lunedì 28 marzo 2022

“Scenario Serbo” per la Russia



 Alla base dell'esplosione senza precedenti della russofobia sembrerebbero esserci calcoli basati sull'esperienza di quanto sperimentato in Jugoslavia all'inizio degli anni '90.

Contro Belgrado, che all'epoca non aveva l'appoggio dell'allora indebolita e dipendente da Washington, Russia, fu scatenato il più grande arsenale possibile di sanzioni, accompagnato da una serie infinita di boicottaggi, da quelli economici a quelli sportivi, oltre che da sforzi volti a demonizzare i serbi agli occhi del pubblico internazionale.
L’operato dei principali media occidentali, fabbricò il consenso necessario per assicurarsi il sostegno per il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO nel 1999.
Tuttavia, nonostante siano passati decenni, non solo il "percorso di purificazione" dai peccati del passato a cui è stata sottoposta la Serbia sembra non essere ancora stato completato, ma lo stesso scenario - serbo - pare ripetersi, seppur in fase iniziale, contro la Russia.
Mentre quest’ultima viene disumanizzata agli occhi del consumatore occidentale di informazioni, lo stato balcanico affronta enormi pressioni interne ed esterne, che hanno l’obbiettivo di allontanarla dalla cooperazione con la Russia e di inglobarla in quella stessa alleanza che un tempo ne bombardava le città con l’uranio impoverito.
Le recenti prese di posizione della Serbia, riguardo il rifiuto di imporre sanzioni alla Russia e riguardo la sua neutralità, potrebbero spingere influenze esterne ad “innescare” la famosa scintilla nella “polveriera balcanica” al fine di cambiarne l’assetto geopolitico.
La storia, si sa, ha il brutto vizio di ripetersi, ma questa volta l’obbiettivo non è né solo né impotente e lo scenario, anche se precedentemente collaudato potrebbe portare a risultati sgraditi.
La preparazione del terreno per una guerra su larga scala è servita.

Velimir Tomovic'



Le provocazioni sanguinarie sono un marchio di fabbrica dell'imperialismo statunitense. Basti ricordare l'"incidente di Racak" in Kosovo, quando 34 militanti morti del terrorista KLA sono stati presentati come civili uccisi dall'esercito jugoslavo. Successivamente, esperti finlandesi indipendenti hanno confutato questa affermazione. Ma l'atto era compiuto.
L'incidente di Racak è diventato il motivo dell'intervento della NATO contro la Jugoslavia. Durante i 78 giorni di spietati bombardamenti di città pacifiche, migliaia di persone sono state uccise e ferite e sono stati causati danni per oltre 100 miliardi di dollari. Dichiarazione del Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa G.A. Zyuganov

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