domenica 30 gennaio 2022

SPLENDIDO NOVAK DJOKOVIC




Spero riusciate a vedere questo splendido video su Novak Djokovic pubblicato da Gianluca Masiero 

Novak Djokovic ha fatto la sua scelta: quella da uomo libero

Cerchiamo la pace e no Guerra




Ho seguito l'incontro on line con lo scrittore Michele Guerra organizzato da un circolo ARCI di Gorizia



Se anche i circoli Arci si mettono a fare propaganda siamo alla fine della democrazia 


 Seguito l'incontro on line ed è veramente un concentrato di pura propaganda e spesso anche menzogne . Se non conoscessi la storia odierei i serbi per cui quella che fa Michele Guerra che su FB si presenta con uno pseudonimo (Max Stirner) , è vera mala informazione. Per quanto riguarda i crimini esistono solo quelli serbi e quelli croati. I bosniaci son tutti santi. Per quanto riguarda Mihajlovic mente spudoratamente. Lo zio di Sinisa che è croato dalla sera alla mattina aveva deciso di uccidere il padre di Sinisa che era serbo, ma questo Max non lo dice .. anzi il povero Sinisa risulta solo amico di un criminale. Arkan aveva catturato lo zio di Sinisa e Sinisa è andato a prenderlo e l'ha salvato, ma Max evita accuratamente di raccontare le verità, quindi questo non lo cita. Per quanto riguarda la Gabanelli la dichiara bugiarda, ma si guarda bene di raccontare il filmato in cui lei intervista i croati che hanno ucciso i serbi. Nessun accenno alla morte di Moreno Locatelli, ne del primo serbo morto a Sarajevo, ne della Strage della Via Dobrovoljacka, ne dei tre attivisti italiani uccisi, ne dei neonati serbi morti perchè i musulmani impedivano l'arrivo dell'ossigeno mentre le loro armi circolavano tranquillamente, ne delle 3200 donne e bambini serbi uccisi dai musulmani nei villaggi attorno a Srebrenica .. e potremmo continuare. Non parliamo poi della diffamazione di Djokovic colpevole solo di essere andato al matrimonio di un amico e di aver incontrato un ex militare. Sembra che i bosniaci potevano salvare i propri civili mentre i serbi non potevano avere un esercito contro i tagliagole. Fikret Abdic' è stato un grande, poichè ha combattuto con le sue forze musulmane al fianco dell'armata jugoslava contro le forze secessioniste di Izetbegovic, ma per Michele o Max che sia è un criminale. Grande disonestà da parte di questo scrittore e si spiega solo con la preparazione di una nuova guerra .. diversamente non si spiega   

Nei villaggi attorno a Srebrenica sono stati uccisi più di 3200 civili in maggioranza donne e bambini. E' rimasta purtroppo famosa la strage di Kravica in cui i musulmani bosniaci hanno ucciso donne e bambini alla tavola di Natale 

Kravica una strage impunita e dimenticata

Il rapporto di Gideon Greif su Srebrenica

I crimini di guerra bosgnacchi

Il meme bugiardo di "Sarajevo assediata".

Ogni 12 luglio in Bosnia si commemorano i serbi uccisi

Guerra jugoslava, cronache di una catastrofe preparata a tavolino

Velimir Tomovic, In difesa della Jugoslavia

Indifesa della Jugoslavia, seconda edizione

Condanna definitiva all’ergastolo del Generale Mladic, al Tribunale della NATO dell’Aja

"Giudizio ipocrita". Zhakarova sulla sentenza Mladic

"Mladic è un capro espiatorio per coprire i crimini della NATO"

La verità su Srebrenica. Madre Russia

Non è tutto chiaro a Potočari

Davide di Ripensare i Balcani censura la verità


CRIMINALI BOSNIACI
Chissà come fa stavolta il sig. Guerra con l'ossessione dei serbi cattivi a riconoscere i bosniaci criminali
Nel settembre del 1998 il ministero di Grazia e Giustizia italiano riconosce l’eccidio come "delitto politico". Grazie all'impegno dei superstiti, di amici e familiari dei cinque pacifisti, che per anni si sono battuti per ottenere giustizia, Hanefija Prijić detto Paraga - capo di una brigata dell'esercito bosniaco responsabile della strage di Gornji Vakuf - viene arrestato, processato e nel giugno del 2001 condannato a 15 anni di reclusione, ridotti a 13 l’anno successivo. Arrestato di nuovo nel 2015 ed estradato in Italia, in primo grado viene condannato all'ergastolo, pena poi ridotta a 20 anni. Nei processi, Paraga ha continuato a dichiararsi innocente e ha mantenuto il silenzio sui mandanti e sui motivi dell'eccidio.




