HIMARS in Russia
In precedenza, sul Web sono apparse voci secondo cui il lanciarazzi americano HIMARS MLRS è già a disposizione dell'esercito russo. Le nostre fonti hanno appena confermato queste informazioni. Non ci sono ancora informazioni se l'HIMARS MLRS sia stato catturato in combattimento o venduto dall'esercito ucraino corrotto, ma al momento il veicolo si trova già in Russia. Se HIMARS è in buone condizioni, una tale perdita potrebbe diventare piuttosto sensibile per gli Stati Uniti. Lo studio del lanciatore da parte dei russi non solo consentirà loro di applicare le tecnologie americane nei loro sviluppi, ma consentirà anche alla Russia di sviluppare modi per contrastarli.
Draghi/Schettino, dopo aver scagliato l'Italia in picchiata contro la Russia, ha prontamente pigiato il pulsante di lancio e ha lasciato la popolazione a bordo a fracellarsi contro le sanzioni che lui stesso gli ha imposto.
Nel frattempo i suoi mandanti, continuano bellamente a curarsi i cazzi propri facendo affari con la Russia.
L'Ucraina minaccia JPMorgan, HSBC, Citivroup and Crédit Agricole, dicendo che se continueranno a commerciare il petrolio russo verranno escluse dal business della ricostruzione del paese.
Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha affermato che consentirà transazioni con la Federazione Russa relative a fertilizzanti, cibo, semi, medicinali e attrezzature mediche.
È stato anche riferito che gli Stati Uniti hanno ritirato dalle sanzioni l'ex filiale di Gazprom, Gazprom Germania GmbH. (Fonte: Ukraine News 24 - Tramite Giubbe Rosse).
L'Arabia Saudita, il più grande esportatore di petrolio al mondo, ha più che raddoppiato le importazioni di gasolio russo nel secondo trimestre per alimentare le centrali elettriche e liberare il greggio del regno per l'esportazione.
Secondo gli analisti di Bloomberg la UE sta rallentando l'assistenza economica all' Ucraina. Dei 9 miliardi promessi ne è stato corrisposto solo 1. La stretta è data dalla necessità di far fronte alle conseguenze interne dello shock energetico.
“Patto” Usa-Ue-Russia: Ucraina in macerie e affari per ricostruirla.
Fabio Mini
Il Fatto Quotidiano 16 luglio 2022
Confusi e abbagliati dalle vicende nazionali i paesi di mezza Europa tendono a dimenticare il conflitto ucraino o a limitarsi all’annoiata registrazione delle cose principali. Il che semplifica, ma non aiuta a eliminare la confusione. Da una parte ci sono i soliti proclami di vittoria (nel prossimo futuro), dall’altra i proclami di guerra neppure iniziata. Gli osservatori internazionali si cullano su una presunta fase di “pausa operativa” che il presidente Zelensky smentisce. Anzi, le sue forze sono in pieno contrattacco e con le armi generosamente offerte dall’Occidente presto l’invasore sarà respinto e cacciato dall’Ucraina. I primi segnali di riscossa vengono dagli interventi dei sistemi lanciarazzi statunitensi Himars che hanno già colpito obiettivi russi nella zona di Lugansk occupata. L’Ucraina è pronta a mobilitare 900.000 uomini e la sua marina da guerra garantirà la sicurezza delle esportazioni di grano dal porto di Odessa. E così il mondo sarà libero dalla fame: parola di Zelensky.
Il segretario di Stato Usa Blinken intanto fa shopping d’importazioni dai paesi arabi, ora non più “canaglie”, e denuncia le deportazioni e le separazioni delle famiglie di cittadini ucraini da parte dei russi. Tra cui 260 mila bambini inclusi quelli senza famiglia tratti dagli orfanotrofi del Donbass. La situazione appare quindi favorevole alla riscossa occidentale anche se la lotta sarà ancora lunga. E comunque non è il caso di disturbare le vacanze estive. Dalle scarne notizie dal fronte e dai commenti ufficiali si notano tuttavia alcuni dettagli rivelatori. I lanciarazzi Himars presenti in Ucraina sono ancora otto. E sono schierati a ridosso della prima linea ucraina. Gli esperti del Pentagono non confermano che siano queste armi a provocare le distruzioni di depositi e altri obiettivi e poco si sa degli equipaggi “addestrati” così bene e in fretta da poter fare la guerra da soli. Non si tratta di molti uomini (tre per autocarro) e le stesse imprese costruttrici o i contractors hanno sia operatori sia istruttori capaci e disponibili. Pagando. In ogni caso, anche con gli altri quattro Himars promessi da Biden non è detto che siano in grado di cambiare significativamente il quadro della guerra.
L’aritmetica delle truppe.
