martedì 28 marzo 2023

"Il cantico dei cantici" di Slobodanka Ciric




 Dire che Boba è meravigliosa è dire poco 

Napoli, Slobodanka Ciric e la sua riscrittura del Cantico dei Cantici al Maschio Angioino

Imperdibile appuntamento il 22 luglio al Maschio Angioino di Napoli

“IL CANTICO DEI CANTICI” DI SLOBODANKA CIRIC A VILLA ARBUSTO



AL SICURO NEL PAESE NEMICO

 





Non so come ho fatto a sopravvivere...Quei interminabili 78 giorni, dal 24 marzo a 10 giugno 1999, guardando in TV in Italia le bombe che piovevano sulla mia citta, Belgrado, sul mio paese, sulle teste dei miei genitori e i miei amici. Tutto il mondo diceva che la ex Jugoslavia sarà bombardata, ma nessuno ci credeva.. Nè' i miei amici italiani, (ma come si fa a bombardare un paese amico e confinante), né tanto meno i miei che credevano si trattasse solo di minacce da parte degli americani. Mio padre scherzava al telefono:" Ma questi si vogliono decidere a bombardare sì o no? Che io devo imbiancare casa.." Finché la prima bomba non ruppe le finestre del palazzo che si trovava nelle vicinanze di un fantomatico magazzino sotterraneo e quindi uno degli obbiettivi in lista.

Mia madre si rifiutava di scendere nel rifugio ,che non era altro che la cantina del palazzo dove le massaie custodivano i vasetti di marmellata e i sottaceti e i contenitori di plastica con il cavolo sotto aceto. Le cantine erano umide e strette .Noi abitavamo al pianterreno e per scendere nel cosiddetto rifugio c'era da fare solo una rampa di scale. Cosi la mamma rimaneva a casa dove preparava il caffè per tutti, ma rifiutava di rimanerci. "Se devo morire non voglio farlo come un topo delle fogne, ma come un essere umano in casa mia."
All'epoca non c'erano i telefonini, l'internet e i social. La linea telefonica non sempre funzionava e io morivo dall'alta parte della linea. Poi quando ci sentivamo la mamma diceva:" Poteva andare peggio. "Peggio di così?????",mi meravigliavo io. "Sì, Olga. Potevi esserci tu qui, con noi. Invece sei al sicuro, con la tua famiglia e i bambini in Italia. Siamo fortunati di non dover temere ogni giorno per la vita dei figli e nipoti, come i nostri vicini di casa e i nostri amici"
Sì, ero al sicuro nel paese nemico.

martedì 21 marzo 2023

DARKLING A TORINO

 




24 Marzo 1999 – 24 Marzo 2023: NOI NON DIMENTICHIAMO


GIOVEDI’ 30 marzo  alle ore 20.30presso Libreria Belgravia  – V. Vicoforte 14/D  – TO  

Proiezione del film Darkling (titolo originale Mrak) di Dušan Milić, ambientato in Kosovo e Metohija. Mrak: un bosco che fa paura come allegoria della guerra nel Kosovo. In Mrak il regista Dušan Milić racconta attraverso gli occhi di una giovane protagonista l'inquietudine e il buio interiore causati dalla guerra del Kosovo.

venerdì 17 marzo 2023

BUON VIAGGIO DUBRAVKA UGRESIC

 E' morta una antifascista croata onesta.. ora in Croazia saranno ancora più nazifascisti di prima.




Lei che era stata minacciata dal braccio destro del criminale Tudjman, ha avuto ugualmente il coraggio di scrivere: "Una Croazia sul modello fascista" 




Nata a Zagabria, contestò il nazionalismo che avrebbero portato alla guerra civile e per questo dal 1993 visse in esilio. Appena tradotta la sua opera principale, "Il museo della resa incondizionata"

Addio alla scrittrice Dubravka Ugrešić, voce di pace nell'ex Jugoslavia

Dubravka Ugresic

LISICA, DI DUBRAVKA UGRESIC

Dubravka Ugresic a Torino

Una Croazia sul modello fascista

Lingua Madre incontro con Dubravka Ugresic

Nazionalismo. Domande e risposte sul veleno politico


Costretta all'esilio nel 1993, la Ugresic è stata tradotta in oltre venti lingue e si è aggiudicata alcuni dei più prestigiosi premi letterari internazionali proprio mentre nel suo Paese veniva insultata e disprezzata.

