sabato 27 febbraio 2021

Djordje Balasevic - Ne lomite mi bagrenje

 


Balaševic e scomparso da qualche giorno e Pristina gli ha già messo l'etichetta del SERBO cattivo.

La canzone che criticano "NE LOMITE MI BAGRENJE" anni 80'

Lo avete accusato come l'altro serbo che partecipò ai crimini di egemonismo serbo in Kosovo già ai tempi di TITO.

Il tempo è la miglior scuola..

Ora vediamo quello che voi insinuate riguardo alla grande supremazia Serba nei Balcani e sugli altri popoli!!!

Quando Balaševic cantava questa canzone (una ver HIT dell'epoca) gli albanesi non erano uniche e maggiori vitime di quell'epoca dell'egemonismo serbo (definiamolo cosi)

"Quanto era" pesante e criminosa supremazia serba dal dopo guerra (2' guerra mondiale)

Poco prima che la canzone veniva pubblicata, all'epoca Tito era vivo, ed il secondo uomo e di diritto legittimo successore di Tito a capo della Federale repubblica Jugoslava era Sinan Hasani jugoslavo albanese e uno dei tanti abitanti di etnia albanese 7% all'epoca (Jugoslavia).

Negli USA dopo 25 anni da allora per la prima volta viene eletto un rappresentante di una minoranza attorno al 14% come presidente!!!

Dopo la seconda guerra mondiale, il 74% della popolazione del Kosovo era analfabeta. 25 anni dopo viene costruita l'università a Pristina dove in 10 anni passano 26.000 studenti. Negli anni 80' quando Balaševic diffondeva la supremazia serba contro gli albanesi in Kosovo, il Kosovo aveva il maggior numero di studenti universitari per 1000 abitanti (26), all'epoca Slovenia e Croazia (14) x 1000.

Nello stesso momento nella vicina Albania abitavano dai 120.000 ai 150.000 sloveni del sud (jugoslasvi), i quali non avevano nessun diritto come minoranza; veniva vietato organizzare assembramenti maggiori di 5 persone per minoranze etniche, non si potevano avere rapporti con le proprie autorità statali come ambasciate o consolati. Venne fatto un decreto che tutti che avevano nomi e congomi di origine slovena del sud dovevano cambiare... successivamente vennero modificati anche i nomi dei paesi con origine slava. Questo era Enver Hoxha e Balasevic odiava gli albanesi in Kosovo i quali in quegli anni trovarono l'America in Jugoslavia scappando dal regime di Hoxha!!

Ci sono altri dati e statistiche del 1948 quando venne fatto il calcolo demografico in Jugoslavia.

Nel Kosovo all'epoca c'era il 68% degli albanesi e 27% dei serbi e all'epoca Balasevic non era nemmeno nato e rappresentanti della politica criminale serba dell'epoca erano Slobodan Penežić Krcuna i Aleksandar Ranković.

I risultati del loro lavoro criminale verso gli albanesi...

1981 Kosovo albanesi 77% della popolazione 15% serbi.

Oltre anche i croati erano vittime dell'egemonismo serbo!

Nel 48' nei territori dell'attuale Croazia c'erano 14.5% dei serbi, ma prima della seconda guerra mondiale erano 16.8%......dove si può capire che che il genocidio della seconda guerra mondiale diminuì la presenza della popolazione serba in Croazia. ..anni successivi della supremazia Serba in Croazia potrà nel 1981 secondo le statistiche al 11% della popolazione.

In Bosnia&Herzegovina si sa che i serbi erano da secoli popolazione piu numerosa solo nel 1971 i bosniaci (musulmani) superavano il numero di serbi e croati erano terzi per numero!

Secondo le statistiche tra 1969 ed il 1980 vennero costruite 800 moschee!! Si può dire che veniva tirata su una moschea ogni 5 giorni, 6 al mese, 72 all'anno. Anche qui tutto torna il grande odio serbo verso l'islam in quegli anni!!! SEMPRE SECONDO VOI!!

Durante il grande egemonismo serbo in Slovenia per la prima volta gli studenti svolgevano loro studi e si lauravano in sloveno, i macedoni ottenevano la loro lingua, stampavano i libri ecc.

