domenica 5 giugno 2022

Nella Costituzione italiana c'è qualche articolo che dice che essere putiniani è reato?

 

Il Corriere manda "pizzini" alla Lucky Luciano - Dietro il sipario - Talk Show





Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno espresso solidarieta' e apprezzano il lavoro di chi si batte per la verita' in un mondo di menzogne certificate. In 10 siamo finiti su una delirante lista stilata dal Copasir per aver criticato la scelta suicida e guerrafondaia del governo italiano. In 10 sulla lista, ma in realta' siamo la maggioranza degli italiani, una maggioranza che non e' rappresentata dal governo di un paese che continua beffardamente ad autodefinirsi "democratico" mentre di fatto si sta ucrainizzando. Vi saluto con un consiglio di lettura che sicuramente incontrera' il vostro gradimento

😜
Laura Ru.




Il Corriere della Sera e, nello specifico, Monica Guerzoni e Lorenza Sarzanini, quando citano e accusano qualcuno, dovrebbero portare delle prove e dei dati di fatto per corroborare le tesi della presenza di una presunta rete di "putiniani" in Italia.
Poi a pensarci bene l'articolo non accenna a fatti specifici, si limita solo a diffamare e pubblicare i nomi di chi la pensa in maniera diversa e da anni si prodiga affinché un altro punto di vista (questo sì, basato su fatti e prove incontrovertibili) venga veicolato al pubblico italiano.
Mi viene da pensare che (ammesso e non concesso esista una rete di "putiniani", mi viene da ridere solo a scriverlo😂) essere "putiniani" non mi risulta essere un reato, al contrario invece, mi risulta essere un reato accusare, infamare ed intimidire qualcuno, nonché esporlo a pericoli di ritorsioni da parte degli amichetti dei pennivendoli italiani, ovvero i NAZISTI del battaglione Azov.
Da parte mia posso dire che sono FIERA e ORGOGLIOSA del rapporto di amicizia personale che mi lega ad alcuni dei citati in quell'articolo vergognoso e spero che questi cari amici possano agire compatti contro questo meccanismo di dossieraggio mirato all'intimidazione, tipico di REGIMI TOTALITARI in cui il pensiero diverso è considerato un pericolo, quando non una malattia da estirpare.
Massima solidarietà a Giorgio Bianchi, Laura Ru, Manlio Dinucci e gli altri diffamati dal Corriere della NATO, se toccano uno toccano tutti! ❤️
Francesca Qibla.







La guerra svela il funzionamento strutturalmente discriminatorio del liberalismo: la crisi dello Spazio Sacro della Libertà
Siamo alle liste di proscrizione e alla gogna mediatica per tutti i "disfattisti" e le "quinte colonne del nemico": per chiunque, cioè, incrini in qualche modo la compattezza della razza o della civiltà occidentale e le sue certezze nel momento dello sforzo bellico. E questo indipendentemente dalle argomentazioni, e dunque allo stesso titolo per i critici autorevoli della Nato come per i mentecatti sognatori dell Eurasia.
Come in un laboratorio, ne emerge la natura più riposta del liberalismo, quella natura che solitamente viene mantenuta celata e inespressa.
Il liberalismo è un dispositivo nel quale emancipazione e deemancipazione sono sempre e strutturalmente intrecciate, perché questa filosofia politica - che è espressione ideologica di interessi di classe determinati e particolari e dei loro riaggiustamenti storici secondo i rapporti di forza - non è capace, per il suo stesso statuto epistemologico, di pensare la libertà in una forma realmente universale.
Ecco, perciò, che in condizioni di normalità il liberalismo si presenta e si rappresenta agevolmente come uno Spazio Sacro delle Libertà - che coincide con l'Occidente e con tutte le aree alle quali l'Occidente concede di volta in volta la cooptazione, come oggi all'Ucraina - al cui interno vale il riconoscimento tra pari e valgono le conseguenti garanzie verso coloro che sono ritenuti emancipati.
Insuperabilmente particolaristica per via della sua genesi, questa "libertà occidentale" è possibile, però, solo in quanto e perché al contempo le forme più crudeli di discriminazione e oppressione vengono esercitate in quel vasto spazio informe in cui sunt leones: quello spazio - geograficamente esterno al Mondo Libero o negli anfratti e nei margini interni della sua stessa estensione - nel quale nessun riconoscimento è possibile e che è disponibile pertanto per lo sfruttamento più brutale, la guerra (chiamata "operazione di polizia" contro i criminali, visto che all'altro non viene concessa dignità statuale) e l'espansione coloniale.
Ecco che, ad esempio, proprio la schiavitù dei neri rendeva possibili negli Stati Uniti quelle forme di relativa eguaglianza all'interno della comunità bianca che nel XIX portava Marx (sbagliando) a parlare per quel paese di "emancipazione politica compiuta".
Ecco che la discriminazione verso le minoranze "devianti" e verso gli ebrei, ma soprattutto l'espansione coloniale, hanno favorito in certe circostanze - bisogna ricooscerlo - l'integrazione socialsciovinista dei subalterni in Europa.
Ecco che oggi gli alti standard di democrazia formale e Welfare in Israele sono possibili per la simultanea discriminazione dei palestinesi, dal momento che gli ebrei sono diventati bianchi mentre gli arabi sono rimasti neri.
Tutto questo in condizioni di normalità, come si diceva.






