Prima degli incidenti di quest’estate, quasi mezzo milione di cittadini aveva assistito a un concerto del cantante nazionalista Thompson a Zagabria, dove non è mancato il saluto ustascia “Za dom spremni”. Come si dovrebbe interpretare questo fenomeno nella società croata di oggi? Quanto è presente il nazionalismo nel Paese?
Il problema è complesso. Esiste una minoranza revisionista nella società croata che tenta costantemente di relativizzare gli orrori del regime ustascia. Purtroppo i giovani non studiano e non sanno abbastanza sull’argomento, e non sono pienamente consapevoli di ciò che viene loro proposto. Invece di essere orgogliosi del fatto che la Croazia, nella Seconda guerra mondiale, ha sconfitto il fascismo e i suoi collaborazionisti, a volte cadono nelle menzogne.
Molti non sanno abbastanza neppure sulla Guerra d’indipendenza e per questo non sono in grado di opporsi alla narrazione secondo cui solo una singola formazione paramilitare di partito avrebbe difeso il Paese [il riferimento è alle Hrvatske odbrambene snage – HOS, ndr.]. La Croazia fu difesa dai suoi cittadini e dai membri dell’esercito croato. Il problema è anche nei trend globali di radicalizzazione e di populismo alimentati dai social network, ma un problema particolare sono i politici che, invece di essere responsabili e coraggiosi, cercano di sfruttare tutto ciò per obiettivi a breve termine e miopi. Questo riguarda soprattutto chi è al potere.
Croazia, media e cultura contro il nazionalismo
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