Sarajevo otteneva olimpiadi invernali nel 84', oggi la Bosnia è in compagnia di quei paesi microscopici con ancora nessuna medaglia olimpica. In Croazia veniva inventato, testato e prodotto uno dei più buoni e più utilizzati antibiotici nel mondo; oggi in Croazia non sono neanche in grado a importare un vacino per il covid!

In Kosovo il numero degli albanesi cresceva in maniera costante in quegli anni,oggi cade sempre di piu!!!

Si può arrivare alla conclusione che la supremazia serba che albanesi continuano ad affermare e solo dolosa per serbi stessi...in quegli anni!!

Testo riportato da uno scrittore bosniaco musulmano imparziale!!!

Djordje Balasevic - Ne lomite mi bagrenje - (Live)

Đorđe Balašević - Samo da rata ne bude Sarajevo 1998

 

martedì 23 febbraio 2021

E allora le foibe? 25/02/2021 ore 21.00




Dal momento che i fasci di m..... scatenati continuano a tempestare di segnalazioni il profilo di

Eric Gobetti

che è ora nuovamente sospeso, lui mi chiede di (ri)dare notizia dell’incontro di giovedì con

Matteo Saudino BarbaSophia

, sul suo canale.

Chi è interessato faccia circolare la notizia.
grazie

sabato 20 febbraio 2021

NIS EXPRESS



17 febbraio 2021: oggi ricorre il 20° anniversario dell'attacco di una vigliacca e famigerata mafia UCK sull'autobus ′′ Nis Express ′′ nel villaggio di Livadice vicino a Podujevo dove sono stati uccisi 12 civili serbi, il più giovane di loro, Danilo Cokić, aveva solo due anni e altri 43 sono rimasti gravemente feriti. La bomba telecomandata è stata fatta esplodere da 400 metri dalla strada intorno a mezzogiorno, colpendo il primo dei cinque autobus che avevano appena attraversato il confine con il Kosovo dalla città di Nis in Serbia per viaggiare verso il villaggio di Gracanica in Kosovo per visitare le tombe di famiglia .. Il giorno ortodosso dei morti - Feb. 17- è un momento in cui i serbi ricordano i loro morti. Il primo sospettato Florim Ejupi è direttamente collegato ai circoli albanesi del Kosovo, vicini all'ex UCK. Nonostante tutte le misure di sicurezza Ejupi è fuggito dalla struttura di detenzione degli Stati Uniti a Camp Bondsteel. Il suo processo sarebbe stato un grande imbarazzo, sostengono."

Sunshine Pej či ć, Zivana Toki ć, Slobodan Stojanovi ć, Mirjana Dragovi ć, Neboj ša, Sne žana e Danilo Coki ć, Veljko Staki ć, Nenad Stojanov ć, Milinko Kragovi ć, Lazar Milki ć e Dragan Vukotic sono stati uccisi dai barbari albanesi e dall'inefficienza di KFOR e UNMIKIK
Gloria a loro!

giovedì 18 febbraio 2021

Il parere di una fantastica amica di Eric Gobetti

 


Scrivo questo post in difesa e onore del mio amico storico, storico sia come ricercatore di storia sia come persona che conosco da più di vent'anni

Eric Gobetti

 Ci siamo conosciuti a Belgrado. Io facevo l'interprete, lui la ricerca storica. Un giorno mi chiese di accompagnarlo nell'archivio di stato, stava cercando dei documenti vecchi, vecchissimi. Pur conoscendo lui la lingua, aveva qualche difficoltà con il cirillico e io dovetti aiutarlo.

Ho assistito Eric nelle sue ricerche per la stesura del suo libro "Alleati del nemico: L'occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943)"

Ho visto la sua serietà e curiosità nel capire fino in fondo cosa ci fosse scritto su quei fogli. Inchiostro sbiadito, fogli strappati... Quelli gli piacevano di più, diceva "vedi, qui c'era scritto qualcosa che volevano nascondere." Persino le scritte minuscole sulle scatole delle sigarette dovetti tradurre. Tutto. Lui voleva sapere tutto. Io non avevo mai visto prima un ricercatore di storia in carne e ossa ma questo qui che avevo di fronte era troppo serio. Una sola volta gli ho fatto una battuta su tutto quel lavoro, fatica e impegno convinta non servisse a niente ma lui non ha nemmeno accennato un sorriso. Anzi, mi ha guardata malissimo. Ho capito allora che lui non scherzava con la storia. Non gli faceva ridere. Era affascinante per me vederlo in quella veste perché lo conoscevo solo per le nostre uscite serali tra amici studenti che amavano la vita notturna che a Belgrado è un'esperienza indimenticabile. Lì ho capito che la vita personale e la vita professionale di una persona a volte viaggiano su binari diversi. Lui era simpatico e divertente la sera e serio, mamma mia quanto serio di giorno in quello spaventoso archivio.