Accade però che quando la normalità è superata dallo stato d'eccezione, come appunto accade durante una guerra o una crisi rivoluzionaria, i confini dello stesso Spazio Sacro entrano in discussione. E la deemancipazione può allora rompere gli argini di contenimento stabiliti e riversarsi anche sui Liberi, il cui status è a quel punto diminuito e la cui appartenenza ai pari è revocata.
Ed ecco la prigione per i bianchi che insegnavano a leggere e scrivere ai neri, ad esempio. Oppure i campi di concentramento per i cittadini americani di origine giapponese. O le discriminazioni in tutta Europa per gli iscritti ai partiti comunisti, come il Berufsverbot.
In tutto questo troviamo la miseria e la grandezza del liberalismo.
La sua miseria, perché questa ideologia non possiede il concetto di comune umanità e rappresenta dunque uno stadio preistorico dell'evoluzione culturale umana.
La sua grandezza, perché l'estrema flessibilità e capacità di adattamento ai rapporti di forza vigenti momento per momento, ne fa una visione del mondo fortissima.
Stefano G. Azzarà.





"L'ex presidente Usa scende in campo a favore della regolamentazione statale del sistema mediatico digitale, in mano ai big tech, che produce un disallineamento con l'ordine democratico ed è preda di manovre di paesi e forze autoritarie".
Finché i social sono stati funzionali alle sue elezioni, grazie anche al prezioso ausilio di aziende del calibro di Cambridge Analytica, andava tutto bene.
Ora che le loro narrazioni traballano, meglio legalizzare la censura feroce.
I democratici quelli veri.





Vedete che piano piano stanno prendendo coraggio e stanno giungendo al punto al quale volevano arrivare fin dall'inizio, ovvero alla criminalizzazione e alla psichiatrizzazione del dissenso?





"Non sono ottanta, in realtà sono la metà"
Questa la agghiacciante scelta di conforto per le due giornaliste del "Corriere della Sera", Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini, per ridimensionare il numero di giornalisti uccisi in Ucraina (e non nel Donbass) dal 2014.
Il regime di Kiev ne ha fatti uccidere solo quaranta, dunque! È veramente una nazione democratica e che lotta per la propria libertà.
Il "Corsera" si dimostra osceno. Inaccettabile sopportare tali ignobili dottrine.
Hai voglia il Copasir quanto scoprirebbe se indagasse sugli "sponsor" dei media italiani. Altro che Giorgio Bianchi , Manlio Dinucci o Laura Ru. "La rete di Putin"...
Ignobili.





L'evidenza del fallimento dei piani dell'Occidente bellicista spinge il partito unico della guerra ad attaccare in modo sempre più spudorato e scorretto personalità che hanno l'ardire di voler raccontare i fatti dal campo o che semplicemente si oppongono alle spinte guerrafondaie in atto.
Solidarietà all'amica Laura Ru, analista di comprovata esperienza e onestà intellettuale inattaccabile, a Giorgio Bianchi, di cui si riferiscono dettagli assolutamente inesatti (per 8 anni in Donbass ha testimoniato la guerra, non fatto politica e militanza), all'instancabile giornalista Dinucci, al militante antifascista Alberto Fazolo e a Maurizio Vezzosi, colpevole di farci vedere le armi Nato che colpiscono le scuole in Donbass e ammazzano i bambini.
A differenza di chi scrive l'articolo e che al massimo rischia una denuncia x diffamazione, alcune delle persone su menzionate per raccontarci l'altra parte della storia o anche solo stimolare un sano dibattito, rischiano la vita. Miseria umana e viltà si scontrano col coraggio e la dignità degli Uomini veri. Onore a voi.





Sono finita anch'io nella lista di proscrizione del Corriere della Serva. A questo punto vorrei aiutare le fantasiose autrici dell'articolo. Non solo sono una famosa agente del Cremlino, nome in codice Nikita, ma anche l'amante di Putin, Lavrov, e Assad, anche se ora per motivi geografici frequento piu' spesso Xi Jing Ping.





La propaganda si combatte solo attraverso un’informazione accurata, onesta, libera e indipendente. La chiusura degli organi di propaganda russaSputnik e Russia Today, è stato un errore, come lo sono le liste degli ipotetici nemici interni. La libertà di stampa e opinione è un diritto, sempre. Se davvero crediamo nella forza della nostra democrazia, allora dobbiamo combattere la propaganda attraverso un’informazione di qualità, credibile e autorevole. Ma – a vedere da quello che viene pubblicato sui nostri giornali – siamo molto lontani da questo obiettivo. Più facile quindi censurare, trincerarsi, indossare l’elmetto e sparare ad alzo zero.



Nessun commento:

Posta un commento

CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav