domenica 21 agosto 2022

IL CORAGGIO DI ESSERE ANTI NATO

 Non uccidete nessuno nelle vostre sporche guerre, li rendete famosi e immortali e la loro forza da forza a tutti noi per combattere il vostro male 



Ricordo ancora quando la presentavo come la figlia di Dugin e lei mi fulminava con un occhiataccia. Ammirava il padre più di chiunque altro ma non sopportava esser presentata così. E aveva ragione, nonostante fossimo coetanei aveva già fatto tantissimo. Da fotoreporter ha girato mezzo mondo e quando la vidi all'opera pensai fosse capace di parlare praticamente ogni lingua. Ricordo come in un meeting internazionale, al quale partecipavano persone da ogni paese europeo, lei parlava fluentemente con ogni interlocutore nella sua lingua madre. Non smetteva di impressionare. Chi ha avuto la fortuna di conoscerla non può che esser rimasto colpito dalla sua brillante intelligenza e vivacità.

Ammazzata nel più vigliacco dei modi dai moderni nemici dell’umanità, vili per definizione, capaci di mettere una bomba nell’auto guidata da una trentunenne. Arrivederci Daria, il ricordo di te e delle tue idee rimarrà sempre impresso nei nostri cuori e nelle nostre menti. Adesso stringiamoci attorno ad Alexandr Dugin e stiamogli vicino in questo momento drammatico.
Luca Pinasco





Darya Dugina non era soltanto "la figlia di Dugin", come scrivono gli immondi giornalisti italiani. Era prima di tutto una giovane donna di trent'anni e era per giunta una giornalista.
È stata massacrata in un attentato terroristico di probabile matrice atlantica.
Si aggiunge ai quaranta e passa giornalisti massacrati negli ultimi otto anni in Ucraina.
E a Julian Assange, sepolto vivo dall'Occidente nell'ambasciata dell'Equador prima e a Belmarsh ora.
Ricordatevene quando arriverà il solito intelligentone a straparlare della Politkovskaja.
Giorgio Bianchi






LA BUFALA DI DUGIN IDEOLOGO DI PUTIN
La scorsa notte c’è stato un attentato contro Alexander Dugin in cui è rimasta uccisa sua figlia. Stando alle prime indiscrezioni i responsabili sarebbero sabotatori agli ordini di Kiev. In seguito a questo fatto il nome di Dugin è apparso sui giornali di tutto il mondo, spesso presentandolo come l’ideologo di Putin. Questa è una grossolana bufala.
Putin è un politico estraneo alle ideologie, lui è puro pragmatismo. Tuttavia Putin dice di riconoscersi nei valori conservatori, cosa che ad ogni modo è ben diversa dal definirsi conservatore.
Dugin è più popolare in occidente che in Russia dove non è visto di buon occhio non tanto per le sue posizioni, quanto per la sua condotta. Dugin insieme a Limonov è stato il co-fondatore del Partito Nazional-Bolsevico, organizzazione sciolta dalle autorità russe che ne hanno arrestato i dirigenti che non si fossero dissociati: Limonov è finito in galera e Dugin si è salvato nel disonore (i russi non sono teneri con i rifarditi). Successivamente, in Russia la reputazione pubblica di Dugin si è completamente annullata man a mano che uscivano le testimonianze di ciò che fosse il Partito Nazional-Bolsevico: un concentrato di falsità. La linea era la fantomatica fusione tra alcune istanze sociali e un becero bigottismo ultra reazionario che in particolar modo si scagliava contro omosessuali e drogati; poi si è scoperto che le condotte dei militanti fossero diametralmente opposte, molti erano proprio omosessuali e drogati.
Dugin è stato maltrattato in quasi tutte le università russe, è sostanzialmente un’emarginato.
Tuttavia Dugin è stato consulente di alcuni politici russi, ma mai di Putin.
Volendo eccedere in buona fede, si può dire che potrebbe esserci stata confusione al riguardo di un possibile rapporto tra Dugin e Putin per via del fatto che entrambi sostenevano un progetto di integrazione euroasiatica, ma i due disegni erano declinati in maniera estremamente diversa.
Non c’è alcun legame provato tra Dugin e Putin, a tal riguardo giova notare che Dugin è un collezionista di foto con personaggi famosi e (ad oggi) non risulta che ce ne sia alcuna con Putin.
Chi insiste nel proporre la bufala di Dugin ideologo di Putin lo fa per demonizzare il Presidente russo e per spaventare gli europei, in sostanza si tratta di megafoni della propaganda di guerra.
A Dugin va la solidarietà per il lutto subito, ma il giudizio politico sulla sua persona rimane invariato.
Alberto Fazolo






