sabato 7 novembre 2020

LETTERA DI UN AMICO





Come qualcuno saprà da anni mi occupo di Balcani e in particolare della ex Jugoslavia. Pur essendo stato molte volte in Bosnia e avendo una simpatia nei confronti del popolo Bosniaco non mi sono mai sentito un "ultrà". Negli ultimi anni ho viaggiato molto anche in Serbia e ho iniziato a comprendere anche le ragioni degli "altri" perché in una guerra devastante come quella che ha infiammato la ex Jugoslavia nessun "popolo" può considerarsi innocente . Innocenti e colpevoli sono le persone che hanno commesso cose atroci. Quindi non sopporto chi, soprattutto tra noi italiani, si erge a Paladino di un popolo mettendo su quel triste teatrino che mette in gioco migliaia di morti in centinaia di stragi perpetrate da tutte le parti in causa. Non esiste la "madre di tutte le stragi" e non è che se uno studioso parli di una strage e non di un altra sia per forza di cose di "parte". Ad esempio io ho fatto molte ricerche su Srebrenica e non mi sognerei mai di dire che prima o dopo non sia successo qualcosa di terribile anche nei dintorni e che anche villaggi serbi siano stati devastati e persone barbaramente uccise. Ma ditemi che senso ha comportarsi da ultrà nel dibattito su cose che non abbiamo vissuto?



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