A volte era faticoso stargli dietro. Non gli bastava la traduzione. Era esigente. "Ma questa parola ha dei sinonimi, nel senso... Può essere interpretata anche in modo diverso?" mi chiedeva Eric perché voleva escludere la minima possibilità di eventuali interpretazioni sbagliate. "No Eric, è indubbiamente quello che ti ho detto". Controllava pure lui nel dizionario, infatti un po' era fastidioso. Solo dopo essersi accertato di aver capito i dati esatti di un certo foglio si segnava degli appunti e si poteva andare avanti. E a volte io non ne potevo più. Mentre gli altri ragazzi si divertivano, io e Eric spolveravamo i dox comunisti in cantina dell'archivio di stato dove giaceva la storia. A me è servito per aprire gli occhi, a lui per fare confronto con le conoscenze che aveva già. No, non è venuto nei Balcani per scrivere la storia italiana ma per avere più punti di vista. È ammirevole. Dopo era andato a Sarajevo, Zagabria e Lubiana. Lì avrà avuto altre interpreti, si sa che le lingue sono diverse

Grazie a Eric ho imparato tante cose soprattutto di quanto bene sa essere nascosta e dimenticata la verità.

A gennaio di quest'anno Eric ha pubblicato un nuovo libro "E allora le foibe?" con la casa editrice Laterza. Siamo alla 4 ristampa. L'argomento è delicato, mi rendo conto, la verità lo è molto meno. Ha ricevuto tantissime minacce e insulti da parte di numerose persone che addirittura sono arrivate a minacciare i suoi figli.

Caro Eric, sono felice di conoscerti. Grazie a quei giorni passati a Belgrado insieme, mi sento un po' parte della tua ricerca storica.

Io so che ricercatore storico sei. Io so con quale dedizione fai il tuo lavoro. È brutto scoprire quanto la democrazia che ci vendono non sia solo fragile ma è del tutto un'illusione. Spero che non accadrà niente di brutto né a te né alla tua famiglia. Mi preoccupa solo come potrò venire a trovarti se dovrai vivere sotto scorta, ma vado a informarmi oggi stesso .. Vai avanti così. Sei un grande! Storico. Amico. Persona.

Go Ga 

 

martedì 16 febbraio 2021

SOLIDARIETA' INFINITA A ERIC GOBETTI





Cari amici, questa è proprio assurda, ma porterà il libro di Eric Gobetti da terzo a essere il più venduto.
Una frase di un politico nel 2009 è stata attribuita a Gobetti. Davvero degli infami 
Minacciato dai fascisti, bloccato dai social (Face book e Instagram) continua lo squadrismo digitale contro Eric Gobetti
Grande Eric Gobetti! 

Nelle ultime 24 ore i miei profili pubblici hanno subito attacchi di ogni tipo, minacciosi e volgari. È significativo che questi attacchi siano rivolti a me (e ai miei figli) e non al mio lavoro, il quale, lo ripeto, non fa che portare alla luce i risultati delle ricerche degli studiosi più accreditati sul tema, in gran parte citati in bibliografia. Cosa rimane dunque a questi aggressori (per ora) virtuali? Le offese personali e un'accusa di parzialità, ripetuta ossessivamente, con l'utilizzo isterico di una parola magica: “comunista!”. Io non sono mai stato iscritto a nessun partito, tantomeno comunista, ma, come affermo anche in questa intervista, non ho nessuna difficoltà ad ammettere di riconoscermi nei “valori antifascisti, che sono i valori fondanti della nostra democrazia e della nostra Repubblica, nei quali tutti, a mio avviso, dovremmo riconoscerci”. Come qualunque studioso (anche i tanti “a-fascisti” o “non-antifascisti” che si proclamano “esperti di storia”), interpreto i fatti storici con i miei strumenti culturali, che dipendono “da una molteplicità di aspetti: generazionali, di genere, politici, sociali, legati all’epoca storica in cui vivo, ecc… Tutto ciò non è tendenzioso, è semplicemente onesto”.
Io almeno ci provo, senza pretendere di avere la verità in tasca. Ma tutti quelli che mi vorrebbero vedere morto (letteralmente) invece li riconoscono i valori della democrazia e della Repubblica?
Eric Gobetti

