sabato 17 settembre 2022

LISICA, DI DUBRAVKA UGRESIC





 Oggi vi proponiamo un libro meraviglioso di una scrittrice meravigliosa, perseguitata dagli ustascia croati, che non conosce la parola "resa"

Tanto è amata all'estero quanto è odiata in patria. Noi tutti l'adoriamo 

Una volpe sa molte cose mentre il riccio sa solo una cosa (vecchio detto) 

Dubravka Ugresic è la regina della letteratura croata, ma solo all'estero si puo' esprimere liberamente. In Croazia non c'è libertà di parola. Lo puo' testimoniare bene Giacomo Scotti, per non parlare di Matvejevic (il suo pensiero è immortale)  e molti altri scrittori condannati all'esilio 

Dubravka Ugresic a Torino





. .....Durante la sua permanenza a Globus ha acquisito una certa notorietà grazie a un pezzo d'opinione del 1992 non firmato (che alla fine ha ammesso di aver scritto), intitolato "Croatian Feminists are Raping Croatia", in cui ha attaccato cinque scrittrici femministe croate ( Slavenka Drakulić , Vesna Kesić , Jelena Lovrić , Dubravka Ugrešić e Rada Iveković), accusandoli di tradire la Croazia. L'articolo è stato fonte di significative controversie che alla fine hanno portato a una causa per diffamazione contro la rivista.

Dubravka Ugresic a tutt'oggi perseguitata





Dubravka Ugrešic: Sono molto cambiata. Non vivo più dove vivevo prima. Vivo con insicurezza, mentre prima vivevo in modo sicuro. Coscientemente o no, porto con me quel mio bagaglio. Una delle mie esperienze più choccanti è stato che a Zagabria, dove vivevo una vita ordinata e stabile, completamente integrata - insegnavo alla facoltà, scrivevo - in una notte tutto è scomparso a causa di un dettaglio. Sui giornali è stato pubblicato un articolo contro di me e il giorno seguente tutta la città mi ha voltato le spalle. Le persone che consideravo mie amiche non mi chiamavano più - hanno smesso di chiamarmi quel mattino, i vicini di casa mi hanno voltato le spalle, la gente con cui lavoravo alla facoltà ha smesso di salutarmi. Si è trattato di un incubo che io cerco di dimenticare.
Mi chiederete come è possibile che tutto ciò che aveva un valore per 20 anni fosse potuto sparito a causa dell'articolo in cui c'era scritto che ero una traditrice, una nemica dello stato o una strega? Ciò è del tutto inventato e lì teminano anche le proprie illusioni. Tutti noi portiamo qualche fantasia domestica. Quando abbiamo freddo pensiamo: "mi riscalderò a casa". D'un tratto tutto si è mostrato non valido. In questo senso la mia storia è una storia ebrea. Un giorno qualcuno vi mette la stella e basta. E intorno a voi terra bruciata.

Dubravka Ugrešic: Non bisogna permettere l'oblio. Finché non si raggiungerà un'ampia sensibilità verso queste cose, occorre ripeterle continuamente, perché la gente non vuole riconoscere di essersi comportata da canaglia. Regolarmente le canaglie non riconoscono di esserlo, e nemmeno saranno mai coscienti di ciò, perché, se così fosse, non lo sarebbero mai state. Bisogna alimentare questo sentimento, perché in fondo si è trattato di una nostra scelta, Miloševic è stata una scelta serba, Tudjman è stata una nostra scelta e la gente ha votato, non una, ma bensì cinque volte, e ha votato per la propria infelicità e disumanizzazione.

Dubravka Ugrešić è una delle scrittrici croate più tradotte in Italia. Nel tempo, Garzanti prima, quindi Bompiani ed ora Nottetempo hanno pubblicato i suoi libri più significativi. Eppure è, o meglio sarebbe dire, è stata una delle scrittrici più odiate in patria al tempo della cosiddetta “Guerra patriottica” e del regime di Tuđman, tanto da costringersi a una sorta di auto esilio, scegliendo poi di vivere in Olanda.