Non si capisce perchè Arkan dovrebbe essere un criminale e il battaglione Azov tutti eroi 

La guerra in Ucraina e i “nazisti bravi” del battaglione Azov





Confessione sensazionale di Ibran Mustafic, veterano di guerra e politico bosniaco musulmano : abbiamo ucciso la nostra gente a Srebrenica . Almeno 1.000 musulmani bosniaci di Srebrenica sono stati uccisi dai loro connazionali durante la fuga a Tuzla nel luglio 1995, perché c'erano liste di coloro a cui "deve essere impedito di raggiungere la libertà, a qualsiasi costo", ha detto uno dei fondatori della SDA a Srebrenica, Ibran Mustafic.

Confessione sensazionale di Ibran Mustafic





Intervista a Sinisa Mihajlovic in cui parla dello zio croato e di Arkan: SPARITA!

I musulmani impediscono il passaggio dell'ossigeno per i neonati serbi :  QUI

Il musulmano bosniaco Musan Caco Topalovic uccide Moreno Locatelli : QUI

I musulmani uccidono tre attivisti italiani a Gornji Vakuf: QUI

Novak Djokovic va al matrimonio del suo amico judoca Nemanja Majdov. A questo matrimonio è invitato anche un ex militare. E' una persona che da civile ha salvato vite umane di tutte le etnie e poi ha fatto la guerra come migliaia di altri militari. Improvvisamente Djokovic diventa amico dei criminali di guerra. Povera gente che seminate odio.. vi qualificate da soli! Sembra che i bosniaci potessero avere un loro esercito mentre i serbi no, dovevano farsi uccidere tutti dai tagliagole 

Riponderare i Balcani - matrimonio Majdov




Ma chi è veramente Jovan Divjak? 
Già a capo della Difesa Territoriale in Bosnia-Erzegovina, nei mesi a cavallo delle "dichiarazioni di indipendenza" con cui ha inizio la tragedia del suo paese (1991-1992) viene scoperto e giudicato dalla Corte Marziale dell'esercito jugoslavo per illegittimi rifornimenti di armi. Gli vengono inflitti 9 mesi di carcere cui si sottrae passando al nemico, cioè alle milizie nazionaliste bosgnacche di Alija Izetbegović. Da capo militare della zona di operazioni di Sarajevo è da considerare perlomeno corresponsabile della efferata strage della via Dobrovoljacka (3 maggio 1992), quando i suoi attaccano alle spalle le giovanissime reclute dell'Armata Jugoslava, che si ritirano pacificamente verso la Serbia in base agli accordi, causando 42 morti, 73 feriti, 215 prigionieri: è la prima grande strage di Sarajevo, mai ricordata da nessuno in Italia.


Questo crimine ineguagliabile, definito come genocidio da due diverse corti internazionali, ha consentito alla società e ai politici musulmani di auto-assolversi dei crimini da loro commessi, elevandosi a uniche vittime del conflitto: i musulmani sono, in patria e all’estero, le “vittime più vittime delle altre”. Sull’uso politico della memoria di Srebrenica, si legga qui. Srebrenica ha però delle premesse – attenzione, non delle cause – nell’attività militare bosgnacca del 1992-1993. L’altra faccia di Srebrenica, meno nota rispetto a quella del boia Radko Mladic, è quella di Naser Orić, comandante bosgnacco lungo la valle della Drina.
Matteo Zola




Non potranno mai tacitare la verità.. ci hanno provato per 20 anni nel periodo fascista ma adesso non possono più


