sabato 23 marzo 2024

24 marzo 1999, la vergogna della NATO

 








Questo è un elenco di fatti significativi databili, come tale non deve essere considerato completo (nota che Italia e Serbia hanno lo stesso fuso orario).
Le cifre dei morti e feriti sono basate su rapporti delle autorità serbe dell'epoca. Va notato che in diversi casi sono state confermate nella sostanza tramite testimonianze della stampa, anche internazionale, e fda rapporti della Croce Rossa.

  • 24 marzo 1999 iniziano le operazioni aeree contro la Serbia:
    • dalla mattina si riduce l'attività di volo di routine sui cieli dell'Adriatico;
    • ore 16:00 circa, iniziano i primi decolli di aerei di supporto (tanker, AWACS, postazioni di comando volanti, ecc);
    • ore 17:50 circa, iniziano i decolli serrati degli aerei d'attacco, alle 20:00 l'operazione sarà completamente avviata;
  • 25 marzo, ore 02:00 iniziano le incursioni all'interno della Serbia, gli attacchi della prima notte si concentrano su postazioni SAM e aeroporti in Kosovo e nei dintorni di Belgrado, vengono impiegati anche i missili da crociera;
  • 26 marzo, inizia l'afflusso dei primi profughi kosovari presso le frontiere albanese e macedone, la NATO individua alcune aree all'interno delle quali viene effettuata una "pulizia etnica";
  • 27 marzo, ore 20:45, un F-117 statunitense viene abbattuto a circa 28 miglia da Belgrado, il pilota è recuperato incolume tre ore dopo;
  • 31 marzo, tre soldati statunitensi della Joint Guarantor in Macedonia vengono catturati e portati prigionieri a Belgrado;
  • 5 aprile, una bomba da 250 kg cade in un'area abitata, diciassette morti;
  • 12 aprile, un ponte viene bombardato mentre vi transita un treno, cinquantacinque morti;
  • 13 aprile, intensificazione delle operazioni sul Kosovo:
    • l'esercito serbo colpisce con artiglieria un villaggio di frontiera albanese;
  • 14 aprile, circa settantacinque civili kosovari vengono uccisi per errore da aerei NATO;
  • 21 aprile e seguenti, le operazioni aeree s'intensificano nella capitale serba, viene bombardato con bombe incendiarie il quartier generale del Partito Socialista Jugoslavo;
  • 23 aprile, alcuni missili colpiscono la torre della televisione pubblica serba, causando sedici morti;
    • lo stesso giorno viene respinta una prima offerta di tregua da parte di Milošević;
  • 30 aprile, il bombardamento del ponte della piccola città di Murino, in Montenegro, causa la morte di sei persone, di cui tre bambini, e otto feriti;
  • 1º maggio, quarantasette civili vengono uccisi nel loro bus centrato mentre attraversava un ponte sotto bombardamento, questo è il secondo incidente di questo tipo;
    • il giorno successivo i tre soldati statunitensi vengono rilasciati come segno di buona volontà al reverendo Jesse Jackson;
  • 7 maggio, un errore durante un bombardamento nelle vicinanze di Nis (nel sud) causa la morte di quindici uomini e circa settanta feriti;
  • 8 maggio, l'ambasciata cinese a Belgrado viene colpita per un probabile errore di intelligence causando tre morti e un forte incidente internazionale;
  • 13 maggio, dopo un apparente ritiro serbo dal Kosovo, e il ricorso della Serbia contro la NATO per genocidio presso il Tribunale Internazionale dell'Aia (rigettato il 2 giugno):
    • circa sessanta morti e ottanta feriti causati dalla NATO contro un villaggio kosovaro, Korisa; la NATO accusa i serbi di aver usato i civili come scudi umani;
  • 21 maggio, circa cento carcerati muoiono durante il bombardamento di un carcere a Pristina;
  • 22 maggio, sette guerriglieri dell'UCK rimangono uccisi per un errore della NATO, altri quindici feriti;
  • 27 maggio, Milošević e alti ufficiali vengono indagati per crimini di guerra presso il Tribunale Internazionale dell'Aia;
  • 30 maggio, durante un bombardamento di un ponte autostradale, rimangono uccise undici persone che lo stavano attraversando;
  • 31 maggio, due stragi di civili:
    • venti persone rimangono uccise in un ospedale a Surdulica, nel sud; la NATO nega ogni responsabilità;
    • una bomba Nato colpisce il villaggio di Novi Pazar, causando ventitré morti;
  • 1º giugno, Milošević accetta le decisioni del G8, si inizia a pianificare una missione di pace in Kosovo;
  • 9 giugno, lo Stato Maggiore serbo firma con la NATO l'accordo di Kumanovo sul ritiro dal Kosovo;
  • 10 giugno, dopo 78 giorni di bombardamenti, le missioni di attacco sono sospese.


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