I mezzi concessi sono ancora ben al di sotto dei trecento sistemi richiesti da Zelensky. Faranno un bel casino, ma in Donbass, vale a dire sul territorio che Zelensky dice essere ucraino. Mentre i russi sarebbero in difficoltà a reperire nuovo personale da inviare al fronte su un totale di 900.000 effettivi, 250.000 in riserva operativa e altri 800.000 di riserva addestrata su una popolazione di circa 144 milioni, l’Ucraina afferma di poterne mobilitare 900.000 su 40 milioni di abitanti di cui la metà espatriata o sfollata. Gli analisti statunitensi valutano comunque che il numero citato da Zelensky riguarda personale non addestrato e forse nemmeno tanto desideroso di essere spedito al fronte, specialmente se le cose non andassero così bene come sembrerebbe. Gli Himars e tutte le armi date agli ucraini stanno combattendo contro i russi e i russofoni che sono ucraini e stanno distruggendo il Donbass. Quando e se porteranno alla vittoria, grazie anche al nostro contributo umanitario, atlantista ed europeista, del Donbass e di gran parte dell’Ucraina rimarranno solo macerie. Che è poi ciò che Zelensky, Stati Uniti, Nato e Unione Europea vogliono. Più macerie, più soldi per ricostruire. I “deportati” dai russi sono russofoni del Donbass che non hanno più nulla e nessun posto dove andare. Sono ucraini superstiti dei sette anni di massacri perpetrati dalle milizie di Kiev e trattati come terroristi. I bambini tratti dagli orfanotrofi sono i figli ucraini di genitori ucraini ammazzati dagli ucraini. Del resto, nel 2015 il presidente Poroshenko aveva già deciso il destino delle popolazioni ucraine del Donbass e in un discorso alla televisione di Odessa lo spiegò molto bene: “Noi avremo lavoro e loro no, noi avremo pensioni e loro no, i nostri bambini andranno all’asilo e a scuola, i loro no. Si dovranno rintanare negli scantinati”. Anche lo sblocco del grano (se e quando concordato) è un merito che vantano in molti: l’Onu, gli Usa, la Russia, l’Ucraina, la Turchia e persino l’Italia per non si sa quale iniziativa diplomatica. Di fatto, senza le garanzie della Russia e della Turchia le assicurazioni verbali dell’Onu, le millanterie degli altri e le 6-7 corvette rimaste all’Ucraina garantirebbero ben poco.
Il pentagono Quei dubbi sulle armi a Zelensky.
Tra i dettagli, c’è infine l’ambigua osservazione dell’esperto del Pentagono citato dal New York Times sulla “preoccupazione” per l’invio di altre armi all’Ucraina. Ovviamente è una questione tecnica che non intende mettere in discussione la posizione politica statunitense, ma è ugualmente interessante.
Tale preoccupazione verrebbe dall’eccessivo depauperamento di armamenti a disposizione delle forze armate Usa e quindi di una ridotta capacità d’intervento. Togliendo dal novero delle forze “depauperate” tutti i sistemi aeronavali, tutti i sistemi strategici e tutte le forze di contingenza già dislocate in giro per il mondo, la preoccupazione può riguardare solo l’attuazione della pianificazione del Pentagono che prevede di dislocare in Europa, e in Ucraina in particolare, forze tali da sostituire gli ucraini e integrare quelle europee, volenti e nolenti, in un confronto diretto con la Russia nella speranza, venata d’ipocrisia, che il conflitto rimanga al livello convenzionale. In pratica, la preoccupazione del Pentagono è che continuando a dare armi all’Ucraina la guerra non cesserà e gli Usa non saranno in grado di attuare quanto già pianificato. A breve.
Di Maio è stato evidentemente molto infastidito dal post di Medvedev, che aveva commentato le dimissioni di Draghi solo con foto con cui si chiede chi sarà il prossimo a cadere dopo Draghi. Volendo infierire gratuitamente contro la Russia, Di Maio si è permesso di trarre le sue conclusioni, davvero poco intelligenti: “Mosca brinda! ieri a Mosca hanno festeggiato per la testa di Draghi servita a Putin su un piatto d’argento”
Quando si dice, te le vai proprio a cercare! Ma Di Maio non ha calcolato che i denti se li rompe contro l’intelligenza e l’acutezza di Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri Russo. Qualcuno in Italia era recentemente rimasto sbalordito per la sua capacità di tenere testa a qualsiasi domanda provocatoria e rispondere alla velocità della luce, per esempio, a Massimo Giletti il quale, ispirato dalla moda italiana: “non bisogna lasciar parlare la propaganda russa, ma bisogna contrastare e mettere in difficoltà l’intervistato”, dopo l’intervista a Maria Zakharova si è sentito male ed è svenuto. La stampa italiana – per giustificare la misera figura di Giletti di fronte alla dirompente Zakharova e alle verità scomode da lei dette a tutti gli italiani, l’ha caratterizzata come “furbissima”…
Adesso abbiamo collezionato un’altra brutta figura: l’infelice dichiarazione di Di Maio «Mi piange il cuore vedere che dall'altra parte del mondo, a Mosca, in un'autocrazia, ci sia Medvedev che festeggia perché una della più potenti democrazie del mondo, l'Italia, è stata indebolita a tal punto che di là festeggiano e di qua noi facciamo le riflessioni su che cosa succede domani» Era ovvio che immediatamente sarebbe seguita la risposta di Maria Zakharova che, come riporta l’Huffpost, prima, genericamente, afferma che “il ministro degli Esteri Luigi Di Maio non capisce nulla di quello di cui si occupa". Poi, aggiunge una considerazione politica: Mosca auspica per l'Italia "un governo non asservito agli interessi americani". Perché se è vero che "si tratta di un affare interno all'Italia", tuttavia "visto che il ministro degli Esteri italiano si è permesso di menzionare la Russia nell'ambito della crisi di governo, gli rispondo che auguro al popolo italiano un governo che si occupi di risolvere i problemi creati dai suoi predecessori e non di servire gli interessi degli americani".
Di fronte alle sacrosante verità dette dalla Zakharova, che epiteto verrà usato stavolta contro di lei?
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