Proprio attorno al ventennale di Srebrenica, questo giugno, Zuroff è intervenuto più volte sui media serbi. Prima per dichiarare, su Politika, che è assurdo fare paragoni fra l’Olocausto, il genocidio in Ruanda e i crimini commessi a Srebrenica.”Tali paragoni sono orribili”, ha dichiarato. Il Ruanda e l’Olocausto non sono la stessa cosa, e benché i crimini occorsi in Ruanda siano più simili all’Olocausto di quelli di Srebrenica, “né il Ruanda né Srebrenica rappresentano uno sterminio di massa su scala industriale”. Anzi, afferma Zuroff, non è sicuro che gli eventi di Srebrenica costituiscano un genocidio, e “per quanto ne so ciò che è avvenuto nella cittadina bosniaca non rientra nella descrizione o definizione di genocidio. Ritengo che la decisione di definire Srebrenica un genocidio sia stata presa per ragioni politiche“. Zuroff si è poi ricreduto sul Ruanda (“nessun dubbio, è genocidio“) ma non su Srebrenica.








Il premier Vucic, Leone d'oro per la pace preso a sassate a Srebrenica





Contro la disinformazione noiosa quanto grave di alcune pagine balcaniche che vogliono i primi morti a Sarajevo su un ponte durante una manifestazione, ribadiamo per l'ennesima volta che il primo morto a Sarajevo è stato un serbo, a un matrimonio.

La scorsa estate un fotografo ci ha detto che siamo patetici, bè..se dire la verità è patetico, meglio patetici che falsi e ipocriti 

Il primo marzo 1992, davanti alla chiesa ortodossa di Bascarsija a Sarajevo, il musulmano Celo uccise il serbo Nikola Gardovic' dando così il via alla guerra

Quel giorno era il giorno del referendum per distruggere la Jugoslavia e i serbi non avevano partecipato

La famiglia Gardovic' stava festeggiando le nozze, quando da una Golf nera scesero 4 musulmani che iniziarono ad aggredire il padre della sposa. Celo sparò al padre della sposa, mentre il suo amico feriva il sacerdote ortodosso. Nikola Gardovic' morì dopo pochi minuti in ambulanza

L'uccisione di un serbo a Sarajevo da il via alla guerra civile




Rapporto della Commissione Greif su "Srebrenica"

Srebrenica ? 1: A “Planned Chaos”

La disinformazione strategica su Srebrenica

Srebrenica in Balkan crew

Srebrenica, le contraddizioni di un genocidio sancito a priori. J. Toschi Marazzani Visconti

Per l'ONU Srebrenica NON è genocidio

Assolto Donatello Poggi

Replica al comunicato del presidente A.N.P.I. su Srebrenica

SREBRENICA . UNA CITTA' TRADITA

La Bosnia nella pagina FB di RIPONDERARE I BALCANI


Il Tribunale dell'Aja non è credibile e lo dice la stessa Carla Del Ponte in un video.
Tre testimoni sono stati uccisi nonostante fossero sotto il programma di protezione.
Gli americani hanno finanziato il tribunale e non possono essere processati. Milosevic porta le prove di un bombardamento NATO a un convoglio di civili in cui morirono 150 civili, ma non c'è nessun indagato per questo crimine e come questo crimine ce ne sono stati altre decine.
Il tribunale è controllato da un organismo politico e questa è un 'anomalia. Finchè sarà il Consiglio di sicurezza a decidere, sarà la politica ad autorizzare o no certi procedimenti

Un organismo politico che controlla la giustizia è un'anomalia.

La figura di Carla del Ponte. CNJ


Il processo a Karadzic ha scagionato Milosevic da ogni accusa per i crimini di guerra in Bosnia. I serbofobici hanno fatto articoli su articoli, ma la verità non la potranno mai cambiare 

Milosevic scagionato dal Tribunale penale internazionale per Jugoslavia.

Perchè Milosevic è innocente

Milosevic è innocente con buona pace dei serbofobici





Davidino dal brutto paginino.. Ripensare i Balcani per intenderci.. non riesce a tenere una verità. Se c'è una verità viene bannata per cui sopravvive solo la sua propaganda e continuamente ti dice pure che ti denuncia. Ok .. andiamo in tribunale Davide e sentiamo il parere di un giudice

Era la mano destra di Alija Izetbegovic, intellettuale Musulmano Bosniaco. Però spiega in modo dettagliato come Milosevic non voleva la guerra e che aveva proposto un accordo pacifico con i Musulmani Bosniaci. Alija Izetbegovic prima accettò, poi prima di firmare l'accordo cambiò idea senza mai dire a nessuno il perchè. Da li iniziò la tragedia bosniaca....