Non è il mio mestiere giudicare, assolvere o condannare. Il mio mestiere è capire gli avvenimenti e spiegarli. Ciononostante ho sempre espresso pubblicamente rispetto per le vittime inermi uccise al di fuori del combattimento. Allora mi chiedo: tutti quegli italianissimi patrioti che mi accusano di giustificare l'operato dei partigiani jugoslavi (forse perché non uso il termine spregiativo di “titini”) hanno mai espresso una parola di rispetto verso le vittime inermi uccise dai fascisti? Se sono vittime innocenti gli uccisi dai partigiani jugoslavi, Norma Cossetto come i membri della Decima Mas che hanno ricevuto onorificenze dallo Stato, come definire i bambini sloveni morti di fame ad Arbe sotto gli occhi dei soldati italiani? Pericolosi banditi che si meritavano di morire? O non vale la pena nemmeno nominarli perché, in quanto slavi, non appartengono alla razza umana?
Ancora a questo punto siete, cari italianissimi patrioti, dopo 80 anni da quando il fascismo ha dato inizio alla carneficina?
Eric Gobetti



























































sabato 13 febbraio 2021

CENSURATA DARA DI JASENOVAC




Signori cari ho aspettato un mese, ma adesso è troppo.

Non c'è una pagina balcanica in italiano che parla di "Dara di Jasenovac" mentre "Quo vadis Aida" è pubblicizzata ogni tre per due

Pensate che Benigni avrebbe vinto l'Oscar se fosse arrivato un carro armato russo?

Evitate i soliti commenti che facciamo le vittime, non volete riconoscere 700.000 serbi trucidati.

Vergognatevi! 

Il film ha provocato numerose reazioni sin dall'inizio. Anche se basato su fatti storici e basato sulla testimonianza di sopravvissuti, si è scontrato con una campagna diretta di media individuali e riviste di fama mondiale, che hanno fatto del loro meglio per etichettare il film come propaganda e falsità. Su molti media mondiali oggi non è permesso parlare del popolo serbo come vittima, anche quando numerosi archivi in tutta Europa conservano documenti con numerose testimonianze sui feroci crimini della NDH contro i civili serbi. La verità e i fatti sono molto facili da determinare quando si sa qualcosa sul tema delle critiche, e quando c'è principalmente la volontà politica di riconoscere lo status di vittima di ogni uomo caduto, piuttosto che calpestare la memoria dei caduti diffondendo la discriminazione nei confronti di una nazione che muore .


Dara di Jasenovac

Il film “Dara iz Jasenovca” mette contro serbi e croati

Il parere di Lux veritatis

Dubravka Ugrešić: una Croazia sul modello fascista

Il gusto dei croati per il fascismo

Per la patria pronti : i nuovi ustascia

A Jasenovac tolta la targa col motto degli ustascia

Croazia: tolleranza per il saluto fascista

Jasenovac: la grave assenza



Zitti zitti.. che forse uno lo abbiamo trovato !   



martedì 9 febbraio 2021

lunedì 8 febbraio 2021

Kursadzije

 



Non so' quante volte sono andata a rileggermi il post di Francesca del 2009

Sono troppo simpatici e fanno sempre più ridere 

Kursadzije - Balkan crew

Kursadzije 9

Kursadzije NOVO - Hrvat u Beogradu

Kursadzije - Crnogorci

Kursadzije 4 - Deo 1 - (Grand Production)

Akademci - Novi specijal 2.ep - Domaca komedija



Vaccini: una sorpresa "in serbo" per l’Europa




Lo faccio non lo faccio, non lo faccio lo faccio, alla fine ecco a voi un articolo sulla campagna vaccinale in Serbia.

