L'amicizia di un serbo e un albanese
Monument to Boro Vukmirović and Ramiz Sadiku
Il 28 marzo del 1944, a Salvore (attuale Croazia) vennero torturate e uccise due partigiane italiane. Una interessante discussione si è svolta sul sito Face book della "Voce del popolo", un giornale in italiano per gli italiani in Slovenia e in Croazia. Ecco alcune parti del discorso.....
Salvore. Commemorate Marija e Lina
Una tragedia che non va dimenticata
CROAZIA: Minoranze e media sotto pressione, a rischio il giornale degli italiani
Venne accusato dell'omicidio il fascista Bruno Sambo, in concorso con dei militari tedeschi. Nato a Cittanova d’Istria nel 1906, volontario nell’AOI e nella seconda guerra mondiale, Sambo dopo l’8 settembre 1943 era stato commissario federale del PFR nella città di Pirano, dove risiedeva, ed in seguito si era arruolato col grado di capitano nella rinata MVSN di Pola (60ª Legione), riorganizzata e comandata da Libero Sauro77. A Trieste Sambo fu mandato nel maggio del 1944 dal Deutscher Berater di Pirano, Fritz Fochtner, che lo aveva fatto arrestare accusandolo di aver compiuto violenze nei confronti di giovani richiamati alle armi dopo la pubblicazione del bando di chiamata per le classi del 1923-24-25 emesso dai nazisti nel marzo del 1944, ed in particolare dell’omicidio di tre ragazzi che si erano rifiutati di arruolarsi nell’Esercito fascista repubblicano. Sambo, a sua volta, aveva accusato Fochtner di condurre in porto affari economicamente favorevoli per lui e per uomini d’affari "filoslavi" ai danni del PFR e della cittadinanza italiana. Da Trieste Sambo avrebbe dovuto essere avviato in un campo d’internamento in Germania, ma l’intervento delle autorità italiane e dello stesso federale del fascio triestino, Luigi Ruzzier, lo salvò dalla deportazione. Tornato a Pirano, vi rimase per poco, rassegnò le dimissioni dalla MDT e si trasferì a Trieste. Per i primi tre mesi si dedicò alla sua professione di medico, senza occuparsi di alcuna questione politica, fino a quando venne nominato federale del Partito fascista repubblicano di Trieste (ultimo in questa carica). Bruno Sambo lasciò Trieste il 29 aprile 1945 per rifugiarsi a Venezia, dove si sarebbero diretti anche molti altri fascisti. Il 2 maggio redasse un breve memoriale indirizzato al «Spettabile Comitato di Liberazione Nazionale» di Venezia, che sua moglie consegnò al comitato giuliano della città lagunare, nel quale descrisse tutto quello che era accaduto nella sua vita a partire dall’8 settembre 1943. Nel dopoguerra Bruno Sambo, imputato a partire dal 1946 di collaborazionismo, omicidi e stragi, venne condannato dalla Corte straordinaria di Assise a 30 anni di reclusione. Oltre che all’assassinio dei tre giovani Branco Coslovich, Virgilio Perossa e Leo Segalla, gli venne attribuito anche l’omicidio di Maria Medizza e Lina Zacchigna, in correità con soldati tedeschi. La Corte di Cassazione rinviò Sambo ad un nuovo processo presso la Corte ordinaria di Assise: in questa sede Sambo fu condannato a 8 anni di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e un anno di libertà vigilata per il reato di collaborazionismo; fu invece assolto dai reati di omicidi e stragi.
Le informazioni conosciute su tale
episodio penso provengano in larga parte dall'Archivio Sema (di Paolo Sema,
noto politico, sindacalista ed intellettuale antifascista piranese, legato al
CLN ed al PCI e non sostenitore dell'annessione alla Jugoslavia della propria
terra, va esule a TS negli anni '950), oltre che da altre testimonianze locali,
delle rispettive famiglie (i due rispettivi fratelli, ad esempio), etc.
In effetti, sin dagli anni immediatamente
successivi alla guerra si è in qualche misura discusso se i mandanti ed
esecutori del duplice omicidio fossero stati dei fascisti locali (italiani o
slavi, non fa molta differenza), o invece le forze tedesche occupanti il
promontorio di Salvore (e allora in questo caso si sarebbe davvero trattato di
"piombo straniero").