Se qualcuno è interessato c'è il concorso G.Torre sugli elaborati critici del Tribunale penale della Ex Jugoslavia 

Premio "G.Torre". Tribunale dell' Aja






Chiunque ha questo libro lo tenga in cassaforte. Vale circa 300 EURO 


15 maggio 1992: la 92a Brigata motorizzata dell'Esercito Popolare Jugoslavo (JNA) riceve il permesso di lasciare la sua caserma a Tuzla per ritirarsi dalla città pacificamente e senza incidenti. La colonna di mezzi militari e soldati ha lasciato la caserma una prima volta alle 14:00, ma il convoglio è stato fermato da un posto di blocco della polizia bosniaco-croata ed è stato costretto a rientrare in caserma. Il convoglio ha ricevuto una seconda autorizzazione a lasciare la sua caserma intorno alle 19:00 e la colonna è partita in direzione nord-orientale per raggiungere la città di Bijeljina, già liberata dall'occupazione delle forze barbariche bosniache, attraverso la Brcko Roa D. Alle 19:25 il convoglio ha raggiunto l'incrocio stradale di Br čanska Malta con la strada che porta a Simin Han. Lì, quello che doveva essere un ritiro pacifico si è trasformato in uno degli attacchi più vigliacchi e disgustosi che si ricordi, ovviamente ordinati da un rappresentante delle più vigliacche persone nell'universo: l'ustasa Ilija Juri šić (che tu possa marcire all'inferno con tutti i tuoi compatrioti! ). Un'imboscata vigliacca ha colpito il convoglio nello stesso stile e modo di quanto era accaduto qualche settimana prima a Sarajevo. Questo vigliacco attacco è costato la vita a 92 coraggiosi ed eroici soldati JNA e il ferimento di altri 33. Questi barbari sono stati così vigliacchi che hanno attaccato e distrutto tutte le ambulanze che si erano precipitate sul posto per prestare il primo soccorso.

Tratto da Fondazione grande Serbia

Tuzla - 15.5.92 - Brcanska malta (Tuzlanska kolona, 2 sata snimka)


L'UNITA' BOSNIACA.

Diverse organizzazioni triestine sono scese in piazza in difesa dell'unità statuale della Bosnia Erzegovina, "minacciata" dalle intenzioni dei serbi di volersi staccare rendendo indipendente il territorio della Repubblica Srpska.
Questo desiderio di unitarietà del governo di Sarajevo, i cui rappresentanti hanno scatenato una guerra, negli anni '90, per staccarsi da quella Jugoslavia in cui i popoli avevano pari diritti e pari dignità, ci fa un po' specie.
E non comprendiamo il motivo per cui oggi tante organizzazioni della "società civile" debbano esprimere questa solidarietà al governo bosniaco (che certo non brilla per il rispetto dei diritti umani, basti vedere cosa accade lungo la "rotta balcanica") di fronte al discorso del leader dei serbi di Bosnia, Milorad Dodik relativamente al loro desiderio di indipendenza:
«Perché noi serbi non dovremmo avere un tale diritto? Tutti hanno potuto separarsi dai serbi dissolvendo la Jugoslavia, mentre i serbi non hanno il diritto di separarsi dai musulmani della Bosnia-Erzegovina».
Quando anni or sono il Kosovo volle staccarsi dalla Serbia, non vedemmo la società civile scendere in piazza contro questo ennesimo frazionamento dello stato già jugoslavo. Sembra effettivamente che per l'Occidente tutti i popoli dei Balcani abbiano il diritto all'autodeterminazione, tranne i Serbi.
E ciò, a prescindere dal fatto che noi condanniamo tutti i nazionalismi, non ci sembra equo.
Claudia Cernigoi, La nuova Alabarda

