venerdì 4 febbraio 2022

VUKOVAR




 Il 22 dicembre 1990, il parlamento croato proclamò unilateralmente l’indipendenza e promulgò una nuova Costituzione tutta incentrata sul principio fondamentale, prego di richiami alla celeberrima Dottrina Monroe, della “Croazia ai croati”. Nell’ottobre del 1991 il governo guidato dal presidente Franjo Tuđman decretò l’espulsione di circa 30.000 serbi dalla Slavonia e dalla Krajina, mentre la Guardia Nazionale Croata occupava Vukovar. L’esercito federale cinse d’assedio la città prima di procedere all’attacco, infliggendo pesanti perdite agli assediati che vennero costretti alla resa. Nel frattempo, la Macedonia otteneva l’indipendenza (17 settembre 1991) grazie ad un accordo stipulato tra il primo ministro Kiro Gligorov e il presidente della Federazione Jugoslava Slobodan Milošević, mentre la Slovenia decise di ispirarsi all’esperienza croata per proclamare a sua volta (25 giugno 1991), l’indipendenza da Belgrado sulla medesima base etnica. A differenza di quanto accaduto in Croazia, il piccolo esercito sloveno riuscì a tener brillantemente testa alle milizie federali, provocando pesanti perdite. Le secessioni proclamate unilateralmente da Croazia e Slovenia e il successo ottenuto da quest’ultima nel conflitto contro le truppe inviate dal governo di Belgrado non potevano che alimentare le spinte centrifughe interne alla Jugoslavia, favorendo implicitamente l’estensione a macchia d’olio della guerra civile.

Guerra jugoslava, cronache di una catastrofe preparata a tavolino
di Guacomo Gabellini 4.12.2017

Rolando Dubini 10 aprile 2021





Uno dei motivi che spingerà all'insurrezione serba contro il secessionismo di Zagabria degli anni '90, sarà anche la fine di una certa politica nazionale sul territorio croato. La costituzione croata d'epoca jugoslava, infatti, definiva fin dal primo articolo che - la Repubblica Socialista di Croazia è lo stato nazionale del popolo croato, lo stato dei serbi di Croazia e lo stato delle nazionalità che in essa vivono. - Dal '91 in poi questa definizione verrà eliminata relegando i serbi di Croazia allo stato di minoranza e non più di popolo costituente.
Tratto da East journal









E' stato riconosciuto post mortem dal Tribunale penale per la ex Jugoslavia membro chiave di un gruppo criminale che intendeva conquistare con la violenza una parte del paese confinante della Bosnia ed Erzegovina, in particolare eliminandone la popolazione musulmana attraverso la commissione di crimini di guerra e contro l'umanità. Inoltre lo stesso propugnava l'eliminazione di ogni presenza serba nella Krajina così commettendo atti considerati crimini di guerra 

I serbofobici cercano di cambiare continuamente la pagina di Wikipedia 

Krajina 1995: “Sve čisto” (Tutto pulito) - non c'è più un serbo in Croazia disse il criminale Tudjman

Franjo Tuđman


Le azioni criminali perpetrate dall'esercito e dalla polizia croata nel 1995 (operazioni flash, oluja, phoenix, mistral I) hanno avuto come risultato l'eliminazione e l'esodo della quasi totalità della popolazione secolare Serba nelle regioni di Kordun, Lika, Dalmazia, Banija e Slavonia.
Oltre 250.000 Serbi furono cacciati dalle regioni sopra citate (in seguito verranno cacciati anche da Sarajevo e Kosovo) in una evidente operazione di Pulizia Etnica come si può ben notare dalle cartine sottostanti.
Tratto da Riponderare i Balcani






A partire dal 2020 c'è stato un picco di violenza nazionalista e crimini d'odio in Croazia. Un anno prima, un rapporto della Commissione europea avvertiva che "l'incitamento all'odio razzista e intollerante nel discorso pubblico si sta intensificando" nel paese, con i principali obiettivi "serbi, persone LGBT e rom". Il rapporto ha aggiunto che la risposta delle autorità croate a questa preoccupante tendenza è stata debole. I tentativi degli ultimi anni di politici di spicco di cancellare i crimini di guerra della Croazia dalla memoria del pubblico e glorificare i brutali criminali di guerra come eroi nazionali contribuiscono direttamente all'ascesa di idee e narrazioni di estrema destra in Croazia. Questo pericoloso revisionismo storico non si limita agli eventi che hanno avuto luogo durante le relativamente recenti guerre jugoslave. In Croazia, anche elementi di estrema destra stanno tentando di rivedere la storia della Seconda Guerra Mondiale. Gli Ustasa, il partito fascista che creò lo Stato Indipendente di Croazia allineato ai nazisti tra il 1941 e il 1945, uccisero centinaia di migliaia di serbi, ebrei e rom durante la Seconda Guerra Mondiale. Gli Ustasa hanno anche supervisionato il famigerato campo di concentramento di Jasenovac dove sono state uccise tra le 770.000 e le 990.000 persone.
Il mondo ricorda gli Ustasa come un'organizzazione "terroristica" ultranazionalista, violenta e razzista che rappresenta un'epoca oscura nella storia europea. Nella Croazia moderna, tuttavia, la brutalità delle azioni del regime ustascia è stata a volte minimizzata dai media e dai politici di spicco, e il partito filo-nazista è presentato da molti come un simbolo di forza e orgoglio nazionale.
Il saluto nazista croato, "Pronto per la Patria" (Za Dom Spremni) è ancora apertamente largamente usato in Croazia. Anche la negazione dell'Olocausto, che va di pari passo con la sanificazione dei crimini degli Ustasa contro gli ebrei croati, sembra essere diventata più ammissibile nel paese.
Non solo condonando, ma anche lodando i crimini commessi dalle forze croate contro altri gruppi etnici, le élite all'interno del paese stanno creando un ambiente in cui più persone si sentono a proprio agio nell'esprimere opinioni xenofobe, razziste e odiose. Oggi la Croazia è un crogiolo di iper-nazionalismo. La maggior parte delle élite politiche del paese non solo non sono riuscite a condannare le opinioni di estrema destra, ma hanno anche creato un ambiente in cui gli attivisti di estrema destra si sentono autorizzati a diffondere le loro idee divisive e pericolose.
Per lasciarsi alle spalle la politica dell'odio, si consiglia alla Croazia di rinunciare urgentemente ai criminali di guerra e porre fine all'ascesa della nostalgia fascista. Deve inoltre agire immediatamente per contrastare la normalizzazione e accettazione delle opinioni razziste e xenofobe tra la popolazione






Ricordiamo le 5 scrittrici croate allontanate ingiustamente e anche Giacomo Scotti, continuamente minacciato . .....Durante la sua permanenza a Globus ha acquisito una certa notorietà grazie a un pezzo d'opinione del 1992 non firmato (che alla fine ha ammesso di aver scritto), intitolato "Croatian Feminists are Raping Croatia", in cui ha attaccato cinque scrittrici femministe croate ( Slavenka Drakulić , Vesna Kesić , Jelena Lovrić , Dubravka Ugrešić e Rada Iveković), accusandoli di tradire la Croazia. L'articolo è stato fonte di significative controversie che alla fine hanno portato a una causa per diffamazione contro la rivista. .... Una preghiera anche perchè ci aiuti Matvejevic, ingiustamente accusato pure lui . Fonte Wikipedia inglese. Questo commento sui social viene continuamente cancellato...












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