
Alcuni anni fa, Dejan mi ha dato una banconota da 500.000.000.000 dinari, dicendomi di parlare ai miei amici dell'inflazione.
La carta moneta è un'arma, esattamente come un fucile o un kalasmikof.
Non so' a dire quanti pensionati conosco che svernano in Brasile spendendo molto poco rispetto a quello che avrebbero speso in Italia.
Il mio amico Milan, in Serbia, lavora anche 12 ore al giorno in una falegnameria e guadagna 300 euro al mese.
Tra il 1993 e il 1994, in Serbia, si è avuta la peggior inflazione che si possa ricordare a memoria d'uomo. Andavi in banca a prendere i soldi e correvi a fare la spesa, perchè i negozianti aumentavo i prezzi ogni ora, producendo un'inflazione che era circa al 25 %.
I negozi statali, quelli in cui i prezzi avrebbero dovuto essere "calmierati", erano vuoti e quindi si ricorreva alla cosidetta "borsa nera".
I benzinai erano chiusi e ci si riforniva da macchine che viaggiavano per strada con bidoni e imbuti.
Gli autobus funzionavano solo uno su 4 e non sempre, perchè il più delle volte si aspettava e si aspettava anche ore, ma l'autobus non c'era proprio.
Il tasso di disoccupazione era al 30% e vi era difficoltà ad approvigionarsi anche delle cose semplici come pane e carne.
Il riscaldamento condominiale era spento e si rischiava di rimanere senza corrente elettrica poichè le persone accendevano le stufette elettriche per scaldarsi.
Molte macchine ospedaliere e letti e tutto cio' che si poteva trasportare fu venduto alle cliniche private e non c'erano soldi per le pensioni.
Si arrivo' ad un punto in cui nessuno voleva comprare in dinari e tutti cercarono di sostituire il pagamento con marchi tedeschi, ma all'inizio un marco era un milione di dinari, poi 6 milioni di dinari e ben presto si arrivo' a 37 milioni di dinari.
Uno stipendio era pari alla 230esima parte di cio' che la famiglia necessitava.
Quando ho chiesto a Dejan come si è usciti da questa situazione, mi ha risposto : con la guerra.
LE SANZIONI ALLA YUGOSLAVIA
L’embargo alla Federazione Yugoslava è stato imposto per la prima volta l’8 gennaio ‘91dalla Unione Europea. Quasi un anno dopo, il 6 dicembre, gli Stati Uniti decretavano le stesse misure. Il 30 maggio ’92 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite introduceva un embargo commerciale e finanziario totale verso la Repubblica Federale di Jugoslavia che si è protratto per 1271 giorni sino al 22/11/1995 quando è stato revocato definitivamente con la sola precedente sospensione del divieto di volo e di partecipazione a manifestazioni sportive dal 23 settembre dell’anno precedente. Gli Stati Uniti hanno poi revocato le proprie sanzioni nel marzo 97 e, per ultima l’Unione Europea il 14 settembre.
Le conseguenze sul piano umanitario di questo primo periodo di embargo sono documentate più avanti. E’ però importante tenere a mente nel valutare la gravità della decisione di imporre sanzioni dopo la guerra che queste si inseriscono su una situazione già grave per l’embargo dell’Onu e, per di più, aggravata dalla guerra.
Già nel marzo 98 la UE reintroduceva prime restrizioni agli scambi commerciali con la RFJ. Il Consiglio dell’Unione Europea ha deciso una serie di limitazioni alle relazioni economiche, in particolare di carattere finanziario che verranno inasprite all’inizio dei bombardamenti con il divieto di vendita di prodotti petroliferi e poi il 10 maggio con una serie di altre misure.
Nel merito si tratta di :
interdizione dei voli
congelamento dei beni all’estero
interdizione delle transazioni finanziarie
interdizione della fornitura di prodotti petroliferi
interdizione della vendita di beni atti ad essere utilizzati nella ricostruzione delle infrastrutture distrutte dalla guerra,
Le stesse misure sono state prese dagli Stati Uniti.
Nessun commento:
Posta un commento