mercoledì 23 giugno 2021

Srebrenica, le contraddizioni di un genocidio sancito a priori.



 

 J. Toschi Marazzani Visconti (ex collaboratrice di Limes e Il Manifesto)

Il Parlamento europeo ha stabilito che l’11 luglio sia il giorno dedicato al genocidio di Srebrenica. In pratica ha proclamato un dogma: si deve credere che i Serbi sono colpevoli dello sterminio della popolazione musulmana della città senza possibilità di dubbio, obbiezioni o di ulteriore indagine.
Effettivamente gli avvenimenti che si sono svolti fra il 10 e il 19 luglio 1995 sono oscuri ed oscurati, per quindici giorni dopo la presa della città da parte serba non sono state compiute investigazioni accurate, mentre già il governo di Sarajevo aveva denunciato all’opinione pubblica internazionale un eccidio di proporzioni inaudite senza che questo potesse essere constatato in maniera obiettiva e sollecitando un vero cataclisma emozionale sui Media. Secondo il governo musulmano 8000 uomini sarebbero stati fucilati dai Serbi.
............ Queste città protette erano ben lungi da essere città demilitarizzate al contrario erano sede di comandi delle Legioni Musulmane. In particolare a Srebrenica era di stanza la 28° Legione Musulmana, forte di 5500 uomini, al comando di Naser Oric. Questo militare aveva fatto parte delle guardie del corpo di Slobodan Milosevic ed era stato licenziato perché accusato di furto, in seguito a questa accusa era rientrato in Bosnia dove gli era stato affidato il comando della 28° legione.
Non c’è voluto molto tempo ai Musulmani bosniaci per comprendere che l’ONU non era in condizione di mantenere la sua promessa di “proteggere” Srebrenica. Con un certo aiuto esterno, hanno incominciato ad infiltrare migliaia di combattenti e armi nella zona protetta. Man mano che i combattenti musulmani erano meglio equipaggiati e allenati, si sono messi ad uscire da Srebrenica per rivitagliarsi, a incendiare i villaggi serbi e ad ucciderne gli occupanti prima di riguadagnare rapidamente la sicurezza della zona protetta dall’ONU. Questi attacchi hanno raggiunto l’apice nel 1994 e sono continuati fino all’inizio del 1995, dopo che la compagnia canadese di fanteria è stata rimpiazzata da un contingente olandese più importante. I Serbi bosniaci avevano forse armamenti più pesanti, ma i Musulmani bosniaci erano loro pari per la potenza della fanteria, indispensabile sul terreno aspro intorno a Srebrenica. Quando si è sciolta la neve nella primavera del 1995, è diventato evidente per Naser Oric, l’uomo che comandava i combattenti musulmani bosniaci, che l’esercito serbo bosniaco avrebbe assalito Srebrenica per far cessare gli attacchi ai villaggi serbi.............
Dal 1992 al 1995 nel corso di sanguinosi raid Naser Oric aveva comandato l’eccidio di almeno 3500 civili serbi che abitavano i villaggi e le campagne della regione fino alla cittadina di Bratunac ed oltre. Va detto che solo la città di Srebrenica era una zona protetta, non la regione di Srebrenica che comprendeva la città stessa e le cittadine di Bratunac, Skelane e Milici.
........... Queste fosse comuni sono riempite da un numero limitato di corpi delle due parti e sono il risultato di furiosi combattimenti e non di un piano premeditato di genocidio, come quello perpetrato sulle popolazioni serbe della Krajina durante l’estate 1995, quando l’esercito croato si è abbandonato a stragi massicce di tutti i Serbi che vi si trovavano. In quella occasione (la presa della Krajina), i Media hanno osservato un silenzio totale, sebbene il genocidio sia durato tre mesi. L’obbiettivo a Srebrenica era una pulizia etnica e non un genocidio, a differenza di quanto si è prodotto in Krajina, dove l’esercito croato ha decimato i villaggi malgrado non vi fosse alcuna resistenza militare.
Il governo di Sarajevo aveva affermato che gli scomparsi erano da 7000 a 8000, il numero dei corpi esumati nella zona dal Tribunale dell’Aja è stato di 2028, molti di loro risultavano essere morti in precedenza.
Dei 7500 cadaveri assemblati a Tuzla, solo 2079 sono stati identificati dalla Commissione Internazionale per le Persone Scomparse e il tentativo di impiegare il DNA per associarli a Srebrenica è fallito.
Nel maggio del 1996 mi trovavo in Bosnia, partita dalla Drina non lontano da Milici, ero sulla strada per Pale. Il mio autista era molto nervoso, mi aveva spiegato che quella mattina un gruppo di Musulmani aveva massacrato tre Serbi in quella zona ed era possibile li incrociassimo. Fortunatamente la IFOR statunitense aveva fermato un gruppo di Musulmani, trovati in possesso di armi, e secondo gli accordi internazionali li aveva consegnati alla polizia di Pale. Pur sospettando che i dieci uomini fossero gli autori dell’eccidio, mancando prove evidenti, i Serbi li schedarono e rilasciarono. Appartenevano tutti ad un gruppo terrorista chiamato Laste, otto di loro risultavano sulla lista degli scomparsi di Srebrenica depositata dalla Croce Rossa Internazionale.









La Corte ha stabilito che quello che avvenne fu un genocidio ad opera di singole persone, ma che lo Stato Serbo non può essere ritenuto direttamente responsabile per genocidio e complicità per i fatti accaduti nella guerra civile in Bosnia-Erzegovina dal 1992 al 1995, fra i quali rientra la strage di Srebrenica.

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