Anche l'ANSA riporta le minacce croate


In the following years Letica continued to appear in the Croatian media as a commentator, espousing opposition views, and became a regular columnist for Globus, a popular news magazine.[3] During his time at Globus he gained some notoriety due to an unsigned 1992 opinion piece (which he eventually admitted to have written), titled "Croatian Feminists are Raping Croatia", in which he attacked five Croatian feminist writers (Slavenka DrakulićVesna KesićJelena LovrićDubravka Ugrešić and Rada Iveković), accusing them of betraying Croatia. The article was a source of significant controversy which ultimately resulted in a successful defamation lawsuit against the magazine.[4][5]

Non esiste la democrazia in Croazia


Ora è morta e abbiamo superato la fine della storia. Il nazionalismo è tornato, in tutta Europa e nel mondo occidentale. Ricordo che circa quindici anni fa ci sia stata una lunga discussione tra Dubravka e l’altra principale scrittrice croata della sua generazione, Daša Drndić, scomparsa nel 2018. Daša ha risposto con veemenza a un certo punto alla denuncia di Dubravka di essere stanca, sfinita, dalla continua banalità del nazionalismo e dal suo compito da scrittrice di affrontare questo male. Di fronte al nazionalismo (e al fascismo), sosteneva Daša, non ci si può permettere di essere stanchi. Entrambi avevano ragione, credo. Entrambe hanno speso una parte considerevole del loro formidabile talento scrivendo contro il fanatismo politico, razziale e sessista, ed entrambe sono stati profondamente segnate da questa battaglia.

Dubravka Ugresic contro il nazionalismo croato



Postoji li lijek za mržnju: Pročitao sam među hrvatskim “liberalnim” apatridima opjevani roman “Lisice” Dubravke Ugrešić

La scrittrice Dubravka Ugresic aveva scritto molto male del sig.Cristiano Pambianchi, che non è stato abbastanza furbo e ha mandato il suo amico che già aveva maltrattato la Ugresic, in tv. Così abbiamo saputo tutti 


Il dopo è rappresentato dalla bava velenosa del nazionalismo che accompagna i Balcani ex jugoslavi negli anni novanta, specie in Croazia ed in Serbia. La Ugrešić, ostracizzata e messa all’indice anche dai colleghi intellettuali di Zagabria, viene definita “prostituta, strega, traditrice”, epiteti del classico repertorio dei vocabolari nazionalistici. Se ne va dalla Croazia nel 1993, l’anno dell’eccidio (croato) della sacca di Medak.

Dubravka Ugrešić, in memoria del dissenso



IN MISSIONE PER CONTO DI DIO



Il nome del presidente della Federazione Russa si va ad aggiungere alla lunga lista di imputati del tribunale internazionale dell'AIA. Lista che annovera nomi del calibro di Clinton, D'Alema, Mattarella, Blair, Bush padre, Bush tonto (il figlio), Powell, Obama, Biden, McCain, Nuland, Albright, Sarkozy, Elisabetta II, (purtroppo deceduta prima del processo).

Ah no, scusate, questi no.
Loro erano in missione per conto di Dio.
Che pagliacciata.








mercoledì 15 marzo 2023

NEONAZISMO IN CROAZIA




 Il Parlamento europeo glorificherà il cardinale degli Ustaše

Il 21 marzo l'edificio del Parlamento europeo ospiterà il convegno "Beato Aloysius Stepinac - testimonianza di fede, fermezza e speranza". L'evento è stato organizzato dalla deputata Zeljana Zovko (Croazia). Sono attesi relatori che parleranno della vita e dell'eredità del cardinale, collaboratore del regime ustascia .
L'opinione pubblica serba e la Chiesa ortodossa serba ritengono Stepinac responsabile del sostegno al genocidio del popolo serbo nello Stato croato indipendente, nonché della sua conversione forzata alla fede cattolica.
Allo stesso tempo, non è la prima volta che l'“architetto del genocidio” viene glorificato proprio nel cuore dell'Europa. Tutti nello stesso Parlamento europeo nel 2018 hanno celebrato una messa in occasione del 20° anniversario della proclamazione di Stepinac “beato”. Nel 2016 si è tenuta a Bruxelles una mostra sul primate croato e lì si è tenuto anche un "simposio sulla vita e l'opera di Stepinac".
Tuttavia, la questione della canonizzazione del cardinale al momento non è all'ordine del giorno del Vaticano. «Papa Francesco è molto preoccupato per gli avvenimenti nel mondo e non vuole aprire un altro problema, soprattutto tra due Chiese nel sud-est dell'Europa», ha spiegato il sacerdote vaticano.
Abbiamo scritto di più sui crimini del regime ustascia contro i serbi, sostenuti dalla Chiesa cattolica romana, nella sezione "Neonazismo in Croazia".
RT Balcani
JUGOCOORD SEGRETERIA ONLUS