LA CROAZIA PUO' DARE TUTTE LE MEDAGLIE CHE VUOLE, MA NON DARA' MAI LICENZA DI OFFENDERE 

UGRESIC VS PAMBIANCHI




Lo scomodo jugoslavismo di Dubravka Ugrešić

dà fastidio anche a Diego Zandel e alla lobby europeista di Osservatorio Balcani Caucaso

Il timore però è che l’invito sia rivolto alla dissidente più che alla brava scrittrice che la Ugrešić è, facendole ricoprire un ruolo che ormai dovrebbe scrollarsi di dosso, credo con una profonda riflessione sui passi in avanti compiuti dalla Repubblica di Croazia dai tempi di Tuđman che, perseguitando lei ed altri scrittori critici, mostrava il volto becero di un regime. Magari partendo dalla semplice considerazione che l’attuale Repubblica di Croazia non solo contribuisce economicamente, attraverso il ministero della Cultura, alla traduzione dei suoi libri all’estero, ma anche a qualcuno dei suoi viaggi di lavoro come, ad esempio, l’ultimo nel nostro paese per la presentazione proprio di questo libro a Torino e a Roma.








Purtroppo la Ugresic come molti altri scrittori e giornalisti subiscono ancora oggi minacce continue in Croazia. Gli ustascia non si smentiscono mai

951 processi contro giornalisti, richieste di risarcimento danni per 10,3 milioni di euro. Numeri che testimoniano come il mondo dei media in Croazia sia sotto pressione. Ne abbiamo parlato con Vanja Jurić, avvocatessa specializzata in libertà di espressione








Avversaria tenace di quella forma di fascismo che è stato il nazionalismo post-jugoslavo, emigrata nel ’93 – dopo la polvere sollevata dal crollo del Muro di Berlino – dall’Istituto per le scienze letterarie della Facoltà di filosofia di Zagabria verso Germania, Olanda e negli Stati Uniti, si sente a casa in una sorta di piattaforma di letteratura transnazionale, out of the nation, che definisce una resistenza. Catalogata come scrittrice croata all’esterodopo essere stata disconosciuta come tale nel paese natio, Ugreŝić ha sempre rifiutato il revisionismo storico di culture politiche artificiose, autoritarie e l’ingresso nel presepe dei criminali della guerra disgregatrice innanzitutto dei legami sociali, familiari.

Ha detto no all’oligarca, al militare che riabilitò il simbolismo del movimento ustaša fascista. Ha disertato il pacchetto di prescrizioni e le bugie politiche, culturali del presidente ultranazionalista Franjo Tudjman, perché un buon scrittore non lo si distingue dal passaporto, ancor più se posticcio. La sua ferita si chiama patria: «Io stessa non sono né un’emigrante, né una profuga, né una rifugiata politica. Io sono una scrittrice che a un certo punto ha deciso di non vivere più nella sua terra perché la sua terra non era più sua», si dichiara in Vietato leggere. Come ha notato Predrag Matvejević, nei testi di Ugreŝić la dissidenza non è fine o mezzo, tanto meno movente o pretesto.







Marco Polo ... o Marko Polo ?
Riportiamo qui di seguito una delle numerose discussioni sbocciate su Wikipedia in merito alla supposta "croatizzazione" di Marco Polo.
Non sarò breve...
Intanto mi viene da dirvi: "Benvenuti nei Balcani!", giacché questa di Marco Polo è una "tipica" maniera di affrontare questioni di carattere storico in quelle lande. Sono troppo duro?
Si legga per esempio Giuliano Procacci, Carte d'identità. Revisionismi, nazionalismi e fondamentalismi nei manuali di storia, Carocci 2005, oppure Dubravka Ugresić, The Culture of Lies, London 1998 (la scrittrice - accademica croata - è stata costretta ad emigrare in Olanda. In patria veniva tranquillamente chiamata "puttana traditrice" da alcuni pezzi grossissimi dell'establishment, perché denunciava le incredibili manipolazioni - anche storiche - operate dai nuovi governanti dopo il crollo della Jugoslavia). Con ciò - sia chiaro - io non intendo per nulla affermare che tutti sono della stessa pasta: da anni è in corso un rinnovamento negli studi storici croati, ma alcuni topos sono difficili da scalfire. Uno di questi topos è legato al nostro Marco Polo, e cercherò di spiegarlo.







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