Molto bello anche se drammatico l'articolo di Mattia Madonia sulle atrocità del fascismo nei Balcani
Quando noi "italiani brava gente" sterminavamo i civili innocenti
Molto bello anche se drammatico l'articolo di Mattia Madonia sulle atrocità del fascismo nei Balcani
Quando noi "italiani brava gente" sterminavamo i civili innocenti
CAPODANNO BALCANICO, OSSIA PIOTR LOVES BALKANS
Nel 2012 ci era stato chiesto di preparare un viaggio per dei fuori strada intorno alla Stara Planina e così, sfruculiando in internet, incontro i Topini randagi
I Topini erano stati in Albania nel 2011
Nel 2012 Corfù
Corfu' Raid 4x4 - by topinirandagi
E così incontriamo anche Marco Montanari
Nel 2014 ancora Balcani
Topinirandagi 15 Anni di Storia
I Topini nuovamente nei Balcani
Balcani 4x4 2014 Topinirandagi
Nel 2016 Bosnia !
Film bosnia 2016 la liberazione del Topino Luca
Back to Bosnia “ …dove l’oriente incontra l’occidente
Grandi topinirandagi.it !!!
Ciao a tutti, balcanici e non. Sono Samuele e vivo da un anno e mezzo in Macedonia, dove sono finito del tutto casualmente per lavoro, e dove ho avuto la possibilittà di conoscere un po’ di cultura balcanica, e di affezionarmi alla gente e alle tradizioni del posto. Ho anche un blog dove Lina mi ha contattato, convincendomi con molte lusinghe a vincere la pigrizia e preparare – beh, riciclare per essere onesti – un post per la Balkan Crew! Purtroppo o per fortuna la mia esperienza qui volge al termine, per scelta mia, la vita continuerà altrove; sicuramente però un pezzetto di cuore rimarrà sempre balcanico, e sicuramente farò il possibile per tornare da queste parti ogni tanto – sperando che Skopje si doti piano piano di collegamenti decenti col resto del mondo – non fosse che per fare scorta di ajvar e di rakja! A proposito di rakja, di seguito la mia esperienza fatta con amici del posto che mi hanno invitato all’annuale distillazione familiare! Ancora più irrinunciabile della scorta di ajvar, per ogni famiglia macedone, è la scorta di rakja, che deve aiutare a passare il freddo inverno, curare l'influenza e le malattie di stagione, fare da dopobarba e da antigelo per i tergicristalli... insomma, un balsamo tuttofare che non può certo mancare.
Il viaggio in Albania è stato...Forte.
Non ho altri aggettivi che possano racchiudere e riassumere tutte le emozioni vissute giorno per giorno, quindici per l'esattezza.Finalmente il nostro gustoloso ci ha dato il permesso di parlare di lui. In realtà non aspettatevi gran chè, nel senso che non posso parlare tanto di questa favola, ma posso dirvi che esistono persone come lui, che si impegnano sempre. Alle volte gli eroi li abbiamo vicini e non ce ne accorgiamo. Forse pensiamo che sono quelli che imbracciano il fucile e vanno a fare le guerre. Invece gli eroi sono quelle persone che coltivano i loro sogni giorno per giorno, senza mai mollare. Io da Daniele ho sentito solo belle parole. Quante volte abbiamo parlato di alcune discussioni lette sui blog balcanici, magari mentre io ero disperata e lui :- Ma Lina, che ci vuoi fare, sono persone cosi' e tanto raccolgono quel che seminano. Dany semina bene perchè raccoglie tanta simpatia e tanti amici. Adesso faccio una cosa fuori legge. Posto il suo balcone di casa senza aver chiesto il permesso. Ti avviso Dany che se mi denunci ti fai rinchiudere con me e parliamo di Balcani tutta la vita.
