martedì 19 dicembre 2023

Pokisli heroji se vraćaju kući





 Gli eroi rientrano a casa zuppi

di Vladimir Kapuralin, 12.12.2023.
La cortesia verso questi delinquenti detenuti non dovrebbe sorprendere, se pensiamo a come sono stati accolti in pompa magna i condannati croati per crimini di guerra dopo aver scontato la pena presso la Corte internazionale
Domenica 10 dicembre è arrivato all'aeroporto di Zagabria il primo gruppo di teppisti croati, i cosiddetti bad blue boys, rilasciati sulla parola dalla detenzione cautelare greca, 102 in totale.
Questo gruppo di cosiddetti tifosi, e di fatto distruttori, violatori delle norme sociali, l'estate scorsa si erano recati in Grecia di comune accordo e di proposito, quindi intenzionalmente, per partecipare durante e dopo la partita AEK – Dinamo Zagabria ai disordini di piazza e scontri con gruppi rivali di simile mentalità.
In quell’occasione, nel tumulto generale, venne ucciso un giovane greco. Indipendentemente dal fatto che l’indagine non abbia ancora stabilito con certezza chi sia stato l’autore del reato, il fatto è che tutti coloro che hanno partecipato ai disordini e alla confusione generale hanno contribuito a creare l'atmosfera che ha provocato la perdita di una giovane vita umana. Di conseguenza, considerato che l'omicidio è un reato grave, sono complici del delitto anche coloro che hanno contribuito a tali esiti.
Durante la permanenza dei teppisti nelle carceri greche la diplomazia croata ha mostrato un dinamismo eccezionale, dando ai facinorosi imprigionati un significato che non meritano. La comunicazione è stata condotta a livello di ministri e primi ministri.
Le autorità si sono recate in Grecia, politici e singoli personaggi ​​hanno fatto a gara chi esprimesse la maggiore attenzione per i detenuti, perché dopotutto si tratta dei "nostri ragazzi", dei "nostri cittadini", dei "croati", dei "nostri..." Nascondendo il fatto che per decisione della UEFA la presenza dei tifosi della Dinamo non era consentita allo stadio di Atene.
I media "MS" hanno riferito i fatti ardentemente, senza chiedersi cosa siano andati lì a fare questi grandi "nostri", se siano stati invitati, se siano andati per affari o per turismo.
La cortesia verso questi delinquenti detenuti non dovrebbe sorprendere, se pensiamo a come sono stati accolti in pompa magna i condannati croati per crimini di guerra dopo aver scontato la pena presso la Corte internazionale.
La politica croata ha mostrato molta meno cortesia quando è stato necessario aiutare i cittadini croati a lasciare una zona ad alto rischio, durante il quotidiano e indiscriminato massacro di bambini, donne e civili in Palestina, davanti agli occhi di tutto il mondo. Non hanno suscitato tanta preoccupazione nemmeno i problemi incontrati da quattro coppie croate che, a causa della mancanza di figli biologici, hanno deciso di adottare quattro bambini provenienti dalle zone a rischio dell' Africa.
Il rientro
L'avventura greca probabilmente non è il primo scontro vissuto dalla maggior parte dei tifosi, e di certo loro non sono gli unici delinquenti dentro e attorno alle partite di calcio – anche questa è diventata una prassi. Sono stati resi tali e sostenuti dalla rapace società capitalista neoliberista, per la quale rappresentano un gradito mezzo per distogliere l’attenzione dai problemi sociali esistenziali.
Il ritorno dei primi gruppi dimostra che l'isolamento durato quattro mesi non ha avuto alcun risultato educativo. Essi non mostrano alcun briciolo di rimorso per le loro malefatte, non nascondono il loro volto, e sono ancora arroganti, insolenti, maleducati, volgari e attaccano verbalmente i rappresentanti dei media nell'adempimento del loro lavoro. Parenti e amici che li hanno accolti si comportano sulla difensiva, senza la minima critica, il che indica che continueranno su questa strada.
Le stesse denominazioni che assumono questi gruppi di tifosi non hanno nulla in comune con il messaggio positivo che lo sport dovrebbe offrire e che i giovani dovrebbero adottare, ovviamente retaggio di un’epoca in cui lo sport non era ancora un’industria in funzione del dominio del capitale. La maggior parte di essi contengono nei loro nomi significati militanti, violenti, distruttivi ed estremi. È diventato normale parlare e scrivere pubblicamente di violenza. Lo conferma l'ultimo annuncio di un accordo tra gruppi di tifosi che propone un reciproco abbandono dell'uso di armi bianche negli scontri futuri, per fare affidamento solo sui propri pugni.
È curioso che l'arrivo all'aeroporto di Zagabria di un gruppo di giovani con comportamenti antisociali, accolti davanti all'edificio con torce accese, possa avvenire senza la presenza della polizia.

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