Questo articolo è piaciuto a molti e ne ha anche parlato una tv serba, ma noi non siamo in linea con l'ISPI (leggere in Wikipedia chi lo ha fondato) , lo abbiamo proposto poichè è un buon articolo e cerchiamo di capire il filo logico che lega il giornalista nei suoi scritti.

Infatti la prima deduzione è che il regime fa le statue cattive e i vaccini buoni.. vai a capire !


Vaccini: una sorpresa "in serbo" per l’Europa

Fantastico Stefan Nemanja


MILOSEVIC' E' INNOCENTE CON BUONA PACE DEI SERBOFOBICI

 





Negli ultimi anni abbiamo fatto diversi post sulla morte innocente di Milosevic', ma si sono accavallate notizie e c'è stato un po' di caos.
Volendo riordinare le idee, non ci sono prove contro Milosevic' (almeno per quanto riguarda la guerra in Bosnia) , lo stabilisce il Tribunale dell'Aja il 24 marzo 2016, mentre Tudjman è stato riconosciuto colpevole dopo la sua morte e precisamente il 29 maggio 2013 anche se non c'è stata sentenza, perchè nel frattempo era morto 



Il Punto di Giulietto Chiesa: il Tribunale dell’Aja scagiona Milosevic.

Il Tribunale dell'Aia chiude i battenti

Jugoinfo

CIVG

ICTY Exonerates Slobodan Milosevic for War Crimes

Hague Tribunal Exonerates Slobodan Milosevic for Bosnia War Crimes

Intervista a Ennio Remondino

Perchè Milosevic è innocente

Milosevic scagionato dal Tribunale penale internazionale per Jugoslavia. E nessuno lo dice

Milosevic exonerated, as the NATO war machine moves on

Milosevic e l’attualità

Le "vittime" di Racak non erano civili e non sono state giustiziate

Hague Tribunal Exonerates Slobodan Milosevic Again

Milosevic doveva morire

Il Punto di Giulietto Chiesa: il Tribunale dell’Aja scagiona Milosevic.

Perchè Milosevic' è morto innocente

Presunzione di non colpevolezza

Tudjman riconosciuto colpevole dopo la sua morte

Premio Nobel per la letteratura a Peter Handke








L'articolo di Jacopo Zanchini è una difesa d'ufficio dell'operato del "Tribunale ad hoc" dell'Aia: un bel compitino che non convince più nessuno. Se persino Paolo Mieli la interpreta oramai diversamente, "Internazionale", tempio in cui officiano i sacerdoti del mainstream, preferisce andare dritta a testa bassa e con robusti paraocchi.
La sua ricostruzione della guerra fratricida in Bosnia e Jugoslavia è assai carente e faziosa, tutta piegata a dimostrare la vulgata della "aggressione serba"; però già la sintesi dell'operato del "Tribunale ad hoc" è inaccettabile, poiché non solo i numeri degli imputati e dei condannati palesano il pesantissimo squilibrio "etnico" delle accuse, ma soprattutto il loro trattamento prima, durante e dopo le sentenze andrebbe analizzato. Milosevic dal carcere è uscito con i piedi davanti, e non per cause naturali, e non è stato il solo. Come Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS abbiamo promosso un concorso (premi "Giuseppe Torre") su questi temi, che non possono essere liquidati come fa Zanchini.
Sulla questione specifica, Zanchini trascura che la assoluzione de facto di Milosevic è stata persino reiterata negli incartamenti della sentenza contro Ratko Mladić a fine 2017 – vedasi il link per tutti i dettagli. Ma non c'è peggior sordo di chi pensa che le fake news siano solo le fake news degli altri.
CNJ