Anche Elvira Mujcic non esclude che Srebrenica puo' essere stata scambiata per un quartiere di Sarajevo e che Oric è stato assolto perchè lo si doveva alle madri di Srebrenica




30 agosto 1995: alle 2:12 del mattino, iniziarono i bombardamenti NATO sulla Republika Srpska, che durò fino al 14 settembre, e in cui furono uccisi 153 civili Serbi innocenti.
L'aviazione della NATO ha sganciato un totale di 1.026 bombe sulle posizioni dell'Esercito della Republika Srpska, di cui 708 guidate, e il peso totale degli esplosivi sganciati fu di circa 10.000 tonnellate.
Durante questi bombardamenti, la NATO hanno utilizzato munizioni radioattive all'uranio impoverito in un'operazione chiamata "Deliberate Force", spiegando che "questo dovrebbe portare finalmente i Serbi in Bosnia Erzegovina al tavolo dei negoziati".
Il motivo dell'attacco della NATO fu l'esplosione al mercato Markale di Sarajevo il 28 agosto 1995, per la quale furono accusati i Serbi, sebbene il rapporto della commissione indipendente di quel periodo affermasse che "non ci sono prove chiare che le granate provenissero da posizioni serbe ", cosa che venne confermata personalmente a Yasushi Akashi, l'allora inviato del Segretario generale dell'Onu per i Balcani........
Tratto da Riponderare i Balcani 31/08/2021





Questo movimento venne "esportato" per la prima volta nel 1992 in Bosnia Erzegovina dove venne costituita Al-Qāʿida Bosna. Durante la guerra bosniaca, il gruppo contribuì con volontari (chiamati El Mudžahid, un battaglione di circa 5000 uomini), un distaccamento dell'esercito della Repubblica di Bosnia Erzegovina. Il gruppo operava attraverso l'Alta Commissione saudita per il soccorso della Bosnia Erzegovina (SHC). Le operazioni di Al-Qāʿida in Bosnia sono iniziate nel 1993 e sono state guidate direttamente da Ayman al-Zawāhirī. All'inizio della guerra bosniaca, l'allora presidente Alija Izetbegović si rivolse al mondo islamico per il sostegno agli sforzi bellici della Bosnia. Izertbegović era un forte sostenitore del dominio islamico e dichiarò nel 1970 che "il movimento islamico deve e può assumere il potere politico non appena è moralmente e numericamente così forte da poter non solo distruggere il potere non islamico esistente, ma anche costruirne uno nuovo islamico". La richiesta di aiuto al mondo islamico ha portato con sé armi, denaro e un afflusso di centinaia di combattenti stranieri, molti dei quali mujaheddin dall'Afghanistan che avevano combattuto contro i sovietici.
Tratto da Riponderare i Balcani 12/09/2021




Chi voleva, e vuole, offenderlo, lo chiama “zingaro” .
Sinisa Mihailovich è un serbo della ex Jugoslavia, aggredita e devastata nel 1999 per non volersi piegare al “Nuovo ordine mondiale” fiorito con la caduta del muro. Nel decennale di questo crimine perpetrato dalle “grandi democrazie occidentali”, l’ Antidiplomatico intervistò Mihailovich: un’intervista che consiglio di andare a rilegge, o a leggere. Nel delirio di menzogne che promossero e legittimarono i bombardamenti nazisti su Belgrado (con la schifosa partecipazione dell’ Italiozza governata da D’ Alema), Mihailovich visse il dramma che derivava da quello che invece fino ad allora era stato un modello di convivenza interetnica, madre croata e padre serbo. In quel periodo Sinisa giocava nella Lazio ed ebbe modo di constatare da vicino le manipolazioni della stampa: sulla prima pagina del maggior quotidiano romano, Il Messaggero, riconobbe il cadavere di un suo amico serbo con un foro di proiettile in fronte, che il quotidiano presentava come vittima dei “cecchini serbi”. Stesso stravolgimento della realtà a proposito del Kossovo, dove oggetto di pulizia etnica furono, e sono, i serbi; la stessa propaganda che commemora la strage di Srebrenica e tace degli antefatti, delle vessazioni, delle discriminazioni, e della cacciata dei serbo bosniaci (250.000) dalle loro case, dal loro territorio. Sinisa venne infamato come fascista per il suo “elogio” di Arkan, intervenuto a difesa dei cittadini serbi espropriati cacciati, ammazzati. Racconta dell’allucinante telefonata di suo zio croato alla sorella (madre di Sinisa), fuggita col marito (padre di Sinisa). “Perché sei fuggita? Quel porco serbo di tuo marito meritava di essere scannato”.
“Io sono comunista più di tanti altri”, precisa. E ricorda la Jugoslavia vissuta da ragazzo; e ovviamente Tito che era riuscito a creare un miracolo di convivenza pacifica tra molte etnie e uno stato sociale che permetteva a tutti una vita dignitosa.
“Cosa ne pensi degli americani”?
“Cosa posso pensare di criminali che hanno bombardato scuole, ospedali, fabbriche del mio Paese?” 




