giovedì 18 febbraio 2021

Il parere di una fantastica amica di Eric Gobetti

 


Scrivo questo post in difesa e onore del mio amico storico, storico sia come ricercatore di storia sia come persona che conosco da più di vent'anni

Eric Gobetti

 Ci siamo conosciuti a Belgrado. Io facevo l'interprete, lui la ricerca storica. Un giorno mi chiese di accompagnarlo nell'archivio di stato, stava cercando dei documenti vecchi, vecchissimi. Pur conoscendo lui la lingua, aveva qualche difficoltà con il cirillico e io dovetti aiutarlo.

Ho assistito Eric nelle sue ricerche per la stesura del suo libro "Alleati del nemico: L'occupazione italiana in Jugoslavia (1941-1943)"

Ho visto la sua serietà e curiosità nel capire fino in fondo cosa ci fosse scritto su quei fogli. Inchiostro sbiadito, fogli strappati... Quelli gli piacevano di più, diceva "vedi, qui c'era scritto qualcosa che volevano nascondere." Persino le scritte minuscole sulle scatole delle sigarette dovetti tradurre. Tutto. Lui voleva sapere tutto. Io non avevo mai visto prima un ricercatore di storia in carne e ossa ma questo qui che avevo di fronte era troppo serio. Una sola volta gli ho fatto una battuta su tutto quel lavoro, fatica e impegno convinta non servisse a niente ma lui non ha nemmeno accennato un sorriso. Anzi, mi ha guardata malissimo. Ho capito allora che lui non scherzava con la storia. Non gli faceva ridere. Era affascinante per me vederlo in quella veste perché lo conoscevo solo per le nostre uscite serali tra amici studenti che amavano la vita notturna che a Belgrado è un'esperienza indimenticabile. Lì ho capito che la vita personale e la vita professionale di una persona a volte viaggiano su binari diversi. Lui era simpatico e divertente la sera e serio, mamma mia quanto serio di giorno in quello spaventoso archivio.

A volte era faticoso stargli dietro. Non gli bastava la traduzione. Era esigente. "Ma questa parola ha dei sinonimi, nel senso... Può essere interpretata anche in modo diverso?" mi chiedeva Eric perché voleva escludere la minima possibilità di eventuali interpretazioni sbagliate. "No Eric, è indubbiamente quello che ti ho detto". Controllava pure lui nel dizionario, infatti un po' era fastidioso. Solo dopo essersi accertato di aver capito i dati esatti di un certo foglio si segnava degli appunti e si poteva andare avanti. E a volte io non ne potevo più. Mentre gli altri ragazzi si divertivano, io e Eric spolveravamo i dox comunisti in cantina dell'archivio di stato dove giaceva la storia. A me è servito per aprire gli occhi, a lui per fare confronto con le conoscenze che aveva già. No, non è venuto nei Balcani per scrivere la storia italiana ma per avere più punti di vista. È ammirevole. Dopo era andato a Sarajevo, Zagabria e Lubiana. Lì avrà avuto altre interpreti, si sa che le lingue sono diverse

Grazie a Eric ho imparato tante cose soprattutto di quanto bene sa essere nascosta e dimenticata la verità.

A gennaio di quest'anno Eric ha pubblicato un nuovo libro "E allora le foibe?" con la casa editrice Laterza. Siamo alla 4 ristampa. L'argomento è delicato, mi rendo conto, la verità lo è molto meno. Ha ricevuto tantissime minacce e insulti da parte di numerose persone che addirittura sono arrivate a minacciare i suoi figli.

Caro Eric, sono felice di conoscerti. Grazie a quei giorni passati a Belgrado insieme, mi sento un po' parte della tua ricerca storica.

Io so che ricercatore storico sei. Io so con quale dedizione fai il tuo lavoro. È brutto scoprire quanto la democrazia che ci vendono non sia solo fragile ma è del tutto un'illusione. Spero che non accadrà niente di brutto né a te né alla tua famiglia. Mi preoccupa solo come potrò venire a trovarti se dovrai vivere sotto scorta, ma vado a informarmi oggi stesso .. Vai avanti così. Sei un grande! Storico. Amico. Persona.

Go Ga 

 

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