La disperazione di un padre che ha appena riconosciuto sua figlia Darya dilaniata poche ore fa dall'esplosivo collocato a bordo di un’auto nei pressi di Mosca sulla quale avrebbe dovuto viaggiare lui stesso..
Un padre che incontrai la prima volta nel 1992 e del quale ho potuto apprezzare nel corso dei decenni l'evoluzione del pensiero politico-filosofico e la maturazione di una profonda spiritualità.
Le idee di Dugin si possono condividere o meno ma quando una mano armata colpisce il pensiero non-conforme, quale che esso sia,
siamo di fronte ad un atto di vigliaccheria e di barbarie che denota una scontro senza confini e, soprattutto, senza alcuna pietà.
Alberto Micalizzi



Foto di Russia press


Sulla questione di Darya Dugina non dico nulla: le indagini, come si suol dire, sono in corso. Alcuni ambienti ucraini si sono intestati l'omicidio ma sono quei personaggi che si intesterebbero anche l'esplosione di una caldaia, quindi le loro dichiarazioni lasciano il tempo che trovano. Non ci sono dichiarazioni ufficiali da parte russa, mentre Podolyak ha appena dichiarato, ovviamente, che l'Ucraina non c'entra niente (e vorrei vedere che avesse dichiarato che mettono le bombe sotto le macchine dei civili, per quanto russi). Sull'ideologia e sul personaggio Dugin, che probabilmente era il vero bersaglio dell'attentato, consiglio di seguire le riflessioni Giovanni Savino che ne parla con coscienza di causa (su Facebook col suo nome, su Telegram Russia e altre sciocchezze; io qui mi limito a dire che se da noi passa per essere il Julius Evola di Putin, in patria è una persona assolutamente estranea a qualsiasi tipo di potere reale (prova ne sia, come scrive anche Giovanni, che è stato possibile fargli saltare in aria la macchina senza problemi).
Venendo a cose nostre, cioè militari: stamattina il comando ucraino ha comunicato che le sue truppe sono state costrette a lasciare Blagodatnoye. Gli obiettivi strategici di questa avanzata russa non sono chiarissimi, ma i contemporanei bombardamenti sul ponte Varvarskiy, che collega Mykolaiv alla sponda destra del Bug (nel circoletto rosso), lasciano intendere che il fronte di Cherson si sia finalmente acceso, ma non ad opera dell'esercito ucraino. Potrebbe essere un attacco di alleggerimento o una ricognizione in forze andata particolarmente bene, oppure l'inizio di qualcosa di più serio.
Francesco Dell'Aglio





NEL SEGNO DELLA RAPPRESAGLIA NAZISTA
Attentato mortale a Daria Dugina, figlia trentenne dell'ideologo russo Alexander Dugin dato molto vicino a Putin. Anche lei laureata in filosofia e commentatrice politica per il movimento trans-asiatico fondato dal padre. Sembra che il vero obiettivo fosse proprio il padre, essendo l'automobile di proprietà di Alexander Dugin che invece all'ultimo momento pare abbia cambiato mezzo di trasporto. Un attentato nel segno del terrorismo nazista che nel caso fossero confermati i sospetti su un possibile coinvolgimento di Kiev, getterebbe un'ombra ancora più inquietante sull'attuale regime di Kiev. Le autorità russe mostrano accortezza e prudenza ma fanno anche capire che qualora le indagini dovessero provare la responsabilità di Kiev un tale fatto non resterebbe senza conseguenze.
Ioppolo Giuseppe





Padre e figlia, probabilmente nell'ultima foto.
Checché ne scriva la stampa occidentale, Dughin non è l'ideologo di Putin (e checché ne orecchi da un po' Medvedev nei suoi deliranti tweet).
Finora, anzi, il Cremlino -pur tra fortissime sollecitazioni esterne e interne- ha fatto molto teatro ma tenuto nervi saldi.
Non occorre proprio essere putiniani per approvare "l'operazione militare speciale" per riconoscere questo semplice dato di fatto.
Ecco, da questo momento, c'è di che preoccuparsi...
Stefano Masson





Mi raccomando.. continuiamo a affamare gli italiani per mandare armi a questa gente