Il libro di Michele Guerra lo abbiamo fatto cancellare dal gruppo Noi che distruggiamo i Balcani (non è il nome vero, ma il soprannome)  e lo leggete QUI

Sembra che la professionalità di certi scrittori o pseudo giornalisti non sia molto elevata. Gezim Qadraku sposta l'omicidio di Arkan in un bar di Belgrado




Quando dialogate con un serbofobico scommettete 100 euro che quando non ha più risposte dice che fate vittimismo e benaltrismo. Fate soldi facili 

Abbiamo dato un po' di cose da studiare a Michele Guerra, adesso diamogli anche un po' di relax 



Credo che le moschee siano state ricostruite a Banja Luka come lo sono state anche nella mia città Doboj. Nessuno di noi nega l'esistenza della cultura musulmana in Bosnia, non so dove ha letto questa stupidaggine (probabilmente se l'è inventata come tante altre cose). Loro sono nostri fratelli che si sono convertiti all'Islam a partire dal XV secolo. Non so quale sia il legame tra i serbi e i nazisti visto che il principale alleato della Germania nazista è stata l'Italia fascista e per quanto riguarda il territorio della ex YU i loro collaboratori più fedeli sono stati i croati (gli Ustascia) e la buona parte dei bosgnacchi (la Handzar divizija). Le dico una cosa e poi chiudo - la Bosnia è stata occupata due volte: la prima dall'impero ottomano quando i musulmani slavi collaboravano e i serbi combattevano per la libertà. La seconda volta la Bosnia era occupata dall'impero Austro-Ungarico quando i croati erano i collaboratori e per la libertà di nuovo combattevano i serbi


La Corte ha stabilito che quello che avvenne fu un genocidio ad opera di singole persone, ma che lo Stato Serbo non può essere ritenuto direttamente responsabile per genocidio e complicità per i fatti accaduti nella guerra civile in Bosnia-Erzegovina dal 1992 al 1995, fra i quali rientra la strage di Srebrenica.

Gideon Greif non crede ai tribunali USA e nemmeno l'ONU crede ai tribunali USA 


sabato 29 gennaio 2022

Con Ruggero Boscovich risaliamo posizioni!



E' VIETATO AI CROATI RUBARE LA CULTURA DALMATA

Gli utascia croati distruggono Milano


Una volta falsificati, ovvero croatizzati, nome e cognome di uno scrittore, di un pittore, di un musicista che nacque o visse sul territorio che oggi fa parte della Croazia, la sua opera diventa automaticamente croata. 




Il dalmata italo serbo RUĐER BOŠKOVIĆ








Ruggero Giuseppe Boscovich

Nato in Dalmazia da padre serbo, si formò e operò in Italia, dove fu tra i primi a promuovere la diffusione e la discussione critica del newtonianesimo. Nell’opera in cui espresse in maniera organica il suo pensiero filosofico e scientifico, la Philosophiae naturalis theoria redacta ad unicam legem virium in natura existentium (1758), tentò di ridurre tutte le forze della natura a un’unica legge. Molto noto e attivo anche fuori d’Italia, nonostante l’assenza di un’adeguata formalizzazione, le sue teorie fisiche avrebbero esercitato una certa influenza sulla scienza del 19° secolo.



