Oggi sono passati 22 anni dalla fine dell'aggressione della NATO contro #Serbia e #Montenegro (allora Repubblica Federale di #Jugoslavia), quando nei 78 giorni sono stati uccisi almeno 2,500 civili e più di 12,500 persone sono rimaste ferite giorni di bombardamenti. Gli attacchi alla Serbia sono iniziati il 24 marzo 1999 e l'ultimo attacco è avvenuto il 10 giugno, alle 13.15 vicino Kosovska Kamenica. Circa 1,008 membri dell'esercito e della polizia sono stati uccisi o scomparsi, di cui 659 militari e 349 poliziotti. Circa 6,000 civili sono rimasti feriti gravemente o lievemente, tra cui 2,700 bambini. Il danno totale è stimato in decine di miliardi di dollari. Le perdite di guerra della NATO nella manodopera e nella tecnologia non sono mai state rivelate. La Jugoslavia è stata invasa con il pretesto che è colpa del fallimento dei colloqui a #Rambouillet e a #Parigi sullo status futuro della sua provincia meridionale del #Kosovo e #Metohija. Dopo che l'Assemblea Nazionale Serbia ha confermato la decisione di rifiutare lo schieramento di truppe straniere in Serbia, 19 Paesi membri della NATO hanno iniziato gli attacchi aerei contro la Serbia il 24 marzo 1999 alle 19.45 senza l'approvazione delle Nazioni Unite Consiglio di sicurezza. Con i bombardamenti furono distrutti e danneggiati circa 25,000 case, 470 chilometri di strade e 595 chilometri di ferrovie, 14 aeroporti, 19 ospedali, 20 centri sanitari, 18 asili, 69 scuole, 176 monumenti culturali e 44 ponti, mentre 38 distrutti. La NATO ha lanciato 1,300 missili da crociera, ha lanciato oltre 37,000 ′′ bombe a grappolo ′′ che hanno ucciso circa 200 persone e ne hanno ferito centinaia, e hanno usato una munizione proibita con uranio impoverito. Nessuno è stato ritenuto responsabile di questi crimini fino ad oggi.
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