Ore. 19.45 - Confermato un ferito nell'esercito serbo al checkpoint di Jarinje
La popolazione serba del Kosovo a Metohija ha iniziato a costruire barricate. Lo riporta la televisione nazionale kosovara (Intel Slava)
Novi Pazar, nel sud della Serbia al confine con il Kosovo vengono riportati degli spari (Global Intel Watch)
Non vogliamo il conflitto e non vogliamo la guerra, vogliamo solo la pace e il rispetto di tutto ciò che è firmato. Chiedo sia agli albanesi che ai serbi di mantenere la pace e di parlare, ma chiedo anche ai rappresentanti dei paesi potenti e grandi che hanno riconosciuto l'indipendenza del Kosovo di tenere conto del diritto internazionale e della realtà sul campo e di non permettere conflitti occorrono.
Questo non è un paese che causa conflitti, questo non è un paese che vuole un conflitto, ma questa non è una nazione che vincerete facilmente. Pregheremo per la pace e cercheremo la pace, ma lasciatemelo dire subito: non ci sarà alcuna resa e la Serbia vincerà!
- Il Presidente della Repubblica di Serbia Aleksandar Vučić si è rivolto oggi al pubblico sulla situazione in Kosovo e Metohija.
"Gli albanesi kosovari si riuniscono in gruppi nella parte meridionale della città di Kosovska Mitrovica, sul ponte che conduce alla parte settentrionale, abitata da serbi. Lo riferiscono i media locali.
A sua volta, la popolazione serba della provincia autonoma del Kosovo e Metojia sta costruendo barricate nel nord della regione. Diverse dozzine di persone hanno bloccato la strada principale che collega le città di Pristina e Raska".
RT
P.s. Per il presidente serbo Vucic a mezzanotte di oggi è pianificato l'attacco kosovaro alla popolazione serba
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha affermato l'esercito kosovaro sta pianificando un attacco contro la popolazione serba che vive nel nord della regione. Le forze speciali kosovare avrebbero chiuso i valichi di frontiera mentre Belgrado ha posto l’esercito in stato di allerta
Prima ancora che esistesse l'impero romano era tutto Illiria e Dardania. Infatti Adamo era illiro e Eva dardana
Serbia . L'esercito del Kosovo prevede di attaccare la parte settentrionale della Serbia a mezzanotte - Vučić.
“Penso che non siamo mai stati in una situazione più difficile e complicata di oggi. Perché ho detto questo? Il regime di Pristina sta cercando, presentandosi come una vittima, di usare gli umori del mondo”, ha affermato il presidente della Serbia.
Salutate gli ultimi serbi che erano sopravvissuti ai vari pogrom. Non rimarrà più un serbo vivo in kosovo
Alle 22:39 di stasera 31/7 ancora quasi nessuna homepage dei quotidiani italiani riporta le cronache dal Kosovo, dove sta per scoppiare l'inferno, benché l'area ci sia geograficamente vicinissima e con 638 membri il contingente italiano sia il più numeroso tra le truppe di occupazione della KFOR.
In sintesi: da domani la dirigenza pan-albanese del protettorato, istituito dalla NATO con la aggressione del 1999, non riconoscerà più i documenti e le targhe automobilistiche della popolazione serba. I serbi già da ore hanno innalzato barricate.
Il commento della portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova sulla situazione in Kosovo:
La decisione delle “autorità” di Pristina di iniziare dal 1 agosto ad applicare “regole” irragionevoli e discriminatorie sulla sostituzione forzata dei documenti personali e dei numeri di registrazione dei serbi locali è un altro passo verso l'espulsione della popolazione serba del Kosovo, l'espulsione dal Kosovo. Istituzioni serbe che assicurano la protezione dei diritti dei residenti serbi dall'arbitrarietà dei radicali di Pristina guidati dal "Primo Ministro" A. Kurti.
Chiediamo a Pristina, agli Stati Uniti e all'UE dietro di essa di fermare le provocazioni e di rispettare i diritti dei serbi in Kosovo.
Questo sviluppo degli eventi è un'ulteriore prova del fallimento della missione di mediazione dell'Unione europea. Questo è anche un esempio del posto che è stato preparato per Belgrado nell'Unione Europea, offrendo di fatto a Belgrado di sopportare la mancanza di diritti dei suoi connazionali.