L’equivoco di Dubrovnik nasce dal fatto che fino al 1500 circa si parlava il Dalmatico, lingua neolatina a cavallo tra Italiano e Romeno. La slavizzazione popolare avviene tra il 1400 e il 1550. Ma come lo stesso Boscovich afferma, la lingua popolare di Dubrovnik era “Slavico”, non Croato, un dialetto molto simile a quello di Erzegovina lingua letteraria di tutti i Croati fino al 1992, ma il dialetto di Dubrovnik veniva parlato da tutti anche dai Serbi e dai Mussulmani a ovest del fiume Drina, quindi non poteva essere definito solo Croato. Peraltro, il dolce idioma di Erzegovina era quello ferocemente odiato da Tudman




Effettivamente non so se è più per gli amici o i nemici, ma oggi siamo in quarta posizione. Siamo stati anche in seconda! Meet the Serbs

I nostri nemici continuano a cambiare la pagina di Wikipedia, ma la verità verrà sempre a galla! 

Onore e gloria al dalmata italo serbo Ruggero Giuseppe Boscovich

Monumento a Ruggero Giuseppe Boscovich a Milano

Meet the Serbs: RUĐER BOŠKOVIĆ

Mostra Marino Darsa non piaciuta





Ringraziamo di cuore il "Giornale di Milano" che pubblicizza l'italo serbo Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich . La "Società astronomica Ruder Boskovic" gestisce il Planetario di Belgrado 






Figli di questa città di confine, moltissimi ragusei possono essere considerati tanto italiani quanto slavi. E fra questi il più celebre è senz’altro l’astronomo e matematico Ruggero Boscovich (1711-1787) nato a Ragusa da madre italiana e padre serbo, a 14 anni si trasferì in Italia. Boscovich, che fu un prete cattolico, è uno dei più grandi intellettuali del suo tempo: matematico, astronomo, uomo di fede e di scienza. Era senz’altro bilingue (parlava anche in serbocroato, ma in famiglia prediligeva l’italiano), scrisse la gran parte delle sue opere scientifiche in latino – lingua della scienza d’allora – ma anche in italiano e in francese. Nella sua corrispondenza con Voltaire, il filosofo gli scriveva in italiano. Fece parte dell’Accademia dei Quaranta, altrimenti detta Società Italiana. E’ interessante che anche i serbi considerano Boscovich come un “loro” scienziato, poiché suo padre era di origine serba. Boscovich preferiva definirsi “dalmata”, rivendicando dunque un’origine regionale più che nazionale (un atteggiamento dunque molto… italiano!). Va altresì notato che dei suoi cinque fratelli, due – Anna e Pietro – furono buoni poeti slavi, mentre un altro – Bartolomeo – fu studioso e poeta, ma di lingua italiana.




La Repubblica di Ragusa distava 400 km dal Regno di Croazia 










Guardate come i croati ripagano i milanesi 

"L’ennesima provocazione dei tifosi di calcio, nella fattispecie dei tifosi della Dinamo di Zagabria che lo scorso 14 settembre a Milano, oltre a provocare incidenti e risse, hanno compiuto un gesto deplorevole di apologia dell’ideologia ustascia e nazista, alzando il braccio destro, rievocando così l’epoca di Adolf Hitler, Benito Mussolini e Ante Pavelić. L'Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Croazia (SABA RH) ha a più riprese protestato contro tali incidenti provocati dai tifosi che glorificano non solo lo Stato indipendente di Croazia, ma anche tutti i mali accaduti durante il periodo del terrore ustascia. È evidente che i giovani tifosi della Dinamo si comportano in linea con l’attuale clima generale in patria, ossia con la tacita approvazione dei saluti, dei simboli e degli slogan ustascia. Lo dimostra chiaramente anche l’atteggiamento neutro assunto non solo dai mezzi di informazione, ma anche dai funzionari e dalle autorità competenti croate nei confronti del recente episodio accaduto a Milano.

Chiediamoci: perché Jasenko Mesić, ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, e Stjepan Ribić, console generale della Repubblica di Croazia a Milano, non hanno reagito all’episodio a cui si è assistito a Milano? Cosa ha fatto Gordan Grlić Radman, ministro degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica di Croazia? Non si sono fatti sentire né il capo del governo croato né il presidente del parlamento croato. Ci sembra superfluo sottolineare che l’incidente in questione, pur essendo accaduto a Milano, è un attacco diretto alla Costituzione della Repubblica di Croazia.

