Scrivo questo post in difesa e onore del mio amico storico, storico sia
come ricercatore di storia sia come persona che conosco da più di vent'anni
Ho assistito Eric nelle sue ricerche per la stesura del suo libro
"Alleati del nemico: L'occupazione italiana in Jugoslavia
(1941-1943)"
Ho visto la sua serietà e curiosità nel capire fino in fondo cosa ci fosse
scritto su quei fogli. Inchiostro sbiadito, fogli strappati... Quelli gli
piacevano di più, diceva "vedi, qui c'era scritto qualcosa che volevano
nascondere." Persino le scritte minuscole sulle scatole delle sigarette dovetti
tradurre. Tutto. Lui voleva sapere tutto. Io non avevo mai visto prima un
ricercatore di storia in carne e ossa ma questo qui che avevo di fronte era
troppo serio. Una sola volta gli ho fatto una battuta su tutto quel lavoro,
fatica e impegno convinta non servisse a niente ma lui non ha nemmeno accennato
un sorriso. Anzi, mi ha guardata malissimo. Ho capito allora che lui non
scherzava con la storia. Non gli faceva ridere. Era affascinante per me vederlo
in quella veste perché lo conoscevo solo per le nostre uscite serali tra amici
studenti che amavano la vita notturna che a Belgrado è un'esperienza
indimenticabile. Lì ho capito che la vita personale e la vita professionale di
una persona a volte viaggiano su binari diversi. Lui era simpatico e divertente
la sera e serio, mamma mia quanto serio di giorno in quello spaventoso
archivio.
A volte era faticoso stargli dietro. Non gli bastava la traduzione. Era
esigente. "Ma questa parola ha dei sinonimi, nel senso... Può essere
interpretata anche in modo diverso?" mi chiedeva Eric perché voleva
escludere la minima possibilità di eventuali interpretazioni sbagliate.
"No Eric, è indubbiamente quello che ti ho detto". Controllava pure
lui nel dizionario, infatti un po' era fastidioso. Solo dopo essersi accertato
di aver capito i dati esatti di un certo foglio si segnava degli appunti e si
poteva andare avanti. E a volte io non ne potevo più. Mentre gli altri ragazzi
si divertivano, io e Eric spolveravamo i dox comunisti in cantina dell'archivio
di stato dove giaceva la storia. A me è servito per aprire gli occhi, a lui per
fare confronto con le conoscenze che aveva già. No, non è venuto nei Balcani
per scrivere la storia italiana ma per avere più punti di vista. È ammirevole.
Dopo era andato a Sarajevo, Zagabria e Lubiana. Lì avrà avuto altre interpreti,
si sa che le lingue sono diverse
Grazie a Eric ho imparato tante cose soprattutto di quanto bene sa essere
nascosta e dimenticata la verità.
A gennaio di quest'anno Eric ha pubblicato un nuovo libro "E allora le
foibe?" con la casa editrice Laterza. Siamo alla 4 ristampa. L'argomento è
delicato, mi rendo conto, la verità lo è molto meno. Ha ricevuto tantissime
minacce e insulti da parte di numerose persone che addirittura sono arrivate a
minacciare i suoi figli.
Caro Eric, sono felice di conoscerti. Grazie a quei giorni passati a
Belgrado insieme, mi sento un po' parte della tua ricerca storica.
Io so che ricercatore storico sei. Io so con quale dedizione fai il tuo
lavoro. È brutto scoprire quanto la democrazia che ci vendono non sia solo
fragile ma è del tutto un'illusione. Spero che non accadrà niente di brutto né
a te né alla tua famiglia. Mi preoccupa solo come potrò venire a trovarti se
dovrai vivere sotto scorta, ma vado a informarmi oggi stesso .. Vai avanti così. Sei un grande! Storico.
Amico. Persona.
Go Ga
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