Scoperto l’assassinio di Darja Dughina.
A seguito di un complesso di misure urgenti di ricerca operativa, Il Servizio di Sicurezza (FSB) della Federazione Russa ha scoperto l'omicidio della giornalista russa Darya Dugina, nata nel 1992", ha reso noto l'FSB poco fa.
Il servizio speciale ha stabilito che "il crimine è stato preparato e commesso dai servizi speciali ucraini" e l’esecutore è una cittadina ucraina, Vovk Natalya Pavlovna, nata nel 1979.
La Vovk è arrivata in Russia il 23 luglio 2022 insieme alla figlia Shaban Sofia Mikhailovna, nata nel 2010. "Il giorno dell'omicidio, Vovk e Shaban erano al festival letterario e musicale “Tradizioni”, dove Darja Dughina era presente come ospite d'onore", ha detto l'FSB. Dopo l'esplosione controllata dell’auto Toyota Land Cruiser Prado, alla guida della quale si trovava Darja Dughina, il 21 agosto Vovk e sua figlia sono partite e attraverso la regione di Pskov sono andate in Estonia.
I servizi segreti russi hanno chiarito che per organizzare l'omicidio della Dughina e ottenere informazioni sulle sue abitudini di vita, la Vovk ha affittato un appartamento a Mosca con la figlia nella casa in cui viveva Darja Dughina. I criminali hanno utilizzato un'auto Mini Cooper per monitorare la politologa Dughina. Quando la Vovk è entrata in Russia, ha utilizzato una targa della Repubblica popolare di Donetsk - Е982ХН DPR, - a Mosca – girava con una targa del Kazakstan - 172AJD02 e per uscire dalla Russia una targa ucraina - AH7771IP. "I materiali dell'indagine sono stati trasferiti al Comitato Investigativo", ha aggiunto l'FSB.
In Ucraina intanto da ieri hanno fatto girare un video, in cui l’ex deputato della Duma, Ilja Ponomarjov, scappato in Ucraina, ha dichiarato che l’“Esercito repubblicano nazionale” ha rivendicato l'atto terroristico, struttura che è una novità saltata alla ribalta ieri. Ma ciò è ovviamente un falso, Ponomarev è solo un primitivo serbatoio di drenaggio dei servizi speciali ucraini. Uno storico russo stamattina ha detto che "il fatto che Kiev abbia dovuto produrre questi esseri superflui rivela l'evidente insoddisfazione per l'attacco terroristico commesso dai curatori occidentali”. Nel senso che il bersaglio era più il padre che la figlia, e quindi dovevano essere eliminati entrambi.
Ma questo certo non nega la necessità di riconoscere l'Ucraina come stato terrorista.
Sottolineo in particolare che i giornali italiani - sempre dalla parte di Kiev e vari oppositori russi scappati, hanno scritto che Ponomarjov avrebbe detto che "dietro l'attacco a Darja Dughina ci sono i partigiani russi anti-Putin"! Così vogliono spostare sui russi la colpa dell'omicidio.
Il discorso di Ponomarjov è un tentativo di distogliere l'attenzione dall'evidente. Ponomarjov è solo una cortina fumogena, solo un vile traditore, e il tradimento non ha fondo. Nel video pubblicato Ponomarjov è visibilmente contento, felice della morte di Darja Dughina, racconta lo schema dell'atto terroristico e la struttura che, secondo Ponomarev, ha iniziato a organizzare attacchi terroristici dall'interno della Russia.
Ponomarev dovrebbe essere inserito nella lista dei ricercati internazionali, come minimo.
L'atto terroristico è stato ideato dallo stesso tossicodipendente. Questo atto è pienamente coerente con il suo stile di pensiero criminale.






L'aggressione imperialista della NATO a guida USA, senza mandato ONU, alla Serbia Socialista di Milosevic ebbe inizio a Marzo 1999. 4000 morti di cui circa 1000 poliziotti e militari, il resto civili, donne, bambini, lavoratori, gente comune. Numerosi decessi dopo la guerra, a causa degli effetti dell'Uranio impoverito, utilizzato nelle bombe e proiettili NATO. In Italia governava D'Alema e il Ministro della Difesa era Mattarella. Milosevic venne imprigionato e processato. Quando aveva dimostrato la sua innocenza, morì nelle carceri europee in circostanze misteriose. Da giorni chiedeva di essere trasferito in un altro stato perchè volevano avvelenarlo.

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