giovedì 25 agosto 2022

LA FIGLIA



Quando i nazionalisti croati bosniaci e albanesi sono disperati, tirano sempre in ballo il suicidio della figlia di Mladic. In realtà non è mai stato chiarito se si è suicidata o l'hanno fatta suicidare poichè le indagini sono a un punto morto .. guarda caso! 

Che sia chiaro questo: si è suicidata se veramente si è suicidata il 24 marzo 1994 mentre il genocidio di Srebrenica è stato l'anno dopo quindi di quale cavolo di vergogna stiamo parlando? Suo padre difendeva i civili serbi in Bosnia trucidati dalle bande musulmane. Al massimo era orgogliosa di sapere che qualche bambino serbo viveva grazie alle difese del padre 

La traduzione non è delle migliori ma si capisce 

Quando non volevano giocare con me nel 1984, ho imparato che ero serbo. Quando il mio vicino Dzevad mi ha dato un calcio nello stomaco con il piede, su Vidovdan 1989 infastidito dalla prima del film Lotta in Kosovo, ho scoperto chi sono i vicini. E poi nel 1992 sono diventato un aggressore. Ho dovuto correre e dai primi giorni di guerra non sono più solo. Tutti quelli che sono rimasti nel mio quartiere sono sopravvissuti al calvario senza precedenti. Ho detto tutto, tutti gli uomini sono stati portati al campo di concentramento di Silos a Tarcin. Silos è stato sciolto solo il 27.01.1996. e l'accampamento più ponte della guerra passata. Il vicino Spira è stato massacrato. Il vicino Angelka è stato stuprato, mentre il piccolo Goran aveva in mano una pistola con la bocca e lo picchiava. Non si è mai ripreso da quella notte. Hanno chiuso pure mia nonna 70enne. E la sorella di nonna Jelka è stata picchiata fino a morire di dolore. Ma anche dispiaceri per il figlio e marito di cui fa parte del filo del campo Silos e di cui ascolta per giorni le grida. Ho trascorso la guerra ad Hadzici circondato e ci ammazzavano dalle colline ogni giorno. Quattro anni in doppio cerchio, mesi senza elettricità, acqua. Esagerate centinaia di reati, granate e colata di uranio. Oggi i vicini celebrano il giorno dell'assedio e l'inizio dell'aggressione. Dicono, che ho tenuto qualcuno sotto assedio e blocco. Dicono anche che sono un genocidio. Potete dire quello che volete, io non porto rancore. Mi ricordo di te. Mi ricordo di te e ho nella mia testa. E la foto di nonno Draga dopo lo scambio, quando lo portammo in appartamento in coperta. Mi ricordo quei 35 chili di lui. Ricordo anche i coetanei morti. Ricordo le tracce di sangue del tuo amico morto. Ricordo ogni pianto di mia madre e ogni ferita di mio padre. Ricordo ogni fottuto giorno della guerra, tutte le tue cattiverie e bugie. Non ricordo la chiesa ardente di S.Pietro e Paolo. Non me lo ricordo, perché ho una foto. Ecco quella foto, che è prova vivente di multieticità e convivenza in campo Sarajevo. E soprattutto mi ricorda che io sono un aggressore e quello sulla terra in cui i serbi hanno vissuto fin dalla memorizzazione.

Tratto dal blog Једна је Србија


... Ti ricordo che la Serbia oggi è il paese europeo con più immigrati profughi specie dalla Croazia e che molte di storie loro parlano di atrocità disumane e cattiverie gratuite commesse dagli ustascia croati, che tra l'altro hanno una lunghissima storia di filonazismo.
Moltissimi sono ovviamente anche processati per crimini di guerra
La mi stessa nonna (croata) ha vissuto un dramma nel suo paesino dove è nata negli anni '40, quando gli ustascia sono entrati hanno ucciso mezzo paese con tecniche disumane e ha visto la sua vicina ammazzata con la gola tagliata con in braccio il bimbo al quale hanno tolto gli occhi con il coltello e tagliato la gola. Finché era viva non smetteva di raccontarlo.
Per non aggiungere le atrocità di Jasenovac ed altri campi di concentramento.
Quindi caro non mi parlare del male, che qui ti caschi veramente male con la Croazia.
Igor


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