Milosevic e il Tribunale Penale Internazionale, Paolo Mieli
Nel corso del tempo trascorso dal 1993, anno in cui il Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia fu istituito, ci sono stati altri decessi in cattività.
Sei giorni dopo Babic, morì in cella il grande imputato di questo processo, Slobodan Milosevic. Un infarto, si disse, per giunta alla vigilia della condanna. L’ex presidente serbo aveva più volte avanzato il sospetto che i suoi carcerieri lo stessero avvelenando.
Sospetti, non suffragati però da evidenze di alcun tipo.
Come, peraltro, di dubbi non sorretti da prove ce ne sono stati più d’uno per le morti improvvise di alcuni dei reduci di quella guerra, rinchiusi nella prigione di Scheveningen.
In ogni caso, restando a Milosevic, pur senza voler sminuire le sue colpe, va ricordato che nel 2016, dieci anni dopo la sua scomparsa, il Tribunale penale internazionale ha stabilito che non fu responsabile di crimini di guerra in Bosnia.
I giudici dell’Aja lo hanno scritto a chiare lettere nella sentenza di duemila e cinquecento pagine con cui hanno condannato a quarant’anni di carcere il leader dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic.
Anzi, in quella sentenza è stato addirittura dato atto a Milosevic di aver cercato di convincere Karadzic che «la cosa più importante di tutte era mettere fine alla guerra» e che «l’errore più grande dei serbo-bosniaci era di volere la sconfitta totale dei musulmani in Bosnia». Ed è così potuto accadere che (sempre nel 2016) Prokuplje, una cittadina di trentamila abitanti nel Sud della Serbia, annunciasse l’intenzione di costruire un monumento a Milosevic. E che il capo dello Stato, Tomislav Nikolic, un ex leader del dissenso serbo, non ritenesse di dirsi «contrario» mettendo in imbarazzo l’uomo destinato a succedergli, l’allora primo ministro Aleksandar Vucic (il quale, nel merito del giudizio da dare sull’iniziativa di Prokuplje, se l’è cavata dicendosi «combattuto»).
Morale: il pur scrupoloso lavoro dei giudici dell’Aja ha avuto l’effetto di produrre addirittura una iniziale riabilitazione di Milosevic.




La Corte ha stabilito che quello che avvenne fu un genocidio ad opera di singole persone, ma che lo Stato Serbo non può essere ritenuto direttamente responsabile per genocidio e complicità per i fatti accaduti nella guerra civile in Bosnia-Erzegovina dal 1992 al 1995, fra i quali rientra la strage di Srebrenica.

Moriva esattamente l’11 marzo 2006, fa nel carcere dell'Aia, Slobodan Milosevic. Nel gennaio del 2006, pochi mesi prima vi era stato uno scandalo, quando nelle analisi del sangue era stato rilevato l'antibiotico Rifampicin, farmaco che neutralizzava l'effetto dei medicinali che Milosevic utilizzava per la cardiopatia di cui soffriva.

Della presenza di tale farmaco nel suo sangue Milošević si era lamentato in una lettera inviata al ministro degli esteri russo, inoltre aveva chiesto di essere ricoverato presso una clinica specializzata a Mosca.

Tutto ciò ovviamente gli è stato negato.

Inoltre Milosevic, poco prima della sua morte aveva espresso timori che lo stessero avvelenando.

Bastano queste poche righe per comprendere che la sua morte non è stata un incidente.
Era l'unico modo per "vincere" contro un uomo che non potevano piegare alla loro brama espansionistica, ma era anche un modo per tappargli la bocca, visto che aveva osato umiliare l'intero tribunale penale internazionale che ha dovuto far cadere tutte le accuse anni dopo la sua morte per mancanza di prove.

Nonostante tutto, contro tutti e contro ogni avversità, ha vinto!



LA STAZIONE DEI BUS PIU' TRISTE DELLA CROAZIA

 


Osijek, la più grande città della fertile Slavonija, in Croazia, regione una volta grande produttrice agricola di carne, latte, vino, mais, zucchero è il luogo in cui ormai guadagnano solo le ditte di autotrasporto. Ora ha la più triste stazione di autocorriere. Ogni giorno partono quattro autobus pieni per la Germania e tutti e quattro tornano vuoti. Per vostra informazione, la Croazia produce il 40% del cibo che produceva negli anni 80, prima della guerra nella ex Jugoslavia e, in questa regione a vocazione agricola, i giovani senza lavoro devono tutti andarsene.