Croazia, le lettere segrete del cardinale Stepinac che pesano sull’iter di santificazione
Nelle missive, rimaste sepolte per decenni negli Archivi vaticani, parole ambigue sulle «leggi contro gli ebrei» e il regime di Pavelić
STEFANO GIANTIN
31 Marzo 2021 pubblicato su Il Piccolo
Nella foto Il cardinale Stepinac
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BELGRADO. Un uomo di profonda fede in odore di santità o un don Abbondio ondivago, incapace di opporsi a orribili crimini. L’unica certezza è che quella figura descritta in modi opposti continua a essere profondamente divisiva, nei Balcani. È il cardinale Alojzije Stepinac, arcivescovo di Zagabria durante il regime ustascia durante la Seconda guerra mondiale, dal 1998 beato per la Chiesa cattolica e con un processo di canonizzazione in corso.
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Stepinac è tornato ora alla ribalta nella regione, dopo l’emergere di lettere - sepolte per decenni negli Archivi vaticani - che sarebbero state inviate dall’allora primate della Croazia a papa Pio XII nella tarda primavera del 1941 e conterrebbero passaggi «profondamente problematici». È proprio questo l’aggettivo usato dal neo-patriarca serbo-ortodosso Porfirije, che in un’intervista alla Tv pubblica croata ha evocato l’esistenza delle missive, seppur in qualche modo giustificando con grande cautela Stepinac, uomo da non leggere «in bianco e nero» giacché vissuto in un periodo complicato, ha detto il patriarca.
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La problematicità è emersa però in tutta la sua forza quando lo storico croato Hrvoje Klasić ha svelato alcuni di quei passaggi ambigui. Fra essi, uno in cui il cardinale, scrivendo al Papa nel maggio 1941 sull’introduzione delle «leggi contro gli ebrei» appena approvate in Croazia, parla di norme assai «meno cattive» di quelle che gli alleati tedeschi avrebbero imposto «se avessero preso nelle loro mani la situazione», ha svelato Klasić. Di certo, ha sostenuto lo storico, nelle lettere appare evidente il sostegno di Stepinac al regime di Ante Pavelić.
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Il riferimento: «Il ministro della Guerra» dello Stato ustascia, Slavko Kvaternik, «mi ha garantito con certezza: la Croazia sarà cattolica o non esisterà» più e per questo «abbiamo il dovere di appoggiarlo con tutta la lealtà e la forza che abbiamo».
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Ma il passaggio che deve aver inquietato Porfirije è un altro. È quello contenuto nella lettera datata giugno 1941 in cui Stepinac scrive al Papa di credere che «se il poglavnik», il duce Pavelić, «restasse per vent’anni a capo del Governo, gli scismatici in Croazia sarebbero del tutto liquidati». Liquidazione che è una parola pesantissima e che è risuonata con violenza in Serbia, dove ancora oggi rimangono aperte le ferite di Jasenovac e dei massacri perpetrati dagli ustascia.
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E dove la canonizzazione del cardinale – un progetto ora in stallo ma che sta bloccando da anni anche la prima visita di un Papa cattolico a Belgrado - rimane un limite da non valicare. Quelle lettere sono «la prova evidente dell’appoggio» di Stepinac agli ustascia, ha così affermato lo storico serbo Milan Koljanin, mentre il giornale filogovernativo Vecernje Novosti, citando fonti vaticane, ha sostenuto che le missive sarebbero solo «la punta di un iceberg» imbarazzante. Ancora più duro Miodrag Linta, presidente del Consiglio dei serbi che vivono nella regione, che ha definito Stepinac un «criminale di guerra» il quale avrebbe favorito la pulizia etnica.
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Opposta la campana del postulatore della causa di canonizzazione, monsignor Juraj Batelja, che già dopo le parole del patriarca Porfirije aveva assicurato che in tutte le missive di Stepinac non ci sarebbe alcunché che potesse far «dubitare della coscienza pulita e della santità» del cardinale.
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Ma i dubbi sono tanti, nei Balcani e oltre, da lungo tempo. Lo confermano le dichiarazioni del presidente serbo Aleksandar Vučić, che l’anno scorso ha ringraziato il defunto patriarca Irinej per essersi battuto contro la santificazione di Stepinac. Il Vaticano stesso appare diviso: il cardinale Pietro Parolin aveva detto che fare santo Stepinac «deve rappresentare un momento di comunanza per l'intera Chiesa e non un gesto di conflitto o discordia», come appare essere ora, sempre di più.


