sabato 18 febbraio 2023

IL SILOS DI TARCIN

 




A seguito del referendum del 1° marzo 1992, che ha stabilito l’autodeterminazione della Bosnia ed Erzegovina dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, il 5 aprile i bosniaci si dichiarano indipendenti. I serbi sono fortemente contrari per la loro grande presenza nel nascente Stato, poiché minoranza. L’evento trascina così anche la Bosnia nella guerra di dissoluzione della Federazione degli Stati jugoslavi.

Il conflitto in Bosnia ed Erzegovina è stato la tragedia più immane di tutto lo scontro bellico: una guerra civile in cui i tre principali gruppi nazionali del Paese (bosgnacchi, serbi e croati) si sono combattuti senza sconti, coinvolgendo la popolazione civile. Una guerra dipinta come scontro primitivo fra le diverse etnie del Paese, ma che tuttavia ha nascosto ben altro: interessi politici ed economici, ambizioni personali dei leader politici, convenienze di entità esterne.

Nel cuore dell’Europa ricompaiono i campi di concentramento, allestiti da tutte le parti coinvolte nel conflitto, senza eccezioni. I serbi istituiscono campi a Ke¬ra¬term, Manjača, Omarska, Vilina Vlas, Vojno e altrove. Croati e bosniaci creano campi a Sarajevo, Čelebić, Tarčin, Livno, Bradina, Odzak, Bihac (nel Je¬dinstvo Football Stadium) e in molti altri luoghi. Sono tutti campi per lo più improvvisati e di breve durata, predisposti in campi sportivi, scuole, vecchie fattorie, fabbriche dismesse, ex miniere, edifici abbandonati, magazzini e terreni incolti.

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