Il 2 luglio del 1992 i croato-bosniaci proclamarono la Hrvatska Republika Herceg-Bosna disseppellendo l’antico vessillo della Šahovnica (scacchiera) Ustaša in memoria del filo-nazista Ante Pavelić. Verso la fine del 1992, gli Stati Uniti presero a sostenere finanziariamente e politicamente il candidato Milan Panić (facoltoso uomo d’affari statunitense d’origini serbe) contro Slobodan Milošević, ma l’inaspettata riconferma elettorale di quest’ultimo scompaginò i loro piani. Mentre l’inflazione jugoslava, dovuta in larghissima parte all’embargo, cresceva alle stelle, il fronte croato-musulmano del Consiglio di Difesa Croato si spaccò in due fazioni interessate entrambe ad assumere il controllo di Mostar. Nell’arco del biennio 1992-1994 i combattimenti provocarono vittime in entrambi gli schieramenti finché i croati non ottennero l’appoggio diretto di Tuđman , a beneficio del quale iniziarono ad affluire ulteriori rifornimenti bellici dalla Germania. Una volta conquistata la soverchiante superiorità militare, le milizie croate si abbandonarono a numerose stragi a danno della popolazione musulmana, senza che né il loro comandante Milivoj Petković né il presidente della Hrvatska Republika Herceg-Bosna Mate Boban né il primo ministro croato Franjo Tuđman venissero successivamente chiamati a rispondere degli eccidi. La cosa non deve stupire, dal momento che la giustizia a geometria variabile rappresenta la funzione essenziale del Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, vero e proprio strumento giudiziario per legittimare la politica estera degli Usa (al quale non aderiscono, pur avendolo finanziato e appoggiato politicamente). Al riguardo, lo studioso Fabio Falchi tiene a porre particolare enfasi sulle «assoluzioni del noto “thug” bosgnacco Naser Orić e, il 16 novembre 2012, di due ex generali croati, Ante Gotovina e Mladen Markac, responsabili dell’uccisione di 324 civili e dell’espulsione di oltre 90.000 persone, azioni che secondo i giudici dell’Aia furono “legittimi atti di guerra”. Queste sentenze hanno suscitato scandalo, ma in realtà erano “politicamente corrette”, anche perché la Croazia sarebbe dovuta entrare nella Ue il 1° luglio del 2013. Riguardo al Tribunale penale internazionale dell’Aia per la ex Iugoslavia sono da ricordare le assoluzioni del noto “thug” bosgnacco Naser Orić e, il 16 novembre 2012, di due ex generali croati, Ante Gotovina e Mladen Markač, responsabili dell’uccisione di 324 civili e dell’espulsione di oltre 90.000 persone, azioni che secondo i giudici dell’Aja furono “legittimi atti di guerra”. Queste sentenze hanno suscitato scandalo, ma in realtà erano “politicamente corrette”, anche perché la Croazia sarebbe dovuta entrare nell’Unione Europea il 1° luglio del 2013».
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