domenica 17 luglio 2022

Il governo croato è ogni giorno più squallido

A SREBRENICA SI, A JASENOVAC NO 

VERGOGNA!




 Il governo croato getta la maschera

Le autorità croate hanno vietato al presidente serbo Aleksandar Vucic di visitare in privato il complesso commemorativo sul sito del campo di concentramento di Jasenovac, questa decisione è scandalosa e antieuropea, ha affermato il primo ministro serbo Ana Brnabic.
"È come se proibissi al Presidente di Israele di visitare Auschwitz. Questa è una decisione anti-europea e anti-civiltà, una grave violazione della libertà di movimento. Non analizzo nemmeno quanto questo dica sulla mancanza di rispetto per Vittime serbe Questo è il più grande scandalo tra Serbia e Croazia nella storia recente", ha detto Ana Brnabic
Rolando Dubini























#MUSEO DELLE VITTIME DEL GENOCIDIO RICORDA
Ogni giorno, da tutte le parti dello Stato Indipendente della Croazia, serbi, ebrei e rom arrestati vengono portati a Gospić dove vengono per lo più detenuti e torturati, e poi spediti nei campi di Jadovno e Slana.
Tra l'altro sono stati picchiati di nuovo per essere stremati e mezzo vivi uccisi o addirittura gettati vivi nelle grotte dei pozzi di Velebit.
Numerosi documenti, dichiarazioni dei superstiti e dei criminali stessi mostrano nel dettaglio gli abusi a cui le persone sono state esposte dal momento dell'arresto, durante la loro permanenza nei campi e alle rovine stesse.
Tutte le testimonianze affermano chiaramente che durante l'eliminazione di persone già stremate e mutilate, gli Ustasha croati erano comuni, e quello che sembra essere il preferito, metodo di uccidere con una mazza, cioè. con un macho. Macola, del peso di circa tre chili, è stata usata per uccidere la maggior parte delle vittime, indipendentemente dall'età e dal sesso, ma soprattutto uccidendo donne e bambini, a meno che non siano stati gettati nei pozzi vivi.


#MUSEO DELLE VITTIME DEL GENOCIDIO TRASMISSIONE
Il Centro "Simon Wizental" ha chiesto oggi al governo croato di annullare la decisione che ha dato al Presidente della Serbia una g. Ad Aleksandar Vucic è proibito visitare il monumento "Jasenovac".
Nella lettera, chi è il direttore degli Affari dell'Est Europa del centro "Simon Wizental", storico dell'Olocausto Dr. Efraim g. Zurof ha indicato l'ambasciatore croato in Israele, signora Veseli Mrdjen Korac, indicando le potenziali conseguenze negative di tale decisione e avverte che una "misura crudele e incomprensibile" può solo aggravare le tensioni tra Belgrado e Za greb, secondo il rapporto alla bellezza di questo centro.
Zurof ha dichiarato nella lettera che presume che il governo croato sia pienamente consapevole del fatto che il maggior numero di vittime a Jasenovac erano serbi.
"Proibire al presidente della Serbia di rispettare le vittime è una misura crudele e incomprensibile che può solo aggravare le tensioni tra Serbia e Croazia", secondo la lettera di Zurof, Tanjug trasmette.
Zurof ha chiesto all'ambasciatore croato in Israele di consegnare una lettera alle autorità responsabili di Zagabria e le ha invitate a trovare un modo per correggere, come ha valutato, "la loro decisione scellerata e sfortunata".


#Notizie dal Museo delle vittime del genocidio
Oggi, in occasione del triste 80° anniversario dei crimini di guerra di massa tedesco-croato commessi contro decine di migliaia di serbi nella zona di Kozara e Potkozarje, una mostra del Museo delle vittime del genocidio intitolata "Kozara 1942" è stato ufficialmente aperto.
La mostra si tiene presso il museo commemorativo di Mrakovica e sarà aperta ai visitatori fino al 31 Agosto 2022.

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#Notizie dal Museo delle vittime del genocidio
"Si chiede anche se dopo l'azione scandalosa odierna del governo croato, che ha vietato ai discendenti immediati delle vittime del genocidio e al Presidente della Repubblica di accedere a Jasenovac e al massacro della Slavonia occidentale Rhouse. e a tutti noi, membri del popolo serbo, in futuro, non potremo visitare quei luoghi alla mente umana e ancora insondabili sofferenze di civili innocenti, bambini, donne, uomini, anziani, che tutte le squadre hanno sofferto solo perché noi serbi ortodossi, strani membri di base ebrei, Rom e altre nazioni che si sono opposte attivamente al male noto come NDH?
Temo che dopo questa azione antidemocratica delle autorità croate oggi nulla sarà più come prima", ha detto durante l'apparizione ospite di stasera su "National journal" TV Pink, direttore del Museo delle vittime del genocidio Sig. Dejan Ristić