Ante Pavelić, leader del partito fascista croato (Ustascia), fu posto da Hitler al governo della Croazia dopo l'invasione nazista del 1941. Pavelić era un acceso nazionalista, convinto ad esempio, che il popolo serbo fosse una razza inferiore: fu responsabile di un genocidio ai danni di circa 390.000 vittime (in prevalenza serbi, ebrei, rom) nel corso della Seconda guerra mondiale. La monografia affronta con completezza questi anni di storia croata e della guerra, partendo già dalla giovinezza e dagli anni di formazione di Pavelić e del movimento, seguendolo fino alla fuga e alla latitanza, senza trascurare le responsabilità del Vaticano. Infine, è sviluppato anche uno speciale focus sul ruolo degli Stati Uniti nell'assetto post-bellico: l'autore, sulla base di documenti a lungo non resi pubblici, ritiene che per il presidente Truman fosse una priorità lasciare Pavelić impunito, nel contesto appena avviato della Guerra Fredda. Gli ustascia costituiscono ancora oggi un lascito estremamente complesso per la società croata: il libro presenta finalmente al lettore tutti gli elementi utili alla comprensione di una fase di grande significato per la storia della Croazia, dei Balcani e dell'Europa.
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In rapporto al numero degli abitanti, nello Stato fantoccio della Croazia, tra il 1941 e il 1945 ebbe luogo il più grande genocidio che la storia ricordi: furono uccisi infatti, in quei quattro anni, 750.000 serbi, 60.000 ebrei e 26.000 zigani. Lo storico francese Edmond Paris in questo volume disegna il quadro storico di come si sia potuti giungere a uno sterminio di tali proporzioni e, raccogliendo prove e documenti storici, dimostra la responsabilità nelle epurazioni degli ustascia di Ante Pavelic. Ma soprattutto coinvolge direttamente la Chiesa croata, responsabile di connivenza con le forze naziste, e la fazione collaborazionista nel tentativo, da sempre perseguito, di smembrare la Jugoslavia e di cancellare la parte serba-ortodossa e tutto quello che non fosse cattolico. Questo classico della storia balcanica racconta le atrocità commesse negli anni bui della seconda guerra mondiale, ma mette in luce anche tutte le criticità recondite che saranno causa qualche decennio più tardi della fine della Jugoslavia. Prefazione di Branko Miljus.
La via dei conventi. Ante Pavelic e il terrorismo ustascia dal Fascismo alla Guerra Fredda
Sinceramente siamo parecchio allibiti poichè non abbiamo notizie certe da nessuna parte. Come al solito i giornali parlano solo della stessa propaganda e certe notizie le oscurano
Da quello che ci risulta Mladen Grujicic ha vinto e noi ci congratuliamo
SRBI SLAVE U SREBRENICI: Stigli rezultati izbora
Per l'ONU Srebrenica non è un genocidio
"U Srebrenici nije bilo genocida. Presude Karadžiću i Mladiću ne priznajem. Čiča-miča, gotova priča"
Questa notte l'ennesima provocazione.
A Gracanica un gruppo di albanesi ha tirato una molotov contro la statua di Milos Obilic e hanno tentato di rubare la bandiera serba. Queste cose sono all'ordine del giorno ed è molto triste vedere che qualcuno fa contro informazione: - La vita kosovara di oggi è ben lontana dagli slogan propagandistici delle chiese "assediate" e dalle forme di nazionalismo estremo a cui è solitamente associata -
Finalmente una persona onesta che racconta ciò che tanti volutamente tacciono!
Livio Senigalliesi è a Sarajevo per fotografare la guerra e risiede presso una famiglia mista: lui serbo e lei musulmana. Nel quartiere serbo non sono mai e sottolineo mai, arrivati gli aiuti umanitari che erano solo per i musulmani. Il giornalismo ha volutamente taciuto questa verità e la guerra è stata raccontata in chiave politica con la conseguenza che la verità è stata la prima vittima
Davvero tanti complimenti a Livio Senigalliesi
L'assedio di Sarajevo, 8 minuti con LIVIO SENIGALLIESI fotografo
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Nel 1992 durante l’assedio, la milizia di Mušan Topalović “Caco” inquadrata nell’esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina (ARBiH) uccise brutalmente vari civili serbi presso le alture di Kazani. Per tale crimine di guerra 14 soldati furono condannati a pene da 10 mesi a 6 anni di carcere. Topalović rimase ucciso nel 1993, durante la fuga dopo l’arresto da parte della polizia e delle forze speciali bosniache. Finora dalla foiba di Kazani sono stati riesumati i resti di 23 persone, 15 delle quali sono state identificate: si tratta di cinque donne e dieci uomini, di cui due vittime ucraine, due croati, un bosniaco e dieci serbi.
Con l'uscita del film "Quo vadis, Aida" assistiamo all'ennesima storia della guerra raccontata a metà. Per carità, nessuno nega questi fatti, ma sarebbe interessante raccontare cosa hanno fatto prima le truppe musulmane in quell'aera. Parliamo di donne e bambini uccisi a tavola il giorno di Natale.
Nessuno poi si spiega perchè Jasenovac con 700.000 serbi uccisi senza contare i rom e gli ebrei non è genocidio e Srebrenica si
ATTENZIONE. Scritto da Osservatorio blacani il 19/02/2021. Gli uomini rifugiati alla base ONU a Potocari erano 350 e non 8.000
Srebrenica: l'Olanda risarcisce i militari che si ritirarono davanti a Ratko Mladić
Se non è così, che correggano il testo. Infatti nell'articolo si parla di 8.000 vittime, ma giustamente NON sono collocate alla base ONU. Alla base 350. E' un articolo corretto e onesto. Complimenti all'autrice
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La vera storia dietro Srebrenica
Nessuno si ricorda dei serbi di Kraijna e Slavonia, delle vittime civili serbe di Srebrenica. Nessuno si ricorda di Fikret Abdic, che ha combattuto con le sue forze musulmane nella Zapadna Bosna a fianco dell’Armata Jugoslava contro i secessionisti di Izetbegovic. Chi, oggi, difende i serbi che tentano disperatamente di sopravvivere nelle enclavi kosovare dopo la pulizia etnica subita dai criminali dell’UCK, pupilli ed alleati della Nato? Nei Balcani si è definito l’obiettivo politico dell’Unione Europea imperialista e subalterna agli Usa, forte con i deboli e debole con i forti. Un’Europa che ha fatto la scelta strategica di sostenere a piene mani le forze e le istanze più reazionarie.
Confessione sensazionale di Ibran Mustafic, veterano di guerra e politico bosniaco musulmano : abbiamo ucciso la nostra gente a Srebrenica . Almeno 1.000 musulmani bosniaci di Srebrenica sono stati uccisi dai loro connazionali durante la fuga a Tuzla nel luglio 1995, perché c'erano liste di coloro a cui "deve essere impedito di raggiungere la libertà, a qualsiasi costo", ha detto uno dei fondatori della SDA a Srebrenica, Ibran Mustafic.
Confessione sensazionale di Ibran Mustafic
29 anni fa come oggi a Zagabria la polizia croata compiva il massacro della famiglia Zec e alcuni giorni fa è morto tranquillamente nel suo letto il loro assassino senza essere mai stato indagato per questo omicidio
ROVINARE I BALCANI
Nei primi anni 2000 sono nate le prime pagine web balcaniche post guerra.
Erano praticamente tutte contro la Serbia perchè era l'unica che non si era allineata alla NATO e anche quella che avrebbe probabilmente vinto la guerra senza l'intervento americano.
Finchè c'è democrazia c'è pace e finchè si puo' discutere la parola è alle parole e non alle armi.
Negli ultimi tempi abbiamo invece visto nascere delle pagine serbofobiche senza senso
Naturalmente c'è libertà di pensiero, ma ogni pensiero dovrebbe essere portato avanti in modo educato e rispettando i pensieri altrui, mentre chiunque ha fatto notare a queste pagine i loro errori ha subito maleducazione e arroganza.
Con l'odio non si è mai costruito niente e non è mai servito nemmeno a chi scrive la pagina, tanto più se sono pagine post guerra che aizzano nuovamente un popolo contro un altro
Il bello è che se mai i serbi volessero dire ancora qualcosa, sono stati quasi tutti bannati
Balkan moja ljubav