LA NATO RESPINGE LA RICHIESTA SERBA NONOSTANTE LE PROVOCAZIONI IN KOSOVO
Il terrore e le provocazioni contro i serbi in Kosovo e Metohija non si sono fermate nemmeno durante i giorni delle festività ortodosse.
Venerdì 6 gennaio, il giorno della vigilia per milioni di fedeli ortodossi, due ragazzi, in cerca del “Badnjak” nel villaggio di Štrpce, ovvero dei rami di quercia, che per tradizione serba vengono portati a casa dai fedeli e successivamente bruciati la sera stessa della vigilia, sono stati brutalmente aggrediti da un cittadino kosovaro di etnia albanese.
L’aggressore fermando l’auto su cui stava viaggiando ha estratto la pistola e senza esitazione ha sparato ad entrambi i giovani di 11 e di 21 anni, ferendoli rispettivamente ad una spalla e ad una mano.
I malcapitati, operati d’urgenza preso l’ospedale di Gračanica sono fortunatamente fuori pericolo di vita.
Secondo i media locali, il sospettato, Azem Kurtaj, 33 anni, figlio di un esponente dell’UCK, Danush Kurtaj, scomparso durante i bombardamenti NATO del 1999, è stato arrestato il giorno stesso dalla polizia kosovara.
L’aggressione oltre ad aver scatenato l’indignazione dei serbi, stanchi delle continue persecuzioni ai danni del proprio popolo in Kosovo e Metohija ha radunato domenica 8 gennaio, davanti al comune di Štrpce, nel sud del Kosovo, migliaia di manifestanti in protesta contro il terrore albanese.
Sebbene il cosiddetto primo ministro kosovaro Albin Kurti si sia affrettato a condannare l’aggressione contro i due giovani sul suo account Twitter, la sua politica, volta al riconoscimento internazionale del Kosovo ha portato nel corso degli anni all’estremizzazione del sentimento serbofobo nella regione.
Sempre l’8 gennaio, il Presidente serbo Aleksandar Vučić, intervistato dall’emittente televisiva Pink, ha reso nota, la risposta della KFOR alla richiesta di Belgrado di inviare un contingente di sicurezza in Kosovo e Metohija, che in una lettera avrebbe specificato di non vedere la necessità del ritorno dell’esercito serbo nella regione, con buona pace della risoluzione 1244 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che ne prevede il ritorno.
Le continue persecuzioni ai danni dei serbi nella regione abbinate al respingimento della richiesta di Belgrado da parte della Kosovo Force, sono un chiaro segnale di quali siano le volontà dell’Alleanza Atlantica, che non concedendo allo stesso Stato serbo di proteggere la propria popolazione nella regione, investe sulla non distensione dei rapporti conflittuali tra Belgrado e Pristina e sull'incessante incremento della tensione.
Velimir Tomovic'
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