10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman. Figura controversa nello scacchiere balcanico di lui possiamo sicuramente dire che è stato:
- un criminale di guerra come sentenziato dall'ICTY;
- un pericoloso filo-nazista alla ricerca della costituzione di uno stato croato puramente etnico;
- un nostalgico del NDH, lo stato indipendente croato fantoccio della Germania nazista ed unico momento storico nel quale ci si accorse della loro esistenza, dal quale riprese simbologie, inni e moneta;
un antisemita, famosa la sua frase "che per fortuna nè lui nè sua moglie erano ebrei" o come nel suo libro Bespuća povijesne zbiljnosti dove scrisse che "gli ebrei avevano ricoperto una posizione privilegiata a Jasenovac e in realtà tenevano nelle loro mani la gestione dei detenuti del campo fino al 1944";
- un minimalista dell'Olocausto, sempre nel suddetto libro scrisse che "il numero di morti ebraici durante la Seconda Guerra Mondiale era più vicino al milione rispetto al numero più citato di 6 milioni.";
- un dittatore, il suo mandato come presidente è stato criticato come autoritario dalla maggior parte degli osservatori che osservarono che "tra sano nazionalismo e sciovinismo, scelse lo sciovinismo; tra economia di libero mercato e clientelismo, scelse quest'ultimo. Invece del culto della libertà, scelse il culto dello stato. Tra modernità e apertura al mondo, ha scelto il tradizionalismo; una scelta fatale per un piccolo Stato come la Croazia che ha bisogno di aprire per il bene dello sviluppo";
- un pregiudicato, essendo stato arrestato 3 volte durante la sua vita;
- un mafioso, sono ampiamente noti e documentati i legami della famiglia Tuđman con la mala del Brenta;
- un plagiatore, nel dicembre 1966, Ljubo Boban accusò Tuđman di plagio, affermando che Tuđman aveva compilato quattro quinti della sua tesi di dottorato, "La creazione della Jugoslavia socialista", dal lavoro di Boban. Boban ha offerto prove conclusive alla sua affermazione da articoli pubblicati in precedenza sulla rivista Forum e il resto dalla tesi di Boban. Tuđman fu poi espulso dall'Istituto e costretto a ritirarsi nel 1967.
- un doppiogiochista, marzo 1991 accordo di Karadjordjevo con Slobodan Milosevic per la spartizione della Bosnia Erzegovina tra Serbia e Croazia - dopo appena un anno le forze croate e musulmane si alleano in chiave anti-Serba - nel giugno dello stesso anno le forze croate rompono l'alleanza e attaccano la Bosnia creando la fallimentare Herceg-Bosnia e poi ancora anche dopo gli accordi Dayton del 1995 Tuđman cercò un accordo con Karadžić per una spartizione di "influenze" in Bosnia Erzegovina.
È stato questo personaggio qua.



Riceviamo e volentieri segnaliamo:

Pangea Grandangolo
DENTRO LA NOTIZIA
su BYOBLU
canale 262 digitale terrestre
canale 462 Tivùsat, canale 816 Sky
Mercoledì 29 alle 20:30
Jugoslavia – Krajina
Il Donbass di trent’anni fa
Dopo la firma del Trattato INF nel 1987 con Michail Gorbacev, il Presidente Ronald Reagan promise alla Russia che la NATO non sarebbe mai arrivata alle sue frontiere, impegno reiterato dal Presidente George Bush senior alla dissoluzione dell’URSS nel 1991. Ibernata momentaneamente la Guerra Fredda, gli Stati Uniti, ormai l’unica potenza mondiale, avevano già programmato la dissoluzione della Jugoslavia e l’isolamento dei Serbi troppo vicini alla Russia. In aggiunta era urgente trovare una nuova collocazione per la NATO.
Attraverso la Banca Mondiale imposero il rientro dei prestiti, finanziarono i partiti di estrema destra croati e appoggiarono le istanze dei musulmani di Bosnia e, per potere agire con il consenso dell’opinione pubblica, iniziarono una campagna mediatica contro i serbi. Per completare l’opera, agenti CIA con molto denaro convinsero personaggi politici e esponenti dei media a sostenere la narrativa stabilita. Poi imposero pesanti sanzioni. I serbi venivano descritti sui media internazionali come guerrafondai, imputati di volere una "grande Serbia".
Ci sono molte somiglianze con quanto avviene in Donbass: si può dire che in Jugoslavia sono state fatte le prove di scena per un protocollo applicato anche in Ucraina.
Krajina come Ukraina significa frontiera. Le Krajine serbe, inserite nella Croazia, non avrebbero formato la Repubblica Serba di Krajina se avessero potuto rimanere in una Croazia federata alle altre Repubbliche Jugoslave. Ma con l’indipendenza, il governo croato aveva promulgato una Costituzione che escludeva diritti ad ogni etnia diversa da quella croata.
Nel 1993 con la Sacca di Medak iniziò la pulizia etnica delle Krajine, culminata con le operazioni Flash e Storm (1995) supportate da mercenari USA: mezzo milione di serbi, privi di protezione, dovettero abbandonare il proprio territorio.
Il docufilm presentato da Pangea Grandangolo Dentro la Notizia è stato girato nel settembre 1993 da un operatore della TV Knin che non esiste più, come le Krajine.


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