La bambina di 7 mesi ritratta durante la fuga dalla strage croata denominata Tempesta è cresciuta ed è la moglie di Nikola Jokic
The Joker. Ci voleva un giocatore "normale" ma dal talento straordinario come Nikola Jokic per trascinare Denver alla conquista del primo titolo in NBA. Fosse per lui, se non avesse capitalizzato il talento che ha nelle mani usando la palla a spicchi come una bacchetta magica, oggi sarebbe in fattoria a occuparsi dei cavalli e dei campioni della sua scuderia. Una passione che coltiva da ragazzo, trasmessagli dal padre e alimentata negli anni in cui il "ragazzo di campagna" nemmeno immaginava che sarebbe divenuto una superstar della pallacanestro mondiale.
Lucido, letale, da lui puoi aspettarti che da un momento all'altro t'inventi un trucco di prestigio che è pura illusione, classe e magia, capacità di fare cose difficili nella maniera più semplice e a lui più congeniale. Ecco perché ha il soprannome del cattivo che sfida Batman: ne sa una più del diavolo. O forse il diavolo è proprio lui sotto mentite spoglie e si presenta con una faccia tranquilla. "Non ho mai dato molto peso alle statistiche – ha ammesso di recente -. Provo solo a vincere le partite, non penso ad altro".
Jokic sorride, impugna il trofeo, si gode il momento poi fa come colui che, finito il lavoro, ripone i ferri del mestiere e ha una sola cosa in testa: tornare alla sua magione. Lo dice a caldo al reporter che gli chiede della festa celebrativa per il titolo: "Devo essere a casa entro domenica, ho la mia corsa di cavalli". E quel ragazzo che arrivò ai Nuggets con una ventina di chili di troppo oggi s'è preso il mondo e ha iniziato a farlo roteare sulle dita.
Sport Fanpage
Dopo l'ennesima vittoria di Djokovic nel tennis, l'uomo dei record, colui che doveva essere già morto secondo le virostar, c'è un altro caso nello sport che sta infastidendo qualcuno, trattasi del cestista serbo Nikola Jokic.
Il ragazzo gioca in NBA, la lega americana di basket, il campionato più prestigioso al mondo.
Per chi non lo sapesse l'NBA è ormai da anni un mero veicolo di propaganda, tra arcobaleni lgbt, inginocchiamenti per il black lives matter e sottomissione a qualsiasi idiozia politicamente corretta delle agende mondialiste.
In questo scenario, costoro sono sempre alla ricerca di icone da sfruttare per lanciare modelli della loro becera propaganda.
A loro servono star afroamericane con un passato strappalacrime su cui costruirci sopra tutta la loro propaganda fatta di antirazzismo e inclusività a vanvera, ma di recente gli sta andando male.
C'è questo ragazzo serbo, bianco, con una forma discutibile, lontano dai fisici asciutti e muscolari delle star americane, che sta letteralmente dominando nel campionato più importante del mondo. Un ragazzo su cui gli americani non avevano scommesso una lira, che per caratteristiche tecniche, visione di gioco e intelligenza sta riscrivendo la storia di questo sport.
Ma la cosa divertente è che costui è un vero e proprio cortocircuito nella NBA di oggi, sempre in cerca di figurine preconfezionate da vendere al mondo. Jokic non ha i social perchè "sono una perdita di tempo", odia il formalismo americano, non cerca la luce dei riflettori, dichiara di preferire i suoi cavalli e la sua stalla alla pallacanestro, ignora i premi che gli vengono consegnati, risponde a stento alle domande dei giornalisti.
Nella lega del marketing, dell'immagine e della propaganda mondialista, il volto del campionato è dunque un bianco, serbo, [sovrappeso].
Fermatelo, fermate Nikola, sta rovinando lo show agli americani.
Da Weltanschauung Italia.
Nessun commento:
Posta un commento