutamente la propaganda filo-governativa, Ugrešić definiva apertamente il nazionalismo come “l’ideologia degli stupidi”.
Nel dicembre del 1992 si tiene a Rio il 58° Congresso Internazionale degli scrittori del PEN, dove si accende un dibattito sulla libertà di espressione in Croazia. Il presidente della sezione croata coglie l’occasione per denunciare una presunta cospirazione femminista contro la Croazia, che vede tramare dietro le quinte le cinque donne croate. È la pubblicazione di un articolo del Globus, intitolato “Le femministe croate violentano la Croazia”, che segna l’inizio della caccia alle streghe. Le donne subiscono indagini, si vedono passare in rassegna i propri legami familiari, alla ricerca di relazioni amorose con serbi o comunisti. I loro indirizzi vengono resi pubblici: Drakulić affermerà che ogni giorno qualcuno le sputava sulla porta di casa. Le donne sono costrette ad abbandonare il loro paese.
.....scrive che “solo le donne e i libri sono stati bruciati sui roghi dell’inquisizione”. Il processo alle “Streghe di Rio” rivela da un lato il carattere patriarcale della Croazia di Tuđman, che non poteva ammettere che queste donne si ribellassero al loro destino di mogli e madri, e dall’altro la resistenza di queste cinque donne che ancora oggi continuano a scrivere e fare informazione, a mobilitare le donne e altri gruppi marginalizzati.








2 commenti:

  1. E il resto dell'intervista? Hai pubblicato solo la parte in cui parla dei croati. E i riferimenti ai nazionalisti serbi? Quella parte non va bene? ������

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    1. in realtà sotto nel link c'è l'articolo intero, comunque ci pensa già tutto il resto del web a dare addosso ai serbi. grazie comunque del tuo commento.. a presto

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