GIORNO DEL RICORDO 2021




Si avvicina il Giorno del Ricordo e leggo commenti sempre più stizziti contro chi, come me, cerca di raccontare tutta la storia del confine orientale, senza negare nulla, semmai aggiungendo, rendendo gli eventi più chiari e comprensibili. E mi chiedo: che problema c'è oggi, dopo 80 anni, a ricordare tutte le vittime della tragedia che si è abbattuta su queste terre dal 1915 al 1955? Nessuno nega le vittime italiane (chi ha letto il mio libro lo sa bene), ma perché negare quelle slave? Non sono vittime anche le donne e i bambini lasciati morire di fame nel campo di Arbe dal nostro esercito? Non sono vittime i 2500 civili (tra cui diversi italiani) uccisi dai nazisti (e fascisti) nell'ottobre 1943 in Istria? Valgono meno dei 500 uccisi dai partigiani (ma non solo) pochi giorni prima nelle stesse terre? Sono vittime (parafrasando Salvini) di serie B? Valgono un quinto; o anche meno, visto che non vengono nominate proprio? Dov'è il tanto sbandierato rispetto per le vittime, la pietà cristiana per i morti (tutti uguali), di fronte ai 2500 jugoslavi (e italiani) uccisi? Eppure fanno parte della stessa tragedia, o no? Mi viene il dubbio che un morto, per essere rispettato nell'Italia di oggi, debba essere stato ucciso dai comunisti: essere vittime dei fascisti o dei nazisti non conta. Forse perché i fascisti agivano per ideali più nobili e dunque gli si può perdonare qualche milione di morti? Oppure semplicemente i morti slavi non valgono, chiunque li abbia uccisi, perché non appartengono allo stesso genere umano che vogliamo ricordare?

Pensateci cari presidenti, sindaci, insegnanti che vi apprestate a celebrare il Giorno del Ricordo. Intendete commemorare tutte le vittime o continuare a dimenticare quelle che non vi interessano? E perché?
Eric Gobetti



domenica 7 febbraio 2021

TERREMOTO IN CROAZIA



 Il 6 gennaio 2021, a Petrinja, in Croazia, c'è stato un violentissimo terremoto.

Diverse scosse c'erano già state nei giorni precedenti.

La persona più meravigliosa che si è subito adoperata per aiutare tutti è senz'altro Branka Baksic', sindaco di Glina e rappresentante della minoranza nazionale serba 

A Glina ci sono stati parecchi massacri di civili serbi nello Stato indipendente di Croazia (NDH) e questa è zona in cui nelle guerre degli anni '90 sono stati massacrati altri serbi, ma Branka aiuta tutti senza chiedersi se sono serbi o croati e ha vinto numerosi premi 

La Serbia ha donato un milione di euro per la ricostruzione 


Il massacro di Glina

Branka Bakšić Mitić

Branka Bakšić Mitić – žena u skromnoj crnoj jakni i srcem većim od Velebita

mercoledì 3 febbraio 2021

ALBANIA ETNICA? NO GRAZIE




 Siamo nel 20 ventesimo secolo, dobbiamo creare i confini in base chi possiedeva certi territori 2000 anni fa?

Nemmeno l'attuale stato turco non dovrebbe esistere perché pure i turchi sono "arrivati" in odierna Turchia intorno all'anno 1000 dall'Asia centrale. L'America appartiene ai nativi americani (indiani) e fu scoperta dagli europei solo nel 1492; il sud America è degli Maia e degli Inca. L'Ungheria nemmeno, anche loro sono provenienti dalla Siberia, sono gli Unni arrivati in Europa nel V secolo...
Stesso discorso vale per il resto dell'Europa quasi tutti i popoli europei sono risultato dei flussi migratori.

Jasenovac, the forgotten extermination camp of the Balkans




La Croazia è membro dell'Unione Europea e fa spesso revisionismo.

A Srebrenica i vertici di stato di Belgrado si recarono per commemorare il massacro e ricevettero i sassi al grido di "Allah u Akbar"

A Knin i vertici di Zagabria si recano per celebrare la cacciata del 80% della popolazione civile autoctona (300.000) durante l’operazione "Oluja", da quel territorio, e ricevono gli applausi....

 

Jasenovac, the forgotten extermination camp of the Balkans

Jasenovac: se si mascherano gli orrori

JASENOVAC: un campo di sterminio ignorato.

Lager di Jasenovac, Croazia, l’Auschwitz dei Balcani

Jasenovac: la grave assenza

"Serbia non dimenticherà mai campi di concentramento della Seconda Guerra Mondiale"




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