mercoledì 31 maggio 2023

COSA CI FA LA NATO IN KOSMET?

 




Cara Radio Rai, cara Radio 24,

"Tutta la Jugoslavia investita da una pioggia di bombe e di missili della Nato, Belgrado ridotta a città fantasma", così si esprimeva testualmente il corrispondente italiano in questo video, il 21 aprile 1999. Guardate queste immagini sulla guerra iper-illegale della Nato contro la Serbia e ditemi dove sarebbe la superiorità morale del blocco occidentale. Ditemi dove sarebbe il rispetto del diritto internazionale da parte dei Paesi dell'Unione Europea e della Nato.



Il cosiddetto autoproclamato “Kosovo” non è un paese membro delle Nazioni Unite in quanto non riconosciuto dalla maggior parte dei paesi del mondo. Solo in Europa non è riconosciuto dalle Spagna, Romania, Slovacchia, Grecia, Cipro e l’Ungheria ha ritirato il riconoscimento nel 2018.
I serbi che vivono nel Kosovo e Metohija, come è sempre stato chiamato questo territorio, anche in ex Jugoslavia (Metohija significa la terra dei tempi/chiese in quanto si tratta della culla del cristianesimo serbo) non hanno nessun obbligo internazionale per riconoscere le autoproclamate istituzioni di questo cosiddetto “Kosovo”.
Fino a poco tempo fa i serbi, nei 4 comuni dove sono la maggioranza, da soli organizzavano le elezioni. Da quando il cosiddetto premier Albin Kurti ha deciso di imporre lui, da Pristina, le elezioni, i serbi hanno deciso di non partecipare nel mese di aprile 2023. Una protesta pacifica e legittima. Ed ecco che soltanto il 3% degli aventi diritto sono andati a votare.
Mi si stringe il cuore per i membri italiani della KFOR feriti, perché i militari italiani sono coloro che dal 1999 proteggono i monasteri e le chiese serbe dalla distruzione da parte dei fanatici. Però loro, ieri, avrebbero dovuto prendere coraggio a non partecipare alla violenta soppressione dei pacifici manifestanti serbi. Mi rendo conto che l'Italia è un paese membro/succube della Nato, ciò non toglie che ieri hanno partecipato agli atti violenti contro la popolazione inerte. Io sono convinta che l’hanno fatto contro voglia, però sta di fatto che l’hanno fatto. 🙁
Lunedì 29 maggio 2023, nel pomeriggio, le forze della KFOR sono intervenute per disperdere con violenza un raduno non violento dei cittadini che si erano riuniti davanti al Comune di Zvečan.
Sono stati usati gas lacrimogeni e bombe d'urto e la cosiddetta Polizia del Kosovo ha usato munizioni e pallottole vere da arma da fuoco.
Epilogo:
- 52 cittadini di nazionalità serba sono rimasti feriti;
- 3 cittadini sono rimasti gravemente feriti;
- 1 cittadino è in pericolo di vita (ferito alla schiena da un kalashnikov della Polizia del Kosovo);
- 41 membri della KFOR sono rimasti feriti.
Le cause dell’attuale crisi in Kosovo
e Metohija:
- L'ultima crisi in Kosovo è iniziata con lo svolgimento delle elezioni illegittime il 23 aprile 2023 in 4 comuni dove vive la maggioranza serba;
- La situazione è peggiorata dopo che, alle elezioni nei comuni sopramenzionati, sono stati eletti come sindaci i membri dei partiti politici albanesi, senza alcuna partecipazione dei partiti serbi, con un'affluenza alle urne del solo 3 % e con la pressione costante di Albin Kurti, il primo ministro delle autoproclamate istituzioni del Kosovo;
- Albin Kurti ha ordinato ai neoeletti sindaci di assumere i loro nuovi incarichi, nonostante le dichiarazioni dei paesi occidentali di non farlo;
- La situazione è peggiorata dopo che le unità speciali del cosiddetto Kosovo sono arrivate al Nord del Kosovo e Metohija, un atto unilaterale che è in contrasto con tutti gli accordi precedenti, e insieme alla KFOR si sono posizionati davanti agli edifici municipali dove il popolo serbo manifestava pacificamente.
Uno sguardo ai fatti:
- Il numero di sfollati, profughi ed esuli, scappati o espulsi dal Kosovo e Metohija verso le altre parti della Serbia e dei paesi limitrofi ammonta già ad oltre 260.000;
- Dal 1999 ad oggi, un totale di 135 chiese e monasteri serbi sono stati completamente distrutti o danneggiati, la metà dei quali sono monumenti culturali protetti anche da Unesco;
- Dal 2006, a causa dell'instabile situazione della sicurezza e delle continue minacce, i monasteri di Gračanica, Visoki Dečani, Pećka Patrijaršija e la chiesa di Nostra Signora di Ljeviška sono stati inseriti nella Lista del patrimonio mondiale in pericolo, dove sono presenti tuttora;
- L'organizzazione internazionale “Europa Nostra” ha classificato il monastero di Visoki Dečani al primo posto nell'elenco dei sette monumenti culturali più a rischio in Europa per il 2021;
- Dalla formazione del cosiddetto
governo di Albin Kurti nel 2021, sono stati registrati più di 300 attacchi di matrice etnica contro i serbi nel Nord del Kosovo e Metohija;
- Dal 2013, quando è stato firmato l'Accordo di Bruxelles, la cosiddetta amministrazione del Kosovo si rifiuta di attuare questo accordo con il quale è prevista la creazione di una Unione dei Comuni serbi, che rappresenta il quadro istituzionale minimo, richiesto anche dalla UE, per la tutela dei diritti fondamentali dei serbi in Kosovo e Metohija.
Ho scritto questo per i miei cari amici perchè, purtroppo, questo per televisione e sui giornali principali non potete leggere.
Lidia



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