La marcia su Milano dei tifosi della Dinamo di Zagabria

Squallidi e penosi ustascia croati


TUTTI I PDF QUI


venerdì 28 gennaio 2022

La battaglia della Neretva



La battaglia della Neretva - scena ospedale

La battaglia della Neretva 1968, di di Veljko Bulajic


Per più di un anno Veliko Bulajic ha girato sulle montagne dell’Erzegovina, tra Dubrovnik e Sarajevo la più grossa produzione mai intrapresa in Jugoslavia. Per questo gigantesco sforzo si sono coalizzate sette case di produzione e altre ditte non cinematografiche si sono impegnate a cooperare finanziariamente a quello che viene considerato un vero e proprio affare nazionale, dato il tema del film.
Si tratta infatti della battaglia della Neretva (dicembre 1942 - marzo 1943) considerata dagli jugoslavi come la svolta decisiva della loro guerra partigiana. La sconfitta dei nazisti e dei loro alleati in questa lunga e terribile campagna segnò, in effetti, l’inizio della vittoria finale della Resistenza nazionale che doveva liberare il paese senza bisogno dell’aiuto sovietico. L’episodio centrale di questa battaglia è la vicenda del ponte sulla Neretva, fiume impetuoso che scroscia possente in profonde gole. I partigiani erano bloccati su una delle due sponde e la presenza di importanti forze tedesche impediva loro di raggiungere una regione montuosa già liberata. Tito ebbe l’idea di ricorrere a un trucco. Fece saltare il ponte che i suoi uomini avrebbero dovuto attraversare, facendo così credere al nemico di aver deciso di ritirarsi. Quando poi i tedeschi si furono ritirati fece attraversare di notte il fiume sulle rovine del ponte a tutta la sua colonna: combattenti, feriti, malati, civili in fuga. Perché - e questo è un altro aspetto significativo della battaglia - Tito aveva voluto portare in salvo migliaia di feriti gravi e di malati di tifo che rallentavano la sua marcia e mettevano in difficoltà i combattenti validi. Nonostante pesanti perdite e molte sofferenze, la maggior parte dei partigiani riuscì a fuggire all’annientamento, e i principi morali che guidavano la lotta di resistenza nazionale furono così salvaguardati.
Veliko Bulajic ha ricostruito questa pagina di storia con scrupolosa esattezza, girando sui luoghi stessi in cui si erano svolti i fatti, con la supervisione di ex comandanti partigiani. La distruzione del ponte sarà naturalmente uno dei clou del film: non sarà naturalmente quella del ponte vero (ricostruito) ma di un altro assai simile, aggiungendovi altri trucchi complementari realizzati su modellini negli studi di Barrandov presso Praga. L’esercito ha fornito quasi 5000 comparse e molto materiale, tutto d’epoca, tranne gli aerei. Molti civili sono stati reclutati sui luoghi della lavorazione. Sono state fatte solo due concessioni alle esigenze dello spettacolo per poter vedere il film all’estero: il colore (ma si sono utilizzati toni molto discreti e un po’ spenti) e la presenza di alcuni attori stranieri tra cui Sylva Koscina che è di origine jugoslava e che da bambina ha vissuto i duri anni dell’occupazione. Si è immedesimata nella sua parte di combattente della Resistenza, nel corso di tre mesi di lavorazione svoltasi in condizioni spesso difficili per la neve e il freddo. Bulajic ha dichiarato di non aver voluto fare un film eroico o pomposo, ma soltanto di aver voluto esaltare i valori morali che animavano la Resistenza nel quadro di una ricostruzione rigorosamente documentaria, evitando la fotografia troppo ricercata e qualsiasi trucco, a favore della massima spontaneità e autenticità. Il regista ha saputo integrare perfettamente i suoi attori stranieri nel contesto nazionale e ottenere effetti spettacolari senza pezzi di bravura forzati, ma molto convincenti.
Marcel Martin, "Cinéma ’69", n. 136, maggio 1969.

CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav