martedì 28 marzo 2023

AL SICURO NEL PAESE NEMICO

 





Non so come ho fatto a sopravvivere...Quei interminabili 78 giorni, dal 24 marzo a 10 giugno 1999, guardando in TV in Italia le bombe che piovevano sulla mia citta, Belgrado, sul mio paese, sulle teste dei miei genitori e i miei amici. Tutto il mondo diceva che la ex Jugoslavia sarà bombardata, ma nessuno ci credeva.. Nè' i miei amici italiani, (ma come si fa a bombardare un paese amico e confinante), né tanto meno i miei che credevano si trattasse solo di minacce da parte degli americani. Mio padre scherzava al telefono:" Ma questi si vogliono decidere a bombardare sì o no? Che io devo imbiancare casa.." Finché la prima bomba non ruppe le finestre del palazzo che si trovava nelle vicinanze di un fantomatico magazzino sotterraneo e quindi uno degli obbiettivi in lista.

Mia madre si rifiutava di scendere nel rifugio ,che non era altro che la cantina del palazzo dove le massaie custodivano i vasetti di marmellata e i sottaceti e i contenitori di plastica con il cavolo sotto aceto. Le cantine erano umide e strette .Noi abitavamo al pianterreno e per scendere nel cosiddetto rifugio c'era da fare solo una rampa di scale. Cosi la mamma rimaneva a casa dove preparava il caffè per tutti, ma rifiutava di rimanerci. "Se devo morire non voglio farlo come un topo delle fogne, ma come un essere umano in casa mia."
All'epoca non c'erano i telefonini, l'internet e i social. La linea telefonica non sempre funzionava e io morivo dall'alta parte della linea. Poi quando ci sentivamo la mamma diceva:" Poteva andare peggio. "Peggio di così?????",mi meravigliavo io. "Sì, Olga. Potevi esserci tu qui, con noi. Invece sei al sicuro, con la tua famiglia e i bambini in Italia. Siamo fortunati di non dover temere ogni giorno per la vita dei figli e nipoti, come i nostri vicini di casa e i nostri amici"
Sì, ero al sicuro nel paese nemico.

Nessun commento:

Posta un commento

CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav