Introvabile il libro di Peter Handke
lunedì 13 dicembre 2021
domenica 12 dicembre 2021
10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman
10 dicembre 1999: muore a Zagabria Franjo Tuđman. Figura controversa nello scacchiere balcanico di lui possiamo sicuramente dire che è stato:
I serbofobici cercano di cambiare continuamente la pagina di Wikipedia
Krajina 1995: “Sve čisto” (Tutto pulito) - non c'è più un serbo in Croazia disse il criminale Tudjman
I croati sono pentitissimi di aver distrutto la Jugo
Moriva esattamente l’11 marzo 2006, fa nel carcere dell'Aia, Slobodan Milosevic. Nel gennaio del 2006, pochi mesi prima vi era stato uno scandalo, quando nelle analisi del sangue era stato rilevato l'antibiotico Rifampicin, farmaco che neutralizzava l'effetto dei medicinali che Milosevic utilizzava per la cardiopatia di cui soffriva.
Della presenza di tale farmaco nel suo sangue Milošević si era lamentato in una lettera inviata al ministro degli esteri russo, inoltre aveva chiesto di essere ricoverato presso una clinica specializzata a Mosca.
Tutto ciò ovviamente gli è stato negato.
Inoltre Milosevic, poco prima della sua morte aveva espresso timori che lo stessero avvelenando.
Bastano queste poche righe per comprendere che la sua morte non è stata un incidente.
Era l'unico modo per "vincere" contro un uomo che non potevano piegare alla loro brama espansionistica, ma era anche un modo per tappargli la bocca, visto che aveva osato umiliare l'intero tribunale penale internazionale che ha dovuto far cadere tutte le accuse anni dopo la sua morte per mancanza di prove.
Nonostante tutto, contro tutti e contro ogni avversità, ha vinto!
sabato 11 dicembre 2021
Slobodan Praljak condannato, si suicida
Una libertà intrisa di sangue. Slobodan Praljak è stato ai vertici dell’esercito croato e fu inviato in Bosnia Erzegovina come rappresentante delle autorità di Zagabria al fine di coordinare le attività delle milizie nazionaliste croato-bosniache (HVO) che, nell’area di Mostar, si sono rese responsabili di stragi e deportazioni, oltre che di traffici illeciti di armi e stupefacenti. Il campo di concentramento di Dretelj, non lontano da Mostar e Međugorje, deteneva in condizioni disumane centinaia di musulmani. Fu proprio Praljak ad autorizzare i giornalisti europei a entrare nel campo. Quella guerra era così, non ci si vergognava della barbarie, non si nascondeva il crimine poiché si riteneva di essere nel giusto.
Praljak dunque sapeva, come sapeva delle persecuzioni ai danni dei civili di religione musulmana, della distruzione dei loro villaggi, delle stragi inutili ai fini militari ma necessarie alla pulizia etnica. Sapeva e non ha fatto nulla, anzi ha ordinato la distruzione del ponte di Mostar, simbolo dell’antica convivenza etnica degli slavi del sud. E siccome sapeva, e ha taciuto quando non promosso i crimini dell’HVO, è stato condannato a ventidue anni di reclusione. E’ questo l’eroe che i croati piangono.
CROAZIA: La morte post-moderna del generale Praljak
DIJANA PAVLOVIC HA PRESO UN PREMIO
Fantastica Dijana !
mercoledì 8 dicembre 2021
STRAGE A ZAGABRIA (CROAZIA)
7 dicembre 1991: sono passati già 30 anni da quando tre membri della famiglia serba Zec sono stati brutalmente e vilmente uccisi a Zagabria. Mihajlo Zec, sua moglie Marija e la loro figlia di 12 anni Aleksandra sono stati uccisi da un gruppo di paramilitari croati che, dopo aver perso la guerra in Slavonia, hanno deciso di sfogare la loro frustrazione su una famiglia di lavoratori serbi a Zagabria.
Mihajlo Zec è corso in strada e ha cercato di scappare, ma Siniša Rimac gli ha sparato da una distanza di trenta metri. Dopo di ciò, hanno legato e abusato di sua moglie, Marija, e una delle loro figlie, Aleksandra, poi le hanno gettate in un furgone senza targa e sono andati in un rifugio di montagna vicino al monte Medvednica. Una volta a Sljeme, Aleksandra e Marija furono uccise e gettate in una fossa della spazzatura. La ragazza è stata colpita alla testa con un fucile automatico Heckler & Koch, da Munib Suljić.
Tratto da Riponderare i Balcani
Il 7 dicembre scorso il neosindaco di Zagabria, Tomislav Tomašević, ha partecipato alla commemorazione organizzata dalla Lega antifascista di Croazia, dal Consiglio nazionale serbo – l’organizzazione che riunisce i serbi di Croazia – e dall’ONG Documenta, per ricordare l’eccidio della famiglia serba di Mihajlo Zec, a trent’anni esatti dai fatti.
Ma la dimensione dell’importanza del gesto di Tomašević ce la danno, per contrasto, le reazioni scomposte che da più parti hanno accompagnato l’iniziativa del sindaco: reazioni che arrivano dalle massime cariche istituzionali del paese, addirittura dal presidente della Repubblica, Zoran Milanović.
L’importante commemorazione delle vittime serbe del sindaco di Zagabria
ADDIO A DEMETRIO VOLCIC
Un grande giornalista che amava la Jugoslavia ci ha lasciati. Fu lui che raccontò all'Italia di come i croati uccisero tre giornalisti RAI a Mostar
martedì 7 dicembre 2021
TROPPI NUOVI FASCISMI IN CROAZIA
SOLIDARIETA' A GIACOMO SCOTTI.
LA PARTE SBAGLIATA
Scopro di essere dalla parte sbagliata, quando mi ritrovo a sostare in piedi poc’anzi l’anta destra del portone d’ingresso dell’interno de...

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