Diverse organizzazioni triestine sono scese in piazza in difesa dell'unità statuale della Bosnia Erzegovina, "minacciata" dalle intenzioni dei serbi di volersi staccare rendendo indipendente il territorio della Repubblica Srpska.
Questo desiderio di unitarietà del governo di Sarajevo, i cui rappresentanti hanno scatenato una guerra, negli anni '90, per staccarsi da quella Jugoslavia in cui i popoli avevano pari diritti e pari dignità, ci fa un po' specie.
E non comprendiamo il motivo per cui oggi tante organizzazioni della "società civile" debbano esprimere questa solidarietà al governo bosniaco (che certo non brilla per il rispetto dei diritti umani, basti vedere cosa accade lungo la "rotta balcanica") di fronte al discorso del leader dei serbi di Bosnia, Milorad Dodik relativamente al loro desiderio di indipendenza:
«Perché noi serbi non dovremmo avere un tale diritto? Tutti hanno potuto separarsi dai serbi dissolvendo la Jugoslavia, mentre i serbi non hanno il diritto di separarsi dai musulmani della Bosnia-Erzegovina».
Quando anni or sono il Kosovo volle staccarsi dalla Serbia, non vedemmo la società civile scendere in piazza contro questo ennesimo frazionamento dello stato già jugoslavo. Sembra effettivamente che per l'Occidente tutti i popoli dei Balcani abbiano il diritto all'autodeterminazione, tranne i Serbi.
E ciò, a prescindere dal fatto che noi condanniamo tutti i nazionalismi, non ci sembra equo.
9 gennaio 1992: in questo giorno a Sarajevo, l'Assemblea del popolo Serbo in Bosnia Erzegovina (Skupština Srpskog naroda u Bosni i Hercegovini) proclamò la Repubblica del popolo Serbo di Bosnia Erzegovina (Republika Srpskoga naroda Bosne i Hercegovine), dichiarandola parte della Jugoslavia. La Repubblica è stata proclamata sui territori delle regioni autonome serbe, comprese le aree in cui i serbi costituivano la maggioranza. Il nome Republika Srpska è stato adottato successivamente il 12 agosto 1992. La Republika Srpska è stata quindi costituita nel 1992 all'inizio della guerra bosniaca con l'intento dichiarato di salvaguardare la popolazione e gli interessi Serbi in Bosnia Erzegovina. La guerra vide un enorme afflusso di Serbi espulsi da Croazia e Bosnia Erzegovina nella neonata Republika Srpska. A seguito dell'accordo di Dayton del 1995, la Republika Srpska ha ottenuto anche il riconoscimento internazionale. La Inter-Entity Boundary Line (IEBL) segna la divisione della Republika Srpska con la Bosnia Erzegovina, e segue essenzialmente le linee del fronte alla fine della guerra bosniaca con alcuni aggiustamenti (soprattutto nella parte occidentale del paese e intorno a Sarajevo) come definito dall'accordo di Dayton. La lunghezza totale dell'IEBL è di circa 1.080 km.
La Republika Srpska è un governo in stile parlamentare con l'Assemblea Nazionale,che detiene il potere legislativo all'interno dell'entità. La Republika Srpska è relativamente centralizzata, anche se è divisa in 64 comuni chiamati Opštine. La legislatura detiene 83 seggi e la sessione attuale è la decima dalla sua fondazione.
Essendo oggi il 9 gennaio....Tantissimi Auguri Republika Srpska, lunga vita e buona fortuna !!!!
30 agosto 1995: alle 2:12 del mattino, iniziarono i bombardamenti NATO sulla Republika Srpska, che durò fino al 14 settembre, e in cui furono uccisi 153 civili Serbi innocenti.
L'aviazione della NATO ha sganciato un totale di 1.026 bombe sulle posizioni dell'Esercito della Republika Srpska, di cui 708 guidate, e il peso totale degli esplosivi sganciati fu di circa 10.000 tonnellate.
Durante questi bombardamenti, la NATO hanno utilizzato munizioni radioattive all'uranio impoverito in un'operazione chiamata "Deliberate Force", spiegando che "questo dovrebbe portare finalmente i Serbi in Bosnia Erzegovina al tavolo dei negoziati".
Il motivo dell'attacco della NATO fu l'esplosione al mercato Markale di Sarajevo il 28 agosto 1995, per la quale furono accusati i Serbi, sebbene il rapporto della commissione indipendente di quel periodo affermasse che "non ci sono prove chiare che le granate provenissero da posizioni serbe ", cosa che venne confermata personalmente a Yasushi Akashi, l'allora inviato del Segretario generale dell'Onu per i Balcani.
L'allora comandante dell'UNPROFOR, il generale Michael Rose, dichiarò dopo l'incidente a Markale che non era possibile determinare da dove fosse stata sparata la granata. Un colonnello russo, comandante del battaglione russo di mantenimento della pace a Sarajevo, Andrej Demurenko, che ha partecipato alle indagini, ha affermato che i Serbi "sono stati accusati ingiustamente solo perché la NATO avesse motivo di attaccare".
Il primo giorno del bombardamento di Pale, in uno scontro tra artiglieria serba e aerei della NATO, un aereo francese "Mirage 2000" è stato abbattuto da un "missile terra-aria" intorno alle 17:00. È caduto e i due piloti sono fuggiti catapultandosi.
Contemporaneamente alla "Deliberate Force", è stata lanciata anche l'azione della NATO "Dead Eye", il cui obiettivo era disabilitare il sistema di difesa antiaereo dell'Esercito della Republika Srpska. La campagna di bombardamenti della NATO è stata anche aiutata dall'Operazione Mistral 2, un'offensiva militare dell'esercito croato (HV), dell'Esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina (ARBiH) e del Consiglio di difesa croato (HVO) lanciato nella Bosnia occidentale.
Hanno preso parte al bombardamento della NATO:
Francia (284 voli)
Germania (59 voli)
Italia (35 voli)
Paesi Bassi (198 voli)
Spagna (12 voli)
Turchia (78 voli)
Regno Unito (326 voli)
Stati Uniti (2318 voli)
Continuano le folli esternazioni di Bakir Izetbegović
L' accordo di pace di Dayton per Bakir Izetbegović è solo carta straccia. Secondo il leader della SDA quanto concordato nel 1995 è roba vecchia il cui treno è passato da tempo. Il futuro, afferma, vede una Bosnia Erzegovina centralizzata, lontana dall'idea originale Dayton.
"L'originale Dayton invocato da Milorad Dodik non esiste. L' articolo 3 dell'allegato 4 afferma chiaramente nell'accordo di pace di Dayton che ulteriori modifiche all'accordo di pace di Dayton saranno apportate entro sei mesi, il che significherà rafforzare lo stato centrale della Bosnia Erzegovina", ha dichiarato Bakir Izetbegovic, presidente della SDA.
Bakir Izetbegović incolpa Milorad Dodik per la crisi più grande mai accaduta in Bosnia Erzegovina e che vorrebbe tornare all'accordo originale delle tre nazioni. La Bosnia Erzegovina che voglio è uno stato in cui i musulmani sono le persone dominanti che vogliono essere importanti, seguendo l'esempio dei croati e dei Serbi nei loro stati.
Izetbegović: Se vuoi la pace, devi essere pronto per la guerra
Il presidente della SDA Bakir Izetbegović ha affermato che "se le persone vogliono vivere, devono essere pronte a morire, se vogliono la pace, devono essere pronte per la guerra", e che, come dice, i patrioti bosniaci non hanno alternative.
"Penso e spero che non ci sarà la guerra, ma se ci fosse la guerra, dobbiamo essere pronti. Se vuoi vivere devi essere pronto a morire, se vuoi la pace devi essere pronto per la guerra. Penso che le persone siano pronte a tutto per non permettere che la Bosnia Erzegovina venga ulteriormente divisa. Se Tomasica, Srebrenica, Brcko non fossero più in Bosnia Erzegovina, ci sarebbe sicuramente un conflitto. I patrioti bosniaci non hanno alternative" ha detto Izetbegović per FTV.
D'altronde come si dice, tale padre tale figlio.
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