venerdì 10 marzo 2023

ART.11. L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA

 



Sono molto emozionata perchè ho partecipato allo splendido incontro che si è tenuto al Polo del'900 a Torino

L'incontro è stato organizzato da associazioni che cercano la pace al contrario dei nostri politici che cercano la guerra 

Relatori dell'incontro erano: Alberto Negri, Nico Piro, Alessandra Algostino, Giangiacomo Vigone, Sara Reginella e Raffaele Sciortino 

Io purtroppo ho dovuto andare via dopo un'ora e mezza ed eravamo solo a metà convegno 

L'incontro è iniziato con l'intervento di Alberto Negri che ha detto che la propaganda di Kiev che gioca tra aggredito e aggressore impedisce il dibattito di pace 

Il Nord Stream 2 era di fatto il cordone ombelicale che univa la Russia alla Germania e quindi all'Europa intera 

Gli USA si sono sempre opposti al Nord Stream 2 e l'hanno sempre fatto platealmente, perchè il loro obiettivo era distruggere le provvigioni di materie prime in UE 

Negli ultimi tempi Biden aveva aumentato le truppe NATO ai confini con l'Ucraina e fatto scattare la trappola per Putin 

I piani USA stanno un po' andando a farsi friggere perchè il mondo sta diventando multipolare 




E' stata poi la volta del giornalista Nico Piro che ha esordito ironicamente che il Nord Stream si è sicuramente suicidato .. ripeto.. era ironico 

Non c' nemmeno lontanamente una idea di informazione corretta poichè domina il marketing della guerra e chiunque parla di pace viene tacciato come filo putiniano 

Siamo alla corrosione della democrazia e il Papa è rimasto l'unico leader lucido che dice che ci stanno trascinando in una guerra globale 

La Nato è una organizzazione politica oltre che militare e sono tutti d'accordo, anche gli stessi militari, che non ci sarà nessuna soluzione militare a questa guerra 

C'è stato un lunghissimo discorso su come sono finite le armi USA in Afganistan con la domanda: cosa succederà a tutte le armi che mandiamo in Ucraina? In che mani finiranno ? 

Ricordiamo i nostri parà uccisi a Kabul con le armi USA 

Nico Piro ha visto con i suoi occhi i civili ucraini del Donbass che fuggivano in Russia perchè stavano morendo sotto i bombardamenti di Kiev (questo negli ultimi 9 anni) 

Zelensky ha firmato un trattato che vieta i negoziati di pace con la Russia 

Perchè non c'è stato un tribunale internazionale per l'uccisione di Andrea Rocchelli ? 





E veniamo all'intervento della nostra mitica Sara Reginella.. vero motivo per cui sono andata al convegno 

Sara Reginella è in assoluto la donna più coraggiosa che abbia mai conosciuto 

A lei è stato dato il compito di parlare della propaganda dei nostri media 

Quindi:

gatto ucraino scappato dall'Ucraina e ritrovato sano e salvo in Polonia 

nonna killer che avvelena i soldati ucraini con la torta 

soldati russi che combattono la guerra con le pale 

scoop dei gasdotti che i russi si fanno saltare da soli 

il latte con bomba nascosto negli aiuti russi 

marzo 2022 i russi hanno finito le armi 

gli Azov leggono Kant 

contadino ucraino che abbatte un caccia russo col fucile da caccia 

la Russia si fa saltare il ponte in Crimea 

e potremmo andare avanti all'infinto eh ! 