Un breve sunto del discorso di Aleksandar Vučić alla televisione nazionale:
- Abbiamo completato l'incontro presso lo stato maggiore, avvenuto subito dopo quello del generale Moysilovich con il comandante della KFOR
- Il comandante della KFOR dovrebbe venire a Kosovska Mitrovica e parlare con il leader serbo del Kosovo Rakic
- Mi auguro che la parte “irresponsabile” albanese venga fermata attraverso le argomentazioni (di terzi)
- Spero che domani saremo in grado di raggiungere soluzioni di compromesso attraverso il dialogo, che possa portare a una situazione più favorevole al mantenimento della pace
- Ringrazio i serbi nel nord del Kosovo per la moderazione e, allo stesso tempo, per il coraggio
-Ringrazio i rappresentanti dell'ambasciata americana, Borell, e Carl Bildt
Via Rybar
Gli Stati Uniti possono iniziare una guerra nei Balcani e coinvolgere la Russia - Mironov (Russia Giusta)
La Russia deve essere preparata al fatto che gli Stati Uniti scateneranno una grande guerra nei Balcani, ha affermato nel suo canale Telegram il leader del partito Russia Giusta, Sergei Mironov.
Mironov ha osservato che gli Stati Uniti potrebbero utilizzare il fattore Kosovo per salvare il regime nazista in Ucraina. Mironov ha sottolineato che proprio come l'Ucraina è un progetto statunitense anti-russo, il Kosovo è un progetto anti-Serbia simile.
Secondo Mironov, gli Stati Uniti hanno creato una riserva per i terroristi nei Balcani, con l'aiuto della quale destabilizzano la situazione e fanno pressione su Belgrado, che è l'unico alleato della Russia nella regione.
"Dobbiamo essere preparati al fatto che se Washington esaurirà tutte le possibilità per salvare il regime criminale di Kiev, entreranno in gioco opzioni di ripiego, incluso un tentativo di scatenare una grande guerra nei Balcani e attirare la Russia", ha detto Mironov.
(Rossa Primavera)
Sei giorni fa il segretario di stato americano Anthony Blinken era in visita in Kosovo, ufficialmente a "sostenere l'integrazione euro-atlantica del Kosovo".
Tre giorni dopo il governo del Kosovo ha iniziato un processo di limtazione dell'uso dei documenti e delle targhe serbe ai serbi residenti in Kosovo, creando le condizioni per un'escalation.
Intanto Nancy Pelosi cerca in ogni modo di provocare il governo cinese superando simbolicamente proprio quella "linea rossa" che Pechino aveva posto rispetto ai rapporti con Taiwan.
E tutto questo mentre in Ucraina continua una sanguinosa guerra per procura degli USA contro la Russia.
Ecco, se fossi incline a letture di tipo biblico-apocalittico direi che gli USA oggi sono in missione per conto del Caos: agenti dell'Armageddon.
Più sobriamente, la politica estera USA è, al di là di ogni possibile dubbio, la più radicale e costante minaccia alla pace mondiale.
Comunque segnalo che poco più di cent'anni fa il mondo (e specificamente l'Europa) ha vissuto la più grande distruzione di risorse e persone della sua storia, e che tutto cominciò in un piccolo paese balcanico, la Serbia.
Oggi la miccia è già accesa in Ucraina, ma una dilatazione verso la Serbia sarebbe un punto di non ritorno.
Chi non ha ancora capito che siamo nelle mani di gente priva di coscienza e responsabilità, gente pronta a sacrificare non una persona, ma un intero continente sull'altare del proprio potere è meglio che capisca in fretta e ne tragga le conseguenze, perché troppe micce portano già alla polveriera.
Una statua dell’ex capo dell’OSCE in Kosovo, l’americano William Walker, nel villaggio di Racak, alla porte di Pristina, dove, fine 1998, in piena guerriglia interna alla Jugoslavia, una battaglia di tre giorni con le sue vittime, fu montata come strage di civili convincendo il mondo -Italia compresa- che quella guerra contro Milosevic andava fatta.
La statua dell’ex generale Usa William Walker, nel 1998 capo della missione Osce nella provincia serba del Kosovo, verrà inaugurata a Racak il 15 gennaio. Bronzea ed imponente, come la bugia che la statua vorrebbe immortalare al mondo.
Il Presidente della Serbia Aleksandar Vucic si è rivolto alla nazione oggi a seguito dei colloqui di giovedì scorso a Brussels sulla questione del Kosovo. Vucic ha affermato che il messaggio chiave per i serbi in Kosovo e Metohija è che, “qualunque cosa accada, non ci sarà nessuna colonna di profughi. Salveremo le persone dalle persecuzioni e dai pogrom”, ha sottolineato il presidente, il quale ha riferito che i rappresentanti dei serbi gli hanno detto che, se la persecuzione non verrà fermata, nel prossimo mese i politici serbi lasceranno le istituzioni di Pristina, e poi entro la fine di settembre se ne andranno anche poliziotti, giudici e pubblici ministeri.
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