È probabile che, come in altre azioni
anti partigiane svoltesi alla fine del 1943 e nel corso del 1944, vi sia stata
una cooperazione e corresponsabilità tra i due: tra tedeschi e varie unità
locali collaborazioniste.
Anche l'ipotesi che indica in Bruno
Sambo l'esecutore/responsabile del duplice omicidio, lo ammette infatti in
"correità" con soldati tedeschi non meglio identificati, ma
verosimilmente i componenti del presidio di Salvore.
Ad ogni modo, Sambo dopo una prima
condanna, fu dalla giustizia italiana infine assolto dal resto di omicidio e
strage, deduco per l'insufficienza di prove (fu condannato invece per il reato
di collaborazionismo).
Mentre i militari tedeschi del presidio di Salvore resistettero ad oltranza all'offensiva partigiana, e quando infine i superstiti si arresero (al principio di maggio 1945), furono tutti deportati verosimilmente in qualche campo nell'interno del paese e soppressi/giustiziati di lì a breve.
A corredo di quanto ho scritto sopra,
riporto qui il testo della lapide posta sulle sepolture adiacenti delle due
giovani nel cimitero di Salvore
(primo campo a sinistra, quinta fila).
Lapide posizionata dalle due famiglie,
verosimilmente subito dopo la fine della guerra (1945-47), e scritta proprio
così, esclusivamente in italiano:
Zacchigna, Lina
(9.11.1922 - 28.3.1944)
La dolente famiglia Pose
Medizza, Maria
(22.10.1924 - 28.3.1944) -
La dolente famiglia pose
Candide e pure sulla via - come bianco
marmo - le cui bianche incisioni - immortali vi rendono - per cui pugnaste - e
da prezzolato piombo a pien rigolio - di vostra giovinezza periste - che alle
future genti - sulla via dell'urna pregano - Così nel periglio - così nella
tomba -
Lina, Maria compagne - L'esempio vostro
irradia - i sentieri che l'umano genere...
Contro la disinformazione noiosa quanto grave di alcune pagine balcaniche che vogliono i primi morti a Sarajevo su un ponte durante una manifestazione, ribadiamo per l'ennesima volta che il primo morto a Sarajevo è stato un serbo, a un matrimonio.
La scorsa estate un fotografo ci ha detto che siamo patetici, bè..se dire la verità è patetico, meglio patetici che falsi e ipocriti
Il primo marzo 1992, davanti alla chiesa ortodossa di Bascarsija a Sarajevo, il musulmano Celo uccise il serbo Nikola Gardovic' dando così il via alla guerra
Quel giorno era il giorno del referendum per distruggere la Jugoslavia e i serbi non avevano partecipato
La famiglia Gardovic' stava festeggiando le nozze, quando da una Golf nera scesero 4 musulmani che iniziarono ad aggredire il padre della sposa. Celo sparò al padre della sposa, mentre il suo amico feriva il sacerdote ortodosso. Nikola Gardovic' morì dopo pochi minuti in ambulanza
Nikola Gradovic' è stato davvero il primo morto serbo a Sarajevo e ha dato il via alla guerra, mentre le due ragazze sul ponte sono morte il 5 aprile, quindi attenzione ai fake che vi propinano!
Sanguinoso matrimonio a Sarajevo
Contro chi vuol far credere che i cecchini fossero solo serbi:
Moreno Locatelli è stato ucciso da un bosgnacco
Sarajevo, vent’anni fa iniziava il massacro della città
Non sono d’accordo su nulla serbi, musulmani e croati di Bosnia; potrebbero essere d’accordo sull’inizio della guerra? Quand’è cominciato il carnaio di Sarajevo? Il 6 aprile 1992, data convenzionalmente accettata, e sostenuta da croati e musulmani? Quel giorno furono uccise Suada Diliberović, musulmana nata a Dubrovnik, e Olga Sučić, croato-bosniaca, colpite sul ponte di Vrbanja dalle fucilate dei cecchini serbi che sparavano dalle finestre dell’Holiday Inn. Oppure, come dicono i serbi, il 1° marzo, giorno in cui fu ammazzato Nikola Gardović? Stava partecipando al matrimonio del figlio quando un gruppo di musulmani aprì il fuoco sul corteo nuziale, uccidendolo.
Era la mano destra di Alija Izetbegovic, intellettuale Musulmano Bosniaco. Però spiega in modo dettagliato come Milosevic non voleva la guerra e che aveva proposto un accordo pacifico con i Musulmani Bosniaci. Alija Izetbegovic prima accettò, poi prima di firmare l'accordo cambiò idea senza mai dire a nessuno il perchè. Da li iniziò la tragedia bosniaca....
ALIJA IZETBEGOVIC ANNULLA L'ACCORDO CON MILOSEVIC
È stato riconosciuto post mortem dal Tribunale penale internazionale per l'ex-Jugoslavia membro chiave di un gruppo criminale che intendeva conquistare con la violenza una parte del paese confinante della Bosnia ed Erzegovina, in particolare eliminandone la popolazione musulmana attraverso la commissione di crimini di guerra e contro l'umanità. Inoltre, lo stesso propugnava l'eliminazione di ogni presenza serba nella regione della Krajina[1][2] così commettendo atti considerati crimini di guerra.[3][2]
L'ombra di Tuđman sulla condanna ai vertici della Herceg Bosna
Noi non dimentichiamo
In Kosovo statua all’americano dell’inganno di Racak
In serbo per la Nato tanti processi (anche all’Aja)
Le bombe della NATO sulla Jugoslavia, 22 anni fa
Dato che nessuna pagina balcanica in italiano dice una parola a favore dei serbi e se per caso gli scappa, si smentiscono il giorno dopo, sta a noi raccontare la verità. Niente balle NATO e non ve ne uscite con la parola "vittimismo" che siete squallidi. Ricordiamo che l'UCK è una organizzazione terroristica detto dall'ONU
Kosovo i Metohija - mart 2004.
Kosovo, la notte dei cristalli
Beogradski Sindikat - Niko ne moze da zna
Kosovo, 10 anni dall'indipendenza. Reportage dall'enclave serba di Gracanica
Kosovo, proteste e barricate per la visita del presidente serbo Vucic
Serbian ethno song about Kosovo [English subtitles]
ОЈ КОСОВО КОСОВО / OJ KOSOVO KOSOVO
Kosovo i Metohija - mart 2004.
Quando c'era la Jugoslavia tutti vivevano in pace
YU Rock Misija - Za milion godina
La cultura kosovara protetta dagli U.S.A. a servizio della libertà e della democrazia
Sempre la num uno !
Sono stati trent’anni di brutale tirannia
nazionalista. I croati si sono abituati a vivere immersi in una pesante
corruzione. La Croazia era (e forse lo è ancora) uno stato “democratico”
strutturato come una mafia. Le persone sono mentalmente schiave: non protestano
contro la falsificazione della storia, contro la politica di riabilitazione
dello stato nazista fantoccio di Pavelic durante la seconda guerra mondiale,
contro le forti tendenze filofasciste o neofasciste, contro la stigmatizzazione
del movimento di resistenza jugoslavo durante la seconda guerra mondiale,
contro la catastrofica mancanza di competenza politica e di altro tipo delle
persone al potere.
Questo processo di de-professionalizzazione è
iniziato sin dai primi giorni dell’indipendenza croata. Centinaia e centinaia
di professionisti – giudici, medici, economisti, persino insegnanti di
matematica! – sono stati licenziati (molti di loro erano di etnia serba) e
sostituiti dalla “nuova classe” di persone le cui uniche qualifiche erano
l’identità etnica e la lealtà politica al nuovo governo. Franjo Tudjman ha
attuato una politica medievale di ricompensa verso i suoi fedeli “cavalieri”,
installando il “suo popolo” in tutti i luoghi cruciali del potere: università,
scuole, media, esercito, banche, industria.
Il nazionalismo è la soluzione per chi non vuole confrontarsi con la propria inadeguatezza
Dubravka Ugresic in Balkan crew
Scopro di essere dalla parte sbagliata, quando mi ritrovo a sostare in piedi poc’anzi l’anta destra del portone d’ingresso dell’interno de...