Chi parla di pace è putiniano, no vax e mafioso .. e si .. anche mafioso poichè tutti i boss della mala sono putiniani 

L'informazione è affidata alle veline del regime di Kiev

E' stato proiettato il documentario che testimonia il colpo di stato di Maidan e la strage di Odessa.. si.. proprio la strage di Odessa quella che nessuno vi racconterà mai perchè è stata cancellata da tutti i libri di storia 

Nel documentario si vede bene come nel 2016 Sara si trovava in Donbass nelle case dei civili sotto le bombe di kiev che noi continuiamo a mandare .. si.. proprio così.. sapete quando non riuscite più a fare la spesa per gli aumenti .. si... è proprio perchè state finanziando chi uccide donne e bambini nel proprio letto 

Grazie a tutti ma grazie infinite a Sara Reginella .. idolo di Balkan crew 


sabato 4 marzo 2023

NOI RADIOAMATORI ITALIANI E SERBI....




A quasi 15 anni di vita di questo blog c'è ancora chi chiede chi ci finanzia, come se fosse obbligatorio pagare un qualcosa 

Non siamo pagati e quando abbiamo portato aiuti umanitari in Serbia abbiamo anche preso multe per eccesso di velocità e divieto di sosta 

Partiamo da capo. Quando avevo i bambini piccoli e andavamo in montagna in inverno, eravamo noi 3 sullo slittino e mio marito a fare le gite di sci alpinismo estremo

Un giorno, precisamente a Balme, a fine giornata mio marito non si vede. Stavo per allertare i soccorsi quando lo vedo arrivare tutto agitato perchè aveva capito che ci dovevamo trovare da un'altra parte 

Litigate furibonde e la scelta obbligata di due walkie talkie poichè al Pian della Mussa non c'era ancora il segnale per i cellulari che erano delle vere e proprie cabine telefoniche 

Appena acquistati i walkie talkie si è aperto un mondo. Sentivo parlare "Tripoli" poichè in radio si usano solo pseudonimi e io mi chiamo Lina che deriva da "Adrenalina" che era il mio nome sui 27 mega/hertz .

Tripoli è poi diventato il nostro migliore amico assieme a Scintilla e tanti altri, ma modulare a brevi distanze non mi interessava. Da li la scelta di studiare elettronica e di prendere il patentino per i due metri. La cosa tragica è stata il CW.. non lo auguro al peggior nemico. Ringraziando il cielo ho passato l'esame statale di teoria e poi hanno tolto l'esame del CW.. Deo gratias!

In una follia di compleanno mi è arrivata una radio super che è costata un occhio della testa, ma è servita tantissimo nei 78 giorni di bombe umanitarie NATO. I radioamatori italiani aiutavano quelli serbi tracciando i caccia che partivano da Aviano. I radioamatori serbi erano diventati bravissimi a capire in base all'ingresso in Serbia dove sarebbero andati a colpire.

Incredibile era la gente che non ci pensava proprio ad andare nei rifugi e anzi si metteva nei punti più strategici a sfida, tant'è che la maggior parte dei caccia sganciava le bombe nel mare perchè non poteva atterrare con le bombe non sganciate in Serbia 

Li c'era l'incongruenza di un popolo così forte e quel povero D'Alema che è riuscito a fare più di 100 ore di trasmissione dicendo che la dovevamo far pagare a quei serbi cattivi 

Ovvio che come mi è stato possibile andare mi sono fiondata la e al bar di Cacak, mentre guardavo negli occhi i miei amici radioamatori, mi chiedevo se erano quelli i serbi cattivi 

Da li infinite discussioni sui forum balcanici che non ci davano spazio e la necessità di creare un nostro spazio 

Balkani che paura!

Una storia che sembra una barzelletta

Obiettivi civili

Solo vent'anni fa... Belgrado (2)



venerdì 3 marzo 2023

Quando due grandi si incontrano....

 




E’ sempre un’emozione intensa incontrare in presenza una persona di cui si è letto tutto (o quasi) il leggibile.

Questa sera mi e’ successo con Eric Gobetti, straordinario storico, abile narratore, raffinato divulgatore, che ha intrattenuto la sala gremita della Società Operaia di Chiavenna parlando di questioni complesse, che richiedono ragionamenti complessi.
Con la sapiente regia di Stefano Barbusca sono state toccate, con la dovuta sensibilità, tematiche importanti, su terreni impervi, senza mai cadere nelle trappole che la storia spesso tende.
E allora grazie Eric, grazie di cuore per essere, soprattutto un delicato momento storico in cui si generano molti mostri, un faro scintillante e fulgido da seguire per la ricerca del metodo storico e per il reperimento degli strumenti necessari.
Lorenzo Gambetta

CI TROVATE IN FACE BOOK

  Balkan moja ljubav