Una frase di un politico nel 2009 è stata attribuita a Gobetti. Davvero degli infami
Minacciato dai fascisti, bloccato dai social (Face book e Instagram) continua lo squadrismo digitale contro Eric Gobetti
Grande Eric Gobetti!
Nelle ultime 24 ore i miei profili pubblici hanno subito attacchi di ogni tipo, minacciosi e volgari. È significativo che questi attacchi siano rivolti a me (e ai miei figli) e non al mio lavoro, il quale, lo ripeto, non fa che portare alla luce i risultati delle ricerche degli studiosi più accreditati sul tema, in gran parte citati in bibliografia. Cosa rimane dunque a questi aggressori (per ora) virtuali? Le offese personali e un'accusa di parzialità, ripetuta ossessivamente, con l'utilizzo isterico di una parola magica: “comunista!”. Io non sono mai stato iscritto a nessun partito, tantomeno comunista, ma, come affermo anche in questa intervista, non ho nessuna difficoltà ad ammettere di riconoscermi nei “valori antifascisti, che sono i valori fondanti della nostra democrazia e della nostra Repubblica, nei quali tutti, a mio avviso, dovremmo riconoscerci”. Come qualunque studioso (anche i tanti “a-fascisti” o “non-antifascisti” che si proclamano “esperti di storia”), interpreto i fatti storici con i miei strumenti culturali, che dipendono “da una molteplicità di aspetti: generazionali, di genere, politici, sociali, legati all’epoca storica in cui vivo, ecc… Tutto ciò non è tendenzioso, è semplicemente onesto”.
Io almeno ci provo, senza pretendere di avere la verità in tasca. Ma tutti quelli che mi vorrebbero vedere morto (letteralmente) invece li riconoscono i valori della democrazia e della Repubblica?
Eric Gobetti
Non è il mio mestiere giudicare, assolvere o condannare. Il mio mestiere è capire gli avvenimenti e spiegarli. Ciononostante ho sempre espresso pubblicamente rispetto per le vittime inermi uccise al di fuori del combattimento. Allora mi chiedo: tutti quegli italianissimi patrioti che mi accusano di giustificare l'operato dei partigiani jugoslavi (forse perché non uso il termine spregiativo di “titini”) hanno mai espresso una parola di rispetto verso le vittime inermi uccise dai fascisti? Se sono vittime innocenti gli uccisi dai partigiani jugoslavi, Norma Cossetto come i membri della Decima Mas che hanno ricevuto onorificenze dallo Stato, come definire i bambini sloveni morti di fame ad Arbe sotto gli occhi dei soldati italiani? Pericolosi banditi che si meritavano di morire? O non vale la pena nemmeno nominarli perché, in quanto slavi, non appartengono alla razza umana?
Ancora a questo punto siete, cari italianissimi patrioti, dopo 80 anni da quando il fascismo ha dato inizio alla carneficina?
Eric Gobetti
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